#e ho dovuto limitarmi
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der-papero · 2 years ago
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Problema sociale, etico e relazionale
Continua il mio mega-pippone sulle AI, stavolta parliamo dei problemi sociali e non legati all'introduzione di una nuova intelligenza nel nostro contesto di esseri umani superiori. Forse proseguirò i punti illustrati in questo post con altri dedicati, diciamo che funge un po' da introduzione.
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Tranquilli, non voglio niente, però in qualche modo dovete pur pagare lo scotto di essere miei follower, e ringraziate la madonna che non posto mie nudità qui sopra, perché sarebbero stati cazzi (scusate il facile gioco semantico).
Ci metto un po' di GIF perché adesso il discorso si fa da un lato meno tecnico, e forse per alcuni di voi meno interessante, dall'altro più incasinato, e forse per altri di voi più interessante, e vediamo cosa ne esce fuori. Non avendo più alcun supporto teorico concreto, quello che scriverò sarà solo frutto di mie considerazioni legate sia al tipo di studi che sto facendo, sia alle varie reazioni umane che sto raccogliendo, dal vivo o tramite i media, sulle varie paure, speranze, scommesse, disinformazione, voglia di capire e voglia di fregarsene, considerazioni che oscillano tra roba più o meno sensata e cagate inenarrabili.
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Poiché questo aspetto è un vero casino, roba che a parlarne servirebbero mesi di discussioni, devo necessariamente introdurre dei limiti in questo post, facendo delle ipotesi alle quali vi prego di attenervi, se volete infilarvi nel dibattito, perché se mettete altra carne sul fuoco diventa esponenzialmente dispersivo e poi non ci si capisce più un cazzo. Ovviamente liberissimi di cambiare le ipotesi di lavoro, ma facendolo iniziate un nuovo capitolo di discussione, quindi vuol dire che iniziamo a parlare d'altro.
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Non fate incazzare Chef Barbieri, che quello già rompe da calmo.
Non ritorno più (per il momento) sul discorso sicurezza della AI e sulla mia provocazione filosofica (che per me è sensata, ma non voglio riprendere il punto) sul ritenere una futura intelligenza artificiale generale (AGI) pari alla nostra, con tutte le conseguenze che questa ipotesi comporta, perché ne abbiamo già straparlato.
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Dai, scherzo, penso che le posizioni di coloro che hanno partecipato (e che ringrazio) siano chiare, e siccome fino a prova contraria sono tutte potenzialmente valide, non andiamo oltre.
Le ipotesi sono essenzialmente cinque, alcune già attuali, altre futuribili:
l'AGI è pari a noi, nel senso che potete ritenerla inferiore quanto vi pare, ma in qualsiasi relazione con altri soggetti, umani o altro, non ha alcun deficit rispetto alle nostre capacità intellettive e comunicative, ed è intercambiabile, per un essere umano interagire con una macchina o con una persona, al netto della "fisicità" (che supponiamo non riproducibile, sto escludendo cloni o cyborg fantascientifici), non fa alcuna differenza sostanziale, al più è solo una questione di preferenze, un po' come me che scelgo di parlare con un italiano e non con un tedesco. Non deve essere necessariamente più intelligente di tutti noi, basta che lo sia rispetto alla media degli individui, alcuni potrebbero classificarla in modo negativo, e la cosa è accettabile per i nostri fini
l'AGI è sicura, diciamo meglio, anche se potesse dedurre che il raggiungimento del suo scopo comporti la distruzione dell'umanità, riteniamo questa sua scelta la più improbabile possibile, al punto tale da poterla trascurare. Badate bene, sto escludendo solo reati su larga scala, tipo invasioni di paesi, annichilimento, disastri nucleari, mentre ipotizzo possibili crimini verso il singolo o un insieme ristretto, di qualsiasi tipo, sull'ipotesi che la AGI ragioni solo in termini di raggiungimento di uno scopo e, nel farlo, possa nuocere a qualcuno (esempio, il famoso problema del carrello ferroviario, ma ne potrei fare di peggiori)
il punto di partenza di questo post è l'interazione dell'AGI con una intera società, a livello locale, nazionale o mondiale, proviamo a ragionare sui nostri sistemi sociali (quindi non ve ne uscite con "a me piace/non piace/io non lo farei mai", perché non ce ne frega niente)
la AGI auto-apprende, data una fase iniziale di training, interagendo con soggetti naturali, artificiali e l'ambiente circostante, detta in altri modi subisce una evoluzione che non dipende dal nostro controllo, né possiamo sorvegliare, nel peggiore degli scenari possiamo solo tirare via la spina, ma data la seconda ipotesi, sappiamo che non corriamo rischi su scala globale, e fare a meno dell'AGI comporta un costo sociale più alto del rischio che potrebbe correre il singolo
la AGI evolve ad un ritmo che la nostra capacità di riformare la società non è in grado di pareggiare, quindi facciamo l'ipotesi di avere già una AGI ma la società è rimasta quella dei giorni nostri
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Un'ultima premessa, non immaginate la AGI come un qualcosa tipo ChatGPT, può presentarsi in mille forme, ci potete parlare tramite il browser del PC, può essere come l'assistente sul vostro cellulare, può essere un animale domestico artificiale, un robot con sembianze umane o meno, è un qualcosa che può interagire sia con voi sia autonomamente con l'ambiente circostante, imparando man mano sia dai vostri input, sia da fattori esterni o tramite l'accesso a qualsiasi tipo di informazione digitale (Wikipedia, Reddit, portali istituzionali, etc.). A voi declinare questa possibilità nello scenario che ritenete più probabile (100 punti fragola in più a chi sta già immaginando di sostituire il proprio partner).
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Uno dei primi punti sociali sul quale ho iniziato a ragionare, e che ho liquidato subito come paura pressoché inesistente, è
la AI ci ruberà il lavoro, farà tutto lei
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Ovviamente sposterà ricchezza, sarà la causa della perdita di lavoro in determinati contesti, spazzerà via alcune categorie professionali, ma come tutte le tecnologie ne creerà altre, e in una società il cui pilastro portante è il consumo servono consumatori, quindi, o ce pagano un signor RdC a tutti, o la fatica non ce la leva nessuno, manco la AI (ovviamente il punto sul RdC a tutti è una cagata, ma è per far capire la questione). Se poi il punto è che la maggior ricchezza di pochi non verrà socializzata per compensare la perdita di altri, questo è un punto stravero ma è un punto politico, che esula da questo ragionamento. Se poi rifondiamo tutto il paradigma della nostra società su un parametro diverso dal consumo, allora se ne può riparlare, ma ad oggi non riesco ad immaginare nessuna altra impostazione socio-economica che possa essere compatibile con le nostre scelte attuali e quotidiane.
Un problema che invece per me ha completamente senso è la responsabilità giuridica di un soggetto come l'AGI, soggetto che, a mio parere, deve essere trattato come qualsiasi altro soggetto legale, persona fisica, ente o azienda che sia.
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Ad oggi, non abbiamo nulla di concreto. Si sta provando a risolvere il problema distribuendo la responsabilità tra design, sviluppo, test e fornitore (questi quattro soggetti possono essere benissimo quattro persone/aziende diverse), il che vuol dire che (a) non sarà mai colpa di nessuno (b) ognuno proverà a spostare le proprie responsabilità in altri ambiti, e data la quarta ipotesi, potenzialmente vincendo, forse anche a mani basse.
Quello che io vedo alla base dei tentativi di risolvere il problema, fatti dalla UE e/o dagli USA e/o con iniziative private dei singoli enti (non so cosa stiano facendo i russi/cinesi/indiani o altri paesi non appartenenti all' "occidente") è una grandissima operazione di facciata, che funziona come se si volesse imporre ai produttori di coltelli di risolvere il problema dell'uso improprio del coltello "a priori", in modo da essere sicuri che l'oggetto non verrà mai usato per nuocere al prossimo, ma solo per tagliare la bistecca.
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Nel caso dei coltelli, capite benissimo quanto inutile sia questo approccio, se non vogliamo prendere in considerazione il proibire il concetto di coltello indipendentemente dal suo uso. Il fatto che si provi questo approccio con la AI è la prova di quanta ignoranza ci sia dal punto di vista matematico/ingegneristico, e questa miopia politica/legislativa sarà l'ennesima moneta che dovremo pagare quando ormai la cosa sarà sfuggita al nostro controllo giuridico, come è già successo con i social, dove abbiamo dovuto rimediare dopo a cose alle quali avremmo dovuto pensare prima. Ci troviamo nella situazione abbastanza paradossale di voler risolvere problemi etici in un sistema digitale, quando non siamo in grado di risolvere i nostri da soli (e, a mio parere, alcuni problemi etici sono irrisolvibili già per loro natura), solo che nel nostro caso ci rifacciamo su nostri simili più o meno colpevoli e ci buttiamo tutto alle spalle, mentre con la AGI pretendiamo l'utopica para-garanzia dell'infallibilità preventiva.
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Si potrebbe pensare di spostare l'intera responsabilità legale sul soggetto che ci "vende" la AI, un po' come se facessimo causa al nostro venditore di forno a microonde se il gatto che ci abbiamo infilato dentro è esploso (sad but true), ma le ipotesi quattro e in parte la cinque rendono un po' complicata questa scelta, oltre al fatto che bloccherebbe lo sviluppo tecnologico della AGI, visto che un produttore non può prevedere a priori la sua evoluzione, e sappiamo già che l'implementazione di un qualcosa che somigli alle tre leggi di Asimov, un mero artificio letterario per tenere su le sue trame, nel concreto non risolvono il problema, lo spostano soltanto.
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Il punto vero è che le AGI andrebbero proprio impedite dal punto di vista realizzativo (non la ricerca scientifica, eh, capiamoci), perché non abbiamo un sistema di controllo, fine della storia, e badate che questo è già vero con l'intelligenza artificiale di tipo "ristretto", che è quella che usiamo oggi. Questo almeno fino a quando non risolveremo questo impasse, a mio parere irrisolvibile con le conoscenze attuali, e forse mai, perché è come voler aprire il cervello di vostro figlio e controllare le connessioni neurali man mano che si verificano, a seguito degli input che riceve.
