#mia albiol
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alicia_roig23 : 🎈 3 añitos hace que llegaste a nuestras vidas! Te amamos bebé💕 🎁🎀🎉
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Azahara, Alma, Romeo and Mia, Raul Albiol’s kids
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#AskJorginho, Thursday, 11th May 2017.
Jorge “Jorginho” Frello’s Q&A:
Why did you pick number 8? Is it significant in some way for you?
There isn’t a particular significance. I chose it because I like this number since I was a child. My mom used to pick it [note: she was a footballer too] and so do I.
What do you feel playing Champions League match at San Paolo?
It's a strong emotion because playing important matches is the dream of every child. Every Champions League match is important and it's a great feeling.
You showed many times your love for Napoli, but what do you like the most about this city?
The way of living. The warmth and the hospitality that people give to you is wonderful. It makes me feel a bit like home as in Brazil. I’m feeling good here.
Besides playing the guitar for your friends, do you have any hobbies?
I enjoy going to the cinema, I often go there because I like movies. I like to get out, spend time with my wife and play football with my friends.
What did you feel on your debut with Napoli?
I was happy, I had just arrived in a big team and it was a pride and a pleasure playing for these colors because it was a prize for what I had built in my career.
What was your most beautiful match this year?
I think it’s the Serie A home match against Juventus. The stadium was full and we couldn’t say anything on the pitch because there were lots of whistles; it was a deeply felt match. It was beautiful.
How old were you when you started playing football?
I don’t remember it! I was 4 years old when I joined my first football school. But I can’t remember when I started kicking the ball. My dad says I started when I was 1, but y’all know how parents are, they exaggerate a little bit.
What’s your relationship with your teammates and who’s the one you’re closer?
It's great, we are a fantastic group, they’re all good guys. There is a great harmony among us. I can’t say a name in particular, we also see each other outside the pitch.
What's the thing that struck you most about Napoli?
The madness! The traffic, the way Napoletani live. It's a city full of culture and full of healthy madness that makes it special. If you love this culture like me, you fit perfectly here.
Did you learned a sentence or a word in Napoletano [
language
]?
After 3 1/2 years, I know more then one: “Ch’ hamma fà guagliò?”; “Maronna mia!” and “Stai senza pensieri”.
Next: Q&A with Albiol and Callejon, live on Facebook from 6pm CET on Wednesday, 17th May 2017. Type your question on Official SSC Napoli Facebook, Twitter or Instagram and add #AskRaul or #AskJosé.
Last: Q&A with Zielinski, 3rd May 2017.
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💯💙Sarri a ruota libera: “Che emozione allenare il Napoli, era destino.
SUL CALCIO E LA FAMIGLIA – “Sentivo meno la responsabilità di dirlo a mio padre piuttosto che a mia moglie. Per fortuna ho una famiglia che è stata completamente d’accordo con me. LASCIARE LA BANCA PER IL CALCIO – “A volte giravo l’Europa per qualche settimana o un mese. Il mio lavoro era divertente. Lavoravo in una sala cambi, non con le persone o i turisti, era un lavoro con operazioni di somme rilevanti. Per anni mi sono divertito. Lavoravo alla Banca Toscana che fa parte del Monte Paschi di Siena. Questo nome ora viene accostato ai mali d’Italia. Era una grande realtà, importante per tutta la Toscana. Se penso a tutti i ragazzi che lavoravano con me. Non so se la storia sia finita benissimo”. IL PRIMO ALLENAMENTO DA TECNICO PROFESSIONISTA – “Lo facevo a tempo pieno, ma quell’anno ero ancora in serie D. Vincemmo la Coppa Italia di D, arrivammo secondi e vincemmo i play-off andando in C2. Portare un paesino di 7mila persone in C2 era gratificante, poi sono diventato professionista e facemmo un altro secondo posto e siamo andati in C1. In quel momento iniziai a pensare ‘è facile, posso farlo veramente’. Già la serie D di 15 anni fa era al limite del professionismo, molti facevano solo quello”. ALLENARE GIOCATORI NON PROFESSIONISTI – “Io lavoravo quasi allo stesso modo di adesso. La richiesta di applicazione c’era anche in quel momento. Ho avuto gruppi straordinari, professionali anche senza essere professionisti. Ho avuto invece anche giocatori professionisti poco professionali”. ALLENARE IL FIGLINE – ���Era il campionato allievi. L’allenatore aveva litigato col club, ci siamo trovati a partire senza allenatore. Eravamo soli, quindi ho fatto salire la squadra in pullman ed abbiamo detto all’arbitro che c’era stato un incidente. Ho fatto la