#il romanzo di excalibur
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ineedahugesticktobeatyou · 1 year ago
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2023 Reading Challenge | A historical-fiction book.
19/40. La spada perduta - Bernard Cornwell
Odi et amo, certamente, ed excrucior.
[...]
E ora scriverò la conclusione, tenendo accanto a me questa spada e augurandomi di riuscire a terminare il racconto di Artù, il mio signore, che fu tradito, vilipeso e, dopo la sua scomparsa, rimpianto come mai nessuno in tutta la storia della Britannia.
[...]
La battaglia non si vince con sensibilità e moderazione, ma con un divino impeto di ululante follia.
[...]
Lo presi [Gwydre] per le spalle e lo spinsi nell'acqua bassa. «Vai con tuo padre [Artù]. Per amor mio. Digli che gli sono rimasto fedele sino all'ultimo.» Lo fermai all'improvviso, lo girai in modo da averlo di fronte e vidi che aveva il viso rigato di lacrime. «Di' a tuo padre che gli ho voluto bene sino all'ultimo.»
Odi at amo, excrucior.
[...]
So now I shall write the tale’s ending with my sword beside me and I shall hope that I am given time to finish this tale of Arthur, My Lord, who was betrayed, reviled and, after his departure, missed like no other man was missed in all of Britain’s history.
[...]
You do not win the fight of the shield wall by being sensible and moderate, but by a Godlike rush of howling madness.
[...]
I seized him [Gwydre] by the shoulders and pushed him into the shallows. ‘Go with your father [Arthur],’ I said, ‘for my sake. And tell him I was true to the end.’ I stopped him suddenly, and turned him back to face me, and I saw there were tears on his young face, ‘Tell your father,’ I said, ‘that I loved him to the end’. [Excalibur - B. Cornwell]
★★★★★
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nonsololibristore · 2 years ago
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Bentrovati amici della Non Solo Libri, ecco un altro meraviglioso carico di fumetti e gadget tutti da leggere e collezionare: ( LE NOVITÀ STAR COMICS SARANNO IN VENDITA DA DOMANI MERCOLEDÌ ) BAO PUBLISHING: - FUTAGASHIRA 6 BONELLI EDITORE: - DAMPYR 269 - DYLAN DOG COLOR FEST 42 - DRAGONERO 111 - IL RIBELLE 34 - JULIA 287 - MARTIN MYSTERE 390 - TEX WILLER 45 EDIZIONI IF: - IL PICCOLO RANGER 122 EDIZIONI STAR COMICS: - ARIADNE IN THE BLUE SKY 14 - BAKEMONOGATARI MONSTER TALE 14 - DARLING IN THE FRANXX 6 - ECHOES 9 - FAIRY TAIL NEW EDITION 59 - GUYABANO HOLIDAYS - JAGAN 13 - LO SFIGATTO - A NEW FLOOP - MAO 11 - RUN AWAY WITH ME, GIRL 2 PANINI COMICS: - AGENTE 008 N.14 - AVENGERS 150/46 - BUNGO STRAY DOGS BEAST 4 - CAPITAN AMERICA 149/0 ( COVER A E COVER B ) - CAVALIERI ZODIACO: SAINTIA SHO 16 - DARWIN'S GAME 24 - DOMESTIC GIRLFRIEND 28 - DEMON SLAVE 4 - ETERNI 2 - IL TRIONFO DI THANOS - EXCALIBUR 1 PANICO NELLE STRADE DI LONDRA - FANTASTICI 4 N.430/45 - FIREWORKS BUNDLE POSTER WRAPAROUND - FIREWORKS - VANNO VISTI DI LATO O DAL BASSO? ROMANZO - FIREWORKS - VANNO VISTI DI LATO O DAL BASSO? 1 E 2 - HULK 95/7 VESSILLI DI GUERRA 3 - HULK VS THOR VESSILLI - DI GUERRA 1 - IRON MAN 110/21 - JUJUTSU KAISEN SORCERY FIGHT 15 - KINGDOM HEARTS SILVER 4 - LA COSA - UNA SOLA GRANDE COSA - MARVEL INTERNATIONAL - GLI INCREDIBILI X-MEN 44 - MS.MARVEL - OLTRE IL LIMITE - NAMAIKIZAKARI - MA CHE SFACCIATO 3 - OCCHIO DI FALCO - SPIRITO DI SQUADRA - PAPERINIK APPGRADE 119 - PAPERINIK 68 - PROTEGGI LA MIA TERRA 4 ( DI 12 ) - SASAKI E MIYANO 3 - SHANG-CHI 3 - FAMIGLIA DI ORIGINE - SPIDER-MAN 91 - UOMO RAGNO 800 - STAR WARS ROMANZI: L'ALTA REPUBBLICA - SMUOVI TEMPESTA - STAR WARS 86 - THOR 278 - VESSILLI DI GUERRA 2 - ULTRAMAN - LE SFIDE DI ULTRAMAN - VENOM 65/7 - WHAT IF? CLASSIC VOL.2 PANINI COMICS - DC: - BATMAN 53 - HUMAN TARGET 1 - UN DELICATO STRATAGEMMA - JOKER 10 - JUSTICE LEAGUE DARK 2 - LEGIONE DEI SUPER-EROI - PRIMA DELL'OSCURITA' - MR.MIRACLE - LA FONTE DELLA LIBERTÀ - PREACHER 7 - ROBIN - DC SPECIAL 2 - SUPERGIRL: LA DONNA DEL DOMANI - WONDER WOMAN AGENTE DI PACE 1 SALDA PRESS: - GODZILLA 22 - THE WALKING DEAD COLOR EDITION 18 VI ASPETTIAMO! #fumetterianonsololibri (presso Non Solo Libri - Store) https://www.instagram.com/p/ChCiaxVNo8i/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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ultraandreacarlocappi · 5 years ago