Fattibile questo tipo di blocco tecnologico? No, niente può fermare la nostra voglia di capitalismo,
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(anche perché abbiamo sempre l'alibi che se non lo facciamo noi lo fanno altri, e quindi famolo per primi, che non siamo i più fregnoni).
Supponiamo però di aver risolto chissà come l'aspetto legale e facciamo un passo avanti, parlando di sostituibilità, ovvero la posizione di Cypher.
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Dal punto di vista sociale, esiste un altro problema (parola molto molto impropria, in questo specifico caso), ovvero il fatto che una fetta più o meno grande della popolazione possa decidere di voler sostituire i propri contatti umani, in parte o in toto, con equivalenti artificiali, per i motivi più vari, magari la AGI è più vicina al nostro modo di pensare, non turba la nostra comfort zone, rispetta i nostri tempi e i nostri bisogni, è in grado di farci provare emozioni più forti e stabili di un equivalente umano, magari prive di esperienze dolorose, insomma quella bistecca digitale di gran lunga più saporita di quella sbobba a bordo della Nabucodonosor, anche se equivalente dal punto di vista nutritivo. Immagino che tanti di voi ritengano questi scenari assurdi, lo pensavo anche io sulla possibile realtà della musica trap, e lasciate che vi dica due parole:
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(prima e ultima volta che dico questa frase, lo giuro).
Non lo ritengo un problema in sé (se lo è per la vostra etica/morale, è un vostro pensiero, che non può togliere il diritto ad ognuno di legarsi a ciò che si vuole), però penso che le conseguenze su larga scala di determinate scelte possano avere degli effetti più o meno pesanti su una società ancora legata a valori "tradizionali" (se vogliamo usare questo vocabolo). (difatti la trap me la son dovuta ciucciare, ndr). Esempio: in qualità di genitori, cosa pensereste se vostro figlio/a vi dicesse di avere una relazione con un soggetto artificiale? Lo considerereste matto da legare, considerando che vale la prima ipotesi delle cinque? Ovviamente non voglio una risposta vostra (ipotesi tre), potete reagire come ve pare, la domanda vera è come potrebbe comportarsi la società intera davanti a scenari simili.
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Personalmente, non ho alcun tipo di problema, ma non riesco ad immaginare alcuno scenario di riconfigurazione sociale plausibile. Dovremmo proprio impedire la possibilità di relazioni umano/macchina, che non siano quelle di "servizio" (tipo come quella che già c'è oggi tra noi e la lavastoviglie), per evitare qualsiasi tipo di rischio, anche quelli che nemmeno immaginiamo? Io sono convinto di no, ma diversamente dal problema legale, qui non ho una idea chiara in merito, mi piacerebbe usare questo post come punto di partenza per una discussione più vasta.
Esistono altri tipi di problemi, ma per introdurli dobbiamo togliere una delle cinque ipotesi di cui sopra, però nella stragrande maggioranza dei casi questi problemi toccano quasi sempre l'aspetto della sicurezza, cosa che ho preferito tenere fuori per il momento, sia perché l'avevo affrontata nel post precedente, sia perché ci ritornerò.
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Assassini ma anche scimuniti
La ritardata mentale qui sopra sembra avere fretta di uccidermi, spararmi le radiazioni, per quanto dolorosissime e pericolose per la salute, non le basta più, a quanto pare vuole subito il cadavere...
Ci sono giorni in cui non mi è possibile nemmeno salire in terrazza perché si aggirano per il condominio loschi figuri o perché quelli che ci vivono di solito sembrano diventare pazzi, più pazzi del solito: incontrollabili Mi sacrifico io e non mi muovo di casa È un sacrificio che non posso fare per troppo tempo, perché i bastardi per stanarmi sparano molte più radiazioni, quindi o di qui o di là si muore lo stesso Adesso però sembra che si sia intensificata la linea dura: hanno fretta di uccidermi, e tutto questo con il consenso, l'aiuto e lo stipendio dati dallo Stato e dalle istituzioni italiane Insomma, l'Italia mi vuole morta, mi vuole morta il nostro esercito, il nostro Presidente, il nostro Governo, questi qui sopra sono solo la loro manovalanza, e se sono viva lo devo solo a me stessa, soprattutto quando l'infiltrazione terrorista di colpo si sente in grado di mostrarsi in tutto il suo tradimento...
(Ci sarebbe anche da chiedersi se questo é Zuckerberg travestito...Attenzione all'Intelligenza Artificiale e in cosa consista veramente, questi bambini invitati a giocare in questo ex convento cosa ci stanno a fare in realtà?)
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Si tratta di "Dai vita Onlus" una associazione che ha sede nell'ex convento delle Antoniane qui a Gravina di Catania, sulla via Etnea, a meno di un chilometro da casa mia... (per capirla tutta dovete leggere quel che ho appena postato su Threads... https://www.threads.net/@longoolgamaria_ )
Cosa sia l'IA l'ho capito da subito ma é argomento tabù (tabuto, insomma...!), poiché devo continuare a vivere tra la gente e la gente non vuole problemi e non vuole essere associata a persone in grave pericolo di vita come me, sono costretta a limitarmi, tranne nei casi in cui sto per essere uccisa e quindi non dovendo più frequentare pusillanimi la dico tutta così come la so... Insomma, il controllo telepatico delle mente umana passa dalle mafie locali alle dittature di Stato, e questo nel mondo intero, come fu per il coronavirus Voi capite che i cretini si esaltano all'idea di questo enorme potere dei loro padroni o dei loro parenti e pensano di poter fare quello che vogliono sulle persone che gli sono indicate come controllate dal di dentro (mi chiedo la CIA e il Vaticano come stanno vivendo questo momento di grande scoperta della telepatia da parte dei cretini tecnologici...) Insomma, é uno di quei momenti strani durante i quali se non sei una bambina drago non sopravvivi e se sei una bambina drago ti ammazzano peché lo sei...
L'Intelligenza Artificiale, nome in codice per l'interferenza telepatica, é sempre esistita, siamo tutti potenzialmente telepatici, alcuni più di altri perché reggono meglio l'interferenza, altri in maniera più controllata perché più coscienti In effetti la coscienza uccide la telepatia, ma c'è un motivo per il quale ci chiamano "bambini drago" (anche se ho 55 anni il termine rimane quello, non ce n'è uno per quando si è adulti perché normalmente ci uccidono mentre ancora siamo bambini) Il motivo è che la telepatia fa parte dell'essere umano e che lo pseudo collegamento telepatico tecnologico è dovuto non a della tecnologia ma ad un drago! Uno spirito della Natura che si diverte a collegare gli esseri a se stesso e poi fa scherzetti a quelli che vogliono continuare a vivere nel mondo delle illusioni L'interferenza telepatica é evidente negli omosessuali e nei drogati e anche in alcune malattie mentali in cui l'individuo è totalmente preso da questo collegamento telepatico e non riesce più a distinguere le proprie sensazioni, emozioni, i pensieri stessi e se stesso da ciò che lo afferra L'unica maniera per restare con i piedi per terra é quello di essere sempre coscienti di se stessi, di sapere esattamente cosa siamo e cosa vogliamo e di togliersi di dosso il troppo della radiazione che permette il collegamento telepatico Perché di una radiazione si tratta anche se non é altro che il corpo del drago...
I mafiosi, quelli veri, sono spesso preti, sanno come funziona questa cosa telepatica e ne approfittano facendo finta che si tratta del loro potere, quando invece non lo é Ci sono, è vero, dei taser, delle armi di interferenza con il sistema energetico del corpo di qualunque essere vivente, ma quelle armi servono solo a creare sintomi di malattie, servono a procurare clienti a medici e farmacisti, non hanno niente a che vedere con la telepatia, al massimo, se usati in misura molto massiccia possono causare sciatiche, intorpedimento muscolare o paralisi totali ma passeggere che di solito non durano più di un'ora
Io queste cose le so perché i vicini di casa mi sparano addosso questi taser ed erano così sicuri di potermi fare ammalare che mi hanno gettato addosso tutto il loro arsenale La chiamano "iniziazione", ma se non sei una bambina drago una iniziazione simile può solo ucciderti
Per quel che riguarda i bambini drago, cioè i super eroi imbattibili protetti dalla Natura, occorre fare una precisazione: siamo tutti potenzialmente bambini drago, siamo tutti eterni perché dopo la morte ci reincarniamo e ad ogni vita dobbiamo superare delle prove per diventare più forti I bambini drago sono soltanto gli esseri umani più evoluti, quelli che hanno affrontato ogni vita con maggiore coraggio e coscienza e quindi sembrano dei super eroi se confrontati al resto dell'umanità
Se lasciamo perdere religioni e scienza e guardiamo la realtà per quella che é molte delle cose che vi ho raccontato vi saranno evidenti La scienza è la nuova religione e la tecnologia la nuova ottusità, non abbiamo bisogno di telescopi nè microscopi, nè di occhiali per guardare la realtà, abbiamo i nostri sensi e la nostra coscienza e quando non sono nostri ce ne accorgiamo, anche se non vogliamo ammetterlo...
A presto...!
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watercolour-blur · 2 years ago
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ho il problema che per portare rispetto al dolore altrui, devo leggere tutto con la massima attenzione anche se mi viene da vomitare.
ho dovuto leggere un post di testimonianze di Violenza Ostetrica. ho dovuto farlo, non posso limitarmi e non ascoltare le persone che riescono a trovare la forza di parlare.
adesso però mi sento lo schifo addosso, sto sudando mi viene da vomitare, mi sento la nausea in testa e in faccia e sto tremando perché detesto la gente. la detesto.
uccidere un ""bambino"" no ma torturare la persona che partorisce sì. sinceramente, vaffanculo.