formazione ed abbiamo vinto 2-1, un episodio che ha dato soddisfazione anche all’allenatore che tornò ad allenarci. Io avevo già giocato negli Allievi, mi sentivo il più esperto…” PARAGONE CON SACCHI – “Arrigo è uno che ha vinto tutto, si possono paragonare solo gli esordi nei dilettanti. Il paragone mi onora, io se faccio questo lavoro è perché mi sono innamorato del suo gioco e dei suoi metodi e glielo dico sempre. La passione nasce da lui, quindi essere paragonato a lui è una soddisfazione. Poi spero di riuscire a vincere qualcosa. Registravo il suo Milan, lo guardavo in VHS, poi rivedevo i movimenti difensivi. Mi piaceva il senso di ordine che aveva la sua squadra, rispetto alle altre. L’ordine nel difendere, l’organizzazione offensiva, era sconvolgente e nei libri ormai si parla di un calcio prima e dopo Sacchi”. SQUADRE CHE HANNO RIVOLUZIONATO IL CALCIO – “Sono tre momenti importanti, io ho studiato però il Milan di Sacchi ed ho analizzato il Barça di Guardiola, hanno portato grandi cambiamenti. Chi porta cambiamenti significa che ha inciso in modo importantissimo. Sarebbero stati ricordati anche senza vincere, come l’Olanda che poi non vinse”. RAPPORTO CON I CALCIATORI – “Sono uno che manifesta poco i sentimenti, ma mi affeziono molto ai giocatori. Ci sono stati giocatori con me per anni, forse Croce quello che è stato di più con noi, dalla C alla A”. ALLENARE LA FIORENTINA – “Da bambino ero tifoso del Napoli, ma anche dopo, ho visto delle gare di Diego al San Paolo, avevo già 26 anni. Tanti zii erano tifosi della Fiorentina, quindi vedevo anche i viola, sono le squadre della vita. Una rappresenta la città dove ho vissuto, mio nonno abitava a Piazza Alberti che è 400 metri dallo stadio di Firenze, e Napoli dove sono nato. Da bambino ero convinto che fosse logico tifare per la città dove si è nati. Quando ero piccolo ero l’unico tifoso del Napoli lì, ma poi sono venuti altri ed eravamo di più (ride, ndr)”. ARRIVO AL NAPOLI – “Mi ha emozionato, all’elementare ero l’unico tifoso del Napoli di tutta la scuola nelle periferie di Firenze. Ritrovarmi ad allenare il Napoli è stato qualcosa d’emozionante, ho detto ‘allora è destino'”. IMPATTO CON LO SPOGLIATOIO – “Erano silenziosi, era strano. Ho detto fermi tutti, che sta succedendo. Questo lavoro deve essere un divertimento. Mi dava la sensazioni di un gruppo quasi triste e gli ripetevo questa sensazione, per me se si fa una cosa con entusiasmo c’è un valore aggiunto importante. Chi va in campo e si diverte, allora si diverte. Una squadra triste può essere applicata, ma poi perde 1-0. Poi piano piano ho visto quello che volevo. Quando becchi chi ti fa l’imitazione… Insigne sicuramente, ogni tanto urla come faccio io nell’allenamento. Urla come me, lo fa uguale, lì capisci che l’aria è cambiata” LA SQUADRA – “Anche gli allenatori vincenti vengono studiati dai giocatori. Dopo un paio di mesi mi sono accorto che c’era stima totale, anche se all’inizio non arrivavano i risultati. Quando ti danno fiducia nel momento in cui non vinci, significa che cominci ad incidere. Dopo la terza gara vincemmo 5-0 col Brugge e poi un altro 5-0 con la Lazio, da lì arrivarono risultati importanti. Le basi come gruppo si sono create nelle difficoltà”. SULLE DICHIARAZIONI DI MARADONA – “Dubitavo Maradona mi conoscesse, quindi ho risposto in modo netto e sincero. Poi non riuscirei davvero a litigare con Maradona. Il primo anno erano in ritiro a Regello, vicino casa mia, andavo tutti i pomeriggi a vedere l’allenamento per lui. Non si litiga con un mito, poi in quel periodo non c’erano i risultati e le critiche ci stavano. Poi ha avuto belle parole per me e questo mi ha fatto contento. Il suo ritorno? Conoscendo Napoli, ogni volta che torna entri in un delirio collettivo, ha 2mila richiesta e impegni. Per Maradona entrare al San Paolo è complicato (ride, ndr). Sarebbe bello vederlo nel suo stadio, vedere la reazione della gente”. SU DE LAURENTIIS – “Solitamente molto sereno, è un presidente che ha momenti di incazzatura improvvisi, ma brevi. Dopo pochi minuti torna quello di prima. Nelle riunioni o nelle telefonate con me è sempre tranquillo e contenuto. Accontentare? Io non ho chiesto nulla, non sono un tecnico di questo tipo, ma ormai in questo lavoro nessuno parla più di campo ma solo del mercato. Ci sono gli stadi vuoti, ma tutti parlano di mercato, significa s’è perso di vista la realtà. Secondo me si migliora col lavora ma per mentalità non sono uno che dice voglio questo o quello, anche perchè sono in un club in cui non è fattibile, altri in Europa hanno fatturati molto elevati. E’ giusto che ADL salvaguardi la società”. ANCORA SULLA SQUADRA – “Siamo piacevole da vedere, giochiamo con tecnica in velocità, con qualche limite perchè non sempre la prestazione corrisponde al risultato. Non otteniamo quello