Tumgik
#e tutti gli altri infortunati
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Siamo vivi solo perché i giocatori della Salernitana sembrano giocare a rugby e non stanno prendendo la porta…
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kachoobu · 27 days
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Possono licenziare anche Fonseca, possono licenziare anche quelle mezze cartucce dei difensori ma resta il fatto che questa società è tirchia fino al midollo e chi la comanda non capisce una minchia di calcio e non vuole spendere. Si accontentano delle mezze misure, degli esuberi delle altre squadre (non riescono nemmeno a vendere gente come Origi) e dei mezzi infortunati che non si adattano al sistema dell'allenatore. Una squadra del calibro del Milan non può permettersi queste cose umilianti che di solito vengono fatte da una squadra di mezza classifica o da neopromossa.
È questo il problema centrale e da questo derivano tutti gli altri. Si era capito dalla scelta di fonseca e da come hanno lasciato andare zirkzee per prendere morata e abraham. A me è bastato questo per capire tutto quello che ci aspettava in questa stagione. Adesso è troppo tardi ma per fare cosa poi? I giocatori sono quelli e anche esonerassero fonseca prenderebbero il sosia. L'unica soluzione è cambiare quel cazzo di americano che mi sta facendo rimpiangere i cinesi. E con lui via tutti, furlani moncada, Ibrahimovic e scarogna
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vanbasten · 3 years
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tre difensori infortunati e uno squalificato + partite di merda per tutti gli altri giocatori al fanta ok. ok
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speziacalcionews · 4 years
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Verso il Sassuolo - I convocati di mister Italiano Assenti gli infortunati Mattiello e Mastinu, oltre ad Acampora, Ismajli e Marchizza. Sono rimasti a casa anche gli squalificati Terzi e Maggiore, subito in gruppo tutti gli altri nuovi acquisti e il giovane attaccante della formazione Primavera, Afi.
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napolidiretta · 5 years
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NAPOLI-LAZIO 1-0, LA CONFERENZA DI GATTUSO "RITROVATO IL VELENO. RITIRO? NESSUN PIGIAMA PARTY": Gennaro Gattuso dopo la vittoria per 1-0 contro la Lazio nei quarti di finale di Coppa Italia. E' la scintilla che si attendeva? "Ho il dovere di far stare la squadra col pezzo. Non è la prima volta... il Napoli ha vinto anche col Liverpool che non perde mai, però poi non bisogna sedersi. Ho visto il veleno, il sacrificio, l'anima, anche da chi è entrato e non dobbiamo perdere tutto questo". Rammarico per il rosso? L'inizio era stato ottimo. "Sì, palleggiavamo bene, eravamo ben posizionati, ma alla fine può succedere, siamo stati ingenui sul secondo fallo ma ora spero di dare continuità di risultati, recuperare gli infortunati, vorrei averli tutti, poi diventerà difficile fare delle scelte, ma alla fine della partita hanno inquadrato la tribuna e mi sono messo a ridere... tra un po' giocheremo tanto e spero di avere tutti a disposizione". FONTE  »  lazio conferenza gattuso video altri articoli dalla categoria Coppa Italia
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https://diggita.com/v.php?id=1650105
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italianaradio · 5 years
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Calcio, Serie A: l’Inter non brilla ma è prima da sola e Conte può sorridere
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/calcio-serie-a-linter-non-brilla-ma-e-prima-da-sola-e-conte-puo-sorridere/
Calcio, Serie A: l’Inter non brilla ma è prima da sola e Conte può sorridere
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Calcio, Serie A: l’Inter non brilla ma è prima da sola e Conte può sorridere
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La sosta per le Nazionali, ci ha restituito praticamente immutate le “tre sorelle” che si contenderanno lo scudetto 2019-20. Partenza nuova, difetti vecchi per Juventus, Napoli e Inter. Delle tre vincono soltanto partenopei e nerazzurri. La squadra di Antonio Conte si gode così il primato in solitaria in attesa di Torino-Lecce, “Monday Night” di questa terza giornata di campionato. Per ora quella meneghina è l’unica squadra a punteggio pieno. Fa notizia lo 0-0 di Fiorentina-Juventus: un pareggio che va decisamente stretto alla Viola per quanto visto in campo e per le occasioni da gol avute e sprecate.
I malanni della Signora. I campioni d’Italia in carica, dopo 8 scudetti di fila, palesano qualche scricchiolio un po’ a tutti i livelli. Soprattutto a livello societario: nello spogliatoio serpeggiano malumori per una rosa abnorme, causa mancata cessione di tanti “esuberi” e che ha costretto il tecnico Sarri e il club a fare sacrifici importanti nella presentazione della lista Champions. Le esclusioni di Emre Can e Mandzukic hanno fatto e fanno rumore. Sul fronte tecnico-tattico poi la squadra non ha ancora assimilato gli schemi e la filosofia di gioco di Maurizio Sarri. Questo è anche normale dopo la rivoluzione estiva, ci vuole tempo; ma oggi con il ritorno di Sarri in panchina dopo la polmonite, di sarrismo nella nuova Juve si è visto poco o nulla. Questa Juve è troppo brutta per essere vera e fa il paio con le prestazioni altalenanti viste nelle prime due partite del torneo contro Parma e Napoli. Insomma, serve tempo, ma rilanciamo una domanda: era proprio necessario esonerare l’ottimo gestore di campioni Max Allegri, per sacrificarlo sull’altare del bel gioco in salsa sarriana? Restiamo convinti di una cosa: nel calcio contano i risultati non il bel gioco.
Infortuni e scarsa forma atletica. Pesa tanto anche la scarsa condizione fisica mostrata dalla compagine bianconera, un aspetto aggravato dai tre infortuni a gara in corso (Douglas Costa, Pjanic e Danilo: cominciano a essere un po’ troppi gli infortunati in casa bianconera) e dal grande caldo. Ma chi è causa del suo mal pianga se stesso: è stata proprio la Juventus a volere l’anticipo alle ore 15 per il mercato asiatico dei diritti tv. Una follia per tutti (il caldo ha inciso anche sulla Fiorentina) alla luce dei 32 gradi registrati a Firenze in questo sabato settembrino. Tornando all’aspetto tecnico-tattico aggiungiamo che i bianconeri continuano a subire molto in fase di non possesso palla. Il centrocampo fa poco filtro e la difesa senza la colonna Chiellini ne risente. Al Franchi stavolta Madama non ha subito gol solo per i demeriti dei calciatori gigliati sottoporta. Brutti segnali in vista della difficile trasferta di mercoledi prossimo a Madrid contro l’Atletico per l’esordio nel girone di Coppa Campioni. Bene invece la Fiorentina: compatta e spumeggiante. Il punticino, il primo della stagione, serve anche a Vincenzo Montella per puntellare una panchina già traballante.