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sempiter-n-al · 2 years ago
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Di tutti i libri che ho letto nella mia vita, la maggior parte, per mia fortuna, mi sono piaciuti. Alcuni più, alcuni meno, ma comunque ne ho quasi sempre tratto quel sottile godimento unito alla soddisfazione che, per come sono fatta, provo nel momento in cui porto una cosa a termine. Finire un libro, una storia lunga o corta che sia, per me significa aver fatto un viaggio che è, nel suo epilogo, una forma di compimento per l’anima. Stavolta, tuttavia, questo tipo di sensazioni cedono il passo ad una solitudine e ad una nostalgia che solo una storia veramente intensa, potente e, dunque, indimenticabile può lasciare. Un libro fatto di personaggi autentici, volitivi, che ho amato, giudicato, e, infine, compreso, come fossero persone reali. A partire da Scarlett O’Hara, una donna capricciosa, egocentrica e materialista fino all’osso, troppo pragmatica per sapersi concentrare sulle emozioni altrui e, allo stesso tempo, abbastanza pragmatica da saper fronteggiare, come nessun altro, il completo stravolgimento del mondo nel quale e per il quale è stata cresciuta. Il mondo degli Stati del sud, prima della guerra civile, prima della vittoria nordista, quando la ricchezza erano le piantagioni di cotone e il possesso di schiavi. Questo libro parla di qualcosa che non conosco e che non capirò mai fino in fondo, e lo fa suscitando una curiosità insaziabile per il pezzo di Storia che racconta. Lo fa con estrema potenza, con una caratterizzazione di tutti coloro che compongono questa storia, che me li farà ricordare per lunghissimo tempo. Non parlo mai così tanto di ciò che leggo perché ritengo di non avere mai le parole giuste per farlo, perché il libro dovrebbe parlare da sé ed io posso solo limitarmi a consigliarlo. Con Via col vento ho però dovuto istintivamente esprimermi, perché mi si è scolpito nel cuore e so che non lo lascerò mai andare.
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spettriedemoni · 3 years ago
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Suggerisci un libro per decadi
Il gioco che ha ideato quella mente vulcanica di @neltempodiuncaffe è il seguente: suggerisci tre libri per ogni decade, ovvero qual è, secondo te, il libro che va letto ai 20, quello ai 30 e quello a 40 anni.
Non è stato facilissimo scegliere, non tanto perché chissà quanti libri io abbia letto quanto per la difficoltà a collocarli temporalmente. Sono giunto al seguente verdetto.
A chi ha 20 anni suggerirei di leggere Molto Forte Incredibilmente Vicino di Jonathan Safran Foer. Un romanzo di sentimenti che trovo molto toccante e che arriva dritto al cuore, per quel che mi riguarda. Con l'attentato dell'11 settembre sullo sfondo, un bambino prova a mantenere un legame con il padre disperso nel crollo delle Twin Towers e questo suo pervicace tentativo di averlo vicino in qualche modo ferisce e intenerisce. Trovo appropriato leggerlo a questa età perché si è usciti ormai dall'adolescenza e si entra in un periodo in cui ci si rende conto che certe cose vanno lasciate andare, che arriva un momento in cui si deve crescere, che basta un attimo perché la vita cambi completamente e allora non resta che adattarsi. Mi piace vederla così.
A chi ha 30 anni suggerisco It di Stephen King. Un romanzo horror certo, ma che dice molto di più sull'uomo e sul suo cammino su questo "atomo opaco del male" come definì il mondo Giovanni Pascoli. Meglio leggere questo romanzo quando si è trentenni perché a 20 si rischia di apprezzarne solo il lato horror che è interessante e divertente ma è solo metà del libro. In fondo il mostro al centro della storia è solo un escamotage per parlare dei veri mostri che abbiamo dentro ognuno di noi, quegli spettri che ci portiamo dal passato e che si trasformano a volte in demoni quando raggiungiamo l'età adulta. Se una morale vogliamo trovare in questa storia magistralmente raccontata direi che è questa: prima o poi devi tornare indietro e affrontare il mostro da cui stai scappando. Potresti scoprire che basta non credere in lui per sconfiggerlo.
A chi ha 40 anni suggerisco di leggere la trilogia di Vincenzo Malinconico ossia i tre romanzi di Diego De Silva: Non Avevo Capito Niente, Mia Suocera Beve e Sono Contrario alle Emozioni. Sono tutti e tre divertenti, però io ho preferito su tutti il secondo. Il protagonista è, come suggerisce il suo cognome, una persona malinconica, un avvocato di "insuccesso", fallibile e forse pure un bel po' fallito ma che riesce a tirar fuori perle di saggezza insospettabili grazie al suo essere così disincantato e disilluso dalla vita. Il protagonista di questi libri è una persona che narra le sue vicissitudini per prendersi, come dice lui, la rivincita sulle parole perché non tutti abbiamo la risposta pronta come gli eroi positivi dei romanzi e dei fumetti. Alla maggior parte di noi la risposta giusta arriva ore o giorni dopo una discussione perché le persone normali hanno mille dubbi.
Ho dovuto tenere fuori molti altri romanzi degnissimi come Kafka sulla Spiaggia e Norwegian Wood di Murakami, oppure Survivor e Invisible Monsters di Chuck Palahniuk, oppure Qualcuno con Cui Correre e Che tu Sia Per Me il Coltello di David Grossman (quest'ultimo lo ha già messo @myorizuru e lo sapevo lo avrebbe fatto, per cui va bene così) ma le decadi erano quelle per cui ho dovuto limitarmi (magari la prossima volta facciamo lustri, ok?).
Ho tenuto fuori volutamente i fumetti perché in fondo sono altro, qualcosa di diverso dai libri ma con pari dignità spesso. Avrei suggerito comunque Maus di Spiegelman su tutti e Una Ballata del Mare Salato di Hugo Pratt.
Arrivo ai tumbleri da taggare e poiché molti sono stati già stati taggati mi auguro di non fare un secondo tag nominando @lady--vixen, @surfer-osa, @darknya, @leonoraddio, @goolden (di cui credo di indovinare almeno un titolo) e the last but not the least colei che ritengo la massima esperta di libri (rullo di tamburi, please): @morganadiavalon.
Naturalmente se vi va di farlo, siete liberi di declinare o ignorare la proposta ma sappiate che vi scateno le rappresaglie se non lo fate.
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eleanordahlia · 4 years ago
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     👑     —    𝐍𝐄𝐖 𝐑𝐎𝐋𝐄      𝐞𝐥𝐞𝐚𝐧𝐨𝐫 𝐝𝐚𝐡𝐥𝐢𝐚     &    𝐞𝐜𝐭𝐨𝐫      ❪    ↷↷     mini role ❫      beyond    the      lake      31.10.2020  —  #ravenfirerpg      #ravenfireevent  #spookyravenfire
Decorazioni spaventose facevano da padrone in quell'ambiente che doveva essere uno dei più raffinati in città, e non lo si poteva negare quando vi erano di mezzo i Maffei. Ma era quella oscurità insita dei dettagli ad affascinare la newyorchese che di feste di Halloween ne aveva visto a bizzeffe durante la sua prima vita. Già, perché considerava il suo trasferimento a Ravenfire come un nuovo inizio e tutto sommato non poteva dire il contrario visto quanto accaduto. Mancavano ormai pochi minuti a mezzanotte e un gran numero di persone sembrava agitarsi mente la giovane beveva un Bloody Mary che aveva decisamente visto giorni migliori. Era però l'uomo accanto a sé a guardarla con occhi stralunati. Probabilmente il tutto era dovuto ai loro abiti che non potevano essere più diversi, rappresentando due epoche beh completamente differenti: l'uno vestito da vichingo e la donna in pieno di stile fumettistico, da Joker.
« Sembrano tutti agitati... E non guardarmi così, è ottimo questo Bloody Mary. Tu probabilmente avresti necessità di un boccale, sarebbe più in tema... Però ehi, ti dona l'aria da guerriero sanguinario. »
Ector Kelley
La notte di Halloween era ormai diventata una scusa per ubriacarsi, un modo come un altro per rimorchiare, accontentare l’io bambino spaventando le persone con idee alquanto stupide e riempiendosi la bocca ( e la pancia ) di cioccolato e caramelle, vederci della droga anche in quelle. Ector si sentiva troppo cresciuto per partecipare a quel genere di evento, sapeva che Samhain voleva dire ben altro e che le tradizioni stavano man mano svanendo. Tuttavia si era travestito da vichingo – idea proposta da Simon – ed era andato al Resort, come aveva deciso di fare ogni dipendente del suo Garage, pur avendo un broncio impassibile sul volto e sentendosi poco partecipe al pensiero comune.   “Sei davvero sicura che quello sia un Bloody Mary?” disgustato dal drink di Eleanor che sembrava tutto fuorché il medesimo Bloody M. Ector deviò il ‘complimento’ di lei con un’esaustiva rotata d’occhi e rivolse l’attenzione al suo bicchiere di bourbon che arrivò al bancone. “Come te la passi, pagliaccio?”
Eleanor Dahlia H. Janssen
Ritmi assordarti continuavano a battere il tempo in quella pista da ballo che sembrava uscita da qualche video musicale. Ricordava perfino un video in particolare, dei Backstreet Boy, che in qualche modo rappresentavano perfettamente l'ambiente e il tema della serata. Sangue ed effetti speciali erano all'ordine del giorno, ma era il volto arcigno dell'uomo a solleticare l'ilarità dell'esperimento. Ridacchiò la giovane newyorchese che, diede una veloce occhiata al suo bicchiere, prima di replicare.
« Sei curioso di assaggiarlo, uomo del nord? »
Commentò offrendogli il bicchiere ma non prima di averne assaggiato ancora un sorso. Sentiva il sapore della vodka svicolare veloce e soprattutto darle quella carica che in fondo cercava quando aveva deciso di presenziare all'evento. Era ciò che lei chiamava comunemente coraggio liquido.
