#disfunzioni sanitarie
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Contrasto alla Violenza contro il Personale Sanitario: Le Misure della CSE Sanità e l'Incontro con il Ministro della Salute
CSE Sanità ribadisce la necessità di soluzioni strutturali per prevenire le aggressioni nei confronti del personale sanitario.
CSE Sanità ribadisce la necessità di soluzioni strutturali per prevenire le aggressioni nei confronti del personale sanitario. Negli ultimi mesi, l’aumento delle aggressioni contro il personale sanitario in Italia ha destato preoccupazione in tutto il Paese, con episodi di violenza segnalati in città come Foggia, Pescara, Vibo Valentia, Napoli e Cagliari. La situazione ha spinto le parti…
#aggressioni ospedali#Arresto in flagranza#Asl#crisi SSN#CSE Sanità#deficit personale sanitario#disfunzioni sanitarie#Elena Izzo#FLP#Fondo Sanitario Nazionale#fuga medici all’estero#investimenti sanità.#Legge di Bilancio#mancanza di personale medico#Ministero della Salute#misure di sicurezza sanitarie#Orazio Schillaci#personale sanitario pubblico ufficiale#presidi di sicurezza sanitaria#prevenzione violenza sanità#riforma sanità#rinnovo CCNL sanità#riorganizzazione sanità pubblica#segnalazioni episodi di violenza#Sicurezza sul lavoro#sistema Sanitario Nazionale#tutela lavoratori sanità#videosorveglianza ospedali#violenza contro il personale sanitario
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In Gazzetta la laurea per osteopati, operatori della prevenzione
Nuovo passo per la professione sanitaria dell’osteopata: un professionista laureato che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, interventi di prevenzione e mantenimento della salute attraverso il trattamento osteopatico di disfunzioni somatiche non riconducibili a patologie nell’ambito dell’apparato muscolo scheletrico. È quanto specifica il decreto Mur-Salute che…
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Terni, sanità: sindacati in piazza L'M5S si scaglia contro disfunzioni all'ospedale
Terni, sanità: sindacati in piazza L’M5S si scaglia contro disfunzioni all’ospedale
I sindacati, alla fine, hanno deciso di promuovere una manifestazione pubblica. In piazza. A Terni. Cgil, Cisl e Uil l’hanno organizzata per giovedì 7 luglio, soitto la prefettura, in viale della Stazione. Dalle 9 e 30 chiamano a raccolta “Lavoratori della sanità e cittadini” “in difesa dell’ospedale, della sanità territoriale e contro le politiche di privatizzazione dei servizi sanitari”. La…
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Cesare Sacchetti
Sassoli, presidente del Parlamento europeo, è morto la scorsa notte. Le sue condizioni di salute si erano aggravate notevolmente nell'ultimo periodo e la causa di morte sarebbe dovuta a non precisate disfunzioni immunitarie. Il suo entourage è stato piuttosto abbotonato al riguardo e non ha voluto aggiungere altro. È noto che, Sassoli, per sua stessa ammissione aveva ricevuto il siero sperimentale Covid. Sappiamo al tempo stesso però che spesso i personaggi pubblici, politici, medici corrotti, e appartenenti al mondo dello spettacolo, non si inoculano il vero siero ma piuttosto una soluzione salina. Diversi operatori sanitari nel mondo hanno rivelato che le fiale da inoculare ai vari politici di turno che si sottopongono alle consuete scenette a favore di telecamera sono contrassegnati per distinguerle dai veri sieri al grafene.
Non sempre però è così. È quello che pare essere accaduto al governatore della California, Newsom, che ha sviluppato la paralisi di Bell in seguito alla inoculazione del vero farmaco sperimentale. Qualcuno in quell'occasione somministrò a Newsom il vero vaccino. Qualche "manina" scambiò la soluzione salina con il vero siero. Non fu chiaro se a fare questo probabile scambio furono gli stessi amici di Newsom che appartengono allo stato profondo di Washington oppure i patrioti militari fedeli a Trump. Probabilmente potrebbe essere più la seconda opzione, ma ciò non cambia una circostanza. I vari camerieri del cartello farmaceutico di Bill Gates che danno vita alle scenette dove fingono di inocularsi il siero, non hanno molto da stare tranquilli. Qualcuno ha iniziato a mettere nelle fiale i veri sieri al grafene.
