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#lettere a lucilio
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Per essere felici bisogna eliminare due cose: il timore di un male futuro e il ricordo di un male passato; questo non ci riguarda più, quello non ci riguarda ancora.
Seneca, Lettere a Lucilio
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fuoridalcloro · 2 years
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“Certe cose ci tormentano più del dovuto, certe prima del dovuto, certe assolutamente senza motivo; quindi, o accresciamo la nostra pena o la anticipiamo o addirittura ce la creiamo.”
Lucio Anneo Seneca - Lettere a Lucilio
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ilmomentoingiusto · 2 years
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È proprio misera l'anima inquieta per il futuro e infelice prima che l'infelicità arrivi... non troverà mai pace e nell'attesa del futuro perderà i beni presenti, di cui avrebbe potuto godere.
Seneca, Lettere a Lucilio (98)
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ma-pi-ma · 7 months
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Questo sia l'essenza della nostra condotta: dire quello che pensiamo, pensare quello che diciamo; la nostra parola concordi con la nostra vita.
Seneca, Lettere a Lucilio IX, 75, 4.
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intotheclash · 4 months
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Si volge ad attendere il futuro solo chi non sa vivere il presente.
Lucio Anneo Seneca - Lettere a Lucilio
(arte di Andrea Pazienza)
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petalidiagapanto · 6 months
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«Questo sia il nostro proposito principale: dire quello che sentiamo, sentire quello che diciamo; le parole siano coerenti con la vita»
"Haec sit propositi nostri summa: quod sentimus loquamur; quod loquimur sentiamus; concordet sermo cum vita"
(Lucio Anneo Seneca, Lettere a Lucilio, IX, 75,4)
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crazy-so-na-sega · 1 year
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Chi intende arrivare al punto che si è proposto, segua una via sola, non vada girovagando per molte: questo non è fare un viaggio, ma vagabondare.
-Seneca - Lettere morali a Lucilio
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aurozmp · 3 months
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tu desideri sapere se Epicuro ha ragione a rimproverare, in una sua lettera, chi afferma che il saggio basta a se stesso e perciò non ha bisogno di amici. è un rimprovero che Epicuro rivolge a Stilbone e a chi è convinto che il sommo bene consista nella completa insensibilità dell’animo.
“…”
per noi si tratta di colui che non si fa turbare dalla sensazione del male; c’è chi, invece, si riferisce a colui che non può sopportare alcun male. conviene, perciò, distinguere se si sta parlando di un animo invulnerabile o di un animo incapace di soffrire. questa è la differenza tra noi e loro: il nostro saggio avverte ogni contrarietà, ma la vince; il loro neppure l’avverte.
“…”
vedi in che senso basta se stesso: certe volte di sé gli basta una sola parte.
“…”
chi pensa solo a sé e a questo scopo fa amicizia, è in grave errore perché l’amicizia finirà come è cominciata: se si è procurato un amico perché l’aiutasse nella prigionia, egli sparirà non appena ci sarà rumore di catene. queste sono le amicizie cosiddette di circostanza: un’amicizia fatta per interesse sarà gradita finché sarà utile.
“…”
chi è diventato amico per interesse, per interesse smetterà di esserlo: se nell’amicizia si ricerca un utile, per ottenerlo si andrà contro l’amicizia stessa. “a quel fine, dunque, ti fai un amico?“ per avere qualcuno per cui morire, qualcuno da seguire in esilio, da strappare la morte a prezzo di qualunque sacrificio.
“…”
forse da una più onesta causa può nascere un sentimento ignobile? “ma ora non stiamo discutendo“, potresti ribattere, “se si debba ricercare l’amicizia per se stessa”. e, invece, è questa la prima cosa da dimostrare: se, infatti, bisogna cercare l’amicizia per sé, senza secondi fini, può tendere ad essa chi basta a sé stesso. “e come la cercherà?” come la cosa più bella non per lucro, né per timore dell’instabilità della sorte; chi stringe amicizia per conseguire vantaggi materiali le toglie ogni dignità. “il saggio basta a se stesso“
“…”
“lo stolto, invece, non ha bisogno di niente, perché di niente sa servirsi, ma sente la mancanza di tutto”. 
“…”
“ma”, mi dirai, “se si dichiara felice uno vergognosamente ricco e pure l’altro, padrone di molti schiavi ma schiavo di più persone ancora, essi diventeranno felici per la loro frase?” non importa quello che dicono, ma quello che sentono e non quello che sentono occasionalmente, ma sempre. non temere, in ogni caso, che un bene tanto grande capiti ad un uomo indegno: solo il saggio è soddisfatto delle sue cose. gli stolti, invece, sono tormentati dal disgusto di se stessi.
