#facciamolo tutte le settimane
Explore tagged Tumblr posts
gelatinatremolante · 7 months ago
Text
(Ho perso il conto di quante volte ero straconvinto fosse lunedì e ho provato un brivido di piacere quando mi sono ricordato che invece era giovedì)
13 notes · View notes
3nding · 5 years ago
Text
Milano e l'Italia si sono già arrese al coronavirus? A cominciare dal sindaco Giuseppe Sala, che sui giornali e sui siti online chiede di riaprire la città (che comunque nessuno ha mai chiuso), al segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, che partecipa a un aperitivo serale con i simpatizzanti milanesi sui Navigli: dopo appena quattro giorni, con il benestare del premier Giuseppe Conte e il silenzio del governatore, Attilio Fontana, e del ministro della Salute, Roberto Speranza, ci invitano a rompere le righe. Al massimo, scrivono i giornali, muoiono soltanto gli anziani (dimenticando che in Lombardia e in Veneto, come nel resto della Penisola, i cittadini con oltre 65 anni sono più del 22 per cento della popolazione). E invece no, l'epidemia non mette in apprensione soltanto i tredici-milioni-duecento-mila over sessantacinque italiani. Il pericolo del Covid-19 riguarda tutte le donne e gli uomini (e forse anche i bambini) immunodepressi, oppure sottoposti a chemio o radioterapia, o cardiopatici, o con i polmoni più sensibili di altri. E pure una schiera di imprevedibili sfortunati come il Paziente-1, 38 anni, atletico, podista e tuttora ricoverato in terapia intensiva. Anche loro sono invitati a bersi uno spritz? La reazione non è nemmeno nuova. Così infatti rispose un famoso vicecapo della Protezione civile alla vigilia del terremoto a L'Aquila nel 2009, declinando in abruzzese con un bicchiere di Montepulciano l'odierno cin-cin meneghino. Finì con una condanna a due anni per omicidio colposo.
Eppure bastavano due settimane di cautele, per provare a interrompere il domino dei contagi partito da Codogno. Non due anni: due settimane. Il tempo massimo di incubazione conosciuto, più due giorni di sicurezza. Milano e la Lombardia vanno in crisi? La politica e il governo avrebbero potuto occuparsene con qualche sana proposta: un rinvio delle scadenze fiscali della primavera, il recupero delle giornate perse e altre forme di compensazione, oltre ad assistere un po' meglio gli abitanti delle zone rosse dove addirittura mancano mascherine protettive, medici, servizi pubblici e perfino i generi alimentari faticano ad arrivare. No, niente di tutto questo. L'immagine che il sindaco Sala, Zingaretti, Fontana, Conte, Speranza hanno voluto darci può indurre molti a ritenere che il pericolo sia passato. Lo spot promozionale #MilanoNonSiFerma, i messaggi che corrono su Whatsapp, le feste confermate, le migliaia di lombardi in partenza per le mete dello sci durante il ponte del Carnevale ambrosiano lo dimostrano. Ma questo, se lo confrontiamo con le dichiarazioni degli esperti, non ci rassicura da qualche brutta sorpresa nei prossimi giorni.
Fino a ieri gli scienziati ci hanno spiegato che di fronte al focolaio di un'epidemia grave (per la quale non esistono al momento antidoti né vaccini, mentre le cure richiedono tempi, spazi e farmaci difficilmente garantiti su larga scala) non rimane che interrompere i contagi attraverso l'isolamento delle zone interessate e una maggiore cautela nelle abitudini personali degli abitanti delle aree più vicine. Ci hanno anche detto, nel tentativo di contenere l'allarme, che comunque si tratta di una influenza o poco più. Lo ha dichiarato qualche giorno fa e ripetuto Walter Ricciardi, membro dell'Organizzazione mondiale della Sanità e consulente del governo: «Su 100 persone malate, 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi seri ma gestibili in ambiente sanitario, il 5 per cento è gravissimo, di cui il 3 per cento muore».
(Fonti:https://www.repubblica.it/…/…/coronavirus_toscana-249520102/
https://www.repubblica.it/…/coronavirus_parla_walter_ricci…/).
Lo ha confermato anche Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità: «In Italia c'è una popolazione anziana e si spiegano così i tassi di mortalità del 2-3 per cento. Gli anziani sono più fragili, lo vediamo con l'influenza. Da quest'ultima possiamo proteggerli con il vaccino; non essendoci il vaccino per il coronavirus c'è la mortalità. L'unica maniera per proteggerli è circoscrivere i focolai come si sta facendo».
(Fonte:https://www.repubblica.it/…/…/coronavirus_toscana-249520102/).
Allora ho fatto qualche conto, con i dati ufficiali forniti dagli organismi sanitari (non vi scrivo i risultati, poiché potete verificarli da soli).
Su circa 60 milioni di italiani, dall'autunno scorso a oggi sono stati registrati 5.632.000 casi di influenza stagionale. Durante l'ultima settimana disponibile, dal 10 al 16 febbraio, i casi di influenza in corso sono 656.000
(Fonte: https://old.iss.it/…/…/influnet/pagine/rapportoInflunet.aspx).
