#ingrasso
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Domenica sono andato a pranzo da mia madre.
Mi ha fatto riportare un po’ di sugo.
Vi faccio capire quanto è “un po’” nel linguaggio di mia madre.
Oggi è il terzo giorno che mangio pasta condita col suo sugo.
#fame#buon appetito#poi dice che ingrasso#ma grazie al cazzo#tagliatelle#sugo di carne#sugo fatto in casa#tre giorni mi è durato
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non mi piaccio ma, quando lo faccio, ingrasso e poi mi piaccio ancora meno.
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Sono grassa, senza soldi, vivo alla sopravvivenza, non ho un vestito che mi vada, ho il ciclo, mi sembra di essere impantanata in delle sabbie mobili da non so più nemmeno quanto, ingrasso, ingrasso, non entrano soldi, non sto sistemando
sono stanca
sono triste
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L'incoerenza di genere sfida la filosofia interpersonale
Post ad alto contenuto di imbarazzanti ovvietà da boomer e strafalcioni dettati da ignoranza becera dell'argomento riguardo i quali sono contento di discutere per saperne di più e per migliorarmi. Ne scrivo proprio per avere una discussione proficua. Abbiate pietà, sono nato e cresciuto negli anni ottanta del secolo scorso.
Seguitemi un attimo. Io sono Firewalker, ho una certa altezza, un certo peso, una certa capigliatura. Se cambio capigliatura, se ingrasso o dimagrisco, sono sempre Firewalker.
Ho avuto un incidente anni fa e ho cambiato il legamento crociato anteriore sinistro. Nonostante quel cambio, sono sempre io. Se perdo l'intera gamba continuo a essere io. Se perdo tutti gli arti sono comunque io. Se mi cambiano il cuore sono sempre io.
La leggenda vuole che ogni sette anni cambiamo tutte le cellule del nostro corpo (che poi dubito sia vera questa cosa, soprattutto per alcuni tipi di cellule, ma facciamo finta che). Comunque a 14 anni siamo sempre la stessa persona di quando avevamo 7 anni, giusto?
C'è una vecchia storiella che racconta che nel corso della manutenzione a una barca, questa piano piano vede sostituito tutto il suo legno con del legno nuovo.
E allora, quanti pezzi di me devo cambiare, quanto legno della barca devo sostituire, per fare sì che quella persona non sia più io, che quella barca non sia più la stessa barca?
Non so per le barche, ma la mia idea è che io risiedo nel mio cervello. Il mio cervello (la mia mente... la separazione tra cervello e mente è un altro paio di maniche. Per me sono la stessa cosa, facciamo finta che sia così per tutti per semplicità di discussione) decide come mi muovo, cosa faccio, come reagisco, decide il mio carattere, decide i miei interessi, decide le mie passioni, i miei amori, le mie antipatie. Io sono il mio cervello.
Probabilmente, se guardiamo la questione in maniera egoriferita, è lapalissiano, ed è per tutti così. Il problema è quando guardiamo gli altri. Se io conosco Marco, lo conosco con la sua altezza, col suo peso, con la sua capigliatura, oltre che con i suoi modi di fare e con i suoi interessi. Lo riconosco per il suo aspetto, e magari ho piacere a stare con lui per il suo cervello, ma non è quello che mi indica la sua identità, non è quello che me lo fa riconoscere. Per me Marco è un corpo esterno da me, per Marco lui è il suo cervello.
Ecco il punto del discorso.
Ci vuole un salto qualitativo da parte mia per riconoscere che Marco non è il suo braccio o il suo collo messi insieme a tutto il resto. Marco è il suo cervello. Questo salto qualitativo non è fatto da tutti, forse perch�� non ci pensano, forse perché non sono d'accordo con la mia affermazione "è così per tutti", ci hanno ragionato sopra e per loro ha importanza anche la corporeità. Forse è un problema culturale (inteso proprio come conoscenze delle varie sfaccettature di questo argomento).
Il fatto è che se Marco ha una incoerenza di genere e il suo cervello gli dice di essere Angela, ecco che potrebbe non accettare più le parti del corpo che ha, perché vive la sua realtà, il suo cervello, non è allineato. Qui si sfocia nella disforia di genere, che è un malessere generato da questa incoerenza di genere.
In qualunque modo la viva Angela, il fatto è che non vive da sola. È circondata da persone che gli dicono che si chiama Marco, che ha il corpo di Marco, e che magari non accetta il fatto che sia Angela a "pilotare" il corpo che vedono.