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"Eva Kant-Il giorno della vendetta" (Excalibur), il quarto romanzo del ciclo di #andreacarlocappi con #diabolik ed #evakant su MondadoriStore e IBS #checappiregali #chediabolikregali #thriller #suspense #libri #instabooks #iger #instalovers https://www.instagram.com/p/B6BuwilKf2v/?igshid=j9fytnbu6piu
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pangeanews · 5 years ago
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“È la natura contraddittoria, multiforme di Davide ad affascinare. Io ho dato voce alle sue donne”. Dialogo con Michael Arditti
Diciamo: per toponomastica e autobiografia. Fin da bambino mi affascina la storia di Davide, divinando un destino non mio in quei libri, ascritti a Samuele, pieni di promesse e di massacri. Il re Davide, da cui proviene per discendenza il Nazareno, è colto, sempre, in una solitudine solare: è uno e moltiplicato, possiede identità d’angelo e di belva, multipla, è inafferrabile. Davide, intendo, porta la luce e la separazione: è l’ultimo dei figli di Iesse, “il più piccolo”, l’unico che non è convocato al cospetto del profeta Samuele. A Saul, Davide sottrae l’affetto fino all’acme della gelosia; soprattutto, gli leva l’amore dei figli, Mical – che “s’invaghi di Davide” e ne diventerà sposa – e Gionata, legato a lui da inesorabile patto d’amicizia. Davide soffia Betsabea al lecito marito, Uria, ottimo tra i guerrieri; non riesce a tenere unita la sua famiglia, fitti di figli ribelli e accecati dal desiderio di sesso e di potere – o di giustizia che sfocia in scisma, Salomone. La vicenda di Davide è sancita dalla cetra, con cui incanta Saul – ma il salterio redige la divisione nel cuore dell’uomo e l’inquietudine armata di Dio – e dalla fionda, con cui ammazza Golia, campione dei Filistei. I grandi pittori del primo Seicento, da Tanzio da Varallo a Guido Reni, da Caravaggio a Domenico Fetti e Orazio Gentileschi mostrano il ragazzo con una spada troppo grande, pare Excalibur, che mozza la testa al gigante: ennesima separazione. Davide ama, disperatamente – il suo pianto è analogo alle tavole dei comandamenti, su di esso stringe l’alleanza con Dio – e sempre separando. Infine, diviso dal resto della famiglia, vecchio, separato dal proprio corpo – “non riusciva a riscaldarsi” – Davide si unisce ad Abisag, “la Sunammita”, giovane e “straordinariamente bella” – unità che sa di infinita distanza. La storia di Davide, credo, è talmente corrosiva da bucare il viso a qualsiasi romanziere. In pochi hanno affrontato la storia biblica: ricordo il Davide di Carlo Coccioli (Rusconi, 1976) e Betsabea (Iperborea, 1988) di Torgny Lindgren, ad esempio. Così, sfogliando lo “Spectator” esulto leggendo una recensione di Peter Stanford che esalta The Anointed (“L’Unto”) un romanzo che narra la storia di Davide attraverso tre narratori diversi, le sue mogli, Mical, Abigail, Betsabea. Il recensore si profonde in caldi elogi nei riguardi del romanziere, Michael Arditti, “acclamato dalla critica, ma che preferisce pubblicare con piccoli editori: una voce insolita, che merita un pubblico più vasto”. Mi incuriosisco. Arditti, in verità, ha scritto tanto – anche per il teatro e la BBC – e la sua bibliografia conta romanzi di successo come Jubilate, The Enemy of Good (che mandò in estro Philip Pullman), Easter, The Celibate. Cinque anni fa, per dire, lo “Spectator” gli ha dedicato un pezzone – firma Lucy Beresford – con titolo roboante Michael Arditti is the Graham Greene of our time, il “TLS” ha prodotto un aureo servizio al suo libro precedente, Of Man and Angels, dal titolo Sodom and the Torah. Insomma, come se con una selce tormentassi i fantasmi di una genealogia fittizia, decido di intervistare Arditti, uno che non ha timore di investigare Dio e il trauma. (d.b.)