Il Napoli vince ma non convince. Al San Paolo contro una mediocre Sampdoria, basta una doppietta di Mertens per regalare ai ragazzi di Ancelotti altri tre punti dopo quelli conquistati a Firenze nel match d’esordio ad agosto. La Samp, allenata dal sempre più inadeguato Di Francesco, è un’ipotesi di squadra (9 reti incassate e una sola all’attivo in questi primi tre turni); anche per colpa di un mercato scellerato, perchè condizionato dalla trattative per la vendita del club blucerchiato. Ferrero sta per cedere la società alla cordata americana capitanata da una vecchia bandiera doriana come Gianluca Vialli. La Sampdoria tiene botta solo nel primo tempo ma di fatto si spegne al 13′ dopo la prima rete di Mertens. Come era la Roma di Di Francesco, così è la Samp di Eusebio: alla prima avversità si sfalda. Di Francesco resta a rischio esonero, nonostante qualche timido segnale di crescita.
La sosta per le Nazionali, ci ha restituito praticamente immutate le “tre sorelle” che si contenderanno lo scudetto 2019-20. Partenza nuova, difetti vecchi per Juventus, Napoli e Inter. Delle tre vincono soltanto partenopei e nerazzurri. La squadra di Antonio Conte si gode così il primato in solitar…
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Fabio Camillacci
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tmnotizie · 4 years
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ROMA I decreti nazionali e regionali recentemente emanati consentono la pratica dell’attività motoria e sportiva all’aria aperta in ambito regionale, purché svolta individualmente, a meno che non si tratti di persone conviventi, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale e del divieto di assembramento.
Quindi potremo spostarci all’interno della nostra regione per raggiungere, con mezzi propri o privati, la località dove intendiamo svolgere tale attività, tenendo conto delle eventuali maggiori restrizioni in alcuni Comuni. Per tutti gli appassionati della montagna la Fase 2 inaugura un nuovo inizio delle attività outdoor dopo circa due mesi di rigore e sacrifici.
L’ultimo Decreto del Presidente della Giunta Regionale delle Marche, il n. 147 del 6 maggio, consente espressamente, tra le altre, le attività di trekking, mountain bike, arrampicata in falesia o esterno, purché, in questo caso, siano mantenute le distanze di sicurezza tra l’arrampicatore ed il compagno di sicura. Tuttavia non si tratta di un via libera generalizzato, non è un ritorno alla normalità, è infatti necessario adottare un approccio particolarmente prudente e responsabile. Inoltre, come ricorda il Presidente Generale del Club Alpino Italiano Vincenzo Torti, “non andiamo a trascorrere una giornata in montagna come siamo abituati a fare, si va per il tempo necessario a svolgere l’attività motoria e si ritorna a casa”.
Per il responsabile svolgimento delle attività in montagna dovremo considerare ulteriori precauzioni, oltre le ordinarie regole di sicurezza che applichiamo normalmente quando programmiamo un’escursione, consapevoli che eventuali incidenti in montagna in questa fase presentano rischi maggiori sia per i frequentatori della montagna che per i soccorritori e vanno ulteriormente ad appesantire il carico di lavoro delle strutture e del personale sanitario.
Pertanto, nelle attività motorie e sportive svolte individualmente in montagna in questa Fase 2 dell’emergenza del Coronavirus, i rappresentanti Club Alpino Italiano della nostra regione raccomandano ai soci e più in generale ai frequentatori dell’ambiente montano:
– Maggiore gradualità: dopo due mesi di riposo forzato le nostre capacità fisiche e di concentrazione sono minori, soprattutto se non si è svolta attività nei precedenti mesi invernali. Vanno preferiti percorsi non impegnativi, a piedi o in bici, in relazione alla propria preparazione fisica.
– Attenta valutazione degli itinerari: in questo periodo non è stata svolta alcuna manutenzione ai sentieri e alcuni percorsi potrebbero presentarsi in precarie condizioni, anche per quanto riguarda la segnaletica.
– Evitare situazioni di affollamento, preferendo percorsi alternativi rispetto ai classici più frequentati e, quando possibile, muoversi nei giorni feriali piuttosto che nel fine settimana.
– Portare con sé la mascherina, gel igienizzante, guanti e sacchetto per i rifiuti. Nel percorrere i sentieri la mascherina deve essere tenuta a porta di mano in modo da poterla indossare velocemente nelle situazioni di probabile incrocio con altri escursionisti. I DPI sono fondamentali in caso di intervento del soccorso per la propria e l’altrui sicurezza.
– Evitare attività a rischio. Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico ricorda che vanno evitate le attività ad alta intensità e potenziale rischio: in caso di intervento la procedura di soccorso a tutela dei soccorritori e degli infortunati prevede ancora più complesse manovre di recupero e trasporto, con significativo allungamento dei tempi.
– Ridurre il grado di difficoltà dell’escursione: l’attività consentita è di tipo individuale, tuttavia ciò in montagna rappresenta un aumento del rischio. Comunichiamo pertanto l’itinerario ai nostri familiari, portiamo sempre al seguito un cellulare e attiviamo App di tracciamento (ad es. GeoRescue, gratuita per i soci CAI).
– Non utilizzare i bivacchi se non in condizioni di reale emergenza: trattandosi di spazi esigui e non sanificati non garantiscono i requisiti minimi di sicurezza, esponendo gli avventori al rischio di contagio.
Ricordiamo che i rifugi sono attualmente chiusi. Per quanto riguarda le attività sociali delle sezioni CAI si segnala che sono tutte temporaneamente sospese.
Il Presidente Generale Torti ci ricorda che, al di là delle disposizioni normative, il mantenimento della chiusura delle sedi sezionali conferma la prevalente attenzione per la salute pubblica ed il rispetto verso le persone. L’epidemia di Covid-19 rimane un problema estremamente serio e la Fase 2 rappresenta un momento molto delicato in cui più che le regole contano la responsabilità, il buon senso e la dimostrazione di un atteggiamento di consapevole prudenza, per evitare pericolosissimi passi indietro.
Chi frequenta la montagna sa bene che è proprio in discesa che bisogna fare maggiore attenzione!
foto d’archivio
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samdelpapa · 5 years
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In Venezuela muoiono bambini in attesa di trapianto o di cure speciali per causa del blocco USA contro il paese latinoamericano
I media occidentali non perdono occasione per attaccare il regime di Maduro in Venezuela, sicuramente un governo non esente da colpe, ma non parlano mai delle tragedie umanitarie che il blocco effettuato dagli USA su ordine di Trump sta causando fra la popolazione civile.
Nello spazio di un mese non già deceduti diversi bambini, alcuni in attesa di trapianto ed altri bisognosi di cure speciali perchè affetti da grave affezioni. 
Gli Stati Uniti impediscono il trasferimento di fondi presso istituzioni sanitarie italiane o portoghesi per l’acquisto dei trattamenti necessari per le cure di questi bambini, come nel caso di trapianto di midollo osseo necessario per la cura della leucemia infantile. Così è avvenuto ad esempio per un bambino di sette anni, José Manuel de los Ríos, deceduto in Caracas, in attesa di ricevere i medicamenti per effettuare un trapianto di midollo osseo e altri casi come lui.