Gli altri devono far caso al fatto che Angela non è il suo corpo, ma il suo cervello. Devono improntare il rapporto con gli altri ad un livello superiore per poter notare questa cosa e, come detto, non tutti lo fanno. Anzi, per molti non è pensabile che Angela esista, esiste solo Marco, che è quello che loro vedono. E se Marco dice di essere Angela, allora ha un problema mentale (per alcuni è il demonio, per altri è una moda...), perché non è possibile che non si accorga di essere Marco, deve fare finta per forza.
Senza contare poi che, magari, la situazione è anche più complicata. Me li immagino pensare "sei Marco, cosa significa che non ti senti ne maschio né femmina?"
Non ho ancora trovato il modo migliore per rapportarmi con queste persone (quelle che non riconoscono Angela), so solo che la divulgazione è spesso osteggiata o marginalizzata in settori di nicchia, perché per capire certe cose (anche solo vagamente, come penso e spero di fare io) bisogna sbatterci la testa contro più e più volte, e non tutti c'hanno voglia di faticare su questo.
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"Se sai far bene una cosa, non farla gratis ma fatti pagare per farla."
Quindi.. dovrei aprire un OnlyFans dove mi stresso e ingrasso.
Ok.
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Affascinare
Monoteismo. Monomania. Monogamia. Monotonia. Niente di buono inizia con questo prefisso.
Esiste una parola più mistificante, abusata, fraintesa, più estensibile a livello di significati e di propositi, più contaminata dagli sputacchi di miliardi di lingue bugiarde, della parola "amore"? È c'è qualcosa di più scontato di tutto questo?.
Vorrei suggerire l'idea che il fallimento ci possa raccontare più cose del successo, e un cattivo perdente più cose di un perdente buono.
Cercavo solo di far notare che si arriva quasi sempre all'insulto quando la discussione è persa. E che cerchi di affibbiarmi un'etichetta. Ma io non sono una valigia.
Elizabeth Finch, insieme al suo abbigliamento tanto fuori moda quanto interessante, al modo particolare con cui fumava le sigarette, alle scarpe brogue portate con infinita grazia. Ammetto che le donne che le indossano mi piacciono sempre molto. Come mi è piaciuta Elizabeth Finch.
Julian Barnes tratteggia attraverso Neil, un personaggio così dolce quanto "fallito", il ricordo speciale di questa donna, conosciuta da Neil come professoressa del corso di Cultura e Società. Una classe di studenti in parte affascinata, in parte terrorizzata dal suo modo particolare di insegnare: discutendo, attraverso un approccio maieutico lontanissimo dal comune "infarcire nozioni ad oche da ingrasso" che spingeva gli studenti a vedere le cose da angolazioni del tutte nuove, a buttare luce su tempi ritenuti oscuri, e sui personaggi, spesso colposamente ai margini delle Storie. Va da sé che di un tipo così o ci si lascia affascinare, oppure la si detesta.
Il nostro protagonista appartiene al primo schieramento, tanto che coltiva, con pudore e costanza, il rapporto con la docente, con cui di tanto in tanto si vede per un pranzo, in un ristorante italiano. E lì si continua a discutere, a chiacchierare, a confrontarsi. Ma succederà qualcosa, che non vi svelo, per cui verrà affidato a Neil una sorta di progetto incompiuto, caro a Finch: uno studio su Flavio Claudio Giuliano, Imperatore di Roma, passato alla storia come l'Apostata, ultimo imperatore che tentò di far tornare politeista l'Impero, essendo non cristiano.
Ci sono due questioni che ho adorato: la prima riguarda il come Neil descrive il suo rapporto con Elizabeth, e tutti i dubbi che vengono al pettine quando si costruisce un'idea su un altro nel momento in cui ne conosciamo solo una parte, una dimensione. Si notano tutti gli scoramenti, i passi indecisi, che ognuno di noi fa quando vorrebbe, ma non può, conoscere meglio l'altro. La seconda è più sottile, e riguarda appunto il fascino: fascino è probabilmente il miglior esempio di enantiosemia, cioè quando acquisite condizioni polisemiche, una parola può avere un significato opposto a quello etimologico. Infatti il fascinus era un amuleto contro l'influenza malefica che si ritiene possa emanare dallo sguardo degli invidiosi, degli adulatori, degli affetti da qualche morbo. Era in pratica una sorta di malia. Con lo stesso termine, si indicava il dio Priapo, e i Romani chiamavano con lo stesso modo il suo attributo sessuale, il pene di dimensioni gigantesche, simbolo di fertilità e di ricchezza. Tanto è vero che era pratica comune indossare dei piccoli amuleti a forma fallica contro la negativa malia. Solo in tempi molto più recenti, il fascino diventa un'attrattiva seduttiva, che seppur "funzioni" allo stesso modo, non è più legato all'allontanare lo sguardo dell'invidioso, ma a catturare colui che si vuole far rapire. Come lo fa, leggendo le considerazioni di Neil, Elizabeth Finch.