Come è nata l’idea di un romanzo sul re Davide attraverso gli sguardi delle sue donne? Che fonti storiche – o letterarie – ha usato?
Sono sempre stato affascinato dalla figura di Davide. Nella Bibbia, è più menzionato lui di chiunque altro insieme a Gesù. È un personaggio che conquista, è ricco di contraddizioni. Uno dei modi per narrare queste contraddizioni è sondarle da diverse prospettive, e le prospettive che ho scelto sono quelle delle sue tre mogli: Mical, Abigail, Betsabea. Tutte e tre sono state cruciali nella vita di Davide eppure di loro la Bibbia dice ben poco. La maggior parte delle persone conosce forse soltanto Betsabea, per la reputazione di donna ‘sexy’. Dai patriarchi ai profeti, l’Antico Testamento descrive sostanzialmente le gesta degli uomini. Con alcune notevoli eccezioni, le donne, se menzionate, sono o malvagie seduttrici, come Dalila, Jezebel, Athalia, e la madre di tutte loro, Eva, oppure sono matriarche generose come Sara, Rachele, Anna. Nella vita di Davide ci sono molte donne. Ho voluto dar loro voce. L’unica fonte storica che ho usato è stata la Bibbia. Ho consultato diversi studi per conoscere i diversi aspetti della vita in Israele nel X secolo prima di Cristo. Ma in sostanza, ho usato i libri di Samuele. Come specifico nella nota che apre il romanzo: riscrivendo la storia di re Davide e ponendo in primo piano le tre donne a lui più vicine, ho aderito con rigore alla sequenza di eventi narrati nei libri di Samuele. Ciò non toglie che mi sia sentito libero di aggiungere dei personaggi o di evidenziarne altri, di interpretare alcuni incidenti e di risolvere certe incongruenze, traducendo un antico mito in una storia contemporanea.
Traditore e assassino, poeta e spietato, unto di Dio e seduttore… Davide è un uomo pieno di contrasti. Qual è l’episodio che più di altri ne risolve la natura?
Non esiste un singolo episodio: è la sua natura multiforme ad affascinarci. Davide è il giovane pastore che, armato soltanto di fionda sconfigge il campione dei Filistei, Golia, e guida gli eserciti di Saul, e il traditore che non solo si ribella al re, ma si allea con i Filistei organizzando razzie nel territorio di Giudea. È detto che scrisse i Salmi, alcune tra le più belle poesie liturgiche al mondo, e che fondò la città santa di Gerusalemme, eppure Dio lo considerò un peccatore troppo grande per affidargli la costruzione del Tempio. Ha sconfitto i nemici di Israele, ha fortificato i suoi confini, ma non è stato in grado di controllare i figli, non ha impedito che uno di loro violentasse la sorellastra e che un altro guidasse una rivolta contro di lui.
Micheal Arditti è stato definito dallo Spectator “il Graham Greene del nostro tempo”
Doni un aggettivo per descrivere le peculiarità delle tre donne protagoniste del suo romanzo. Quale di queste, in fondo, la affascina di più?
Non credo si possa descrivere con un aggettivo nessuna di queste donne; sarebbe impossibile fare altrimenti con qualsiasi personaggio interessante della letteratura. Gli unici personaggi risolti in un unico aggettivo sono quelli che appaiono nelle scene di folla. Mical, la prima moglie, passa dall’essere una ragazza ingenua, incantata dallo splendore e dalla bellezza di Davide, a una vecchia ferita, amareggiata, senza figli. Abigail, la seconda moglie, è più anziana, consapevole e leale, pronta a perdonare i difetti di Davide. Betsabea deve usare la propria intelligenza per sopravvivere in un mondo di uomini, per salvarsi e per tutelare la successione del figlio, Salomone. Se costretto, trovo Mical la donna più affascinante, se non altro perché il suo viaggio, come quello di Davide, si estende lungo l’arco di tutto il libro.
Nei suoi romanzi torna spesso, in modi diversi, a Dio, come se Dio fosse il tema ineluttabile per uno scrittore: è così? La Bibbia è ancora il ‘grande codice’ per un romanziere?
Dio è un tema ineluttabile per me – non mi pare sia tale per la maggior parte dei romanzieri contemporanei. Come epigrafe al mio romanzo, Jubilate, una storia d’amore ambientata a Lourdes, ho usato Goethe: “Il conflitto tra fede e scetticismo resta il tema più profondo, attuale, il solo della storia del mondo e dell’umanità, a cui tutti gli altri sono subordinati”. Sospetto che se Goethe fosse tra noi, si sorprenderebbe di quanto raramente questo tema sia esplorato nell’ambito letterario. Naturalmente, come chiunque si occupi di narrativa, non posso fare a meno di essere influenzato dalla Bibbia, anche se l’ho esplorata direttamente in due soli romanzi: Of Men and Angels, in cui tratto la storia di Lot a Sodoma e le sue conseguenze religiose, e questo ultimo, The Anointed.