che meriteremmo, questo è un limite. Quest’anno siamo molto più giovani. Albiol-Koulibaly? Sono giocatori forti, Kalidou ha uno strapotere fisico mondiale, è migliorato tatticamente. Con Albiol abbiamo lavorato come reparto, individualmente era già su buoni livelli, posizionato bene con una buona postura, perdendo pochi palloni in impostazioni. Alcuni giocatori li senti tuoi, come per dire era un buon giocatore, l’ho fatto diventare ottimo, ma per i campioni dipende dal loro dna, non si costruiscono”. SU HIGUAIN – “Non ha mai avuto diffidenza. È un ragazzo particolare, ha bisogno di certe cose per rendere al meglio. Ho sempre detto che è il centravanti tipico più forte del mondo, a lui poco, ma gli chiedevo tanto in allenamento. Deve pretendere tanto da se stesso, erano più rimproveri che elogi, ma pubblicamente lo elogiavo. L’abbandono è stato un momento brutto, mi potevo aspettare la Premier, non la Juventus. Questo ha reso più pesante l’abbandono. Per un po’ non l’ho sentito, non volevo neanche sentirlo. Come un figlio che ti fa arrabbiare, lo sbraneresti per qualche giorno, ma resta un figlio. Ha fatto una scelta discutibile, ma questo non significa che non sia una persona a posto”. INSIGNE COME UN FIGLIO – “È un ragazzo solare, si sta bene con lui, ha sempre il sorriso. A volte va ricondotto al giusto modo di comportarsi e pensare, ma è uno a cui ti affezioni. Da lui pretendo molto, ha talento, ma può fare di più”. SUL REAL MADRID – “Il Real Madrid è una squadra che ti può ribaltare una partita anche nel giro di pochi minuti. C’è la soddisfazione di andare a fare una partita importante, contro la squadra forse più importante del mondo in uno degli stadi più importanti del mondo. C’è il timore che prende tutti, è inevitabile, nessuno è un super uomo e ti chiedi ‘saremo all’altezza di questi?’, io credo di sì alla fine, potranno avere qualcosa in più, ma in partita possiamo starci. Un giorno potrò dire ho giocato al Bernabeu una partita di Champions” DAL SANSOVINO AL REAL, SEMPRE IN TUTA – “È stata dura, ma sono luoghi comuni. Si valuta una persona da piccoli particolari, non dalla persona. Io mi metto la tuta perchè faccio un lavoro da campo, mi sembra ridicolo andare sul campo col vestito da matrimonio. Poi se devo rappresentare la società metto la divisa sociale, in campo no. In questo il presidente non ha mai battuto ciglio. Ho fatto tutto a modo mio, qualcosa ho pagato perché le etichette si pagano, ma su tanti aspetti ho avuto ragione”. SUL CONCETTO DI LIBERTÀ – “Criticato, a volte giustamente altre ingiustamente, ma non condizionato. Sono fatto così, forse per questo sono arrivato in serie A a 56 anni”.
#Maurizio Sarri#sky#SSC Napoli#serie A tim#campionato seria a#calcio#sport#calcio napoli#ForzaNapoliSempre#nai1926#like4like#likeforlike#instalike#instalove#insragood#instadaily#instasoccer#instagram#instagramhub#instagood
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(Foto da sscnapoli.it)
La Mia Opinione di Napoli-Fiorentina. Siamo in semifinale di Coppa Italia. Una qualificazione ottenuta con ulteriori grandi passi in avanti.
Non avevamo mai vinto per 1-0, in stagione. Eppure di partite sofferte, portate a casa col minimo scarto, ne ricordiamo qualcuna.
Quella col Milan di sabato scorso, per esempio. Ecco, partiamo da lì.
Per la seconda volta in tre giorni, abbiamo potuto ascoltare quella parolina magica, che Sarri sembra avere finalmente trasmesso alla sua squadra: mentalità.
Ieri è stata la volta di Callejon, autore del gol partita. Sapete, però, qual è la novità? José non si limita a pronunciarla, quella parola, ma anzi la esegue, la mette in pratica, nella risposta immediatamente successiva.
‘Ora chi tra Juve e Milan?’, chiede il giornalista e lui risponde 'per noi è uguale, noi abbiamo vinto, adesso se la giocano loro’. E a chi potrebbe obiettare che siano frasi di circostanza, dico di andare a riguardare la sua espressione. Il passo in avanti, l'enorme passo in avanti del Napoli, è tutto lì. Nella determinazione di quella affermazione, che non è nient'altro che il riflesso di tutto ciò a cui stiamo assistendo in campo, ormai da qualche settimana. Un avversario vale l'altro, perché l'unico vero avversario del Napoli può essere sempre e solo il Napoli. E una volta capito questo, il salto di qualità sarà inevitabile.
Qualcuno sostiene che vincere aiuta a vincere. Per questa squadra, a quanto pare, non solo aiuta a vincere, ma aiuta a crescere. Nella testa, nella fiducia, più che nel talento. Quello c'è, e lo sappiamo. Ciò che era mancato, invece, soprattutto ad inizio stagione, complici episodi che avevano scoraggiato, e da cui non era facile uscire, era proprio quella grinta, quella determinazione, quella fiducia, quella 'cazzimma’ lì. Quel credere in sé stessi e nel proprio valore, di singoli e di squadra.