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Ingrassi volontariamente o ti viene naturale?
un po' e un po'
diciamo che di natura ingrasso facilmente e non faccio nulla per oppormi 🤭
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Un paio di settimane fa sono uscita con a. e le raccontavo di quanto sono stanca di questa situazione in cui sono: sto molto attenta a cosa mangio, faccio esercizio fisico eppure non dimagrisco. Non rimango nemmeno statica, ingrasso sempre più, piano piano. Mangio poco, pochissimo, le dico. E lei alla fine di tutto mi dice: forse dovresti mangiare di meno.
Ecco, da quando mi è stato detto mi torna alla mente spesso. Ringrazio tantissimo me stessa e la mia testa per non farmi del tutto influenzare da un commento del genere. Nonostante quasi ogni giorno mi dico che sono grassa e dovrei smettere di mangiare così risolvo tutto e anche in fretta, non lo faccio. Mi nutro, non mi affamo più come facevo tempo fa, nonostante ogni boccone sembri un peso metaforico e materiale che si aggiunge. Mi sembra assurdo al giorno d'oggi, a quasi trent'anni e da una quasi trentenne sentirmi fare un commento così.
Non riesco a non pensarci, però. Quindi cara a. vaffanculo con tanto affetto.
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Ci son cascato di nuovo loool
Aaaaaallora, è passato molto tempo (forse 1 anno) e periodicamente succede che mi ingrasso (lol)>vado nel panico>restringo. Perciò, eccoci qua: sono a 63,7 kg di nuovo, MA c’è da dire che 3 settimane fa ero a 68 (dayum).
La cosa positiva è che non cerco di morire di fame, e l’altra cosa positiva è che ho cominciato ad andare in palestra e mi piace! Quindi comunque mantenere uno stile di vita sano + perdere ancora qualche kg non dovrebbe essere troppo complicato.
L’obiettivo ora è scendere di nuovo a 60 kg ovviamente, CE LA FAREMOOOOOOO!!
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L’amore è sempre stato materia, per me.
Qualcosa per cui valesse la pena vivere, viverla, la pena.
l’unico sentimento che andasse di pari passo con i miei.
Sono stata una bambina innamorata dell’amore, poi una donna.
Non capisco come si possa stare senza, eppure io sono stata
condannata alla sua assenza. Proprio perché è deplorevole
per me amare di sbieco, così così, pacatamente.
Io amo gli occhi azzurri.
Io amo le rughe, le pance, l’esuberanza, la fragilità.
Quanti supereroi sono caduti dai grattacieli, quanti uomini ragno
hanno divorato la mia mosca.
Io sono nata con l’amore proprio nel costato, fra capo e collo,
un amore per tutto quanto, tutte quante le creature.
Eppure.
Quanta diffidenza, aridità, maldicenza, invidia, odio, gelosia.
L’amore, in fondo, che cosa vuoi che sia.
Invece è una cosa seria.
Io amo sentitamente, piango, mi dispero, dimagrisco, ingrasso.
Mi dicono che hai?
Niente, mi manca l'uomo mio.
Quale?
Quello che me lo ha insegnato, l’amore.
Quello più cattivo di tutti, quello libero, quello prigioniero.
Ma a me non importa nulla, quello che m’interessa
è – questo amore – saperlo vero.
Cecilia Resio - Trattato
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Praticamente non mangio niente e ingrasso comunque...
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Soltanto da distrutto riuscirò a stare distratto
Il brutto è che ci credo per davvero, ma poi me ne sbatto,
E bevo…
Perché non mi piaccio
Ma quando lo faccio ingrasso e poi mi piaccio ancora meno
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nuovo livello di ipocondria sbloccato: se mangio un po’ di più non ingrasso
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mi picchio in modo violento se ingrasso o mangio troppo…
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Buongiorno, stamane mi sono preparata una colazione nutellosa e genuina con power boost….. da provare!
Io non rinuncio al dolce e non ingrasso, zero brufoli o inestetismi come mi provocava prima il cioccolato, ma soprattutto ho notato che non ho più la cellulite!
#colazionefit #powerboost #colazionecioccolatosa #saturdaybreakfast
#benessere#integratori#informa#socialmarketing#lavorosocial#bellezza#shopping#makeup#networkmarketing#moda
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