Il titolo del suo romanzo è potente: Cristo, il Messia, proviene dalla casa di Davide, l’Unto del Signore. Che rapporti ha con la fede, crede in Dio?
Sono un uomo di fede, benché di una fede piuttosto idiosincratica, di cui preferisco non discutere pubblicamente. Penso che se essere creati a immagine di Dio vuol dire qualcosa, questo significhi avere la capacità di amare e di essere creativi e di esercitare un giudizio morale. Come la maggior parte dei cristiani pensanti, ho un atteggiamento ambiguo nei riguardi della Chiesa. Da un lato sono consapevole della sua importanza storica, nell’aver preservato e trasmesso il messaggio di Cristo e nell’aver commissionato così tante gloriose opere d’arte che continuano ad arricchirci e ispirarci. Sono consapevole che restare nel cuore della comunità cristiana significhi sostenere alcuni valori eterni in cui credo. D’altra parte, sono altrettanto consapevole della funesta influenza della Chiesa lungo i secoli. Come omosessuale, non posso non osservare quanto la Chiesa abbia stigmatizzato e represso la sessualità, nonostante alcuni uomini di potere in quella stessa Chiesa abbiano abusato del proprio ruolo per violare i deboli e i vulnerabili.
Qual è il libro che le ha “cambiato la vita”, che le ha fatto comprendere la necessità della scrittura? Qual è l’autore vivente o il libro che ammira di più?
Negli anni, sono stato influenzato da Marcel Proust. Un flebile legame familiare con lui lo ha reso subito interessante ai miei occhi anche quando ero troppo giovane per leggerlo e capirlo. Al di là della straordinaria ricchezza del romanzo, l’importanza che il narratore attribuisce alla letteratura è enormemente rassicurante per lo scrittore di oggi, che vive in un mondo che in larga parte ha abbandonato la parola a favore dell’immagine e dello schermo. Tendo ad ammirare romanzi singoli rispetto all’opera intera di un autore ma sono costantemente colpito, stimolato e impressionato dal lavoro di Marilynne Robinson e Rose Tremain.
Quale romanzo le sarebbe piaciuto scrivere? Quale romanzo sta scrivendo?
Temo di dovermi ripetere. Avrei voluto scrivere la “Recherche” di Proust. Se mi è concessa una seconda scelta, direi I fratelli Karamazov. Proust e Dostoevskij rappresentano le cime gemelle – e i poli opposti – del mio panorama letterario. Ho appena terminato un romanzo breve su un attore all’epoca della Reggenza, e dopo due libri storici mi sto imbarcando in una storia centrata su una donna sacerdote anglicana.
Ultima: come vive la sua personale reclusione?
Vivo da solo e, nelle ultime sei settimane, in totale isolamento. Dedico la mattina alla scrittura, come sempre. Nel pomeriggio, leggo, parlo con gli amici al telefono, guardo Netflix e trovo che il giorno passi piuttosto piacevolmente.
*In copertina: Valentin de Boulogne, “Davide con la testa di Golia e due soldati”, 1620-22
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italianaradio · 6 years ago
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Cartoons on the Bay 2019: presentato il programma
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Cartoons on the Bay 2019: presentato il programma
Cartoons on the Bay 2019: presentato il programma
Cartoons on the Bay 2019: presentato il programma
Torino è per il terzo anno la casa di Cartoons on the Bay, il festival internazionale della televisione per ragazzi e dell’animazione cross-mediale, promosso da Rai e organizzato da Rai Com, in collaborazione con la Film Commission Torino Piemonte, la FIP e la Regione Piemonte. Un connubio che ha portato splendidi frutti, viste le due fortunatissime edizioni che hanno preceduto questa numero ventitre. Ancora sotto la Mole, dove si appoggia la donna del futuro disegnata da Maurizio Manzieri, uno dei più importanti illustratori di fantascienza e fantastico del panorama internazionale.
E il fantastico nell’animazione è proprio il tema dell’anno, edizione che celebra quei mondi, futuri, alternativi, distopici, multidimensionali, fiabeschi, che hanno fatto sognare generazioni di lettori, giocatori, spettatori. Tutti quanti si troveranno a Torino, ancora una volta nella cornice davvero unica di Palazzo Carignano, Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, dall’11 al 13 aprile 2019, per vivere nuove avventure in mondi fantastici e incontrare molti artisti che questi mondi li hanno creati.