Se il coronavirus è davvero contagioso come un'influenza, come in effetti appare, non sembra affatto una buona idea abbassare la guardia dopo appena quattro giorni, con il rischio di lasciar correre l'infezione in tutta Italia e anche oltre. Per avere uno scenario, anche se molto approssimativo, provate ad applicare ai due numeri qui sopra le percentuali fornite dal consulente del governo: 80% guarisce spontaneamente, il 15% ha problemi seri gestibili in ambiente sanitario (va probabilmente ricoverato), il 5% è gravissimo, di cui il 3% muore. Il risultato avrebbe un pesante impatto sul servizio sanitario di cui già si vedono i primi sintomi. No, non è il momento di berci sopra uno spritz. Dovremmo invece ascoltare l'appello di Caterina, che potete leggere qui sotto, identico a quello di migliaia di persone che vivono giornate di profonda angoscia. Non rinunciamo a vivere, ma evitiamo comportamenti che possano favorire il contagio: facciamolo almeno per loro. - Fabrizio Gatti
Coronavirus, terapia intensiva dell’ospedale di Cremona sovraccarica
https://www.ilfattoquotidiano.it/…/coronavirus-ter…/5719532/
Situazione medici nel lodigiano “drammatica”
https://www.agensir.it/…/coronavirus-covid-19-fnomceo-situ…/
http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farm…/articolo.php…
Coronavirus: gli scienziati dicono le stesse cose, anche se alcuni vogliono convincervi che non è vero
https://www.medicalfacts.it/20…/…/26/coronavirus-scienziati/
Le analogie e le differenze con l’influenza
https://www.medicalfacts.it/…/video-coronavirus-roberto-bu…/
2 notes · View notes
freedomtripitaly · 5 years ago
Photo
Tumblr media
Una versione di Robinson Crusoe ma tutta italiana, lui è Mauro Morandi, il guardiano dell’isola di Budelli. 31 anni fa ha deciso di lasciare tutto per trasferirsi nel gioiello dell’arcipelago della Maddalena e vivere consapevolmente la sua quarantena. Isola Budelli – Fonte iStock Oggi che ci ritroviamo anche noi in una situazione di solitudine forzata, lontana dagli affetti familiari, lontani dai viaggi che tanto amavamo fare forse possiamo davvero imparare tanto dal periodo che stiamo vivendo. Magari prendendo esempio proprio da Mauro Morandi che però la quarantena l’ha eseguita come scelta di vita. Isolato dal mondo intero il guardiano di Budelli, ex insegnante originario di Modena, vive nella spettacolare perla del Mediterraneo. L’abbiamo raggiunto telefonicamente per chiedergli cosa ne pensa della situazione che sta passando l’Italia e il mondo intero in generale. Mauro ha una voce intensa ma lieta, dalla cornetta si capisce subito che stiamo parlando con una persona che la vita la ama davvero, ma più che nella sua forma, nella sua essenza. Del resto la scelta che l’ha motivato ad abbandonare tutto è stato proprio questa: la solitudine come strumento per entrare in contatto con la vita. “Era il 1989 quando sono fuggito via dalla società e arrivando su quest’isola me ne sono innamorato. L’ho fatto perché ho capito che la vita che vivevo non mi rappresentava, le persone che avevo accanto non lo facevano: nessuno vede più la bellezza per quello che è davvero, la natura, gli animali, tutto viene distrutto”. Così Mauro ci racconta della scelta che ha fatto anni fa della quale però non si è mai pentito. “Per me la solitudine e un dono e non ho mai avuto paura della noia”. Nel raccontarci quello che fa durante le sue solitarie giornate il guardiano di Budelli ci ha confessato che in questi anni ha scoperto la passione per la fotografia e ha imparato anche a fare dei lavori manuali perché lui non conosce la noia. Isola Budelli – Fonte iStock E a proposito del periodo che stiamo vivendo adesso ci ha detto “la quarantena è iniziata soltanto da poche settimane e le persone ne fanno un dramma. Questo accade perché non siamo abituati a stare da soli, ci annoiamo e questo ci spaventa. Nella società moderna, nella frenesia della quotidianità tutti siamo annegati da distrazioni, che sia il lavoro o la tecnologia e altre cose futili”. Perché non approfittare di questo periodo per fermarsi e imparare a conoscersi?”- continua Mauro –“Leggere un libro, osservare la natura, fare delle attività manuali, sono tutte cose che spezzano la quotidianità e ci fanno rimettere in gioco, facciamolo ora!”. I consigli di Mauro sono preziosi in questo momento più che mai. L’uomo ci invita ad approfittare di questa quarantena per trovare un’alternativa a tutto ciò che conosciamo e per prendere consapevolezza di come le nostre abitudini devono cambiare, per salvare il mondo e noi stessi. Certo, siamo costretti a restare in casa e non possiamo godere di un panorama incantato come l’isola di Budelli ma la pace la serenità, come ci ha insegnato il guardiano solitario, va trovata prima di tutto dentro di noi. Mauro Morandi – Fonte Facebook https://ift.tt/2UiNwXy Mauro, il guardiano di Budelli che ha scelto l’isolamento. “In questo momento, recuperate voi stessi” Una versione di Robinson Crusoe ma tutta italiana, lui è Mauro Morandi, il guardiano dell’isola di Budelli. 