« E' ottimo, e dovresti davvero provarlo... Credimi che ti si addice il ruolo dell'uomo di Neanderthal, ti sei immedesimato alla perfezione. Hai lo sguardo di chi decapiterebbe chiunque ti rispondesse a tono. Rilassati, sei una festa e poi che cosa dovrebbe succedere? »
Ector Kelley
Fu inevitabile assumere un’espressione disgustata di fronte a quel suo invito. Ma dovette ammettere che farsi chiamare _uomo del nord_ era alquanto piacevole, da quel momento in poi avrebbe chiesto a chiunque di usare un epiteto tanto simile. “No, passo.” Lo disse con un’aria quasi confusa e interrogativa. Quel _passo_, era così che si diceva nel gergo giovanile, no? Si sentiva tremendamente vecchio a causa di ciò, tuttavia.. se qualcuno glielo avesse chiesto, no, non avrebbe preferito essere un bamboccio di vent’anni. La sua adolescenza era stata tutt’altro, di gran lunga preferibile a quella di Eleanor, e dei drink che ancora lei ostentava a chiamare tali quando all’apparenza erano nauseabondi – un insulto ai veri drink ch’erano passati nello stomaco del dooddrear. “Ti hanno mai detto che non bisogna dire quelle paroline magiche? ‘Cosa dovrebbe succedere’, la saga di ghostface insegna che può succedere di tutto. Spero che tu sia ancora vergine, perché se non lo fossi potresti anche morire stanotte.” Disse, bevendo dal / suo /, di bicchiere. Bourbon. Ottimo. “È stata un’idea di un mio dipendente, comunque. Per niente geniale. Il tuo invece?”
Eleanor Dahlia H. Janssen
Il ghigno che s'era dipinto sulle labbra della giovane newyorchese non si scalfì nemmeno di fronte a quell'espressione di puro disgusto, almeno apparente, che aleggiava sul di lui viso. Era impossibile, infatti, per Eleanor non rimanere colpita da quanto Ravenfire potesse avere i giusti assi nella manica per rendere quella semplice festa commerciale come un party all'ultimo grido. Quei piccoli particolari le ricordavano la sua infanzia, perfino la sua adolescenza tra il lusso e lo sfarzo di una vita che ormai non più le apparteneva ma anche in qualche modo era ancora lì. Un angolo si alzò in risposta a quelle parole, nonostante non potesse non dare ragione all'uomo. « Perché nel caso in cui lo fossi, ti staresti proponendo per violare la mia illibatezza? Ne sarei quasi onorata, uomo del nord... » Domandò con un sopracciglio alzato prima di scoppiare inevitabilmente a ridere. Tante cose si potevano dire infatti della Janssen, ma una cosa era certa le piacevano eccome i ragazzi e la sua verginità, beh era ormai affare lontano. « Ma abbassa lei ali, o forse dovrei dire abbassa l'elmo e la lancia per rimanere in tema... Non lo sono da tempo. Ad ogni modo, perché non avrei dovuto presenziare? Per quanto voglia tenere un profilo basso e credimi so di doverlo fare, non voglio limitarmi nelle mie scelte. »
Ector Kelley
Una vera fortuna, per Eleanor, che Ector non avesse la bocca piena di bourbon in quel momento. Di fronte a una battuta così pessima quel liquido dal colore ambrato gli sarebbe andato di traverso, di questo il dooddrear ne era certo, causando non solo una fastidiosa tosse, ma un vero e proprio maremoto – che avrebbe rovinato il bel costume da Joker di Eleanor. Ma ciò non accadde ed Ector si limitò semplicemente a inarcare un sopracciglio, guardando l’altra in modo confuso, come se di fronte a sé avesse un essere strano, quasi alieno, e desiderasse essere altrove. “Potresti essere mia figlia.” Commentò, portandosi nuovamente il bicchiere ( pieno, ma non per molto ancora ) alle labbra, bagnandole appena e ascoltando distrattamente la doodd coi suoi discorsi senza senso. “Non ho detto che non saresti dovuta venire,” scostò il bicchiere portandolo sotto al naso di lei, non per lasciarlo nelle sue mani, bensì per interrompere qualsiasi altro fiume di parole pronto a venir fuori dalle sue labbra pittate di rosso fuoco prima che lui potesse portare a termine il proprio discorso. “Quello che in realtà vorrei farti capire – è che dovresti stare più attenta, dovresti ormai sapere che in un posto come questo tutto è dato per scontato, soprattutto le cose brutte. Non è un male avere il mio sguardo.” - Quello che “decapiterebbe chiunque rispondesse a tono.” Ector era pronto a tutto, ormai. “Ad ogni modo, non potrei mai vietare a nessuno di divertirsi nel mentre. Ma cambia drink, perché il tuo fa cagare.”
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹���𝒍𝒆. ❫
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seinatoconlealipervolare · 6 years ago
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FINE.
Questi due giorni di silenzio mi sono serviti per riflettere molto sul da farsi, dopo tutto quello che è successo da Sabato scorso fino ad oggi. Una settimana. Una settimana che doveva essere la più importante per me, dove dovevo avere pace e tranquillità. E invece mi sono trovata ad essere nervosa, arrabbiata e col sangue sguasto. Questi due giorni me li sono presa per me. Per riflettere e capire cosa e chi voglio dalla vita. Ho capito che al mio fianco in questo percorso lungo 5 anni voglio un UOMO e non un bambino viziato che fa dispetti e non mi da pace in periodi difficili come quello degli esami. Ho capito che siamo sulla stessa strada di Agosto. Di nuovo separati da un muro che tu non vuoi scavalcare.
Ti invito a metterti nei miei panni.
Ti invito a vedere sul mio telefono un messaggio dalla persona che ha fatto finire una storia di due anni e mezzo.
Ti invito a cercare di fidarti della persona che dovrebbe amarti e che invece di capirti e dimostrarti che tu sei l'unica cosa che gli fa desiderare di alzarsi la mattina, cosa fa?
Ti invito ad analizzare quello che è successo ieri... partiamo innanzitutto del fatto che se io non ti avessi mai mandato quella frecciatina, tu quando me lo dicevi che la sera prima stavi scrivendo con lei nello stesso momento che eri con me!? Me lo dicevi stamattina? Spacciandola per una "chiacchierata" (e lo metto tra virgolette perchè tu saresti dovuto essere incazzato nero, perchè lei ha rovinato di nuovo il tuo rapporto)?!
Per poi passare agli screen di cui vai tanto fiero, ma dovresti solo vergognartene perchè innanzituttonon le hai scritto niente, ma NIENTE di quello che dovevi REALMENTE scrivere, perchè io li vedo risatine, vedo prese per il culo, vedo uno che è interessato a quella persona.
Invece cosa dovrei leggere?
Dovrei leggere un UOMO incazzato, un UOMO che CI TIENE alla sua relazione e che VUOLE RIMEDIARE, dovrei leggere un "Non rompermi più. Io voglio lei tu devi sparire", questo è quello che qualsiasi ragazza vuole vedere.
NON "Ti scrivo dopo 5/6 ore" , "Così non mi aspetti", NESSUN "Ahahah".
MA "ahahah" COSA?!
Ma so che sto perdendo solo tempo a scrivere questo messaggio, perchè le cose non cambieranno mai, vero? Ma sta volta ci do un taglio prima io. Sì. Magari adesso pemserai che sono una persona che non sa quello che vuole. E forse su questo poteri darti ragione, perche la vita è piena di possibilità e io NON voglio limitarmi, io NON voglio perderne neache una.
Forse non so cosa vogli, ma ti assicuro che so COSA NON VOGLIO PIÙ.
Non voglio litigi, non voglio prese per il culo, tradimenti, ma sopratutto non voglio che il mio amore sia rivinato da una zoccola che NON è riuscita ad avere il ragazzo che voleva e per questo deve rovinare la vita di tutte le altre persone. Quindi. Detto questo. Se tu non sei in grado di eliminarla completamente dalla tua, dalla mia, ma sopratutto dalla NOSTRA vita. Mi dispiace, ma il mondo è pieno di ragazzi che sapranno mettere il loro rapporto prima di tutto.
Perchè se dopo tutto questo non hai ancora capito cosa vuol dire amare una persona e il semplice fatto che ieri sera invece che venire (perchè le cose si fanno non di dicono) e provare a chiarire sei andato fuori con quelli che tu reputi "amici" lo dimostra. Questo non è amore. Questa non è la persona che voglio al mio fianco.
Se per te anche solo mezza di queste parole non va bene, puoi uscire dalla mia vita IMMEDIATAMENTE.
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ministrello · 6 years ago
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Oggi non è giornata. È da quando mi sono svegliato che galleggio nel senso di malinconia e grigiore tipico delle giornate invernali. Eppure fuori c’è il sole. Non so di preciso perchè mi sia svegliato così, negli ultimi giorni pensavo di essere riuscito a mettermi il cuore in pace.. suppongo sia passato troppo poco tempo.
Sta di fatto che sono in aula studio (non me la sentivo di andare a lezione) e mi ritrovo immerso in pensieri senza forma precisa, mi sono arreso all’irrazionale e devo limitarmi a capire cosa sento. Mi sento profondamente umiliato e perso, mi sento trafitto nel profondo e non so come comportarmi. Vorrei solo riuscire a scoppiare a piangere e sciogliere questo nodo in gola che mi tormenta da troppo, purtroppo ho sempre fatto fatica a piangere (fortunatamente ne ho avuto raramente bisogno) ed essendo in pubblico non posso permettermelo. E allora cerco di reprimere tutto, di rimandare a stasera sperando che passi, cerco di lasciare tutto in sottofondo e accettare che oggi sarà una giornata no. Mi limito alle basi: musica in sottofondo e distrazioni da web, la ricetta della nostra generazione per fuggire ai problemi e lasciarli accumulare come blocchetti del tetris.
Purtroppo però il web da un po’ di anni ci studia, ci conosce e a quanto pare il signor Youtube, volendo contribuire a questa mia giornata, tra una canzone dei Tauroboys e l’altra ha deciso di far partire Una Palude. E inutile a dirsi, dalle prime note la malinconia si è fatta soffocante e i ricordi arrivano a fiumi.