A partire da Bill Plympton, uno dei maestri dell’animazione indipendente, che con i suoi lavori ha influenzato almeno un paio di generazioni di giovani animatori. Ritirerà il Pulcinella Career Award dalle mani del direttore artistico Roberto Genovesi, che spegne quest’anno dieci candeline alla guida di Cartoons on the Bay. Era il 2009 quando a Rapallo dichiarò aperta la sua prima edizione. Dieci anni che hanno visto passare, tra la Liguria, Venezia e Torino, tanti grandi nomi dell’animazione, dei videogiochi e del crossmediale, da Don Bluth a Sylvia Anderson, da Yoshiyuki Tomino a Carlos Saldanha, passando per Annette Tison e Talus Taylor, Mordillo e Bruno Bozzetto.
Una tradizione che si rinnova quest’anno, con Plympton e con Michel Ocelot, che riceverà il Pulcinella alla Carriera, con dicitura rigorosamente italiana per l’animatore, regista, illustratore, artista francese, che incantò il mondo nel 1998 con il suo primo lungometraggio, Kiriku e la strega Karaba. E da allora non ha più smesso. Ripercorreremo durante il festival parte della sua carriera con alcuni dei suoi lungometraggi. Più uno. Nuovissimo e bellissimo.
Tutto questo mentre come sempre le giurie ufficiali dei concorsi di Cartoons on the Bay decreteranno i vincitori dei Pulcinella Award 2019, scelti tra le opere selezionate tra oltre cinquecento produzioni internazionali, provenienti da ogni parte del mondo.
Competizione, ma anche anteprime. Una è proprio il nuovo film di Michel Ocelot, il bellissimo Dilili a Parigi, in collaborazione con Movies Inspired e BIM. E ancora dalla Francia, facciamo un salto nel futuro con A Spasso con Willy, in collaborazione con Notorious Pictures.
Cartoons on the Bay è anche videogiochi, e a proposito di fantasia, ce ne voleva davvero tanta per riuscire a risolvere gli enigmi di Syberia, la trilogia videoludica partorita dall’eclettico artista belga Benoît Sokal, che riceverà il Pulcinella Career Award per i videogiochi.
THE KID WHO WOULD BE KING
Va invece alla Marvel Animation il premio di studio dell’anno. La divisione televisiva della factory del compianto Stan Lee presenterà una selezione delle sue serie animate per il piccolo schermo, con protagonisti i supereroi che da oramai un decennio dominano il box office cinematografico mondiale.
Appuntamento fisso quello con il Pitch Me!, il concorso dedicato ai giovani che hanno un’idea nel cassetto con il sogno di farla diventare realtà. Anche quest’anno una giuria di esperti è chiamata a giudicare queste future opere d’animazione e cross-mediali.
E come ogni anno Cartoons on the Bay presenta un ricco programma anche per le scuole, con oltre 1300 studenti di Torino e provincia che verranno coinvolti nelle mattinate del Cinema Ambrosio. Una tappa fissa e fondamentale nel percorso del festival, come la collaborazione con Unicef e gli incontri con gli artisti. Come Stefano Vietti e Luca Enoch, i creatori di Dragonero, la serie a fumetti griffata Sergio Bonelli Editore. Ian Aranill, il protagonista di Dragonero, compie quest’anno dodici primavere, ed è a lui dedicata una mostra che racconta il progetto crossmediale che lo coinvolge e che vede collaborare Bonelli con Rai. Anche per i ragazzi sono previste grandi anticipazioni, con le migliori serie in arrivo da Planeta Junior, Nickelodeon e Rai Ragazzi.
Abbiamo parlato di primavere e ne conta novanta il personaggio al centro dell’altra mostra di quest’anno. “Omaggio a Topolino – La storia di una pop star” sintetizza perfettamente il senso di questo storico compleanno, in collaborazione con Walt Disney Italia.
Disney che presenterà anche tante novità, tra cui l’attesa serie 101 Dalmatian Street, ispirata al romanzo “I cento e uno dalmata” di Dodie Smith.
Anche quest’anno, infine, verranno consegnati durante il festival due premi a cui Cartoons on the Bay tiene particolarmente, Il Migrarti Cartoon Award e il premio alla memoria di Giuseppe Laganà, arrivato quest’anno alla sua quarta edizione.
Tutto questo e molto, molto di più, a Cartoons on the Bay 2019.
Il concorso Pulcinella Awards di Cartoons on the Bay 2019
Sono ben nove i titoli di Rai Ragazzi che hanno ricevuto una nomination al Festival Cartoons on the Bay 2019, che premia con il Pulcinella Award le migliori serie di animazione e live-action destinate a bambini e ragazzi.
Un record assoluto quest’anno riguarda la cinquina della categoria live action, o fiction per ragazzi, dove sono ben quattro i titoli Rai selezionati, tutti per Rai Gulp: “Jams”, “Club 57”, “Find me in Paris” e “Penny on M.A.R.S.”.
“Jams”, unico titolo già uscito su Rai Gulp, è la prima serie per ragazzi che parla di molestie sui minori. Una serie che coinvolge, informa, sensibilizza, con il racconto di un gruppo di amici di prima media che scoprono che una di loro è oggetto di molestie da parte di un vicino di casa. Dieci episodi prodotti da Rai Ragazzi e da Stand By Me, con il supporto di un team di specialisti.