31 anni fa ha deciso di lasciare tutto per trasferirsi nel gioiello dell’arcipelago della Maddalena e vivere consapevolmente la sua quarantena. Isola Budelli – Fonte iStock Oggi che ci ritroviamo anche noi in una situazione di solitudine forzata, lontana dagli affetti familiari, lontani dai viaggi che tanto amavamo fare forse possiamo davvero imparare tanto dal periodo che stiamo vivendo. Magari prendendo esempio proprio da Mauro Morandi che però la quarantena l’ha eseguita come scelta di vita. Isolato dal mondo intero il guardiano di Budelli, ex insegnante originario di Modena, vive nella spettacolare perla del Mediterraneo. L’abbiamo raggiunto telefonicamente per chiedergli cosa ne pensa della situazione che sta passando l’Italia e il mondo intero in generale. Mauro ha una voce intensa ma lieta, dalla cornetta si capisce subito che stiamo parlando con una persona che la vita la ama davvero, ma più che nella sua forma, nella sua essenza. Del resto la scelta che l’ha motivato ad abbandonare tutto è stato proprio questa: la solitudine come strumento per entrare in contatto con la vita. “Era il 1989 quando sono fuggito via dalla società e arrivando su quest’isola me ne sono innamorato. L’ho fatto perché ho capito che la vita che vivevo non mi rappresentava, le persone che avevo accanto non lo facevano: nessuno vede più la bellezza per quello che è davvero, la natura, gli animali, tutto viene distrutto”. Così Mauro ci racconta della scelta che ha fatto anni fa della quale però non si è mai pentito. “Per me la solitudine e un dono e non ho mai avuto paura della noia”. Nel raccontarci quello che fa durante le sue solitarie giornate il guardiano di Budelli ci ha confessato che in questi anni ha scoperto la passione per la fotografia e ha imparato anche a fare dei lavori manuali perché lui non conosce la noia. Isola Budelli – Fonte iStock E a proposito del periodo che stiamo vivendo adesso ci ha detto “la quarantena è iniziata soltanto da poche settimane e le persone ne fanno un dramma. Questo accade perché non siamo abituati a stare da soli, ci annoiamo e questo ci spaventa. Nella società moderna, nella frenesia della quotidianità tutti siamo annegati da distrazioni, che sia il lavoro o la tecnologia e altre cose futili”. Perché non approfittare di questo periodo per fermarsi e imparare a conoscersi?”- continua Mauro –“Leggere un libro, osservare la natura, fare delle attività manuali, sono tutte cose che spezzano la quotidianità e ci fanno rimettere in gioco, facciamolo ora!”. I consigli di Mauro sono preziosi in questo momento più che mai. L’uomo ci invita ad approfittare di questa quarantena per trovare un’alternativa a tutto ciò che conosciamo e per prendere consapevolezza di come le nostre abitudini devono cambiare, per salvare il mondo e noi stessi. Certo, siamo costretti a restare in casa e non possiamo godere di un panorama incantato come l’isola di Budelli ma la pace la serenità, come ci ha insegnato il guardiano solitario, va trovata prima di tutto dentro di noi. Mauro Morandi – Fonte Facebook Abbiamo raggiunto telefonicamente Mauro Morandi, il guardiano dell’isola Budelli che ha scelto l’isolamento come stile di vita. Ecco i suoi consigli per sopravvivere alla quarantena.
0 notes
kindofexperience-blog · 5 years ago
Text
Roma, 13 marzo 2020 (quale giorno di "quarantena" fa)
Ci è stato chiesto di rimanere in casa fino al 3 aprile, cioè per altri 21 giorni, tre settimane. Tre settimane tra le mura di casa.
Casa. Una parola di cui si parla tanto, per la quale ci sono solo lati positivi. Casa è dove sei al sicuro e dove nulla può ferirti, farti stare male, un luogo dove rifugiarsi. Sì, noi persone siamo molto poetiche, ci piacciono le belle parole e ci fanno sentire parte di un dramma shakespeariano e distaccati dalla vita vera, quella che, nonostante siamo immersi nelle nostre fantasie teatrali, viviamo ogni giorno.
Eppure, non appena una voce ci ha detto di farlo, di restare in casa, di limitare gli spostamenti, di mostrare un modulo quando andiamo a fare la spesa per non farci fare una multa, non appena qualcuno ci ha chiesto di fare questo, tutte le belle frasi sul concetto di “casa” sembra che ce le siamo dimenticate.
“A casa? Senza uscire? E che sono un criminale io che devo giustificarmi perché mi vado a fare una passeggiata?”. “Ma chi me lo dice? Il governo. Ah il governo! Eh si svegliano solo ora!”.
Sì, probabilmente la maggior parte di noi ha reagito, seppure non a parole, in questo modo.
Quanto ci aveva dato soddisfazione il dire, nei giorni scorsi, che non sanno fare niente quelli lì che ci governano, che se devono chiudere le scuole e le università allora devono chiudere tutto, che non ci dovevano permettere di prendere il treno allora. E poi, siamo stati smentiti. E chi se lo aspettava… toccava trovare qualcos’altro di cui lamentarsi ora. E l’abbiamo trovato infatti.