Cosa c’entra con la politica il fatto di assicurare le cure urgenti a dei bambini malati che necessitano di questi trattamenti urgenti? Questa è una domanda da porre al presidente Trump ed ai suoi consiglieri che hanno decretato l’embargo ed il blocco totale contro il paese sud americano infischiandosene delle conseguenze dolorose per la popolazione.
Sembra chiaro che la strategia dell’Amministrazione USA è quella di causare sofferenze nella popolazione del Venezuela attraverso il blocco dei generi di prima necessità, viveri e medicinali, che il paese importa in quanto non reperibili sul mercato domestico. Queste sofferenze colpiscono in particolare la popolazione di fascia bassa che non è in grado di accedere al mercato nero dove ancora molti di questi beni, dal latte in polvere ai medicinali, si possono trovare pagando in valuta estera.
L’infame e criminale blocco decretato da Washington sul Venezuela mostra la faccia feroce e disumana dell’imperialismo USA a discapito di tutta la retorica consumata dagli stessi politici e propagandisti nordamericani per i “diritti umani”.
Proteste medici e infermieri a Caracas per mancanza di medicinali causata dal blocco USA
Soltanto la Russia, la Cina e Cuba, oltre a qualche altro paese, sono in grado di far arivare in Venezuela questi generi di cui il paese ha bisogno ma non si fa in tempo, il più delle volte, ad intervenire per salvare le vite umane di persone innocenti come i bambini in attesa di trapianto e di cure urgenti. Uno studio, fatto da organismi internazionali, ha riportato in una cifra di circa 4.500 persone, fra malati ed infortunati vari, decedute in Venezuela negli ultimi mesi per mancanza di cure appropriate. La stima è tuttavia per difetto, visto che nell’interno del paese ci sono comunità indigene tagliate fuori da qualsiasi aiuto.
Tutto questo fa accrescere l’odio ed il risentimento della popolazione contro gli yankee (ed i loro reggicoda) anche in coloro che erano critici nei confronti del governo bolivariano.
La disumanità e la criminalità del gruppo di potere statunitense è ormai sotto gli occhi di tutti e persino l’ONU ha dovuto denunciare come “crimini contro l’umanità” i provvedimenti presi da Washington nei confronti del Venezuela.
I media occidentali, ed in particolare quelli italiani, non parlano di questi crimini, mentre le loro corrispondenze sono frequentemente occupate dai presunti crimini commessi dai Governi del Venezuela, o della Corea del Nord o dell’Iran. Degli USA e dei paesi responsabili del blocco, meglio non parlare, qualcuno si potrebbe risentire e gli opinionisti dei media non vogliono inimicarsi le centrali dominanti.
Di Luciano Lago
Fonti: Sputnik Mundo – Telesur
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tmnotizie · 5 years
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SAN BENEDETTO – Paolo Montero suona la carica in vista della gara interna di domani (fischio d’inizio ore 15) contro il Rimini. “Affronteremo una squadra pericolosa ma la Samb deve e vuole vincere. Ho avuto modo di vedere all’ opera i romagnoli –dice il tecnico uruguagio- hanno una buona difesa e sono molto insidiosi nelle palle inattive. Ma ci siamo confrontaste con le migliori del girone e pur perdendo non abbiamo sfigurato. Anzi meritavamo ben altri risultati. Teniamo il profilo basso ma anche noi siamo nel lotto delle prime della classe, soprattutto per il gioco mostrato in queste partite. L’umiltà ci deve sempre contraddistinguere ma dentro di noi dobbiamo pensare in grande”.
Montero, mentalmente queste sconfitte potrebbero lasciare delle scorie nella testa dei calciatori?
“Per il modo in cui abbiamo giocato assolutamente no. E non ho lavorato per nulla sotto l’aspetto psicologico, ma ci siamo concentrati sol o sugli errori individuali che ci hanno penalizzato nelle ultime gare. Se fossi nei tifosi ai calciatori non potrei dire nulla. Sono orgoglioso di loro. Dobbiamo convincerci di noi stessi. I rinforzi non mi interessano”.
Una Samb che nelle ultime gare ha sempre subito reti.
“Nel corso di una stagione sono situazioni che possono capitare. Sono momenti, come quello di un attaccante che calcia per venti volte in porta senza fare gol e poi con un mezzo tiro ne fa due. E lo stesso discorso vale per i difensori. Sono poche le reti incassate per merito dei nostri avversari. Per lo più sono derivati da errori individuali su cui stiamo lavorando in modo specifico ed analitico. In un periodo puoi sbagliare e non accade nulla, in altre invece basta poco per prendere gol.  Siamo consapevoli che il cammino è quello giusto e che dobbiamo compiere il classica passo in più”.
Le penalizzanti decisioni arbitrali l’hanno fatta da padrone nelle ultime partite.
“Nella mia testa, l’arbitro non entra. Non ne conosco neppure il nome. Non abbiamo perso per colpa del direttore di gara ma per alcuni errori da cui sono nate le azioni dei gol della Reggiana. Dobbiamo guardare a noi e non all’ arbitro e quindi correggere gli sbagli. La cosa che mi è dispiaciuta è che in questi giorni non si è parlato della prestazione di lorenzo Fuysco. Ha solo tre anni più di mio figlio e di lui mi ha sorpreso il coraggio. Lo guardavo nello spolgiatoio e l’ho visto sicuro, trasmettendo energia a tutta la squadra”.
Montero, domani rientrano Santurro, Rapisarda e Di Massimo.
“Antonio (Santurro, ndr) riprenderà il suo posto tra i pali. Di Massimo con ogni probabilità partirà dalla panchina perché Volicelli, Cernigoi e Orlando a Reggio Emilia hanno fatto bene. Stiamo parlando di calciatori importanti anche per il gruppo. Per fortuna stanno rientrando tutti e per un allenatore è un buon segno perché torna ad alzare la competitività del gruppo. E da martedì tornerà ad allenarsi anche Rocchi che ha svolto un grande lavoro con il nostro fisioterapista Marco Minnucci”.
Per quanto riguarda la formazione anti Rimini, con Santurro tra i pali, sarà Biondi a fare coppia con Di Pasquale al centro della difesa con Rapisarda a destra e Gemignani a sinistra. A centrocampo ecco Frediani, Angiulli e Gelonese con Volpicelli, Cernigoi e Orlando a formare il trio d’attacco.
Qui Rimini. Sono fuori Van Ransbeeck, Palma, Cozzari e Petrovic con il tecnico Renato Cioffi che conferma il 3-5-2. Tra i pali Scotti con la difesa composta da Nava, Scappi, Ferrani, Picascia e Silvestro. A centrocampo ecco Montanari, Candido e Cigliano e davanti Ventola e Girardi.
“Giocheremo in uno stadio affascinante –analizza il tecnico Renato Cioffi- quando ci sono andato ho sempre visto la curva piena, che segue la squadra con molto entusiasmo, in maniera rumorosa. V isto che c’è un gemellaggio speriamo di far divertire le due tifoserie portando però il risultato dalla parte nostra. Il calcio deve essere battaglia in mezzo al campo, ma festa sugli spalti per cui quando ci sono queste cose ben vengano. La Sambenedettese dopo quattro turni recupera tutti i giocatori tra infortunati e squalifiche, ha solo Miceli fuori. È una squadra che prima di queste quattro partite che ha dovuto affrontare con diverse assenze era ad un punto dalla vetta, aveva vinto 3-1 a Cesena. Quindi affrontiamo una squadra che è al massimo, mentre noi abbiamo qualche infortunio”.