“Club 57” è il nuovissimo titolo che debutterà su Rai Gulp da metà aprile in prima serata e verrà poi diffuso in tutto il mondo. Una coproduzione italo americana, tra Nickelodeon e Rainbow, in collaborazione con Rai Ragazzi, con riprese in Puglia e a Miami. Un viaggio anche nel tempo, ragazzi di oggi che si trovano a vivere l’epoca dei loro nonni, tra i colori e le musiche degli anni ’50.
M.A.R.S. (Musical Arts Reiner School) invece, è un prestigioso liceo musicale dove sono state ammesse la 14enne Penny e la sua amica del cuore Camilla. “Penny on M.A.R.S.” è una serie italiana, girata in lingua inglese a Milano e dintorni, prodotta da 3zero2 per Disney Channel e per Rai Gulp.
Dalla Pietroburgo del 1905 alla Parigi di oggi: è “Cercami a Parigi” (“Find me in Paris”). Protagonista una giovane ballerina russa che si ritrova catapultata all’Opéra di Parigi, in una classe di danza, tra la vita dei ragazzi di adesso. Una produzione Federation Entertainment per Disney Channel, ZDF e per Rai Gulp, dove arriverà nel prossimo autunno.
Nel campo delle serie a cartoni animati per bambini, “44 gatti”, la serie prodotta dalla Rainbow in collaborazione con l’Antoniano di Bologna e Rai Ragazzi, è candidata come miglior serie tv prescolare. La serie, uno dei grandi successi di Rai Yoyo, è distribuita in tutto il mondo.
Fra le serie prescolari, è candidata anche “Gigantosaurus”. Sviluppata in CGI dallo studio francese Cyber Group in collaborazione con Disney Channel e Rai Ragazzi, vede le avventure di quattro giovani amici dinosauri che crescono nel periodo Cretaceo fra nuovi vulcani che spuntano in continuazione, brachiosauri e enormi triceratopi che vagano liberi, piogge di meteoriti e un grande cattivo Gigantosauro che regna su tutto.
Per i bambini più grandi, “OPS-Orrendi per sempre”, la nuova serie dello Studio Campedelli con Samka Productions, Movimenti Production e Cosmos Animation su uno strampalato e grottesco gruppo di amici, concorrerà nella categoria Kids. Ispirata ai libri per ragazzi “Orrendi per sempre”, pubblicati da Giunti Editore, la serie da 52 episodi di 12 minuti è diretta da Alessandro Belli.
Candidata fra i programmi kids anche “Artù e i Bambini della Tavola Rotonda”, una commedia epica piena d’azione e mistero con una banda di bambini impegnata a proteggere la magica spada Excalibur, serie in CGI della francese Blue Spirit Productions, prossimamente su Rai Gulp.
Infine, nella categoria piloti di serie, “Food Wizards”, progetto della società di produzione Zocotoco in collaborazione con la MAD di Napoli e Rai Ragazzi, ha ottenuto la candidatura al Pulcinella Award. Una serie sulla sana alimentazione piena di avventure fuori e dentro il corpo umano, con i disegni del giovanissimo talento Francesco Filippini.
Cartoons on the bay 2019 – il poster
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Cartoons on the Bay 2019: presentato il programma
Torino è per il terzo anno la casa di Cartoons on the Bay, il festival internazionale della televisione per ragazzi e dell’animazione cross-mediale, promosso da Rai e organizzato da Rai Com, in collaborazione con la Film Commission Torino Piemonte, la FIP e la Regione Piemonte. Un connubio che ha portato splendidi frutti, viste le due […]
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Chiara Guida
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cmplus-me · 7 years ago
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Il Romanzo Di Excalibur Il Tradimento
Il nuovo post è stato pubblicato su https://ebook-mania.net/ebook/il-romanzo-di-excalibur-il-tradimento/
Il Romanzo Di Excalibur Il Tradimento
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ineedahugesticktobeatyou · 1 year ago
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2023 Reading Challenge | A book thath fulfills your favorite prompt from a past challange: The next book in a series you started (2018).
18/40. Il tradimento - Bernard Cornwell
Finalmente avevamo qualcosa per cui lottare. Non Mordred, quel miserabile rospo, ma Artù, perché nonostante tutti i suoi bei discorsi sul fatto che sarebbe stato il Consiglio a regnare in Dumnonia al posto di Mordred, sapevamo perfettamente che cosa significassero le sue parole. Significavano che Artù sarebbe stato re di Dumnonia in tutto fuorché nel nome e saremmo scesi in guerra per ottenere quel risultato. Applaudimmo perché ora avevamo una buona ragione per cui combattere e morire. Avevamo Artù.