https://www.rt.com/news/545642-eu-parliament-president-died/
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Oristano, i Sindaci del Distretto al lavoro per vaccini e medici di base nei paesi
Oristano, far partire immediatamente la campagna di vaccinazione a Simaxis, Ollastra e Solarussa, attivare specifiche convenzioni per garantire il servizio di medicina di base nei paesi non servite, ripristinare l’organico del Pronto soccorso dell’Ospedale San Martino per garantirne il funzionamento, assicurare le vaccinazioni dei soggetti fragili nel proprio domicilio e attivare centri di vaccinazione nei comuni. Sono le richieste che il Comitato di Distretto sanitario di Oristano avanza al Presidente della Regione Christian Solinas, all’Assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu, al Commissario straordinario dell’ATS Massimo Temussi e a quello della ASSL di Oristano Antonio Cossu. Riunito ieri a Cabras, il Comitato di Distretto, presieduto dal Sindaco di Oristano Andrea Lutzu, ha nuovamente esaminato la situazione sanitaria nel territorio e sulla base dell’evoluzione dell’emergenza da Coronavirus ha avanzato nuove proposte ai responsabili regionali e locali delle istituzioni sanitarie. “Si esprime la massima solidarietà ai Sindaci di Simaxis, Ollastra e Solarussa, primi cittadini di comunità dove non è ancora neanche iniziata la campagna di vaccinazione dei cittadini ultraottantenni – si legge nella nota inviata dal Presidente Lutzu alla Regione e all’ATS -. In parallelo si chiede con forza che la priorità massima, compatibile con la disponibilità di vaccini Pfizer, sia l’immediata vaccinazione dei cittadini ultraottantenni delle comunità dove non è ancora stata somministrata la prima dose. Dovere assoluto dell’ATS è completare prima possibile il primo ciclo di vaccinazioni in tutti i Comuni del distretto”. “In merito alla gravissima criticità della mancata sostituzione dei medici di medicina di base andati recentemente in pensione si chiede con urgenza che la politica, con una immediata e risolutiva assunzione di responsabilità, risolva questa intollerabile situazione provvedendo a far sì che interi territori, in un momento così drammatico dal punto di vista sanitario a causa della emergenza Covid 19, abbiano la giusta e necessaria assistenza medica – scrivono i Sindaci del Distretto -. Si propongono quindi convenzioni ad hoc per garantire temporaneamente con personale supplente la carenza e garantire la continuità del servizio”. “Sull’emergenza del Pronto Soccorso di Oristano – proseguono i Sindaci - è davvero finito il tempo delle promesse e delle soluzioni temporanee e pasticciate. Occorre subito che il Pronto soccorso del San Martino di Oristano abbia una adeguato numero di medici e di infermieri tali da poter funzionare in maniera adeguata soprattutto negli orari notturni. Appare evidente che non è più procrastinabile l’arrivo di almeno 4 medici e degli infermieri, pena l’avere sulla coscienza eventuali errori da parte di personale stremato e comunque disfunzioni non più tollerabili”. Il Comitato di Distretto chiede infine di “assicurare la vaccinazione delle persone fragili nel proprio domicilio tramite l’utilizzo dei medici di medicina generale. Assicurare la possibilità, per i comuni richiedenti, di attivare centri di vaccinazioni locali. Infine, è necessario informare la popolazione rispetto alle procedure di reclutamento delle categorie fragili, e delle priorità, mettendo a disposizione servizi informazione a livello locale”. Read the full article
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La Speranza
di BENEDETTO SALERNI ♦ Nonostante il comprensibile ed autorevole intervento del Presidente della Repubblica allo scopo di favorire la formazione di un Governo di grande coalizione, ogni giorno emergono polemiche e contraddizioni, nello stesso esecutivo, per la gestione delle disfunzioni strutturali, istituzionali e sanitarie che derivano dalla crisi pandemica. Le maggiori tensioni si registrano…
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MOVIMENTO PER LA RINASCITA DEL P.C.I. E L’UNITA’ DEI COMUNISTI Nota di sostegno ai lavoratori dello Studio Radiologico
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/movimento-per-la-rinascita-del-p-c-i-e-lunita-dei-comunisti-nota-di-sostegno-ai-lavoratori-dello-studio-radiologico/
MOVIMENTO PER LA RINASCITA DEL P.C.I. E L’UNITA’ DEI COMUNISTI Nota di sostegno ai lavoratori dello Studio Radiologico
MOVIMENTO PER LA RINASCITA DEL P.C.I. E L’UNITA’ DEI COMUNISTI Nota di sostegno ai lavoratori dello Studio Radiologico
MOVIMENTO PER LA RINASCITA DEL P.C.I. E L’UNITA’ DEI COMUNISTI Nota di sostegno ai lavoratori dello Studio Radiologico Lente Locale