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tmnotizie · 5 years
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ANCONA – Continuano a crescere gli infortuni sul lavoro nelle Marche. E’ quanto emerge dai dati diffusi dall’INAIL ed elaborati dalla CGIL Marche.
Nei primi sei mesi dell’anno sono stati denunciati 9.438 infortuni, 78 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+0,8%) e in controtendenza rispetto al livello nazionale in cui si registra un calo (-0,2%). Nelle Marche crescono in particolare gli infortuni in occasione di lavoro (+1,5%) mentre quelli in itinere presentano una diminuzione (-3,3%).
Il territorio che presenta un incremento significativo di infortuni è quello di Ancona (+5,7%), mentre il  fenomeno è stabile a Pesaro Urbino. In calo gli infortuni denunciati a Fermo (-3,4%), Macerata (-3,2%) e Ascoli Piceno (-1,8%).
Secondo Daniela Barbaresi, Segretaria generale della CGIL Marche :“Insufficienti investimenti dell’Asur in prevenzione, aumento dell’età pensionabile e precariato dilagante: un mix devastante che mette sempre più a rischio la sicurezza dei lavoratori. I dati dell’Inail relativi ai primi 6 mesi del 2019 tracciano un un trend negativo in cui stanno aumentando pericolosamente le denunce di infortuni sul lavoro e gli incidenti mortali. Un campanello d’allarme da non sottovalutare.
Questi dati evidenziano la necessità di un’azione forte e decisa da parte di tutti, dalle imprese alle Istituzioni, investendo in sicurezza, prevenzione, formazione, lavoro stabile e di qualità e condizioni di lavoro dignitose. Vanno incrementati gli organici dedicati ai controlli e alla vigilanza, cosi come alla repressione dei fenomeni di irregolarità”.
Osservando gli infortuni in occasione di lavoro, emerge che i più colpiti sono i lavoratori dell’industria manifatturiera dove peraltro gli infortuni crescono dell’1,0%. Crescono in particolare nel settore delle calzature e abbigliamento (+23,9%), nella chimica, gomma, plastica (+16,1%), nel legno-mobile (+9,0%), mentre sono in calo nella meccanica (-8,1%). Rilevante l’incremento nelle costruzioni (+16,3%), nel commercio e riparazioni (+11,9%) e in agricoltura (+11%). Aumentano gli infortuni anche nella sanità e assistenza sociale (+3,8%) e nei trasporti (+3,5%).
In un’ottica di genere, va rilevato che il maggior numero di infortuni colpisce gli uomini, ma il fenomeno è in leggero calo, mentre per le donne che si assiste significativo incremento di infortuni denunciati (+3,6%).
Osservando i dati per classi di età degli infortunati, emerge che i più compiti continuano ad essere i giovani e in particolare coloro che hanno meno di 19 anni per i quali gli infortuni crescono dell’8,5%. Anche i migranti sono tra i più coinvolti dal fenomeno: per i lavoratori extra comunitari gli infortuni denunciati sono cresciuti in modo rilevante (+10,9%), così come anche per i lavoratori provenienti da altri Paesi dell’UE (+3,4%). In calo gli infortuni per i lavoratori italiani (-0,7%).
Drammatico il bilancio degli infortuni mortali. Sono 14 i lavoratori che hanno perso la vita dall’inizio dell’anno: 2 donne e 12 uomini. A livello nazionale gli infortuni mortali sono stati 482: una strage continua che deve essere fermata.
Prosegue Giuseppe Santarelli, Segretario regionale CGIL Marche e Responsabile salute e sicurezza: “i più colpiti sono i giovani e i migranti, cioè coloro che maggiormente vivono in condizioni di lavoro precario, instabile o senza formazione adeguata. Per questo è necessario mettere fine alla crescita del lavoro precario o frammentato così come è necessario ripristinare norme più stringenti in materi a di appalti.
“Le scelte del Governo stanno andando nella direzione sbagliata: dal Decreto “Sblocca cantieri”, che ha abbassato diritti e tutele per i lavoratori, ancora più esposti al rischio di infortuni, al Decreto interministeriale di alcuni mesi fa, che ha ridotto i premi INAIL a carico delle imprese mediamente del 32%, veicolando il messaggio pericoloso che la sicurezza è un costo per le imprese da ridurre”.
Continua a essere elevato anche il numero delle malattie professionali. nei primi 6 mesi dell’anno ne sono state denunciate 3.290, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono (-0,8%). Andando nel dettaglio, però, emergono aspetti rilevanti a partire dal significativo incremento delle malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo che peraltro costituiscono i due terzi delle malattie denunciate.
  Infortuni denunciati nelle Marche – gennaio-giugno     2018 2019 diff.
2019-2018
% 2019/2018 in occasione di lavoro          8.031          8.153             122 1,5%   – di cui senza mezzo di trasporto               7.814               7.959             145 1,9%   – con mezzo di trasporto                  217                  194 –             23 -10,6% in itinere          1.329          1.285 –             44 -3,3% totale          9.360          9.438               78 0,8%
  Infortuni denunciati nelle Marche per provincia – gennaio-giugno     2018 2019 diff.
 2019-2018
% 2019/2018 Ancona          3.251          3.437             186 5,7% Ascoli Piceno          1.191          1.169 –             22 -1,8% Fermo             763             737 –             26 -3,4% Macerata          1.867          1.807 –             60 -3,2% Pesaro Urbino          2.288          2.288                – 0,0% MARCHE          9.360          9.438               78 0,8% ITALIA      324.408      323.831 –           577 -0,2%
  Infortuni denunciati nelle Marche per genere – gennaio-giugno     2018 2019 diff.
2019-2018
% 2019/2018 maschi          6.164          6.128 –             36 -0,6% femmine          3.196          3.310             114 3,6% totale          9.360          9.438               78 0,8%
  Infortuni denunciati nelle Marche per luogo di nascita – gennaio-giugno     2018 2019 diff.
2019-2018
% 2019/2018 Italia          7.892          7.837 –             55 -0,7% altro Paese dell’Unione Europea             353             365               12 3,4% Extra Unione Europea          1.115          1.236             121 10,9% Totale          9.360          9.438               78 0,8%
  Infortuni denunciati nelle Marche per classi di età – gennaio-giugno     2018 2019 diff.