For now, it seemed, we had something to fight for. Not for Mordred, that wretched toad, but for Arthur, because despite all his fine talk of the Council ruling Dumnonia in Mordred’s stead we all knew what his words meant. They meant that Arthur would be Dumnonia’s King in all but name and for the good end we would carry our spears to war. We cheered, for now we had a cause to fight and die for. We had Artur. [Enemy of God - B. Cornwell]
★★★★★ 
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ineedahugesticktobeatyou · 2 years ago
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2023 Reading Challenge | A book about a forbidden romance.
17/40. La torre in fiamme - Bernard Cornwell
Povero Artù: lui credeva davvero nella fratellanza di tutti i guerrieri, ma se bastasse un bacio per portare la pace, un migliaio di morti sarebbero ancora in vita.
Poor Arthur. He really did believe in brotherhood, and if kisses could bring peace then a thousand dead men would still be alive to this day. [Enemy of God - B. Cornwell]
★★★✩✩
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ineedahugesticktobeatyou · 2 years ago
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2023 Reading Challenge | A book with a love triangle.
16/40. Il cuore di Derfel - Bernard Cornwell
Era [Artù] dilaniato dal rimorso e cercava una via d’uscita da quel garbuglio di coscienza e di dovere, anche a costo della proprio vita.
The agony of remorse was biting at him [Arthur] and he was seejing a way out of that tangle of conscience and duty, even at the price of his own life. [The Winter King - B. Cornwell]
★★★✩✩
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ineedahugesticktobeatyou · 2 years ago
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2023 Reading Challenge | A book with a map.
15/40. Il Re d’inverno - Bernard Cornwell
«Il destino è inesorabile; la vita è una beffa degli dèi, e la giustizia non esiste» diceva sempre Merlino. E una volta mi aveva suggerito: «Devi imparare a riderne, altrimenti morirai per il troppo piangere.»
Life is a jest of the Gods, Merlin liked to claim, and there is no justice. You must learn to laugh, he once told me, or else you’ll just weep yourself to death. [The Winter King - B. Cornwell]
★★★★✩
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ultraandreacarlocappi · 5 years ago
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"Diabolik-L'ora del castigo" (Excalibur), il terzo romanzo del ciclo di #andreacarlocappi con #diabolik ed #evakant su MondadoriStore e IBS #checappiregali #chediabolikregali #thriller #suspense #libri #instabooks #iger #instalovers https://www.instagram.com/p/B6BeOWnKnXU/?igshid=15tcdicz12kn6
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ultraandreacarlocappi · 5 years ago
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"Diabolik-Alba di sangue" (Excalibur), il secondo romanzo del ciclo di #andreacarlocappi con #diabolik ed #evakant su MondadoriStore e IBS #checappiregali #chediabolikregali #thriller #suspense #libri #instabooks #iger #instalovers https://www.instagram.com/p/B6BBMfIKs-k/?igshid=14kdx0b83b91t
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ultraandreacarlocappi · 5 years ago
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"Diabolik-La lunga notte" (Excalibur), il primo romanzo del ciclo di #andreacarlocappi con #diabolik ed #evakant su MondadoriStore e IBS #checappiregali #chediabolikregali #thriller #suspense #libri #instabooks #iger #instalovers https://www.instagram.com/p/B6AsQbrqj04/?igshid=2p81wy4gfq3i
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pangeanews · 5 years ago
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“Avrei dovuto girare Il Signore degli Anelli, ho Excalibur sotto al tavolo”. Dialogo con John Boorman, il regista che è diventato eremita
L’ultimo film. La scenografia è il giardino della sua grande casa, in Irlanda. Il cast è costituito da alberi torreggianti. Il regista si trascina sul vialetto di ghiaia, si appoggia al bastone, titano tra i giganti. Poi rientra in casa, svanisce. Ha pensato molto alla morte, John Boorman, ultimamente. Amici morti, film dimenticati; successi, rimpianti. Ha compiuto da poco 87 anni, passa il tempo facendo vaste camminate nella natura, guardando il passato. “Sono stato molto fortunato. Certo, c’è sempre quella fastidiosa percezione… avrei potuto fare di più… A volte è questa idea che mi tiene sveglio, la notte”.
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Il regista ha appena pubblicato un libro, Conclusions, per esorcizzare i propri fantasmi, per risolverli, forse. In parte è un libro di memorie, in parte un manuale di cinematografia. “Avrei dovuto intitolarlo Confusions”, dice, ridendo. Boorman abita a Glebe, una casa isolata tra le Wicklow Mountains. Sul tavolo: una pila di film e le pillole del giorno. Mi elenca rapidamente i suoi disturbi: perdita dell’udito, della vista… “La vecchiaia è una serie di rinunce. Non posso nuotare, non posso correre, non posso andare a cavallo o guidare una macchina. Faccio una passeggiata. Mi siedo su una panchina. Ritorno”.