Siamo così abituati alla monotonia e alla normalità che ogni provvedimento un po’ più risolutivo è visto come una delle scene di quei drammi che sì ci piacciono tanto, ma che sono troppo impegnativi per noi, per affrontarli veramente.
Ogni volta che i programmi tv si sono interrotti in questi giorni per mostrare in diretta le conferenze stampa in cui si annunciavano nuove misure per contenere il contagio del virus, tutti ci siamo guardati negli occhi e abbiamo visto lo sconcerto e l’incredulità nello sguardo di chi ci era accanto. Prima di tutto ci siamo chiesti cosa potevamo e cosa non potevamo fare con le nuove leggi, solo dopo qualche attimo ci siamo resi conto che ce lo stavamo chiedendo, e abbiamo realizzato che no non era un film sull’apocalissi o su chissà quale catastrofe che si abbatte su Londra o su New York, non era una scena vista al cinema: eravamo noi, sul divano, col pigiama indosso e il telecomando in mano.
La normalità è tale che non ci accorgiamo di quanto sia essenziale per noi fino a quando ne siamo privati. E questo è accaduto pochi giorni fa, quando abbiamo realizzato che avremmo passato le prossime tre settimane senza quello che era sempre stato, appunto, normale.
Il giorno dopo, anche i meno atletici hanno pensato che andare a correre non era contro il decreto appena entrato in vigore, e sono andati a vedere se avevano ancora qualche tuta o maglia da palestra nel cassetto. Perché noi siamo fatti così, non ci sta mai bene nulla e dobbiamo trovare qualcosa che giustifichi la nostra voglia di evadere, di non accettare la realtà.
Casa. Che bella parola, eppure noi a casa non ci volevamo proprio stare. Ma non perché non ci piaccia, ma perché ci è stato imposto e a noi non piace quando ci impongono le cose, a noi non piace essere controllati.
Ma non ci hanno “rinchiusi” perché siamo criminali, non abbiamo fatto nulla di male.
Anzi, possiamo fare del bene.
Ed ecco subito il messaggio positivo che ci solleva dalla nostra insofferenza e ci fa rialzare, convincendoci che no, non abbiamo fatto del male, ma anzi ci viene chiesto di aiutare. Ecco riaprirsi il sipario sulle scene di quei drammi immaginari, nel palcoscenico della nostra testa; ecco di nuovo che abbandoniamo la realtà e ci innalziamo a ruolo di eroi. Eroi della quarantena. Eroi italiani.
Ecco, sta in quella parola il succo della nostra positività. Italiani.
Ma no, non perché gli italiani siano più solidali di altre popolazioni, ma perché questa parola rappresenta una parte di noi, ci fa sentire parte di un tutto, e all’uomo piace sentirsi parte di qualcosa di grande. All’uomo non interessa la solitudine o l’egoismo, come a volte fa credere, gli interessa invece non sentirsi solo. E il solo fatto di essere nella medesima situazione di altri sessanta milioni di persone lo fa stare bene con se stesso. Questo ci dà la forza di andare avanti, di mettere da parte il nervosismo e di tornare a vedere le notizie al telegiornale, i post su Facebook su qualche nuova iniziativa dedicata a questi giorni di quarantena.
Sapere di essere in molti, di condividere le stesse frustrazioni e paure degli altri, ci basta per dire “sì, facciamolo”.
Siamo i primi a dire che l’ “Italia va a rotoli”, che non siamo buoni a nulla, e che dovremmo prendere esempio dagli altri Paesi. Ma ora no, ora che l’Italia ha bisogno di noi, ora che ci sentiamo utili e che abbiamo l’occasione di sentirci dire che stiamo facendo bene, che stare a casa è una dimostrazione di tenacia, ora no: l’Italia è splendida ed è splendida perché ne facciamo parte noi.
È per questo, per sentirci parte di quest’Italia buona che la gente si è affacciata al balcone ed ha intonato l’inno italiano, che in mezzo a tutte le incoerenze che diciamo si fa spazio, ci si pone davanti e ci ricorda che apparteniamo a qualcosa e quindi tanto male non siamo. Non siamo male come nazione, come italiani, ma non siamo male neanche come singoli.
Queste parole non sono solo per l’italiano, sono per l’uomo. Perché tra qualche giorno saranno i francesi a provare queste sensazioni, e guarderanno il tricolore bianco, rosso e blu con occhi diversi, gli stessi con cui gli americani guarderanno la bandiera a stelle e strisce. Siamo tutti patriottici quando serve a farci stare bene, quando il patriottismo ci dà uno scopo da inseguire.
Siamo inseguitori di scopi noi uomini, siamo alla ricerca di un fine che ci faccia sentire utili.
E questo stare a casa molti di noi lo hanno preso proprio così, come la ricerca di un fine, di un obiettivo. Riuscire a fare quel puzzle che sta nella scatola da quando ce lo hanno regalato, provare quella ricetta trovata su un blog ma che non abbiamo mai sperimentato perché non avevamo tempo, recuperare i capitoli che ci mancano da studiare, finire quel libro impolverato che con la scusa del “sono stanco” non riprendiamo mai, abbandonandoci alle stories di instagram.