2019-2018
% 2019/2018 fino a 19 anni          7.892          7.837 –             55 -0,7% da 20 a 29 anni             353             365               12 3,4% da 30 a 39 anni          1.115          1.236             121 10,9% da 40 a 49 anni          9.360          9.438               78 0,8% da 50 a 59 anni          7.892          7.837 –             55 -0,7% oltre 60 anni             353             365               12 3,4% Totale          1.115          1.236             121 10,9%
  Malattie professionali nelle Marche – gennaio-giugno     2018 2019 diff. 2019-2018 % 2019/2018 tumori              42              25 –             17 -40,5% malattie sistema nervoso             638             559 –             79 -12,4% malattie orecchio e apofisi mastoide             196             167 –             29 -14,8% malattie sistema respiratorio              63              53 –             10 -15,9% malattie sistema osteomuscolare e tessuto connet.          2.077          2.234             157 7,6% altro             300             252 –             48 -16,0% Totale Marche          3.316          3.290 –             26 -0,8% ITALIA        32.221        32.575             354 1,1%
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tmnotizie · 5 years
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ANCONA – Tornano a crescere gli infortuni sul lavoro nelle Marche. E’ quanto emerge dai dati dell’INAIL elaborati dalla CGIL Marche. Nei primi tre mesi dell’anno sono stati denunciati 4.581 infortuni, 215 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+4,9%). Un incremento notevolmente più alto di quello che si registra a livello nazionale (+1,9%). Nelle Marche crescono, in particolare, gli infortuni in occasione di lavoro (+5,8%) mentre quelli in itinere presentano una live diminuzione (-0,9%).
Il territorio che presenta il maggior incremento di infortuni è quello di Ancona (+9,0%), seguito da Macerata (+4,6%), Pesaro Urbino (+2,6%), Fermo (+1,6%) e Ascoli Piceno (+0,9%).
“Al di là delle statistiche -dice Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche- dobbiamo essere consapevoli che, dietro a quei numeri, ci sono lavoratori e lavoratrici in carne e ossa. Per questo, prima di tornare a piangere un altro morto sul lavoro, occorre intervenire a ogni livello con un’azione forte da parte di tutti, dalle imprese alle Istituzioni, investendo in sicurezza, prevenzione, formazione, lavoro stabile e di qualità e condizioni di lavoro dignitose”.
Se si osservano gli infortuni in occasione di lavoro, emerge che i più colpiti sono i lavoratori dell’industria manifatturiera dove peraltro gli infortuni crescono del 3,0%. Crescono in particolare nel settore chimica, gomma, plastica (+27,8%), mobile (+18,1%) e calzature e abbigliamento (+12,2%). In calo nella meccanica (-6,5%). Rilevante l’incremento nelle costruzioni (+19,7%) e nel commercio e riparazioni (+23,1%). Aumentano gli infortuni anche nella sanità e assistenza sociale (+3,1%), mentre diminuiscono nei trasporti (-6,5%) e in agricoltura (-10,9%).
Se il maggior numero di infortuni riguarda gli uomini, è per le donne che si registra il maggior incremento di infortuni denunciati: più del doppio di quello degli uomini (rispettivamente +8,3% e + 3,1%). Osservando i dati per classi di età degli infortunati, emerge che i più colpiti continuano ad essere i giovani e in particolare coloro che hanno meno di 19 anni per i quali gli infortuni crescono del 23,8%.
Anche i migranti sono tra i più coinvolti dal fenomeno: per i lavoratori extra comunitari gli infortuni denunciati sono cresciuti del 10,5%, mentre per gli italiani l’incremento è pari al 4,4%. In calo invece per i lavoratori provenienti da altri Paesi dell’UE.
Drammatico il bilancio degli infortuni mortali. Sono 7 i lavoratori che hanno perso la vita dall’inizio dell’anno: 2 donne e 5 uomini. A livello nazionale, gli infortuni mortali sono stati 212: una strage continua che deve essere fermata.
I dati mettono in evidenza l’urgenza di intervenire per fermare la piaga degli infortuni sul lavoro che, con la ripresa dell’attività produttiva, è tornata prepotentemente a crescere, segno che la stessa ripresa produttiva è avvenuta senza la necessaria attenzione da parte delle imprese alla qualità del lavoro e dello sviluppo e senza il necessario sforzo in termini di innovazione e prevenzione.
In particolare è necessario porre fine alla crescita del lavoro precario, frammentato e parziale cosi come va evitato l’indebolimento delle norme sugli appalti. Peraltro, i più colpiti dalla crescita fenomeno infortunistico sono i giovani e i migranti, ovvero coloro che maggiormente vivono condizioni di precarietà e instabilità sul lavoro o mancanza di formazione adeguata.
“E’ necessario -afferma Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil Marche- che le istituzioni, a partire dal dal Governo e dalla Regione, svolgano pienamente le loro funzioni di prevenzione, controllo, repressione e anche contrasto del lavoro irregolare; gli organici e le risorse destinate a tali compiti sono, nella nostra regione, assolutamente inadeguate a fronteggiare questo enorme problema. E’  forse il tempo che qualcuno se ne assuma la responsabilità”.
Un ruolo importante deve poterlo avere anche la contrattazione collettiva che deve rimettere al contro le reali condizioni di lavoro.
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tmnotizie · 6 years
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Grottammare, 17.03.2019
  GROTTAMMARE-PORTO D’ASCOLI 1-2
Grottammare: Beni, Orsini, Lanza, Haxhiu, Traini (89’ Ioele A.), Di Antonio, Jallow (70’ Bruno), De Cesare, Ciabuschi, De Panicis (79’ D’Angelo), Vallorani. All. Manoni Man.
Porto d’Ascoli: Di Nardo, Verdesi, Trawally, Schiavi (75’ Alighieri), Manoni Mat. (51’ Lanzano), Sensi, Leopardi, Rossi, De Vecchis, Gaeta (51’ Liberati), Valentini (86’ Cocciò). All. Alfonsi
Arbitro: Eremitaggio di Ancona
Marcatori: 16’ De Vecchis (P); 52’ Lanza (G); 91’ De Vecchis (P)
Ammoniti: 17’ Manoni Mat. (P); 20’ Haxhiu (G); 81’ Trawally (P)
Espulso: 38’ Ciabuschi (G) per doppia ammonizione
Spettatori: 200 circa – Calci d’angolo: 8-1 per il Grottammare
Recuperi: 2 minuti nel p.t.; 4 minuti nel s.t.