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Boorman è sempre stato severo con se stesso. Il suo libro è pieno di ricordi della Hollywood anni Sessanta e Settanta, quando incrociavi quotidianamente Marlon Brando, Billy Wilder, Akira Kurosawa. Boorman si fa notare nel 1967 con Senza un attimo di tregua, diventa una star dopo aver girato il prepotente Un tranquillo weekend di paura (1972). Dice di non avere avuto ambizioni: in un attimo è passato dai divani londinesi della BBC a una redditizia carriera da regista all’estero. Gli anni di Hollywood furono felici. In generale, tuttavia, Boorman ha preferito l’indipendenza: meno soldi, più libertà. Il suo lavoro, sempre, ha qualcosa di corrosivo, una specie di misticismo pagano. Film come Zardoz (1974), Excalibur (1981), La foresta di smeraldo (1985), sono ancora estremi, conturbanti. Li guardi con un senso di inquietudine, preoccupato della tua incolumità.
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“Un tranquillo weekend di paura mi convince ancora, è fatto bene. Zardoz non so cosa sia. Eppure, credo di aver fatto sempre dei film audaci, nel bene o nel male”. Ci sono, poi, i successi mancati, come Rocky o Alien, rifiutati perché la sceneggiatura non lo ha soddisfatto. O i progetti abbandonati: “ho trascorso più tempo dietro ai film che non ho girato che a quelli che sono riuscito a girare”. All’inizio degli anni Settanta, ad esempio, avrebbe voluto realizzare un adattamento dal Signore degli Anelli. Pensava di riassumere il romanzo in un film di tre ore. “L’ho costruito come una grande storia distopica. Ho pensato tutto il film, l’ho disegnato, scena per scena, ho pensato a ogni possibile soluzione. Avrei scelto dei ragazzini di dieci anni per fare gli hobbit, truccandoli a dovere, è ovvio. Magari sarebbe venuto fuori un disastro. Magari no”.
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Nel 1997, mentre gira The General, il film che racconta la storia del mafioso irlandese Martin Cahill, viene fermato da un medico. “Disse che sarei morto se non mi avessero immediatamente messo un bypass. Ero andato a farmi visitare per un controllo. Gli dissi che non se ne parlava neanche, che girare un film è più importante della vita e della morte”. La diagnosi, fortunatamente, si rivelò errata: John Boorman vincerà la Palma d’oro a Cannes per The General.
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La Glebe è una antica canonica, costruita su un terreno che fu dei monaci. Il vicino di casa di Boorman è un contadino di 96 anni, che lavora ancora la terra. L’altro è Daniel Day-Lewis. “Si è ritirato dal cinema, si sentiva svuotato, depresso, ne ha avuto abbastanza, insomma”. Boorman abita qui dal 1969, questa casa è stata la base di ogni sua avventura. Una notte, Lee Marvin era ubriaco a un capo del tavolo; all’altro Sean Connery raccontava la sua infanzia derelitta in Scozia. Ora Boorman è solo: ha divorziato da due mogli, i figli abitano altrove. Attende con impazienza i visitatori, sospira quando vanno via. “Tanti amici sono morti, ho la sensazione di essere abbandonato. La mia generazione è quasi scomparsa. Devo solo accettare che le cose vanno così: una cosa dopo l’altra scompare. Sei solo. Infine, muori”. Crede di essere un eremita, e questo un po’ gli piace.
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Quando gli chiedo quali siano le cose a cui è più affezionato, mi mostra la fusione in bronzo delle mani della figlia maggiore, Telsche, morta di un cancro alle ovaie vent’anni fa. Poi Excalibur. Me la mostra, è in un angolo della stanza, forgiata apposta per il film. La lama è pesante e luminosa. Chi non si è emozionato guardando l’epopea di Re Artù al cinema? Brandisco la spada, e mi sento l’eroe della mia fasulla epopea privata. “Quando giri un film, ti convinci che la morte non esiste. Sei così concentrato che tutti i pensieri sulla morte svaniscono”. Ora ama gli alberi, Boorman. Cerca di capire come possano comunicare tra loro. “Forse c’è una connessione tra i film e gli alberi. Quando giri un film, ne cerchi la verità fondamentale. Hai la sceneggiatura, gli attori, ma… dove stai andando? Il film cambia e solo fino a un certo punto puoi domarlo. Devi seguire il flusso. Lo stesso accade per gli alberi. Li pianti. Molti muoiono. Alcuni sono consumati dagli animali. Altri sopravvivono, diventando dei giganti”. Il regista continua a guardare gli alberi. “Ho comprato questa casa 50 anni fa. Ho visto la vita di tanti alberi. Molti di loro li ho piantati io, vivranno più a lungo di me”.
Xan Brooks
*Si traduce qui parte dell’intervista di Xan Brooks pubblicata su “Guardian” come: “John Boorman: You think the holy grail is lost? No. I have it on my piano”
**In copertina: Nigel Terry, che fu Re Artù nel film “Excalibur” di John Boorman
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