E se questo ci fa stare meglio e ci fa superare questo sconvolgimento della nostra cara e amata normalità, allora va bene, facciamolo.
Non è sbagliato, è umano, è nostro. Siamo noi.
0 notes
shopggdbonsales-blog · 5 years ago
Text
Golden Goose Deluxe Brand Outlet Archimede By through room As As 1 is Space 4. Lectronic including Blank} Come {To to To to Assist to To così Che tu
Quasi come qualsiasi pagina del tuo sito web o potrebbe essere il blog avrebbe bisogno di traffico, ciò che viene detto fa sì che spremere il world-wide-web. In effetti, è molto più desiderabile dare a tutti in più la maggior parte Golden Goose Outlet elle attività collegate a tutto il tuo sito di squeeze prima di fornirle se desideri qualsiasi pagina rimanente verso il tuo sito online. Tuttavia, ognuno dei nostri opposti dovrebbe essere in grado di essere sincero anche. Idee pratiche su quanti tra voi portano esperienza in un Scarpe Golden Goose Outlet uogo oscurato per giorni, dove sono letteralmente affascinati da pensieri scrupolosamente progettati per ottenere di solito la risposta più desiderata dai presentatori ospiti attraverso la carta di credito per soddisfare qualcosa ora potresti onestamente volere; l'oca d'oro ggdb e che ne dici di uova. Crea pagine di contenuti gratuiti di prima qualità in tutto il sito web, che attraggono la maggior parte del traffico del motore. Le auto di ricerca classificano solo le pagine di contenuti che sono probabilmente utili. È possibile creare un gruppo collegato a un buon livello di contenuto di qualità in modo che possa attirare il traffico automobilistico di controllo su tutte quelle pagine. Molte occasioni di reddito non aggressivo diversificano le proprie in vari tipi di mercati finanziari. In genere questo tipo di mercati si trova ovunque a causa del forex trading, delle materie prime, dei futures, degli immobili, dei metalli preziosi, del trading al NYSE, dei modelli azionari e del capitale errante. Tutta la verità è sempre un bene finanze diversificate possono funzionare per anni e anche pagare tutti i membri come un Scarpe Golden Goose nere molto sostanzioso di. Stare lontano da usi che pretendono di tornare a guadagnare molto più del 15% al ​​mese sul tuo denaro corrente. Essendo stato in questo mercato per 2 anni e meritando un reddito part-time, il sito Web ha visto un numero di programmi con il 100% ogni mese in più, in Golden Goose Deluxe Brand Outlet lcuni casi è possibile, tuttavia questi corsi non hanno in realtà durano decisamente a lungo. Fai un approccio molto più conservativo ed esamina le app che offrono da qualsiasi luogo dal 5% al ​​15% per un periodo di quattro settimane sul denaro della tua famiglia. Quattro: tu e la tua famiglia trovate una risposta all'interno di qualcuno che vi ha abbastanza rapidamente imparato a fidarsi, principalmente perché prestano voi vedete, la soluzione di cui qualcuno ha bisogno, questo strumento lavora per salvare qualcuno in tempo, fatica, disagio e prezzo. La cosa del Texas Holdem Poker è che, sebbene sia sicuramente un gioco di palla facile da imparare, è molto forte vincere coscientemente le lunghe classi di energia citate in precedenza senza un certo numero di forti conoscenze chiave sulla missione e sulle buone pratiche. Facciamolo riempire in questo modo. il solo sito Web del corpo potrebbe collegarsi quando è necessario al tuo, i motori di ricerca sono in grado di eseguire la scansione solo da quel World Wide Web prima che il programma possa incontrare il tuo. certo in 1.000.000.000 è e non un rapporto utile. Purtroppo cosa succede se si raggiungono 1.000 siti Web che si collegano al tuo? Giusto stiamo parlando! I tuoi siti Web avranno sicuramente possibilità di qualità molto più elevate e saranno velocemente indicizzati!
0 notes
paoloxl · 6 years ago
Text
’assemblea si svolgerà in via Arcadia 22 al parcheggio in via Teresa Noce – a pochi metri dal torneo "Un calcio al razzismo - in torneo per Italo" organizzato dal NAGA Onlus.
Un invito ad ampliare la partecipazione a questa assemblea il più possibile. "Coinvolgiamo tutte le associazioni che nei territori seguono percorsi trasversali e virtuosi. Nelle grandi città come maree, nei quartieri con il lavoro quotidiano di costruzione di relazione, affiancando i comportamenti resistenziali diffusi attraverso cui i migranti inseguono libertà e autodeterminazione; abbiamo la capacità di rovesciare la narrazione del governo più ideologicamente di destra dal dopoguerra". 
 Condividi l’evento FB
Dal movimento unitario può uscire un grido capace di riecheggiare in tutta Europa
Il governo giallo-verde ha mostrato in questi primi mesi nelle forme più crude ed esplicite le coordinate di azione del tandem Lega-M5S: razzismo sfrenato, attacco su tutti i fronti ai diritti delle persone, cinismo estremo - esemplare la vicenda dei migranti sulla nave “Diciotti” - ed uso propagandistico anche delle tragedie come il crollo del ponte di Genova.