Quella determinazione che ti permette di portare a casa un'altra vittoria costruita in maniera paziente, raggiunta e difesa con fermezza.
Ad una Fiorentina sulla difensiva, che provava ad ostruire e poi ripartire, rispondevamo con tenacia, con quelle trame di gioco che solo il sarrismo sa regalare.
Ma rispondevamo anche con un po’ di solita sfortuna. Restiamo il Napoli, non dimentichiamolo. 😅
Insigne colpisce il primo legno e se il sottotitolo della mia mente è 'vabbuo, abbiamo capito come deve andare' (solito mio ottimismo 😏), Cerqueti invece si lascia andare per la 'prodezza di Tatarusanu’, che per carità ha fatto una gran bella figura, ma una maggiore considerazione di Lorenzo e di quella maledetta traversa, come dire, me la sarei aspettata. Niente.
Allora sotto a riprovarci. Pavoletti poco servito e non ancora integrato pienamente negli schemi non incide come potrebbe. Verrà sotituito da Dri 🙄 Mertens nel secondo tempo. Si farà valere, Leonardo. Diamogli tempo e fiducia. Tempo, soprattutto, visto che siamo solo alla prima da titolare.
Intanto, a centrocampo Diawara, Hamsik e Zielinski ci deliziano con quegli scambi lì, quelli che ti mancano quando vedi gli altri giocare, quelli a cui noi ci stiamo abituando, invece: e se da un lato è un bene, dall'altro… Insomma, ci stiamo abituando così bene, che quasi fa paura: dal sarrismo non ne esci. È come la sigaretta per Sarri: quello, per il mister, è il primo pensiero a fine gara (ma anche durante, quando lo chiudono in uno sgabuzzino della tribuna😂). Per noi tifosi, invece, sono quelle trame di gioco. Quelle che fanno perdere la testa e che vai a riguardare mille volte.
Stavolta, a parte l'azione che porta al gol, direi che la perla assoluta sia l'apertura di Diawara verso Marek Hamsik sulla fascia sinistra. Un capolavoro meraviglioso, fatto con una facilità ed una leggerezza, tali da farlo sembrare un automatismo. Un'abitudine, insomma. Una bella abitudine a qualcosa di grande. Sarà difficile uscire da questo tunnel, spero ne siate consapevoli.
Un tunnel dal quale è impossibile uscire (più che difficile, quindi) sono i legni. Legni che si allargano quando attacchiamo e si restringono quando difendiamo. 😅
Lorenzo ne colpisce un altro dalla parte opposta stavolta. E gli viene negata così, la ciliegina su una prestazione di livello assoluto. Pare che Carlos Sanchez lo stia ancora cercando. 😂
Ciliegina che però arriva a coronare il lavoro di un'intera squadra, quando da Diawara, lo stesso Insigne, Hamsik e Callejon nasce il gol qualificazione. Perfetti nei tempi, nei passaggi, negli inserimenti.
José trova il gol anche in Coppa Italia e si lascia andare ad un balletto particolare. E Marta, sua moglie, ha provveduto a confortarci. Ha provveduto a confermare, che in realtà Calleti non è impazzito. O forse sì. Ma se lo è, è per sua figlia, coreografa d'eccezione. Quindi, va ancora tutto bene. 😉
Vantaggio raggiunto e fase difensiva che fa del suo meglio. La coppia centrale Albiol-Maksimovic fa bene. E sono contenta, soprattutto per il secondo, già ampiamente bistrattato. Caro Nikola, evidentemente, Albiol non è bastato: esempio di giudizi avventati poi ritirati. Per me, vale lo stesso discorso fatto per Leonardo. Tempo e fiducia.
E questo discorso, soprattutto in termini di fiducia, vale anche per Reina. Tiene in partita gli azzurri con una paratona a mano aperta su colpo di testa insidioso da distanza ravvicinata (a me sembra una deviazione nostra 🙄e questo renderebbe ancor più valorosa la parata!). Si sottolineano spesso errori, di cui tra l'altro Pepe si assume facilmente ed umilmente, ogni responsabilità. Mi piacerebbe si sottolineasse dovutamente la prestazione determinante e decisiva di ieri.
Insomma, a parte il piccolo problema per Strinic (che pare però non essere grave), che ci ha permesso di vedere però un buon Christian Maggio e a parte l'espulsione di Hysaj, sulla quale avrei scommesso, è stata una serata perfetta.
Stasera scopriremo chi tra Milan e Juventus incotreremo in semifinale. Come dice Callejon, per noi, è uguale. Una vale l'altra. Anche se, visto che sabato scorso, qualcuno, a detta di qualcun altro, meritava qualcosa in più della sconfitta, come dire, sarebbe giusto che avesse un'occasione in più per provare a riscattarsi. Caro Max, lasciamo a te l'onore di dargli quanto (a tuo dire e solo a tuo pensare) gli spettava. Fai pure.