  Massima resa con il minimo sforzo: si può condensare in questo modo un derby, il numero 46 in campionato tra le due società “cugine”, dominato dal Grottammare ma vinto dal Porto d’Ascoli con due tiri e mezzo in porta. Al termine di un match molto tirato, anche il mister Alfonsi ha ammesso – molto sportivamente – che i padroni di casa non meritavano di perdere; anzi se c’era una squadra che doveva vincere, questa era forse proprio quella di Manoni. Comunque, volente o nolente, il bello del calcio è anche questo. Al via il Grottammare si presenta con le assenze degli infortunati Ferrari, Franchi e Oresti, e con Traini e Lanza non al meglio. Dall’altra parte, il Porto d’Ascoli – oggi in tenuta completamente rossa – deve fare a meno di Gabrielli, appiedato dal giudice sportivo, e con alcuni giocatori non in perfette condizioni fisiche. Gli uomini di Manoni sono coscienti che con una vittoria farebbero un bel salto in avanti verso la salvezza ma allo stesso tempo capiscono che non devono fare passi falsi per non essere risucchiati nella zona pericolosa. Partono, comunque, subito all’attacco e la partita si accende subito: al 4’ Ciabuschi cade a terra in area, l’arbitro Eremitaggio lascia correre tra la disapprovazione dei padroni di casa che rivedono gli spettri di sette giorni fa a Porto Sant’Elpidio; anzi, ammonisce il numero 9 per proteste, tra l’altro molto contenute. Evidentemente c’è un conto in sospeso tra i due, forse l’attaccante ascolano gli avrà rubato la fidanzata o chissà cos’altro: già a Pergola fu espulso per uno scambio di persona (fallo fatto da Traini), oggi a partita appena iniziata lo ha ammonito subito promettendogli che lo avrebbe cacciato. E così è stato, anche se il secondo giallo ci sta tutto. Peccato che il fischietto anconetano, a nostro avviso assolutamente inadeguato per la categoria, non abbia mantenuto lo stesso metro di giudizio per tutto il resto della partita, non sventolando il cartellino giallo ad altri che protestavano (Ciabuschi è stato ammonito subito, a qualcuno invece diceva di smetterla col sorriso sulle labbra), o perdevano tempo tirando via la palla, o che facevano falli al limite del rosso. Ecco, gli arbitri che faranno carriera sono proprio questi, cioè quelli che non fanno errori clamorosi ma indirizzano la partita come vogliono loro (o come gli viene imposto dall’alto): perché siamo sicuri che questa è la risposta alla sparata fatta durante la settimana dal direttore generale Alceo Galiè contro gli arbitri marchigiani, una pubblica pagliacciata che, a nostro avviso, è bene lasciare al mondo dei professionisti. Col senno del poi possiamo dire che un derby molto sentito tra due squadre in lotta per non retrocedere meritava senz’altro un arbitro migliore, al limite anche da fuori regione. Con questo non si vuole giustificare la sconfitta del Grottammare, frutto dell’imprecisione dei suoi attaccanti, dell’amnesia di alcuni difensori e, soprattutto, di molta sfortuna; ma l’episodio iniziale ha sicuramente condizionato tutto il resto dell’incontro. Tornando alla cronaca, al primo vero affondo il Porto d’Ascoli passa al 16’: appena oltre la metà campo, Leopardi batte una punizione pescando sulla fascia destra Gaeta lasciato incredibilmente solo; il numero dieci ospite ha tutto il tempo di stoppare, alzare la testa, guardare la posizione dei suoi compagni e servire al centro l’accorrente De Vecchis che impatta il pallone di prima intenzione; sul suo tiro è grande la risposta di Beni che riesce a deviare sulla traversa, ma sfortuna vuole che il pallone ricada in direzione dello stesso De Vecchis il quale, in rovesciata, mette dentro. Bello il gesto atletico dell’attaccante ospite, ma colossale dormita dei difensori di casa. Il Grottammare ci impiega un po’ a riprendersi e bisogna aspettare il 23’ per vedere una reazione: Jallow recupera palla a centrocampo e lancia Ciabuschi in contropiede sulla destra; galoppata del biondo ascolano e dal fondo rimette in mezzo per lo stesso Jallow con Di Nardo tagliato fuori dal cross; il gambiano deve solo spingere la palla nella rete sguarnita ma, non si sa come, la colpisce di tacco anziché di piatto cacciandola, di fatto, dalla porta; poi un difensore libera. Passa un minuto e Ciabuschi impegna l’ex Di Nardo con un velenoso tiro dalla lunga distanza, deviato in angolo. Il Grottammare chiude il Porto d’Ascoli nella propria metà campo e al 25’ non è assistito dalla fortuna: c’è un batti e ribatti in area, la palla perviene a De Cesare – spostato leggermente sulla sinistra – che tira a botta sicura con Di Nardo che riesce a deviare sulla traversa; sembra la fotocopia della rete del Porto d’Ascoli ma questa volta la palla non torna in campo sui piedi di un grottammarese ma sfila via verso l’esterno. Passa ancora un minuto e De Panicis recupera palla appena fuori area e tira in porta, Di Nardo salva ancora in angolo. Il gol è quasi maturo e si potrebbe materializzare al 30’: Traini entra in area sulla sinistra e viene atterrato da Rossi al limite dell’area piccola; rigore netto (ma, chissà come mai, manca il giallo al giocatore di Alfonsi) che si incarica di battere il bomber Ciabuschi. La sua conclusione è assolutamente da dimenticare: tiro centrale, basso e fiacco che Di Nardo respinge con il piede destro senza neanche impegnarsi più di tanto. Se ci fosse una ripresa televisiva, sarebbe da far vedere ai bambini delle scuole calcio e dire loro: “i rigori non si tirano così”. A questo punto, però, una domanda sorge spontanea: ma mister Manoni li allena i suoi giocatori a tirare dal dischetto visto che quest’anno è già il terzo sbagliato su quattro assegnati? Una squadra che lotta per non retrocedere e che, al netto della partita di oggi, ha oggettive difficoltà a costruire il gioco, non può permettersi di gettare nel cestino queste opportunità. Frastornato forse dal penalty sbagliato, poco dopo Ciabuschi – già ammonito – va a commettere un fallo inutile in attacco, rimediando il secondo giallo (forse l’unica cosa giusta fatta dall’arbitro Eremitaggio nei novanta minuti di gioco) e la doccia anticipata. I biancocelesti di casa, però, non si perdono d’animo e, pur con un uomo in meno, cercano di arrivare al pareggio: al 41’ Vallorani batte, dalla sinistra, una lunga rimessa con le mani per De Panicis al centro dell’area, il quale in qualche modo riesce a toccare per l’accorrente Traini che al volo spedisce di poco a lato da buona posizione. Finisce qui la prima parte dell’incontro.
Nella ripresa, parte subito forte il Grottammare: al 48’ Lanza lancia De Cesare sulla destra il quale mette in mezzo un pericoloso pallone rasoterra, Trawally anticipa tutti in scivolata mettendo in angolo ma rischia una clamorosa autorete. I padroni di casa non sembrano giocare con un uomo in meno, continuano a premere e al 52’ raggiungono il pareggio: Haxhiu batte una punizione dalla tre quarti sinistra, Lanza brucia tutti sul tempo e di testa mette alle spalle di Di Nardo per la sua prima rete in biancoceleste. Comincia il valzer delle sostituzioni e si deve arrivare al 76’ per segnalare un’altra occasione da rete: da un lungo rilancio dalle retrovie del Porto d’Ascoli, Beni esce in maniera avventata fuori dall’area, la palla perviene a Verdesi che rimette in mezzo con il cuoio, “sporcato” da un difensore di casa, che s’impenna centralmente verso Liberati il quale tenta una rovesciata per emulare De Vecchis, ma la sua conclusione termina abbondantemente alta. All’87’ un indomito Traini recupera il pallone a centrocampo e serve subito l’under Bruno che non ci pensa due volte e dai trenta metri spara all’incrocio dei pali: un gran balzo del portiere Di Nardo evita la capitolazione e, probabilmente, la sconfitta. Quando tutto faceva presagire un pareggio che alla fine poteva far comodo ad entrambe le squadre, ecco che – al primo minuto di recupero – Beni si fa sfuggire un innocuo tiro di Liberati (lasciato comunque libero di calciare indisturbato) e per De Vecchis è un gioco da ragazzi mettere dentro di testa a porta vuota. Non succede più niente nei successivi tre minuti di recupero.