R. & P.
Storicamente i Comunisti si sono battuti per una Sanità Pubblica, contestando viceversa le politiche volte a privilegiare il privato nella sanità. Pur tuttavia, nonostante lo “studio Radiologico” di Siderno sia una struttura di sanità privata, non possiamo tacere davanti alla situazione di enorme disagio in cui si trovano i lavoratori di detta struttura i quali, da giorni e giorni sono in stato di agitazione; da mesi e mesi non ricevono gli stipendi. Infatti, l’ASP di Reggio Calabria non corrisponde le somme dovute alla struttura per i servizi sanitari prestati, in regime di convenzione, ai cittadini che si sono rivolti negli ultimi mesi alla struttura.A quanto pare è da marzo che l’ASP non eroga i rimborsi. Ma tale atteggiamento ci sembra non giustificabile, visto che, per quanto è dato sapere, lo studio radiologico ha una convenzione ancora attiva; sta lavorando regolarmente; e l’Asp se da un lato ha sospeso i pagamenti dall’altro non ha mai sospeso l’attività lavorativa. Anche laddove vi sia una indagine in corso; la sospensione delle erogazioni da parte dell’ASP per il periodo attuale non trova giustificazione alcuna. Le indagini sicuramente faranno il loro corso come è giusto che sia (piena e totale fiducia nell’azione della Magistratura) ma ciò non toglie il diritto costituzionale dei lavoratori di essere retribuiti e tale adempimento non può avvenire laddove i Commissari che dirigono l’ASP non provvedono al pagamento delle prestazioni rese dalla struttura radiologica.Perché, va detto, la struttura di cui parliamo – privata che sia la conduzione – rappresenta un punto di riferimento qualificato professionalmente per i cittadini della Locride e non solo.Pur tuttavia oggi si trova in tali condizioni di difficoltà economica da rischiare la chiusura. Ove ciò dovesse accadere verrebbe meno nella zona un punto altamente qualificato e soprattutto rimarrebbero senza lavoro un centinaio di lavoratori stimati professionisti.Possiamo permetterci una tale sciagura senza alzare la voce?Sia bene inteso nella Locride insiste una struttura sanitaria pubblica: l’Ospedale di Locri dove, peraltro, si trovano anche ottimi professionisti. Ma lo studio Radiologico costituisce una giusta integrazione e completamento di un sistema sanitario che deve offrire ai cittadini un ventaglio di servizi completo.In questa vicenda pesa come un macigno il Commissariamento della Sanità calabrese che ormai costituisce non una situazione provvisoria, ma piuttosto un atavico vincolo allo sviluppo di una buona sanità in Calabria.Certo, a volte il Commissariamento è necessario laddove ci sono delle gravi disfunzioni. Ma, a dire il vero, non pare che il Commissariamento – ormai atavico – abbia portato risultati positivi alla Sanità Calabrese.Continua la migrazione sanitaria (circa 300 milioni l’anno è il costo della migrazione sanitaria).L’ASP di Reggio Calabria non è certo diventata un mostro di efficienza; tutt’altro. I precari in sanità – i nostri ospedali sono pieni di personale sanitario, spesso altamente qualificato, che manda avanti gli ospedali e garantiscono i livelli minimi di assistenza – sono rimasti ancora precari a causa dei vincoli alla spesa sanitaria posti dai reiterati Commissariamenti.Vincoli alla spesa, disorganizzazione, mancanza di un Piano Sanitario Regionale (bloccato dai reiterati Commissariamenti), mancanza insomma di una strategia lungimirante sono le cause di una sanità che non riesce a soddisfare i bisogni dei cittadini calabresi e che obbliga i calabresi a trasferirsi in strutture sanitarie del Nord per trovare una risposta adeguata ai bisogni