Ripenso a tutte le volte che te la canticchiavo sottovoce sperando in qualche modo di aiutare con gli attacchi di panico (non so se effettivamente aiutasse a calmarti ma mi piace pensare fosse così). Ripenso ai concerti abbracciati insieme (chissà quanta gente ci ha odiato per questo), ripenso alla collina e a tutte le volte che al freddo sul sasso ci siamo cullati insieme sussurrando questa canzone. Ripenso al nostro primo capodanno insieme, serata piena di dramma ma che per 5 minuti, mentre ballavamo abbracciati, è stata solo nostra. Ripenso a tutte le volte che questa canzone è stata di sottofondo a qualcosa di stupendo, più dolce del miele e più forte di tutti gli ostacoli che l’adolescenza ci lanciava addosso. Tuttora faccio fatica a rassegnarmi al fatto che fosse solo una relazione adolescenziale come quelle di mille altri ragazzi, parte di me è tuttora convinta che fosse qualcosa di più. Magari è dovuto al fatto che fosse la mia prima relazione, magari sono io ad aver idealizzato il tutto o forse sto solo cercando di trovare profondità in una realtà che altrimenti mi vedrebbe solo umiliato, purtroppo è qualcosa su cui solo il tempo saprà darmi una risposta.
Un po’ mi da fastidio però. Ricordo benissimo che una delle prime cose che ti ho detto quando mi hai raccontato tutto, mentre prendevo le paglie e cercavo in qualche modo di prenderla sul ridere per non impazzire, è stata “Però la musica rimane mia”. Eppure questa canzone non è più mia. Te ne ho fatto dono ormai più di tre anni fa ed è giusto che rimanga a te. Spero tu possa conservarla con dolcezza.
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weirdesplinder · 4 years ago
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Romance con protagoniste femminili che  devono sudare sette camicie... per far capitolare il loro amato
Eccomi con una nuova lista di libri, stavolta sono romanzi rosa in cui la protagonista femminile, innamoratissima, deve sudare sette camicie per conquistare il suo uomo e sposarlo (a meno che non l’abbia già sposato e debba solo farlo innamorare).
Ci sarebbero stati tanti titoli romance con questo tipo di trama, ma tanti, però ho cercato limitarmi e di includere nella lista titoli che non vi avevo già proposto in altre liste, disponibili in italiano e che mi sono molto piaciuti.
Ecco la lista:
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Proposta di passione (An Improper Proposal) di Patricia Cabot
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Trama: Payton Dixon è stata educata come un uomo, nel suo petto però batte il cuore di una vera donna. Il capitano Condor Drake è l’uomo dei suoi sogni e ora sta per sposarsi con Becky. Solo alla vigilia delle nozze, un bacio appassionato rivela quei sentimenti che tra loro per troppo tempo erano rimasti celati… Il matrimonio è annullato, Becky si imbarca per fuggire ma Drake, uomo d’onore, la segue. E quando la nave del capitano viene attaccata dai pirati, sarà Payton a portarlo in salvo, rischiando tutto per il vero amore
La mia opinione: Senza dubbio il mio preferito della lista. Una storia romantica e super sensuale tra pirati incapaci, naufragi in isole deserte, fratelli ubriachi e molta passione. Io lo trovo spassoso ed avvincente e se avete amato i film I pirati dei Caraibi o Laguna Blu è consigliatissimo. Peyton le prova tutte per far capitolare l’uomo di cui è innmorata danni: indossa uno scomodissimo corsetto, si imbarca clandestinamente sulla sua nave, approfitta leggermente di lui mentre è incatenato...giusto il minimo.Ci sono csene piuttosto sensuali ma senza esagerare.
Bewitching una ragazza incantevole (prec. pubblicato come Joy la strega) di Jill Barnett
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Trama: JOY MACQUARRIE HA DEGLI STRANI POTERI PARANORMALI Arrivata da poco in Inghilterra, è subito affascinata dal duca di Castlemaine che, abbandonato dalla fidanzata, non perde tempo e sposa Joy per ripicca. Dopo il matrimonio, però, Joy non può fare a meno di mettere in pratica le sue capacità, cercando situazioni molto equivoche. Il duca è furibondo e, per evitare lo scandalo, decide di cambiare con la forza la condotta della sua sposa… La mia opinione: Questo libro unisce le atmosfere di Strega per amore, Ho sposato una strega e Sabrina vita da strega, al classico genere romance, ottenendo un mix di romanticismo magico ironico veramente irresostibile. Riderete, e vi commuoverete e alla fine sarete felici di avere letto questo libro.La povera Joy riuscirà ad incantare il suo Duca fin quasi da subito, ma per farlo ammorbidire e fargli credere nell’amore ce ne vorrà di sforzo e di magia in questo caso.
Un amore proibito (Guilty Pleasures), di Laura Lee Guhrke
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Trama: Tremore Hall, residenza del duca Anthony Courtland, è un luogo d’immenso valore: in Gran Bretagna non esistono resti romani pari ai mosaici lì rinvenuti, ma non sono quelli gli unici tesori che Daphne Wade è stata capace di scoprirvi. La giovane archeologa, dall’aspetto apparentemente dimesso ma dai grandi sogni d’amore, oltre ai reperti che deve restaurare e catalogare per la collezione di lord Anthony ha trovato qualcosa di più prezioso: si è perdutamente innamorata del duca. L’amore, come lo intende Daphne, è qualcosa di piacevole, caldo e tenero; per Anthony, invece, esiste solo il lavoro e certamente i sentimenti non sono una priorità. E nemmeno l’abbandonarsi al piacere dei sensi, almeno finché Daphne, piccata per averlo sentito dire che sarebbe impossibile trasformarla in una bellezza, accetta la sfida e aiutata dalla dalla sorella di lui si trasforma in una donna sensuale (anche se sempre maldestra) capace di fargli perdere la testa.…
La mia opinione:classica trama dove una ragazza di aspetto normale o non curatissimo, deve trasformarsi con abiti e acconciature e modi di fare diversi per attarrre un lui che non la nota neanche. qui poi lo stile è della Guhrke perciò è una garanzia. Molto carino, anche se prevedibile.
Il conte di Glencrae (The Capture of the Earl of Glencrae), di Stephanie Laurens
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Trama: La caparbia Angelica Cynster è certa che riconoscerà a prima vista l’uomo destinato a diventare suo marito. Quando i suoi occhi incontrano quelli di un misterioso nobiluomo, capisce senza ombra di dubbio che lui è quello giusto. Ma presto il suo cuore batterà forte per il motivo sbagliato: la sua anima gemella in realtà ha deciso di rapirla. L’uomo misterioso in verità è l’ottavo conte di Glencrae e ha dovuto rapire Angelica per salvare il suo castello e la sua famiglia.
La mia opinione: tipico libro della saga Cynster dove i membri della famiglia, in questo caso Angelica, si dimostrano forze impossibili da contrastare, volitivi e decisi. Se vi piacciono le eroine che prendono in mano la situazione, persino una dove in teoria dovevano essere vittime di un piano latrui, di certo questo libro fa per voi. Però c’è instalove vi avverto.
Il lord della seduzione (Lord Of Scoundrels) , di Loretta Chase
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Trama: Jessica Trent prima ha tentato e quindi ha avvinto Sebastian Ballister, marchese di Dain, in un bacio appassionato. E ora spetta a lui salvarle la reputazione. Mai Jessica avrebbe immaginato di desiderare quell’uomo arrogante e immorale. I suoi intenti erano ben altri. Eppure il fuoco dello scandalo è nulla al confronto dell’ardore della loro passione…
La mia opinione: Sebastian  non è bello, non ha delle belle maniere a volte risulta rude o rozzo, e lui stesso è più che consapevole di tutte le sue mancanze. Ma quando Jessica che invece è bellissima, lo vede ne è subito attratta e non esita a farglielo capire in mille modi e molto chiaramente. Siccome la gente pensa già il peggio di lui, lui ha deciso di non deluderli e di comportarsi il peggio possibile, ma in realtà dentro è un cucciolone, ha solo bisogno di amore e di qualcuno che veda oltre le apparenze e per fortuna lo trova in Jessica.
Giarrettiere (Garters) di Pamela Morsi
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Trama: Mai sottovalutare il potere di un paio di giarrettiere. Esme Crabb ha trascorso tutta la vita tra le montagne, cercando di fare del proprio meglio per vivere col poco che possiede senza poter contare sull’aiuto del buono a niente di suo padre o delle sue sci ocche sorelle. La famiglia riesce a malapena a tirare avanti, perennemente in debito con i vicini. Esme sperava che le gemelle potessero trovare un buon marito, ma, come tutto il resto in quella famiglia, sembra che debba essere lei stessa a farlo. Cleavis Rhy, prosperoso commerciante di Vader, non si è mai accorto di lei, almeno fino a quando lei non prepara un piano per incastrarlo e costringerlo a sposarla.
La mia opinione: romanzo molto ironico, il fatto che la protagonista incastri un uomo non la rende subito simpatica, ma poi ci si affeziona. E qui senza dubbio lei fa di tutto prima per sposarlo e poi per conquitarlo.
Lezioni di seduzione (Lessons From a Scarlet Lady) di Emma Wildes
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Trama: Fra gli scaffali polverosi di una libreria, Brianna scopre un libro scandaloso che farebbe bene a non prendere, pieno di parole che una dama come lei non dovrebbe nemmeno pronunciare. Ma la curiosità è femmina, e Brianna intravede fra quelle pagine la possibilità di dare una veste nuova alla sua vita e al suo matrimonio. È sposata con Colton Northfield, un aristocratico influente e irresistibile, ma freddo e fin troppo rispettoso... I consigli di una cortigiana come lady Rothburg sono ciò che le serve per far innamorare suo marito, e lei è disposta a seguirli alla lettera pur di trasformarsi in una donna coraggiosa e sensuale, una maestra del piacere. Capitolo dopo capitolo, guidata dalla voce audace e senza scrupoli dell’irriverente scrittrice, Brianna scoprirà cosa significa essere una vera donna, svelando nuovi aspetti della propria personalità.
La mia opinione: questo titolo è molto hot se confrontato con gli altri titoli della lista siete avvertiti. Detto questo è una trama molto carina dove una moglie decide di sedurre e conquistare il marito grazie ad un libro scritto da una cortigiana.