Certo questo Governo ha trovato la strada spianata dall’operato di Minniti, che aveva già tracciato la svolta reazionaria che stiamo subendo. Per mano sua il PD ha creato la figura del migrante-colpevole: colpevole dell’impoverimento e del “crimine” nelle città, che vanno uniti sotto il nome “degrado” e nei luoghi del “degrado” vivono gli impoveriti da 10 anni di crisi globale, da 10 anni di trionfo del liberismo, da 10 anni di assenza completa di programmi sociali ad ampio respiro capaci di intervenire efficacemente sulle condizioni materiali di vita di milioni di persone.
Salvini incarna le istanze dell’ignoranza, del razzismo e della violenza perché continuamente assolve la mancanza di coscienza collettiva, minimizzando ogni aggressione ed etichettando come “buonismo” ogni forma di solidarietà o di dissenso. Sui social inizia una sintesi quasi perfetta: viene servito razzismo istituzionale a qualsiasi ora, che nelle strade fa esplodere l’odio razziale diffuso, passando per qualche fake news restituisce al Ministro degli Interni la possibilità di chiudere un cerchio sempre più giustificato e normalizzato.
Il M5S ha cavalcato la campagna elettorale al grido di “Reddito! Reddito!”, facendo apparentemente propria la battaglia per la redistribuzione della ricchezza che nei movimenti sociali è nata e si è sviluppata. Non ci sono volute che poche settimane affinché il velo della propaganda lasciasse vedere duramente la realtà: fatto l’incasso alle elezioni, la promessa del reddito lascia il posto al “contratto di governo” dove l’erogazione di sussidi incondizionati deve essere affiancata alla “flat tax” un dispositivo fiscale anti- progressivo che risulterà micidiale per milioni di persone che ora le statistiche indicano ai limiti della soglia di povertà.
Allo stesso modo, i pentastellati stanno ritornando clamorosamente sui loro passi rispetto al blocco delle “grandi opere”, TAV e terzo Valico in primis, e ancora non conosciamo quali “soluzioni” il governo proponga per intervenire nella Genova post-crollo del viadotto Morandi.
L’operato del governo italiano forse rispecchia una tendenza più ampia: il neo-nazionalismo del “Gruppo di Visegrad”, il neo-liberismo di cui Macron è al contempo figlio e padrino, il muro eretto da Trump al confine col Messico, la politica anti-migranti che stanno adottando l’Austria e la Germania, l’indifferenza dell’Europa di fronte al genocidio nel Mediterraneo… sono solo alcuni esempi. Non a caso il Salvini ministro degli Interni ha invitato a Milano Victor Orbàn, presidente ungherese che per primo chiuse le frontiere con l’esercito nel 2015!
D’altro canto le balbuzienti dichiarazioni del ministro del lavoro Di Maio sulla tragedia di Marcinelle fa capire come la strumentalizzazione propagandistica sia la sola bussola della comunicazione politica, mentre le decisioni sono guidate dall’ideologia Dio-Patria-Famiglia, con la donna in posizione di continua subalternità.
In questo dilagare di individualismi, opportunismi e nuova cultura fascista i movimenti hanno più volte dimostrato di possedere gli anticorpi per non soccombere, ma è ora di contrattaccare!
Come a Macerata e Ventimiglia, o Catania, Firenze e Gioiatauro, come le grandi maree che si sono radunate attorno a Non Una Di Meno: ragioniamo ed organizziamoci assieme per costruire l’alternativa solidale, antirazzista e antisessista. Dal desiderio di trasformazione collettiva, è necessario ripartire per immaginare un’Europa ed un mondo diversi, per sovvertire le leggi del capitale e dei suoi fedeli servi: razza e genere.
Sentiamo il bisogno di aprire un confronto sui temi del Reddito di Autodeterminazione, dei beni comuni, di come superare il modello sociale patriarcale inseparabilmente connesso al capitalismo neoliberista; vogliamo organizzarci assieme per contrastare l’ondata di odio razziale che sta suscitando Salvini, ed impedire che possano aprire i CPR; vogliamo difendere assieme i territori dalla predazione capitalista che devasta e saccheggia trascinandoci nel baratro di un modello di sviluppo che non e’ mai stato sostenibile.
Riappropriamoci del concetto di Reddito di Autodeterminazione, oltre ogni genere e provenienza: strappiamolo dalla propaganda dei Cinque Stelle, assumiamolo come obiettivo attuale e facciamolo vivere il più in fretta possibile nelle pratiche; superiamo le assunzioni limitanti del mondo del lavoro per ottenere veramente la liberazione dei corpi.
Organizziamo la lotta per la dignità e la sicurezza sul lavoro: dai braccianti delle campagne del Meridione a tutti i precari, il “lavoro” non garantisce più la sussistenza materiale di nessuno! Dobbiamo essere capaci di organizzarci assieme superando la prima apparenza di distanze e condizioni molto diverse.