Seneca - Lettere a Lucilio
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anaromantico · 1 year
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È gradevole stare con sé stessi il più a lungo possibile, se uno si è reso degno di essere di per sé oggetto di gioia.
SENECA
Lettere a Lucilio, 58, 32
Buon giorno
🦖
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somehow---here · 2 years
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La vita non vuole animi fiacchi. Hai iniziato un lungo cammino: scivolerai, incontrerai ostacoli, cadrai, sentirai la stanchezza; invocherai - ma senza essere sincero - la morte. Qui lascerai un compagno di viaggio, là ne perderai un altro; più oltre sarai in ansia per un altro; devi andare incontro a tutte queste sventure per giungere al termine di questa via dirupata. Invece d'invocare la morte, dobbiamo essere pronti a tutto.
Seneca, dalle “Lettere a Lucilio”, 62/65 d.C.
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vividiste · 1 year
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Chi intende arrivare al punto che si è proposto, segua una via sola, non vada girovagando per molte: questo non è fare un viaggio, ma vagabondare.
~Seneca, Lettere morali a Lucilio
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Chi è diventato amico per convenienza, per convenienza finirà di esserlo. Chi si è procurato un amico perché lo aiutasse nella malasorte: non appena ci sarà rumore di catene, costui sparirà. Sono le amicizie cosiddette opportunistiche: un'amicizia fatta per interesse sarà gradita finché sarà utile.
Così se uno ha successo, lo circonda una folla di amici, mentre rimane solo se cade in disgrazia: gli amici fuggono al momento della prova; per questo ci sono tanti esempi infami di persone che abbandonano l'amico per paura, e di altre che per paura lo tradiscono.
L'amicizia invece somiglia un po' all’amore. Si ama forse per denaro? Per ambizione o per desiderio di gloria? L'amore di per sé trascura tutto il resto e accende negli animi un desiderio di bellezza e la speranza di un mutuo affetto. Ma come ci si accosta ad essa? Come a un sentimento bellissimo, non per lucro, né per timore dell'instabilità della sorte; se uno stringe amicizia per opportunismo le toglie la sua grandezza.
Lucio Anneo Seneca, Lettere a Lucilio
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aitan · 1 year
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"L’uomo, l’animale che per natura potrebbe essere il più mite, non si vergogna di provare godimento alla vista del sangue, né di fare guerre che si protraggono per lunghi anni, mentre persino le bestie più feroci vivono in pace.”
(Lucio Anneo Seneca, Lettere a Lucilio, XCV, 31)
I popoli, dalle guerre, escono sempre sconfitti e finiscono per perdere, insieme ai loro beni materiali, anche il senso della realtà.
I problemi più gravi insorgono quando si comincia a vedere nell’altro l’incarnazione del male assoluto. Una volta perduta la misura e il senso della realtà, l’altro diventa il tuo demonio e tu il suo.
Le guerre dicotomizzano la complessità del reale. Riducono tutto a un circuito manicheo che non ammette mezze misure e sfumature. Costringono a stare da una parte o dall’altra, anche quando si percepisce che nessuna delle due parti ci appartiene del tutto né del tutto coincide con i principi della nostra logica, con la prospettiva delle nostre visioni e con le vibrazioni del nostro sentire.
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Da aitanblog.wordpress.com/2022/03/25/il-male-assoluto-e-lassolutismo-del-male/
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ilmomentoingiusto · 2 years
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Hai torto, Lucilio mio, se attribuisci solo al nostro secolo la dissolutezza, l'indifferenza alla moralità, e gli altri vizi che ognuno rimprovera alla propria epoca: sono colpe degli uomini, non dei tempi.
Seneca, Lettere a Lucilio (97)
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ma-pi-ma · 4 months
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Molte cose non osiamo non perché sono difficili, ma sono difficili perché non osiamo.
Seneca, Lettere a Lucilio, 104, 26.
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libriaco · 2 years
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Non con le parole ma con i fatti
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[ǝɹǝpıɹ ɐp oɔod ıɐssɐ ɹǝʌ∀ = Ǝ ɹǝpıᴚ ɐpoƆ OԀ ıɐS S ɐɹǝΛ ∀ :snqǝɹ lǝp ǝuoıznloS]
Che poi è una forma un po' corrotta, dalle "Lettere morali a Lucilio" di Seneca:
La filosofia non è un’arte a livello popolare né si presta all’ostentazione: non consiste in parole, ma in fatti concreti.
L. A. Seneca, [Epistulae morales ad Lucilium, 62-65],  Lettere a Lucilio. Online su IntraText. Su Ousia il PDF in italiano.
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