Semifinale a parte, domenica una sfida tutto sommato insidiosa. Una sfida di quelle in cui hai tutto da perdere e niente da guadagnare. Il Palermo non ha nulla o quasi da chiedere al campionato e non ha ancora un allenatore, dopo le dimissioni di Corini. Quindi, ripeto, massima concentrazione per una gara che potrebbe sembrare più facile di quel che è. Non perdiamo di vista l'obiettivo!💪
Alla prossima e #ForzaNapoliSempre! ����
#ssc napoli#napoli#naples#football#opinion#me#serie a#lovefootball#sarri#marek hamšík#callejon#sarrismo
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Euforia Napoli, in ritiro si festeggia. Albiol, Diawara e Insigne: tutti al karaoke
Euforia Napoli, in ritiro si festeggia. Albiol, Diawara e Insigne: tutti al karaoke
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Spensieratezza è la parola giusta per descrive l’inizio della stagione del Napoli, in ritiro a Dimaro. Dopo il karaoke di qualche giorno fa, con Carlo Ancelotti che si è scatenato sulle note di ‘Oi vita mia’, gli azzurri hanno continuato a divertirsi, improvvisandosi cantanti. L’occasione è stato il compleanno di Amadou Diawara, festeggiato dai compagni con torta, candeline e tanti…
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Cyberbullismo: come criticare il Napoli e prendere una pioggia di me..teore
Per non dire di peggio. Il mio torto? Non la #memecronaca, dissacrante ed ironica come al solito, ma un tweet serio in cui ho semplicemente espresso il mio pensiero. Quello che è successo dopo è da commedia dell'assurdo.. o cyberbullismo, se vogliamo chiamarlo con il suo nome.
La partita
Il Napoli gioca un buon primo tempo, pressando alto, tenendo palla nella sua metà campo offensiva e costringendo la Juve a ripartire. Che sarà una partita complicata si capisce dopo 8 minuti: Dybala cade davanti a Reina dopo una spinta di Strinić, riuscendo comunque a calciare. La moviola nel post partita rivelerà che la spinta danneggia la Joya al momento del tiro, ma io, come tanti altri, in diretta e a velocità normale non l'avrei dato. Nel caso ci sarebbe stato anche un rosso per il giocatore del Napoli, per fallo da ultimo uomo? Meglio non chiederselo. Il Napoli poi trova il gol del vantaggio con Callejon, partito in leggero fuorigioco, ma irrilevabile dall'occhio umano, arbitro Valeri compreso. Nel secondo tempo invece la storia della gara cambia completamente con l'ingresso di Cuadrado: il Napoli non capisce più niente. Dopo un minuto Dybala viene steso in area con un pestone da Koulibaly. Rigore netto e gol del pareggio. Da questo momento in poi il Napoli perde la testa e non fa più un tiro in porta, mentre dall'altra parte la Juve continua ad attaccare e al 64' Higuain segna, grazie anche ad una discreta papera di Reina. Quattro minuti dopo il fattaccio: Albiol cade nell'area della Juve, solo con la moviola si intravede un tocco di Pjanic, l'arbitro lascia correre e sul ribaltamento di fronte Cuadrado salta Reina che si lancia in uscita bassa, prendendo leggermente la palla e travolgendo Cuadrado. L'arbitro indica il dischetto. Per me questo non è rigore, ma il regolamento dice un'altra cosa: Reina colpisce prima la palla, ma non la sposta molto da Cuadrado, che non può più raggiungerla in quanto abbattuto dal portiere. Sono i classici rigori che, comunque vada, fanno arrabbiare qualcuno: se lo dai, si infuria il portiere, se non lo dai, si arrabbia l'attaccante. Ad ogni modo Dybala segna ancora e la partita si chiude di fatto così: 3-1.
Un tranquillo post partita
Si torna in studio a RAI Sport dove quasi tutti danno questa versione dei fatti: giusti i rigori della Juve, ne manca uno su Dybala nel primo tempo, mentre Albiol si lascia cadere prima. Apriti cielo! Il Napoli rompe il silenzio stampa con il suo Direttore Sportivo Giuntoli e con Pepe Reina, che si presentano davanti ai microfoni solo per accusare l'arbitro di aver arbitrato vergognosamente, ma non lo fanno attraverso un'intervista, bensì con due monologhi, con imbarazzo evidente dei giornalisti in zona mista e in studio. In pratica dicono quello che devono dire e tanti saluti. Nel frattempo sull'account Twitter del Napoli tirano fuori dal cilindro questa chicca:
In diretta Marco Mazzocchi, vice direttore di Rai Sport, si indigna pubblicamente, ritenendo inaccettabile un attacco del genere (definito “ironico” da qualche tifoso partenopeo). Da lì in poi sui social scoppia il putiferio.