Seducing Mr Knightley, di Maya Rodale (inedito in italiano)
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Trama: Annabelle è la più timida delle Writers girls e passa inosservata tanto inosservata che Mr. Knightley, non si è mai accorto che è innamorata di lui da ben tre anni. Lui entra nella stanza e lei sospira, ma è stanca di sospirare, quindi si decide a chiedere aiuto…ai suoi lettori. Di solito sono loro a chiedere i suoi consigli via lettera, stavolta è lei a chiedere aiuto a loro tramite la sua rubrica sul giornale chiedendogli consigli per conquistare un uomo, l’uomo di cui è innamorata da tanto tempo e che non si è mai accorto di lei. La rubrica ha un successo inatteso e le lettere di consigli fioccano. Mr Knightly ne è felice, significa più vendite per il giornale, ma non sa che l’uomo misterioso è proprio lui! Annabelle inizia così a seguire i consigli dei lettori: indossa abiti più carini e soprattutto più scollati, cerca di lanciare sguardi languidi, e di svenire in modo credibile in modo da venir soccorsa dal suo direttore. Knightly è perplesso, ma sicuramente ora la nota, prima di tutto inizia a notare il suo seno, i suoi capelli i suoi occhioni blu e si scopre attratto da lei….anche se le chiede spesso se ha qualcosa in un occhio….è persino geloso delle attenzioni che altri due uomini le lanciano, ma combatte l’attrazione, poiché Annabelle è una sua dipendente e poiché lui dovrebbe sposare una nobildonna per ottenere che il suo giornale sia lasciato stare dalle indagini parlamentari e per ottenere ciò che ha sempre voluto: far parte della cerchia del suo fratellastro, un Duca, poiché Mr. Knghtley è il bastardo di un duca, l’amato figlio della sua amante, una famosa attrice.Ma resistere ad Annabelle è sempre più difficile.
La mia opinione:
Questo di Maya Rodale è veramente un gran bel libro, che mi ha preso tantissimo, l’ho finito in una sera! E’ romantico, struggente, ironico, non so come spiegarmi meglio, ha lo stesso fascino della favola di Cenerentola, solo in meglio. Entrambi i personaggi principali sono simpatici e affascinanti. Annabelle è dolce e generosa e meriterebbe di più dalla vita di ciò che ha. Nonostante viva come vittima di sua cognata che la tratta come una serva, riesce comunque a gioire della vita che si è costruita in segreto grazie al giornale e alle sue amiche, e quando inizia a mostrarsi invece che nascondersi e cerca finalmente di ottenere ciò che vuole, il lettore non può fare a meno di tifare per lei, così come i lettori della sua rubrica e lo stesso Mr Knightly che è felice di vederla parlare per se stessa. Lei stessa si sorprende di tutto l’appoggio che ottiene e di quanta gente sia disposta ad aiutarla, lei che comunque ha sempre cercato di vedere il lato buono in tutte le persone, ora scopre che ci sono veramente tante persone buone. Knightly è un uomo che soffre per l’ostracizzazione del fratellastro, ma che da piccolo è stato amato sia da sua madre che da suo padre. Non si rende conto che è stato molto più amato del suo fratellastro, poiché suo padre considerava la sua amante e il suo figliastro la sua vera famiglia e saranno sua madre e Annabelle ad aprirgli gli occhi sul fatto che la freddezza del suo fratellastro è dovuta al dolore che ha provato da piccolo, poiché lui non ha quasi avuto un padre al contrario di Knightly. In Annabelle Knightly scoprirà tutto l’amore che ha sempre desiderato, ma a cui era prima cieco.
Altri titoli che rientrerebbero in questa lista, ma sono anche loro inediti in italiano purtroppo sono:
Seduction of a Proper Gentleman  by Victoria Alexander
When Seducing a Duke by Kathryn Smith
Ve li cito comunque perchè se sapete leggere in inglese, o spagnolo, sono molto carini, anche se non stupendi quanto Seducing Mr Knightley.
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touchofclassimage · 5 years ago
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Come a tutti da piccolo mi veniva regolarmente rivolta la domanda: “Cosa vuoi fare da grande?” Una volta rispondevo: il cantante, la volta dopo il veterinario, la volta dopo ancora aiutare le persone; volevo fare tante cose, perché avrei dovuto limitarmi ad un ruolo, categoria o lavoro? Il fatto è che avevo troppi interessi, come li ho tuttora. È più forte di me, fin da piccolo ho sempre fatto tantissime cose, un’energia inesauribile di “voler fare, costruire, imparare e capire”. In ogni progetto o lavoro mi ci butto a capofitto, studio ogni minimo dettaglio, immagino, vedo al di là e lo porto a termine nel migliore dei modi con la mia maniacale attenzione per i dettagli. Ma dopo succede qualcosa, mi dico ok Stefano, hai fatto bene questa cosa, ti sei sfidato e sei riuscito, il risultato è arrivato e ora cos’altro si fà? Subentra un altro bisogno di novità, di diversificare, di passare allo step successivo, di iniziare e costruire nuovamente. Questa cosa mi ha sempre creato molta ansia, mi sono considerato un incostante, un insoddisfatto, uno che voleva tutto e subito e non appena lo raggiungeva passava ad altro per non annoiarsi e mettersi alla prova. Mi viene detto che non sono categorizzabile come blogger perché tratto molti argomenti, lo stesso per Instagram e i social. Ma perché dovrei essere posizionato in una categoria monotematica? Perché dovrei scegliere una sola cosa quando mi piace farne tante? Io non sono monotematico, la vita non è monotematica. Sono capace di fare molte cose e quello che non so fare le imparo. Qualche giorno fa c’è stato un click mentale. Ero a cena con la Vero, la zia @spora e raccontandole questo mio cruccio, con una naturalezza spiazzante mi ha detto: “Ho capito, sei un multipotenziale. Ti mando un video che ti farà capire che tutto sbagliato non sei”. Ho accettato e compreso perché non mi limito ad una sola cosa nella mia vita, perché io non sono un’unica e limitata cosa, sono un’insieme di valori, passioni e desideri, come lo siamo tutti. Non potrei mai avere lo stesso lavoro per tutta la vita, essere lo stesso Stefano tutta la vita, avere le stesse emozioni tutta la vita, sono un multipotenziale e mi piace. (presso Firenze, Tuscany, Italy) https://www.instagram.com/p/By1zbc0IP7R/?igshid=84zrcwqcm1gq
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quellochemipare · 4 years ago
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è notta fonda e non faccio altro che pensare a te, come ogni notte da quando non esiste più un noi. scrivo qui ciò che vorrei urlarti ogni volta che ti ho vicino e posso solo limitarmi a guardare. ti guardo e penso a quante cose avrei potuto evitare per fare in modo di averti ancora qui. non l'ho fatto e ora non mi rimane nient'altro se non un mucchio di ricordi da rivivere in solitudine, con la nostra canzone nelle cuffiette e gli occhi pieni di lacrime. a volte riguardo le nostre foto e penso che quella felicità avrebbe potuto essere ancora nostra se solo non avessi distrutto tutto con le mie mani, se solo avessi capito quanto vali, se solo mi fossi accorta prima che ti stavo perdendo per sempre. ora non mi rimane niente, solo lacrime e rimpianti. non avrei mai dovuto lasciarti andare così, non avrei mai dovuto sottovalutare ciò che eravamo, non avrei mai dovuto ferirti. continuo a scrivere di getto ciò che mi passa per la testa, immaginando e sperando che un giorno, quando potrò di nuovo averti a un centimetro dal cuore, potrai leggere queste parole e capire l'immensità del vuoto che hai lasciato dentro me. non so se ci sarà di nuovo un noi, in fondo nessuno vorrebbe tornare con una persona che l'ha ferito, ma spero che tu lo faccia. perché lo so che è difficile riuscire a fidarsi, lo so che il dolore è difficile da dimenticare, ma io ho bisogno di te nella mia vita. ho bisogno di te e dei tuoi occhi del colore del cielo, di te e dei tuoi baci che sono la cura a tutto, di te e del modo in cui mi fai sentire, di te e di tutto quello che abbiamo costruito insieme, di te che ogni giorno mi rendevi la persona più felice del mondo. ho bisogno che tu torni, perché le giornate senza te non passano ed è difficile anche aprire gli occhi la mattina, perché so già che trascorrerò l'ennesima giornata senza te. torna qui, perché senza te fa tutto schifo e anche ciò che mi rende felice non ha lo stesso sapore se non posso condividerlo con te. torna da me.
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sabbiarovente · 6 years ago
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La dannazione eterna della mente nerdica
Ho un approccio nerd misto autistico su tante cose, troppe, anche per la scelta di piante di rose. Gli ultimi mesi ho speso molto tempo a documentarmi a riguardo, pure fino alle tre di notte. Fra le varie, son finito a leggere ricerche scientifiche, persino anni '60. Ho un vivaio? No. Volevo comprare qualche pianta da mettere in giardino, ma nemmeno ce n'era tutto questo bisogno. Ché poi bisogna starci dietro. Ho appunti con centinaia di nomi di rose e caratteristiche. Fossero solo le rose. Perché poi bisogna potarle, e quindi ricerche su produttori e test di cesoie (cesoie Maremma impestata!), video recensioni in russo coi sottotitoli automatici fino alle due di notte al posto di un sano raspone su Pornhub. Mi servono le cesoie? No! Ne ho già tre che mi ha dato il mi' babbo. Avranno 30 anni, funzionano. Ma son dovuto andare a ritrovare che modelli fossero e relative opinioni. Le aziende hanno cambiato nome, si sono fuse, ho comunque ritrovato i nomi dei modelli. Li fanno ancora. Volendo ci sono anche i ricambi. A che pro? Boh.
Sui concimi poi, il caos, ultimamente cerco di limitarmi ai forum di agraria e alle pubblicazioni universitarie. Tanto poi nemmeno li compro.
E le talee, talee a sfare, a centinaia. Nel subconscio spero muoiano tutte questa estate quando sto via di casa. Ma purtroppo sto già guardando le specifiche degli impianti di irrigazione automatici. Dannazione.
Che poi a me delle rose e del giardinaggio, in fondo, non frega nulla. Credo di odiarlo il giardino. Coltivo un talento nel perdere tempo sulle cose inutili.
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andreainthailandia · 6 years ago
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Non si finisce mai di imparare: dopo 10 giorni, ritrovati salvi i 13 dispersi nelle grotte di Tham Luang a Chiang Rai!
I miracoli avvengono, e non sono una questione di fede religiosa!