Il Grottammare, in settimana, deve leccarsi le ferite e preparare al meglio il prossimo turno casalingo contro la Pergolese che, a questo punto, diventa un importante crocevia. Ovviamente spera anche di non trovare più sulla sua strada il signor Eremitaggio, più che altro per un fatto cabalistico: con lui in campo a dirigere ha sempre perso. Il Porto d’Ascoli, invece, è atteso da un incontro casalingo contro il tranquillo Sassoferrato Genga: con una vittoria può tirarsi fuori dalle sabbie mobili e proseguire il campionato con più serenità.
  Michele Rossi
  Testo © dell’Autore e dell’Editore
Nella foto © di Lara Facchini, esultanza dei giocatori del Porto d’Ascoli dopo la prima rete di De Vecchis
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tmnotizie · 6 years
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SAN BENEDETTO – Una grande Sambenedettese Basket espugna Foligno (85-71 il punteggio) con una prova maiuscola nello scontro diretto di giornata, agganciando e superando gli umbri al settimo posto in classifica. I rossoblù si presentavano all’incontro con diversi assenti (Quinzi, Roncarolo e Lucenti infortunati, Quercia rimasto a San Benedetto del Tronto così come il vice allenatore Carloni con la febbre) e altri acciacchi fisici tra i titolari.
In questa situazione di difficoltà è uscito fuori il carattere dei ragazzi di coach Aniello, che hanno condotto la partita per tutti i 40 minuti con la massima autorevolezza,  senza lasciare al Foligno una vera possibilità di rientrare nel match.Pronti, via ed era subito Bugionovo (autore di innumerevoli assist) a servire Cesana per la schiacciata.
Il Foligno rispondeva con Mariotti e Sakinis ma il 4-2 sarà l’unico vantaggio locale, un’altra schiacciata di Murtagh e il canestro di Pebole chiudevano il primo parziale sul 14/21 per la Samb. All’inizio del secondo periodo i tiri da 3 punti di Ortenzi spaccavano la partita con gli ospiti che toccavano il +13 prima di un piccolo break degli umbri che chiudeva la prima metà di gara sul 29 a 38.
Quando i numerosi tifosi locali presenti si aspettavano la rimonta deli Foligno, saliva invece in cattedra capitan Bugionovo in regia ed un Cesana dominante sotto le plance (nonostante fosse già gravato dopo pochi minuti di 3 falli). Era il Portoghese Miguel Correia a far scorrere i titoli di coda sul match con 3 triple consecutive che portavano i rossoblù fino al massimo vantaggio di +25, prima del canestro di Tosti del 40 a 62 della penultima sirena.
L’ultimo a mollare per i locali è stato un’ottimo Camacho, autore di 21 punti nel solo quarto periodo, ma la Sambenedettese Basket amministrava con grande sicurezza il vantaggio vincendo “a braccia alzate” 71 a 85. Con questa vittoria la Sambenedettese Basket aggancia il Foligno al settimo posto in classifica, e lo supera in virtù del 2 a 0 negli scontri diretti.
I rossoblù di coach Aniello si preparano ora ad affrontare la gloriosa Sutor Montegranaro al Palaspeca, con la possibilità in caso di vittoria di raggiungerla al sesto posto. L’incontro che si sarebbe dovuto disputare Sabato 19 sarà sicuramente spostato ad un’altra data a causa del cambio di orario dell’incontro di calcio tra Sambenedettese e Teramo.
Le ingenti misure di sicurezza previste per un match considerato al alto rischio di incidenti includono l’area del Palaspeca nella “zona rossa” all’interno della quale sarà interdetto l’accesso a chiunque ad eccezione dei tifosi abruzzesi. Per questo motivo la Sambenedettese Basket è al lavoro per trovare la giusta collocazione per il proprio match, con il Comune di San Benedetto del Tronto che ha già dato la propria disponibilità per far disputare l’incontro Venerdì 18, rinviando a sua volta l’incontro di Calcio a 5 previsto in tale data.
FOLIGNO 71: Guerrini 4, Tosti F. 3, Anastasi, Di Titta, Tosti G. 5, Rath 9, Mariotti 4, Camacho 28, Marani NE, Nikoci, Marchionni 6, Sakinis 12. All. Sansone
SAMBENEDETTESE 85: Roncarolo NE, Ortenzi 18, Capleton, Carancini 1, Bugionovo 14, Murtagh 16, Cesana 13, Pebole 11, Quinzi NE, Correia 12. All. Aniello
Note: Parziali 14/21 29/38 40/62 71/85
Falli: Foligno 25, Samb 21
Arbitri: Mammoli e Pedini
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tmnotizie · 7 years
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Grottammare, 27.9.2017
  GROTTAMMARE-PORTO D’ASCOLI 2-2
Grottammare: Pirozzi, Orsini (62’ Vespasiani), Avellino, Palladini (58’ Vallorani), Belleggia, Carminucci, Ioele (54’ Ludovisi), Cameli, Paregiani, Iovannisci (46’ D’Angelo), De Panicis (65’ Vagnoni). All. Manoni
Porto d’Ascoli: Di Nardo, Gagliardi, Gregonelli, Schiavi, Trawally, Sensi, Leopardi, Rossi (68’ Romagnoli), Rosa (78’ Mazzagufo), Minnozzi (62’ Rossetti), Renzi (91’ Piunti). All. Pergolizzi
Arbitro: Tassi di Ascoli Piceno
Marcatori: 35’ Sensi (P); 37’ Rosa (P); 72’ Ludovisi (G); 74’ Paregiani (G)
Spettatori: 50 circa – Calci d’angolo: 6-4 per il Grottammare
Recuperi: 1 minuto nel p.t.; 4 minuti nel s.t.
  Quattro reti, un rigore sbagliato, un palo, diverse occasioni fallite di un soffio, 2-2 il risultato finale: è questo il responso della partita di andata dei quarti di finale di Coppa Italia giocata al “Pirani” tra il Grottammare ed il Porto d’Ascoli. Come quindici giorni fa nel retour match contro il Porto Sant’Elpidio, mister Manoni opta all’inizio per una squadra molto giovane (sette under in campo!), con Andrea Carminucci – classe 1995 – in qualità di capitano essendo il più anziano della truppa. Rosario Pergolizzi, da parte sua, presenta invece un Porto d’Ascoli quasi al completo, privo solo degli infortunati Gabrielli e Bucchi (quest’ultimo, un ex di turno assieme a Di Nardo e Rosa, si accomoda in panchina) e con un Rossi in campo ma a mezzo servizio. La partita è stata piacevole, giocata a viso aperto da entrambe le squadre, e molto corretta: nessun ammonito né tantomeno espulso. Primo tempo più brillante con il doppio vantaggio ospite dopo il rigore sbagliato del Grottammare; nella ripresa i padroni di casa hanno approfittato della nuova regola dei cinque cambi per mettere sul terreno di gioco un po’ più di esperienza e, complice un vistoso calo – forse più mentale che fisico – dei portodascolani sono riusciti a riacciuffare un pareggio che renderà sicuramente più interessante la gara di ritorno il prossimo 18 ottobre.