La mia presa di posizione e la pioggia di me..teore
Dopo aver letto il tweet del Napoli, pubblico un tweet in cui liberamente dico ciò che penso in merito all’hashtag appena lanciato, esprimendo sostanzialmente un minimo di solidarietà nei confronti della RAI (con la quale sono normalmente tutt'altro che tenero), senza mancare di rispetto a nessuno:
Non l'avessi mai fatto! Antinelli, menzionato nel post insieme a Mazzocchi, mi retwitta e questo scatena la "pioggia di cui sopra" e che riporto integralmente qui sotto.
Ci ho pensato molto e ho deciso di rispondere in ordine sparso, con il garbo che mi è stato insegnato dai miei genitori, ma che non sempre mi viene riservato:
1) Non parlo di calcio solo perché mi piace farlo, ma ho la presunzione di farlo con una certa competenza. Non ho mai giocato in Serie A, ma ho fatto tutte le categorie sotto il professionismo della FIGC (trequartista/attaccante, 513 partite, 205 reti), quindi qualcosina penso di averlo imparato negli anni. Poi le opinioni sono sempre personali e sono criticabili. Se posso permettermi, vi chiedo di farlo con educazione.
2) Non sono servo di nessuno. Quando qualcuno mi paga per raccontare qualcosa, ho la fortuna di poterlo fare liberamente e senza pressioni esterne, semplicemente rispettando delle linee guida condivise, basate sull’equilibrio, l’educazione e il rispetto. Ad ogni modo, non è questo il caso, visto che ieri sera mi trovavo semplicemente davanti al televisore come tutti.
3) Non sono autore di nessuno. Non conosco personalmente né Marco Mazzocchi né Alessandro Antinelli e loro, con ogni probabilità, non sanno nemmeno chi io sia.
4) Non devo vergognarmi di niente, di certo non di questo. Nel mio tweet semplicemente ho espresso il mio parere, che peraltro ribadisco, anche qui credo con cognizione di causa, visto che lavoro nel campo della comunicazione: un tweet del genere me lo sarei aspettato da un tifoso e non dall'account ufficiale di una società. Però non mi sarei aspettato nemmeno un attacco frontale e pubblico del presidente al suo allenatore dopo la partita di Madrid con il ritorno ancora tutto da giocare.. Quindi forse avete ragione: non capisco niente. 😉
PS IMPORTANTE: nel caso la pensiate come me, non prendetevela con chi ha scritto i commenti scritti sopra, altrimenti non avete capito niente del mio articolo. Non è commettendo lo stesso errore che cambieremo le cose. #peace
#juvenapoli#coppaitalia#timcup#coppa italia#juve#napoli#sscnapoli#juventus#seguardatelepartitesullaraifatelosenzaaudio#cyberbullismo#bullismo
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Alicia with Azahara , Alma , Romeo and Mia Albiol
Pic: Alicia Roig
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Azahara, Alma, Romeo and Mia Albiol
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alicia_roig23 : Y se acaba una semana inolvidable gracias a vosotros! ❤️ Felices los 13 🤣
#Alicia Roig#Raul Albiol#azahara albiol#Alma Albiol#romeo albiol#mia albiol#Napoli#SSC Napoli#Napoli Wags#wags#wag
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💙🔟⚽”Sarri: “Maradona? Mi sono commosso, rappresenta il calcio.”
Il Milan può crearci tante insidie, il Napoli dovrà dimostrare crescita mentale. Maradona ci ha trasmesso emozioni ed energia, "A San Siro sarà un banco di prova importante e feroce, sia per il Napoli che per il Milan". Maurizio Sarri inquadra il match di San Siro conferendo alla sfida grande spessore anche psicologico. Una gara che il tecnico ritiene molto delicata. Mister partiamo dalla visita di Maradona. Quali emozioni ha provato? "Ero più commosso che emozionato. Maradona rappresenta il calcio e rappresenta il Napoli. Nessuno nella mia generazione non ha ammirato Diego perchè è un idolo assoluto che ha coinvolto anche le nuove generazioni""Spero che queste sensazioni speciali le abbia lasciate anche ai calciatori, penso che avere accanto un personaggio così immenso possa darci tanta iniezione di forza e determinazione". Ancelotti ha detto che lei rappresenta una icona per il modo in cui interpreta il calcio: "Ringrazio Ancelotti per le parole ma io icona non mi sento e non mi sentirò mai. Ancelotti è uno degli allenatori più importanti e vincenti nel mondo ed avere belle parole da parte sua fa enorme piacere". Napoli che va a Milano con una emergenza difesa: "L’emergenza difesa c’è stata tutta la settimana , ci siamo allenati con difensori della Primavera. Albiol ha qualche linea di febbre, Tonelli ha fatto oggi tutta la seduta, domani mattina vedremo com’è la condizione generale. Purtroppo abbiamo due difensori impiegati in Coppa d’Africa e questo è un ulteriore ostacolo al momento per la linea difensiva". Che gara si attende a San Siro? "Sarà una partita difficilissima che potrà dirci a che punto siamo come maturazione. Il Milan sta facendo benissimo ed in casa è molto