sanitari.Oggi a questo deficit negativo si aggiunge la vicenda della prevedibile chiusura di una struttura che storicamente rappresenta un luogo dove si eroga un servizio sanitario utile ed efficace.Ora, quindi, un centinaio di professionisti qualificati sono sulla porta del licenziamento.Crediamo che la politica debba essere lo strumento per la soluzione dei problemi, a partire dai bisogni primari come quelli sanitari ed allora non possiamo rimanere indifferenti.Tanta e tale è la dimensione del problema che in pochissimi giorni 25.000 cittadini hanno sottoscritto un appello rivolto alle Istituzioni affinchè si attivino per arrivare ad una soluzione positiva e celere del problema.A forza di indifferenza, il Mezzogiorno sta perdendo continuamente intelligenze, si sta spopolando, diventa sempre di più una terra marginale.Per questo abbiamo voluto esprimere la nostra opinione; il nostro dissenso da tale brutta situazione; abbiamo voluto far sentire la nostra voce ai tanti lavoratori sempre più preoccupati per il loro destino.E per questo ci rivolgiamo a tutte le Istituzioni competenti invitandole a far di tutto per evitare che questo dramma si realizzi in modo che lo “Studio Radiologico” possa riaprire le porte ai bisogni dei Calabresi ed i lavoratori possano ricevere le buste paghe pregresse e quelle future. Movimento per la Rinascita del P.C.I. e l’Unità dei ComunistiTotò Sgambelluri – Coordinamento territorio della LocrideLorenzo Fascì Coordinamento Provinciale
MOVIMENTO PER LA RINASCITA DEL P.C.I. E L’UNITA’ DEI COMUNISTI Nota di sostegno ai lavoratori dello Studio Radiologico Lente Locale
MOVIMENTO PER LA RINASCITA DEL P.C.I. E L’UNITA’ DEI COMUNISTI Nota di sostegno ai lavoratori dello Studio Radiologico Lente Locale
R. & P. Storicamente i Comunisti si sono battuti per una Sanità Pubblica, contestando viceversa le politiche volte a privilegiare il privato nella sanità. Pur tuttavia, nonostante lo “studio Radiologico” di Siderno sia una struttura di sanità privata, non possiamo tacere davanti alla situazione di enorme disagio in cui si trovano i lavoratori di detta […]
MOVIMENTO PER LA RINASCITA DEL P.C.I. E L’UNITA’ DEI COMUNISTI Nota di sostegno ai lavoratori dello Studio Radiologico Lente Locale
Gianluca Albanese
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Il Giro d’Italia in Sicilia e l’impegno dei Lions siciliani
Così come sempre è stato, il Giro d’Italia accende la passione degli italiani, in questo caso dei Siciliani che in massa sono corsi per assistere alla straordinaria performance della carovana della 100^ edizione del Giro che si è svolta nelle due tappe siciliane, la Cefalù- Etna e la Pedara -Messina.
I Lions, centenari come il Giro, hanno fatto la loro parte, allestendo gazebi lungo gli itinerari allo scopo di fare conoscere l’Associazione e soprattutto per lanciare quello che nel prossimo anno sociale sarà il nuovo Service mondiale di prevenzione del diabete, una delle principali emergenze sanitarie del XXI sec., causa di disfunzioni renali, disfunzioni in gravidanza, danni al sistema nervoso ed alla vista.
I Lions si impegneranno per combattere questa che oggi è l’ottava causa di morte nel mondo ed ha causato nel 2015 oltre cinque milioni di vittime. Gi interventi consisteranno, oltre che in iniziative di sensibilizzazione e informazione, anche di controlli a tappeto in tutte le realtà territoriali.
Nella V Circoscrizione i Lions sono stati presenti il 9 Maggio a Ragalna, in Piazza S. Barbara, al passaggio del giro alle ore 16.00 e a Pedara il 10 Maggio, da dove i Giro è partito alle ore 13.00 alla volta di Messina.