Strettamente legata al Reddito sarà la nostra capacità di analizzare e superare la dicotomia tra pubblico e privato, per continuare a costruire il “Comune”, nelle lotte per il diritto alla casa, contro le grandi opere, nelle pratiche di mutualismo che produciamo nelle città.
Lottiamo contro il patriarcato, legato indissolubilmente al capitalismo neoliberista, ostacoli entrambi al diritto di autodeterminare le nostre vite: riconoscere la specificità e la necessità del discorso e della lotta femminista, i diversi posizionamenti rispetto al potere e alla libertà che le intersezioni di classe, genere e razza producono nelle nostre vite, significa rendere possibile una radicale e autentica liberazione dei corpi e delle nostre esistenze. L’esperienza del movimento femminista globale (e italiano) di questi ultimi anni ci ricorda che tornare ad essere marea, cioè soggetto maggioritario allo stesso tempo globale ma territorialmente vivo e radicato, è possibile e necessario.
Organizziamo insieme la lotta Antirazzista!, tentiamo su questo terreno di bucare il dibattito pubblico, costruiamo un fronte il più ampio possibile, capace di ragionare ed agire con ogni mezzo necessario, in maniera coesa e coordinata per eliminare l’intolleranza razzista, diffusa o istituzionale che sia.
Attraverso processi attuali e orizzontali, elaboriamo una critica sovversiva per un’azione di conflitto pratico al fine di trasformare il presente, importante sarà la costruzione di nuove reti che sappiano lavorare in modo originale e sperimentale per la costruzione di mobilitazioni maggioritarie.
Superiamo con coraggio vecchi schemi e metodologie che animavano il “fare movimento”, osteggiando senza sconti spinte autoreferenziali e identitarie, ma soprattutto predisponendoci a nuove alleanze con soggetti imprevisti che animino i percorsi solidali e antirazzisti nei territori.
Assolutamente centrale è la mobilitazione: tornare nelle piazze, provando a costruire una lotta veramente trans-nazionale!
Nelle grandi città come maree, nei quartieri con il lavoro quotidiano di costruzione di relazione, affiancando i comportamenti resistenziali diffusi attraverso cui i migranti inseguono libertà e autodeterminazione; abbiamo la capacità di rovesciare la narrazione del governo più ideologicamente a destra del dopoguerra.
0 notes
dontgiveupmenow · 6 years ago
Text
522
Io non riesco a essere un’altra persona . Intendo a comportarmi in modo diverso da come sono, perché mi viene naturale essere così con te . Se ho un problema voglio parlartene , non voglio avere la paura di darti fastidio e soprattutto trattenermi dal parlarti o scriverti ... ma capisco che questo è un periodo in cui non posso permettermi tante cose . Un periodo in cui hai i tuoi bisogni , che io rispetto ; ma vorrei che tu sapessi quanta fatica e dolore mi sta costando ciò , perché si nota anche da queste cose quanto una persona è cambiata nel profondo , per sempre.
Lo conosci bene , Il Tommi di prima quanto sarebbe resistito a una situazione del genere ? Il Tommi irrequieto, IMPAZIENTE, che metteva il muso perché Arianna non pesava la pasta, il Tommi che nessuno voleva . IMMATURO.
Ieri sera ho sbagliato e non sono riuscito a controllarmi ma se provassi anche solo per qualche secondo cosa sto sentendo dentro , credo capiresti che è molto arduo trattenere gli istinti . Farti domande, chiarire , sentire i tuoi pensieri e tutte le cose che quando sono da solo sono lì a guardarmi e a colpirmi ogni istante .
Gli Esami sono finalmente finiti ( dopo questo ultimo paper di economia bastarda ) . Posso immaginare la super leggerezza interiore che starai provando ora . Sono, come già scritto e riscritto, super felice per te .
Ora occupati di me, se puoi . Pensa a me , a noi . Mente sgombra , cuore aperto .
Pensa A come sarebbe il FUTURO insieme .
Hai paura del passato? Hai paura che torno come prima e con la distanza non puoi sapere cosa faccio? Dopo un mese eccolo il Tommi con le sue sorprese ?
Dammi un briciolo di fiducia e vedrai che ti costruisco una panetteria . Ci vorranno mesi, magari anni ma mi basta sapere che sei con me . Anche a km di distanza . Che poi la distanza non ci ha mai fatto paura , perché dovrebbe farcela ora ?
Perché non puoi sapere cosa potrei fare . Giusto e comprensibile ma ti basterà vedermi una volta a settimana per capire che uomo hai davanti di cui ti puoi fidare , con cui costruire qualcosa di serio che va oltre al “ il mio ragazzo “, nonostante le difficoltà che la distanza comporta e che conosciamo bene .
Io ci sono Arianna . Qui di fronte a te, disposto a venire in capo al mondo, disposto a superare il passato perché anche io ho bisogno di passarci sopra e IMPARARE da esso. Cresciamo e facciamolo insieme , da solo non vado da nessuna parte .
Nh Munchen airport. Stanza 522.
Corri qui .. Bussami alla porta . Sono qui .
2 settimane , infinite.
Come cazzo faccio? Pazienza .