forte. Hanno ricompattato l'ambiente e sono in grande condizione. Noi dobbiamo valutare se mentalmente abbiamo fatto passi avanti""Quest'anno siamo di fronte ad un campionato strano in cui non si può sbagliare nulla e in cui bisogna vincere gli scontri diretti perché la media delle prime 5 squadre è altissima. Per questi domani ci aspetta una sfida delicata e molto indicativa". Milan che ha in Suso e Bonaventura due calciatori in grande evidenza: "Sono due giocatori forti che saltano l’uomo, che sanno entrare nelle linee, sono due uomini di alto livello tecnico ed il pericolo è concreto per noi. Ripeto che ci aspetta una partita feroce sia per noi che per loro". Si affrontano due squadre che giocano un bel calcio. Sarà più un match di fioretto o di sciabola? "Come ogni partita ci saranno i momenti del fioretto e quelli della sciabola. Il Milan è una squadra che può crearci problemi in ogni momento, quindi bisognerà leggere bene la gara sempre". Come sta Pavoletti? "Pavoletti mi sembra stia progredendo ma deve lavorare ancora per arrivare al top della condizione". Infine una battuta su Maradona. Dove giocherebbe Diego in questo Napoli? "Dove vuole lui. E' l'unico giocatore che può vincere le partite da solo. Per Maradona non conta il modulo, basta che la squadra sia organizzata. Poi in campo Diego sapeva fare sempre la differenza in qualsiasi posizione". Allan – Sta facendo meglio dello scorso anno, ma Zielinski è destinato ad una grandissima carriera, ha talento e fisico e quindi la concorrenza aumenta. Giocando di meno il brasiliano ha un rendimento migliore della scorsa stagione. Maksimovic – Non ha cambiato ancora il modo di pensare, in allenamento può sembrare più semplice, in partita è diverso. Da quando aveva 13-14 anni gioca in un certo modo, è un percorso lungo. Ha 3-4 anni di difesa a tre alle spalle, è una situazione che ci aspettavamo. Spero abbia la pazienza, perchè le qualità per diventare un giocatore importante ci sono tutte. Firma per il secondo posto? Io non firmo niente, nemmeno per il secondo posto. Se avessi firmato 10 anni fa, avrei firmato per la Serie C e avrei fatto una cazzata. Fermo restando che la Juve è la più forte.
#Maurizio Sarri#SSC Napoli#serie A tim#campionato seria a#Sports#calcio#football#ForzaNapoliSempre#nai1926#FNS#napoli1926amoreinfinito#like4like#likeforlike#instalike#instagram#instalove#instagramhub#instasoccer#instadaily#instagood#follower#Follow for follow#followforfollow#friends#facebook
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La Mia Opinione di Milan-Napoli. Che sofferenza, ma che vittoria, ragazzi! Cuori che stentano a reggere, i nostri. Solo i nostri, per fortuna: perché i ragazzi invece, mantengono la calma e portano a casa la vittoria. Tornano a casa carichi di cartellini (grazie Rocchi, ma non ti dovevi disturbare... 😏) ma anche di 3 punti fondamentali per la classifica, soprattutto in chiave qualificazione alla prossima Champions (o quantomeno ai preliminari). Uno scontro diretto che ci dà un bel vantaggio in questo senso: quelli col Milan sono nettamente a nostro favore (ora sono quantomeno da migliorare gli altri due con Lazio e Roma). E, va detto, queste erano le partite, o meglio le vittorie, che mancavano a questa squadra. In settimana leggevo qua e là (ed ero e sono ancora oggi perfettamente d'accordo), che questo poteva essere un crocevia importante per la stagione. Ecco, ho passato mesi a chiedere testa, quella che Sarri giustamente definisce 'mentalità', perché fermamente convinta che fosse l'unico tassello mancante per il definitivo salto di qualità. Questa partita è un chiaro esempio di quello che cercavo e proseguire su questa strada significherebbe davvero tanto, forse tutto. Decisivi, cinici, fin dai primi 20', dove i gol avrebbero potuto essere addirittura 3. Avremmo potuto chiuderla definitivamente (forse questa l'unica pecca della serata) dopo l'uno/due di Insigne e Callejon, già micidiale di per sè, ma non ci siamo riusciti. Lorenzo conferma che quando vede Milan, ma soprattutto quando vede Montella, fa sempre più che bene: finalizza un contropiede da manuale, con un tiro potente, angolato, che spiazza anche un 'armadio' come Donnarumma (che talento 'sto ragazzo, mamma mia!). Ma ciò che gli vale il titolo di migliore in campo, per quanto mi riguarda, è soprattutto il prosieguo di gara: al di là di quel tiro (sarebbe venuto giù anche San Siro, vista la mole di napoletani presenti in tutti i settori) ma è anche l'essersi sacrificato su quella fascia, con uno Strinic, ammonito già da fine primo tempo. Una gara perfetta, per lui. Bravo, ma immaginateli sempre allenati da Montella gli avversari. Lorè!. Non per niente, ma quello Vicienzo s'è pigliato collera... lo ha detto pure in conferenza! Josè, invece, pescato da Mertens (un po' impacciato sotto porta, ma riesce