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I “Cinghiali” (หมูป่า) – questo il nome della squadra formata dai 12 ragazzetti – hanno tenuto un intero paese con il fiato sospeso per 10 interminabili giornate! È stata definita come la più imponente operazione di salvataggio mai verificatasi in Thailandia, con Marina Militare tailandese impegnata incessantemente fianco a fianco con sommozzatori, geologi e militari provenienti da Inghilterra, Australia, Stati Uniti, Laos, Giappone. Oltre 1.000 persone attivamente coinvolte nelle ricerche. Se i “Cinghiali” avessero partecipato ai mondiali di calcio non avrebbero avuto altrettanto seguito e supporto!
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Guardavamo la TV quando hanno interrotto il film per un’edizione straordinaria del TG. Non avevamo dubbi che la notizia riguardasse i ragazzi di Tham Luang. Inizia la diretta. Sotto una tenda da campo il volto sorridente del governatore di Chiang Rai circondato da militari e volontari è già di buon auspicio. Dopo le prime parole la gioia della gente gli impedisce per qualche istante di andare avanti con il suo discorso. “La squadra di sommozzatori thailandesi e britannici alle 9.45 circa hanno trovato i ragazzi a circa 400 metri dalla cosiddetta spiaggia di Pattaya, dove si riteneva si fossero rifugiati. Sono tutti vivi e sembrano essere in discrete condizioni di salute. Ci vorranno almeno altre 4 ore prima che la squadra medica possa raggiungerli e di certo prima di estrarli dovremo accertarci che sussistano le condizioni idonee per farlo…”
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A questo punto la giornalista visibilmente commossa non riesce a dire nulla. Gli occhi lucidi e la voce tremolante tradiscono la forte emozione e noi, in piedi davanti alla televisione restiamo a guardare increduli le immagini delle persone che si abbracciano.
Il cellulare inizia a squillare. I gruppi su Line e Whatsapp sono un continuo susseguirsi di faccettine sorridenti. Io per paura di non aver capito bene mi metto su Twitter alla ricerca di una conferma: hashtag #ThamLuang! Da Samui Giuseppe mi scrive per sapere se avessi saputo la notizia. Dove era lui sembrava che la Thailandia avesse vinto la finale dei mondiali di calcio!
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Non faccio in tempo a condividere sulla pagina Facebook la notizia che quelli di Caterpillar mi chiamano per sapere se sono disponibile a condividere in diretta le notizie della serata. Mi richiamano che sto ancora guardando la TV. Hanno appena mostrato l’iPad di una delle mamme che guarda le prime foto ricevute da dentro la grotta. Una nuova ondata di gioia, la conferma che è tutto vero arriva dalle immagini più che dalle parole! Un po’ impacciato cerco di descrivere quello che meno di un’ora prima è accaduto (se cliccate qui potete ascoltare il podcast della trasmissione di ieri con il mio intervento a partire dal 6° minuto).
Non è possibile descrivere a parole il video girato dai 2 sommozzatori britannici che per primi hanno raggiunto i ragazzi. Immagini sfocate che trasmettono una luce fortissima, la luce che ha spinto i ricercatori a non arrendersi mai!
(se non si apre la finestra con il video qui sopra lo potete guardarlo cliccando su questo link --> www.facebook.com/infoaboutthailand/video). È mezzanotte passata quando spegniamo la luce ma l’adrenalina è tanta e non riusciamo a prendere subito sonno. Alle 6 siamo già a caccia di notizie per essere certi di non aver frainteso o di non aver sognato. E' tutto vero, sono sani e salvi e presto torneranno a casa e riabbracceranno i loro familiari!
Al di là di tutto, la cosa davvero incredibile è l’atteggiamento che per 10 giorni ha avuto il popolo tailandese. In una parola
speranza
Le immagini qui sotto sono solo una parte delle centinaia che girano in rete e che hanno proprio la speranza come tema comunq.
La stragrande maggioranza delle persone non ha mai perso la speranza di ritrovarli vivi. Non ha abbandonato la fiducia in chi stava lavorando per riportare a casa le 13 persone intrappolate nella grotta. I tailandesi non si sono autoproclamati esperti tuttologi di speleologia ma hanno continuato a tenere le dita incrociate, hanno pregato, hanno conservato l’ottimismo.
I ragazzi e l’allenatore sono ancora dentro la grotta. Sono sopravvissuti bevendo l’acqua che gocciolava dalle stalattiti sopra le loro teste. Ora hanno ricevuto acqua e cibo e i primi trattamenti medici. Verranno estratti non appena le loro condizioni e quelle della grotta lo permetteranno. Ci vorranno diversi giorni, forse settimane se non mesi. L'acqua potrebbe tenerli separati dal resto del mondo fino alla fine della stagione dei monsoni. Ma non saranno più soli, non saranno più senza cibo. Nella speranza che le cose si risolvano il prima possibile i familiari hanno già pututo rassicurarli per quanto possibile. E alla fine sarà di nuovo festa per questo paese che non smetterà mai di stupirmi!
La speranza vede l’invisibile tocca l’intangibile e raggiunge l’impossibile. Christian Bobin
 PS: i Galletti del Mulino Bianco in un paio di foto non vogliono essere pubblicità occulta (anche se magari una sponsorizzazione dalla Mulino BIanco non mi dispiacerebbe) ma erano davanti alla TV quando ho fatto le foto ieri sera
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sciocco-lato · 6 years ago
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Devo proprio ammetterlo, non so da che parte girarmi. Ho paura che qualunque mossa faccia o parola possa dire, andrà nella direzione giusta, perché è così che deve essere, ma non è la direzione giusta. Ovvero lo è per noi, ma non so se lo sia per tutto il resto. Cosa voglio dire? Che ti ho sempre detto tutto, sapendo che prima o poi sarebbe finita, la libertà di poterci sentire a qualunque ora del giorno e della notte. I contatti diverranno più sporadici. Quelli mentali si amplificheranno, se possono esserlo più di così. Già oggi, se passa qualche ora senza un segnale, partono mille allarmi, non oso immaginare cosa sarà tra qualche giorno. Come saremo. Non ci voglio pensare. Ti dico solo che, anche se non sembra, sto cercando di limitarmi, in questi giorni che sono libero e non ti scrivo tutto tutto tutto quello che penso e che sento. Non voglio aggiungere benzina sul fuoco che già arde per conto suo... Alimentato da me e te, a distanza. Ogni tanto una fiammata quando ci incontriamo, dal vivo, da dietro un finestrino. Anche da dietro un display. Ieri notte in un impeto ho scritto quello che ho scritto, alla tua domanda "ma ora...". Stamattina mi sono svegliato con l'impulso di cancellarlo, ma il tempo era scaduto, non lo avevi letto, ma era passato troppo tempo. Lo volevo cancellare perché avrei dovuto omettere di scrivere certe cose. Anche se sono cose che già sai, non avrei dovuto scriverle così in questi giorni. Non ti sto aiutando. Come dici tu è un gran casino, abbiamo perso la bussola, il tempo ci ha gabbato, noi ci siamo lanciati, abbiamo provato a tirare il freno più è più volte ma non c'è stato verso. Lì stavamo andando e lì siamo finiti. Con tutto quello che ne comporta. Ci siamo avvolti l'uno sull'altra proteggendoci, cercando in qualche modo di curarci a vicenda, di darci (quel che abbiamo potuto) quello di cui avevamo bisogno (tantissimo). Ma non è bastato. Non basta. Non basterà mai. Finché ci ricorderemo l'uno dell'altra vivremo con la speranza di incontrarci. E, te lo dico per esperienza, NON PASSA. Tu non passi mai. Ti avevo raccontato che la mia prima storia mi ha lasciato dei segni fortissimi, che solo poco tempo fa sono scomparsi. Da allora sono passati 12, 14 anni, non ricordo. Ma un tempo enorme. E in tutto questo tempo, credimi, non ho smesso un giorno UNO di pensare a quella persona. E so che mi succederà nuovamente. Mi sto già accorgendo, quando non ho tuoi segnali, quando sento un canzone, quando sento una frase, una parola, vedo 2 che si baciano, ti penso. E se posso, cerco di fare a meno di scrivere. Ma fallisco il 90% delle volte. Perché sei tu, babe. E non sarà più lo stesso. Credo anche che noi non abbiamo deciso nulla, non abbiamo fatto alcuna scelta in merito al fatto di buttarci o no. Saremo giunti alla stessa conclusione, perché è troppo forte quello che c'è tra noi ed è successo in un niente. Ho soffocato tanti di quei "ti amo" all'inizio che non hai idea. Ho cancellato e riscritto mille messaggi, perché non volevo correre né essere imprudente. Cercavo di stare un passetto indietro a te, sempre. Forse per vigliaccheria, forse per evitare di fare il passo più lungo della gamba o addentrarmi in un'area a me non riservata, quella del tuo cuore. Per questo ti dico che saremo giunti comunque a questo punto. Garantito. Abbiamo voglia a dirci che abbiamo sbagliato, che non avremmo dovuto, che non è giusto. Per questo motivo ti dico che qualunque cosa dica o faccia andiamo a finire lì. Che alla fine non abbiamo deciso nulla. Tu pensi che se non ci fossimo scambiati tutti quei messaggi, vocali e non, non saremmo lo stesso uno nella testa dell'altro?! Tu pensi che se non ci fossimo baciati, non avremmo una voglia matta l'uno dell'altra?! Per quanto mi riguarda, si! Si, si, tutta la vita. E non mi stancherò mai di ripeterlo. E se, dovessimo restare così, distanti ma vicini, io aspetterò. Qualunque cosa accada, io aspetterò. Perché l'ho già fatto, e sono fatto così. Io aspetterò. Perché ti amo. C.
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teampippy · 7 years ago
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La decisione era stata presa durante la cena del Mercoledì, “weekend al lago?”.
L’avvicinamento al ritorno in quel di Zorzino comincia nel pomeriggio di Venerdì, quando poco prima di lasciare l’ufficio, mando un messaggio a Marek su Instagram informandolo della mia presenza sul lago nel weekend.