-14
0 notes
solarial · 7 years ago
Text
Memories: Estratti role; memes; moments;
Post del 11/03/2108; Corea del sud; 11/03/2018 ______ “Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile, lasciare un messaggio dopo il segnale... ”<<Dove sei? Sono settimane che non ricevo tue notizie. Stai bene…? Vorrei dire tante cose ma… Buon compleanno Averill... >> […] I feel the pages turning I see the candle burning down Before my eyes, before my wild eyes I feel you holding me, tighter I cannot see When will we finally Breathe, breathe, breathe Breathe, breathe, breathe (https://www.youtube.com/watch?v=JQVop3-OOXc)[…] _______________________ Irlanda, 11/03/ 2005 ______ <<Come mai qui tutto solo?>> <<Avevo bisogno di allontanarmi un po’, tutta quella gente cominciava a innervosirmi.>> <<Sono venuti per festeggiare te, fratello. >> <<Non era necessario.>> <<Sai com’è la mamma, no? Ci tiene a festeggiare in grande il suo adorato bambino.>> <<Già.>> Lo aveva raggiunto non appena era riuscita a liberarsi di alcuni di quegli ospiti illustri che si aggiravano alla tenuta. Il compleanno di suo fratello era sempre stata un’occasione speciale per i Broadhurst, e la sua matrigna cercava sempre di superare le aspettative di tutti ad ogni anno che passava. Dopotutto Averill era il primogenito. Il figlio legittimo. Sapeva che suo fratello si sarebbe allontanato appena possibile – non che questa fosse una novità - e aveva colto l’occasione per raggiungerlo.Avery non era mai stato un amante di quelle feste, ma non lo era stata nemmeno lei. Troppo pompose. Troppe persone dai falsi sorrisi. Troppe risate. Troppe invidie. Ma Avery, a differenza sua, sentiva il peso di quegli anni gravare sulla propria persona. Sapeva esattamente che più cresceva più la sua vita sarebbe stata legata per sempre all’eredità di quel cognome così rispettato e rinomato da tutti. E Victoria lo avrebbe sostenuto, sempre. Qualsiasi cosa sarebbe successo, sarebbe stata al suo fianco, come aveva fatto in quegli anni.<<Coraggio, non fare il solito musone. O altrimenti questo lo tengo per me!>>Mostrò con aria soddisfatta il vassoio su cui vi era un cupcake alle fragole. Aveva passato la mattinata in cucina a preparare quel dolcetto per suo fratello. Aveva corso il rischio per lui dal momento che non le era permesso accedere alla cucina se non durante le lezioni di cucina imposte dalla matrigna.<<Volevo prenderti anche un regalo, ma purtroppo non mi fanno mai uscire da sola. >> <<Tu? sola? Ma per favore!>> <<Che vorresti dire, scusa?>> <<Sei un pericolo pubblico, sorellina, lo fanno per… beh, per loro. >> <<EHI!>> <<L’ultima volta che mi sono distratto un secondo hai fatto crollare tutte le scarpe da un intero scaffale. E non ho ancora idea di come tu abbia fatto.>> <<Mi sono appoggiata e… è stato un incidente dai!>> <<E quella volta che hai rischiato di far andare a fuoco la cucina della zia Sarah?>> <<Dai! Avevo solo nove anni e volevo mettere nel forno la torta di fango che… ma perché mi sto giustificando?>> <<Credo abbiano persino messo ovunque un cartello con la tua foto segnaletica con tanto di “tu qui non entri”>> <<…>> <<Ehi! Dovresti essere più femminile, mostriciattolo. Anni di lezioni sul portamento e di galateo e poi hai la delicatezza di un elefante. >> <<Il prossimo pugno arriva dritto in bocca, ti ho avvisato!>>Avery scoppiò in una fragorosa risata, gettando la testa all’indietro, appoggiandosi poi con la fronte sulla spalla della sorella, abbracciandola; e Victoria addolcì lo sguardo, contenta che suo fratello potesse concedersi quei momenti spensierati. Più passavano gli anni e meno sorrideva. Più passavano gli anni e più assumeva il comportamento di loro padre. Freddo, austero, distaccato. Ma mai con lei, per fortuna. Con lei voleva che si comportasse come sempre, come erano soliti fare da bambini. Gli porse il cupcake, e dopo aver acceso la candelina gli chiese di esprimere un desiderio.<<Ah ma allora hai pensato a tutto, persino alla candelina... rosa?>> <<Zitto e soffia!>> <<Fatto!>> <<A cosa hai pensato?>> <<Che tu diventi più bella e intelligente.>> <<Te lo spiaccico in faccia il cupcake, cretino!>> <<Violenta!>> <<Demente!>> <<Teppista!>> […] <<Vic? Che ne dici se ce ne andiamo?>> <<Ma… vuoi davvero…?>> <<Sì! Al diavolo, non posso passare il mio compleanno con la mia sorellina?>> <<Facciamolo!>>E Victoria avrebbe passato quel pomeriggio in compagnia di suo fratello, beandosi dei suoi sorrisi accennati e di quelle risate velate che le avrebbero allietato l’anima. ________________ (Per la gif si ringrazia quella patata di Choi Hyeon Do
0 notes