comunque ad incidere con due assist) completa un'azione con un inserimento dei suoi e la mette dentro con tanto di tunnel al portiere rossonero. È instancabile, è impressionante. Poi abbiamo sofferto, certo: quel 2-0 ci ha anche esposto, inevitabilmente, alla riscossa del Milan. E solo chi non li aveva ancora mai visti quest'anno poteva immaginare o sperare nel contrario. Solo chi non aveva ancora visto il Milan quest'anno poteva sperare in una passeggiata. Il gol rossonero arriva da una solita disattenzione (forse un pò di superficialità) nostra, è vero, ma il Milan è bravo ad approfittarne. È bravo comunque a crederci e provarci per la restante parte della gara: i passi in avanti rispetto al recente passato sono evidenti e Montella incide non poco in questo cambio di rotta. Non m'era piaciuta la sua spavalderia nei giorni scorsi, ma ieri a fine partita ha tutto sommato ritrattato e quindi ha in parte rimediato: ha ammesso la superiorità dell'avversario, vice-campione in carica ed in Europa da 7 anni, pur recriminando almeno il pareggio (Vincè, senz'offesa, noi ai napoletani che tifano 'altro' li schifiamo, quindi la sconfitta la meritavi a prescindere 😅) e, cosa più importante, ha smesso di ironizzare sul fatturato. Del resto, se tu tieni poco da spendere e con quel poco ti compri el uallarito, poi non te la puoi pigliare con Sarri...���� Scherzi a parte, la settimana scorsa, presentando la partita, dissi 'sarà difficile, laddove la stessa Juve capolista ha sofferto'. Ecco perché do a questa partita ancor più valore: no, non parlo in chiave scudetto, perché per me quello è già assegnato. Sarri non smetterà di provarci (come è giusto che sia) perché è suo dovere farlo, ma sa, lo ha specificato anche ieri sera, che la Juve è un gradino più su, almeno per adesso (splendido, però devo ammetterlo, quando ai microfoni si è lasciato andare ad un 'Se vent'anni fa avessi firmato per la B, per esempio, avrei fatto 'na cazzata!'). Quindi, non è in termini di Scudetto, che San Siro ha un valore in più per me: lo ha perché contro questo Milan non sarà semplice per nessuno e il fatto di averlo battuto tanto all'andata quanto al ritorno, beh, non sarà da tutti. Quindi, vittoria importante sotto più punti di vista, anche perché permette di arrivare carichi ad un'altra delle sfide più importanti della stagione: quella con la Fiorentina, che non dimentichiamolo, vale la semifinale di Coppa Italia. La prestazione di ieri permette di giungere con abbastanza fiducia ed altrettanto entusiasmo alla gara coi viola, che tra l'altro hanno già dimostrato in campionato di poterci mettere in difficoltà: a questo proposito sarà compito del mister quello di tenere tutti coi piedi per terra e son sicura che la sciocchezza che ha portato al gol del Milan servirà da stimolo in questi giorni. C'è da lavorare lì dietro, anche se la strada intrapresa, ripeto, mi sembra quella giusta. Albiol, reduce da un attacco influenzale con tanto di cura a base di antibiotici, è autore di una gara ottima che sopperisce ad un Tonelli un po' in bambola dopo l'errore: se 'sto ragazzo recuperasse anche i piedi, beh, non ci sarebbe più niente da opporgli; perché se si tratta di difendere è ottimo, fisico, attento, sui calci piazzati fa bene anche in attacco, ma è in fase d'impostazione lascia un po' a desiderare. Buona prova anche di Marek a centrocampo, soprattutto in quell'avvio. Un centrocampo, nel quale spicca anche Allan, seconda gara ottima per lui. Un po' in ombra Jorginho, invece: ma un'altra novità importante del Napoli di quest'anno è proprio quella del centrocampo. Sarri può (ed ha fatto benissimo per me, a dispetto di ciò che leggo in giro) completamente rivoluzionare la mediana nel secondo tempo, senza risentirne. È indubbiamente un salto di qualità importante anche questo, anche in chiave futura, vista la giovane età. Insomma, speranza e fiducia ci sono. Montella è napoletano, ma a parte qualche difficoltà, lo abbiamo battuto. Sosa era un ex di quelli che ti devi mettere solo paura: non perché abbia particolari doti tecnico-tattiche, per carità. Non mi permetterei mai di pensarlo. Ma perché appartiene proprio a quella categoria che fino a quando giocano con/per te non sanno manco cos'è il pallone, poi ci giochi contro e... Niente Uallarì, senza offesa, tu sei l'eccezione che conferma la regola. 😅Pasalic ha pigliato una traversa e il pallone non è miracolosamente schizzato dentro. Non ci sono state particolari deviazioni. Insomma, è andato tutto per il meglio, lo possiamo dire. Ora pensiamo alla Fiorentina, che pure ha messo in difficoltà la Juve pochi giorni fa. Quindi, occhio ad abbassare la guardia, ragazzi: la Coppa Italia è pur sempre un trofeo. Io non la sottovaluterei, ma sta a voi...😉 Alla prossima e #ForzaNapoliSempre! 💙
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