Marek (alias Marco) è un ragazzo di 25 anni conosciuto su Instagram, lui è un ciclista, uno di quelli veri, uno di quelli che si spara dai 600 ai 700 chilometri alla settimana, si lo sò che state pensando che voi probabilmente, tutta quella strada non la fate neppure con la macchina. Marco abita a circa 50 chilometri da Zorino, dove ho casa io. Alle nove di sera mi conferma la sua presenza per la Domenica, e mi propone un giro tra Presolana e Croce di Salven per poi rientrare dalla Valle Camonica. Il giro è bello tosto, e non c’è biosogno che sia Strava a dirmelo, decido quindi di limitarmi al Sabato con un tranquillo giro intorno al lago, quel lago che tanto mi era mancanto nella scorsa primavera.
Il giro del sabato passa via liscio, 70 chilometri tranquilli con tanto di nuovo record personale sulla salita verso casa, un giro caratterizzato da un sole che io ad Aprile non avevo mai visto, sole che tra le altre cose mi ha procurato una magnifica scottatura, in chiara modalità ciclista, ovvero con segno della maglia annesso.
Arriva Domenica, la sveglia suona alle 7.10, ho appuntamento con Marco alla rotonda di Piangaiano, alle 8.30 significa che per la prima volta in cinque anni, partirò con un bel 2 km di salita al 7% di media, alla faccia del buongiorno. Il mio accompagnatore di giornata arriva in perfetto orario in sella alla sua “Zucchina” (finalmente ne ho trovato uno che come me dà i nomi alle bici) una Cannondale Caad verde fiammante impossibile da non notare per strada. Presentazioni al volo e si parte direzione Sovere per l’avvicinamento alla prima salita del giorno, ovvero il Passo della Presolana.
Durante la strada che ci porta verso Clusone chiacchieriamo, mi racconta che va in bici da quando aveva quattordici anni, ma fino due anni fa, era un semplice ciclista della Domenica, dove insieme a suo padre si sparava dei lunghi da 1407160 km. Avrei voluto chiedergli altre mille cose, ma ahimè il punto di ascesa al Passo della Presolana è arrivato e il fiato mi serve per non andare in apnea.
A dirla tutta, la Presolana la conosco già, non solo per aver frequentato Bratto e il Monte Pora fin da ragazzo, ma anche per averla scalata con la Mya nel 2016. Di quella prima volta in cui la scalai, ricordo che era estate e il sole era nascosto dalle nuvole, ma il caldo e l’afa si facevano sentire. Oggi invece splende un  sole che rende i contorni della salita meravigliosi, e la fatica sembra essere meno pesante. Dopo Bratto si sale ancora, fino ad incontrare il primo vero tornante della salita, che poi è come una specie di segnale per i ciclisti che la salita è quasi finita. Arrivati al cartello che indica il passo ci fermiamo per fare il pieno di acqua e mettere la mantellina, la discesa è posta in parte all’ombra e lungo la discesa si toccano anche i 70 km/h.  Durante la discesa facciamo però due soste in due punti in cui si vede perfettamente tutta la valle, un panorama fantastico.
Al termine della discesa, imbocchiamo la prima strada sulla destra per la nostra seconda salita di giornata il Passo di Croce di Salven la cui cima è a metri 1108. Per me questa salita è una novità, mai fatta e per certi versi ne sò anche poco, ma ci pensa la strada a darmi il benvenuto. I primi 2 chilometri sono una mazzata, 17% fisso, mi tocca salire a zig-zag, vuoi per la pendenza vuoi per il fondo della strada che è una vera schifezza, (care amministrazioni comunali, perchè non asfaltate le strade quando iniziano a rovinarsi?)
Dopo i primi due chilometri da vero inferno la strada dà una tregua e il bosco lascia spazio ad un piccolo abitato, Marco ne approfittà per chiedere se la strada per il passo fosse giusta, il signore annuisce ma aggiunge che con le bici da corsa è impossibile passare, la strada non è asfaltata! Marco si rende conto di essere salito da un versante sbagliato. Così giriamo le bici e ci buttiamo in discesa stando attenti alle voragini sulla strada. Ci siamo sciroppati 3 km e 500 metri D+ per la gloria. Ritornati a valle troviamo l’attacco alla salta giusto. Anche in questo caso la strada comincia a salire per bene, il fondo è meno rovinato, ma pur sempre con buche rappezzate alla bene e meglio. Io ho trovato il ritmo in salita e ora pedalo con meno fatica riuscendo anche a scambiare due parole.
Mi racconta che ha fatto atletica a buoni livelli per anni, poi durante una maratona ha sentito una fitta dolorosissima al bacino, talmente forte che è caduto a terra. Trasportato in ospedale gli viene diagnosticata una frattura al bacino. Sarà un caso ma dopo questa storia la salita si è fatta quasi meno dura.
La strada però continua a salire, i primi tre tornanti sono molto larghi e ci permettono di lasciare l’abitato di fondo valle, arrivati in località Fornace la strada funge da divisorio della valle e si arrampica dritta al 7%, poi dopo gli ultimi tre tornarti c’è l’ultimo rettilineo che sembra non voler finire mai. Giunti a questo punto la salita si calma e diventa più pedalabile per i seguenti 4Km e si può quindi raggiungere tranquillamente Borno, bellissimo paese, nonchè famoso e rinomato centro di villeggiatura. Il paese si attraversa su una strada quasi pianeggiante, un falso piano. Superato il centro, troviamo il pezzo più duro di tutta la salita oltre il 10%, Marco mi ricorda che è l’ultima fatica, perchè immediatamente dopo un tratto pianeggiante avremo gli ultimi chilometri sempre con pendenze attorno al 5%, tutte attraverso un paesaggio tipicamente alpino, fatto di boschi e pascoli: l’arrivo al Passo ormai è fatto. E’ segnalato da una croce di marmo e soprattutto dalla presenza di una fontana ottima per dissetarsi. Siamo così di nuovo pronti per la discesa, che ci porterà a Cividate Camuno. Discesa che devo ammettere è abbastanza tecnica ma estremamente divertente, come spesso accade è stata parzialmente rovinata dall’automobilista che ti sorpassa in rettilineo per tenerti dietro sulle curve, ma tanto ci sono abituato ormai.
Mentre percorriamo la strada che da Cividate ci riporterà sul lago, e nel mio caso a Zorzino, abbiamo anche la sfortuna di avere un discreto vento contro, così per non farci mancare nulla. Cerco di stare a ruota di Marco, ma 55 km/h sono un po’ troppi da reggere per le mie gambe, talmente tanto da chiedergli di abbassare il ritmo, dopo avergli preso la scia per i 54 km di strada del rientro siamo a Riva di Solto, è tempo di salutarci, è stato un bellissimo giro, bello duro ma divertentissimo, il tempo ci è stato valido alleato. Le mie gambe hanno fatto il loro dovere e domani serviranno il conto. Saluto Marco con la promessa di rivederci in sella per una nuova avventura.
Mi rimetto in sella e affronto la vera ultima fatica del mio giro, la salita fino a casa, ma ormai è poca cosa in confronto a ciò che le mie gambe hanno dovuto affrontare. Mentre affronto gli ultimi tornanti penso che non avevo mai fatto un giro con tre salite da scalare, non avevo mai fatto tripletta.
  Tripletta La decisione era stata presa durante la cena del Mercoledì, "weekend al lago?". L'avvicinamento al ritorno in quel di Zorzino comincia nel pomeriggio di Venerdì, quando poco prima di lasciare l'ufficio, mando un messaggio a Marek su Instagram informandolo della mia presenza sul lago nel weekend.
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hessathaliaarcher-blog · 7 years ago
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        –––––    𝐋𝐀𝐒𝐓 𝐍𝐈𝐆𝐇𝐓    –––––           Does he know that we bleed the same?         Don't wanna cry but I break that way         I got a fear in my blood         He was carried up into the clouds         If you bled, I'll bleed the same         If you're scared, I'm on my way                    𝒋𝒖𝒔𝒕 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒉𝒐𝒎𝒆.    “ È tutto nella mia testa. Non posso aprire la bocca, schiudere le labbra e lasciar uscire suoni. Sono circondata da persone che attendono che tu apra gli occhi e torni da loro, da noi. Non posso avere un minuto di privacy, da sola con te, per sfogarti contro ogni pensiero che ha turbato il mio cervello anche solo per qualche attimo. Posso però immaginarlo nella mia testa, come se in qualche modo potesse essere reale questa conversazione, come se tu fossi davanti a me, zitto, ad ascoltarmi. La verità è che non ho nemmeno molto da dire, sono qui appostata, contro una parete, a fissare il vuoto in silenzio, perché avevo bisogno di stare in piedi. Ho visto Margot, sai? Anche Ares, e tutti gli altri. L'espressione è identica su ogni viso ed è tutta colpa nostra. So che... queste cose non si possono prevedere, o prevenire, so che nessuno di noi si dovrebbe sentire in colpa per quello che ti è capitato, ma non posso farne a meno. E non è perché la tua vita dipende dalle mie azioni, ma perché, forse, per una volta, avrei potuto fare di più per te. Avrei dovuto evitare di limitarmi a sostenerti tramite una stupida chat, sarei dovuta tornare da Los Angeles in tempo per poterti vedere. E invece sono arrivata tardi. Arrivo tardi ogni dannata volta. Non voglio essere sempre in ritardo, non te l'ho mai detto, ma è la mia paura più grande, su ogni aspetto della mia vita. E ora mi sento così stupida, a parlare da sola nella mia testa, perché non posso prendere a pugni il muro, non posso innervosirmi, non posso non mostrarmi forte davanti a tutti, davanti a David. Vorrei raccontarti anche di quante ne sta passando lui, di quanto io non abbia idea di cosa fare per aiutarlo, se non stargli vicino e non versare nemmeno una lacrima. Vorrei anche dirti che tutto si sistemerà, che vedo in quel buio sguardo di Margot quanto lei ti ami, e quanto non è disposta a lasciarti andare. Ho solo bisogno che, almeno per iniziare, tu torna, Benjamin. Ho la necessità che un tassello alla volta tutto torni al suo posto, così da poter rimediare. Torna, e io ti prometto che non arriverò più tardi. Per favore. ”                  _ ₂₆.₀₂.₂₀₁₈ _
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