Passiamo alla cronaca. Partono subito forti gli ospiti con Renzi che, al 2’, lanciato in verticale da Leopardi viene anticipato da Avellino al momento del tiro a botta sicura. Al 6’, dopo un corner battuto malissimo dal Grottammare, parte il contropiede del Porto d’Ascoli con Minnozzi che brucia in velocità Belleggia e, a tu per tu con il portierino di casa, si fa ipnotizzare tanto da tirargli addosso e sbagliare così una facile occasione; un minuto dopo, Schiavi raccoglie fuori area una palla vagante ma il suo tiro va fuori di pochissimo. All’8’ Ioele entra in area centralmente in dribbling, perde il pallone e nel cercare di recuperarlo viene atterrato da Trawally: l’arbitro, forse un po’ troppo generosamente, concede il calcio di rigore al Grottammare. Sul dischetto si presenta Iovannisci che cerca di piazzare la palla alla destra di Di Nardo, il quale – invece – intuisce la direzione e respinge. Al 17’ il duello Di Nardo-Iovannisci si ripete: quest’ultimo ruba palla al limite dell’area a Trawally e tira di prima intenzione in porta, ma il portiere ospite con un bel tuffo riesce a deviare in angolo. Al 22’è ancora Iovannisci protagonista di un’azione solitaria che si conclude con un tiro dal limite di poco fuori. Al 35’ il risultato si sblocca: l’arbitro Tassi, mal assistito dall’assistente Tidei che non si accorge di un netto fallo subito da Avellino sotto i suoi occhi, concede un corner al Porto d’Ascoli; dalla bandierina batte Renzi, di nuca Rosa all’altezza del primo palo gira a rete, Pirozzi compie un miracolo nell’intercettare la deviazione indirizzata all’angolino alla sua destra ma sulla ribattuta di Sensi da pochi metri nulla può. Due minuti dopo arriva il raddoppio in fotocopia: ancora un angolo battuto dalla stessa bandierina sul primo palo, questa volta la nuca di Rosa è vincente: 0-2. In questo frangente si è vista tutta l’inesperienza dei giovani grottammaresi: dopo aver subito un gol su palla inattiva con schema sicuramente studiato e preparato durante gli allenamenti, non puoi permettere agli avversari di poterlo rifare, un giocatore si doveva piazzare qualche metro davanti all’incaricato a calciare il corner, costringendolo ad alzare il tiro o a farlo più arretrato. Speriamo serva da lezione. Il primo tempo si chiude con un’altra occasione per gli ospiti, oggi in maglia granata: Rosa viene lanciato in contropiede sul filo del contropiede ma sulla sua conclusione a botta sicura Pirozzi ci mette una pezza.
La ripresa comincia con il Porto d’Ascoli che, forte del doppio vantaggio, cerca di addormentare la partita; il Grottammare, invece, tra il 46’ ed il 58’ fa entrare dapprima D’Angelo e poi Ludovisi e Vallorani mettendo in campo esperienza e forze fresche; in mezzo, al 55’, i padroni di casa vanno vicini alla rete: D’Angelo, sulla fascia destra, si accentra, vede l’inserimento di Cameli, lo serve nell’unico corridoio possibile, tiro a botta sicura del numero 8 biancoceleste, Di Nardo riesce a deviare quel tanto che basta per mandare la palla sul palo, poi un suo compagno di reparto libera. Dopo una serie di altri cambi da entrambe le parti, al 72’ gli uomini di Manoni accorciano le distanze e lo fanno con una bella azione che si sviluppa sulla fascia sinistra tutta di prima: da D’Angelo a Cameli a Vallorani, da quest’ultimo a Ludovisi al centro dell’area, stop e tiro di prima intenzione e rete che riapre la partita. Un gol alla sua maniera, insomma, e di queste segnature ne avrà molto bisogno il Grottammare in campionato. Come nel primo tempo le due reti del Porto d’Ascoli sono arrivate nel giro di due minuti, anche i biancocelesti non vogliono essere da meno e al 74’ pervengono al pareggio: l’infaticabile motorino Cameli (con le dovute proporzioni, ci ricorda molto il Bruno Ranieri della Sambenedettese ai tempi di Nedo Sonetti) dalla destra mette in mezzo un invitante cross per Ludovisi il quale, invece di stoppare la palla, finta e la lascia passare per il giovane Paregiani che, copiando il maestro, stoppa e tira di prima intenzione. Seconda rete in coppa per il giovane Davide per il 2-2 finale che rimette in gioco la squadra del presidente Merli per il passaggio del turno. Sul finire dell’incontro, all’88’, il Porto d’Ascoli ha una ghiotta occasione per tornare in vantaggio: punizione dal limite dell’area battuta da Renzi con Pirozzi che in due tempi riesce a bloccare.
Nel Grottammare, tutti abbondantemente sopra la sufficienza ma da segnalare sono le prove di Pirozzi, Carminucci e Cameli (quest’ultimo sta recuperando ottimamente dopo il brutto infortunio patito un anno fa circa), con i giovani – tutti – che stanno crescendo bene e che in futuro potranno dare delle belle soddisfazioni agli sportivi biancocelesti. Nel Porto d’Ascoli, convincenti le prestazioni del giovane Minnozzi, fino a quando è rimasto in campo, e degli esperti Sensi e Leopardi.
  COMMENTI
Manolo Manoni (Grottammare)
Il mio è un gruppo che sta crescendo bene, sono davvero soddisfatto perché alleno dei ragazzi che, oltre alle doti tecniche e alle qualità calcistiche, hanno dei valori dentro molto importanti. In merito alla partita di oggi, il primo tempo – nonostante le due reti subìte soprattutto per inesperienza – l’ho visto bene, i ragazzi mi sono piaciuti. Poi nella ripresa, con un po’ di esperienza in più in mezzo al campo, abbiamo raddrizzato la partita ed ora ci andremo a giocare il passaggio del turno a Porto d’Ascoli.
  Rosario Pergolizzi (Porto d’Ascoli)
Abbiamo incontrato un Grottammare che ha delle ottime individualità. Nel primo tempo abbiamo avuto un po’ di fortuna sul rigore subìto, poi ho cambiato modulo e siamo andati sul doppio vantaggio, sbagliando anche qualche occasione favorevole per incrementare il bottino. Poi con i cambi, i padroni di casa sono venuti fuori e ci hanno rimontato. Il risultato finale rende sicuramente più interessante la partita di ritorno.
  Michele Rossi
  Testo © dell’Autore e dell’Editore
Nella foto © di Enrico Tassotti, Di Nardo para il rigore calciato da Iovannisci
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