A Ragalna sono stati effettuati circa 40 screening e più di 150 a Pedara, nella piazza Don Bosco gremita di persone, in una splendida giornata vivacizzata dalla presenza di tanti Stand di Sponsor del Giro e dalle autovetture che hanno accompagnato il Giro in tutte le tappe.
A Pedara sono stati presenti anche il Coordinatore distrettuale del Centenario Ing. Luigi Licata con Mauro Fazio, Presidente eletto di Palermo Leoni e Marcello Vegna Presidente eletto di Palermo Host. Non si può non rilevare l’impegno dei Sindaci di Ragalna dott. Salvatore Chisari e di Pedara Dott. Antonio Fallica che hanno messo a disposizione gli spazi e le strutture necessarie alla realizzazione del Service, dei Club della Zona 16, il Club di Paternò e il Club di Trecastagni, presenti con i loro soci e con i Club Leo e soprattutto il grande impegno del dott. Domenico Arcoria, delegato del Governatore per la prevenzione ed Attività contro il Diabete che, supportato dalla valida collaborazione della Dott.ssa Vera Trassari, della Dott.ssa Rosa Schinocca, del Presidente del Club di Trecastagni Pietro Finocchiaro e del nuovo Presidente Distretto Leo Walter Mavica, hanno effettuato i controlli e raccolto i dati che saranno valutati a livello di Multidistretto Lions.
Vittorio Galvani – Presidente V Circoscrizione
La 5^ Circoscrizione, il LC Trecastagni, il LC Paternò, i Leo e il Giro d’Italia Il Giro d’Italia in Sicilia e l’impegno dei Lions siciliani Così come sempre è stato, il Giro d’Italia accende la passione degli italiani, in questo caso dei Siciliani che in massa sono corsi per assistere alla straordinaria performance della carovana della 100^ edizione del Giro che si è svolta nelle due tappe siciliane, la Cefalù- Etna e la Pedara -Messina.
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Quado l’occhio diviene “secco” e minaccia la vista - una campagna per diagnosi e cura
(di Nicola Simonetti) “Occhio secco”, un disturbo che colpisce, in Italia, 9 su 10 donne in menopausa e 25% degli over 50 anni. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si tratta “di uno tra i più ignorati e sottovalutati disturbi della società moderna”. Lanciata, nei giorni scorsi, la campagna di screening gratuiti promossa dal Centro Italiano Occhio Secco di Milano (Piazza della Repubblica 21, diretto dal dr Lucio Buratto, oculista di fama mondiale,) , la prima struttura completamente dedicata alla cura di questa patologia, in collaborazione con la Clinica Oculistica dell’Università dell’Insubria di Varese. Le visite gratuite si prenotano attraverso il sito www.centroitalianoocchiosecco.it Durante la Campagna ( Mese della Prevenzione e Cura dell’Occhio Secco - 8 maggio-14 giugno), Centri oculistici di eccellenza universitari e ospedalieri su tutto il territorio saranno a disposizione per una visita gratuita e una serie di esami diagnostici. Tecniche specialistiche consentono di rilevare anomalie nel sistema lacrimale dell’esaminato e di fare eventualmente diagnosi di patologia. Lo screening sarà eseguito solo nei Centri aderenti all’iniziativa. La Campagna si propone di sensibilizzare la popolazione sul problema dell’occhio secco e stimolarla a farsi visitare, dopo lo screening, dai propri oculisti curanti. Le visite si rivolgono a tutti quelli che sospettano una secchezza oculare e desiderano una visita di approfondimento. Le visite si potranno fare presso le seguenti strutture: Milano - CIOS Centro Italiano Occhio Secco – Piazza della Repubblica 21 Varese –Ospedale di Circolo Fondazione Macchi – Clinica Oculistica dell'Università dell'Insubria - Viale Borri, 57 Ancona – Azienda Ospedaliero Universitaria – Ospedali Riuniti Ancona Umberto I – G.M. Lancisi-G. Salesi, Via Conca 71 Bari – Clinica Oculistica Universitaria Policlinico di Bari - Piazza Giulio Cesare 11 Catania - Azienda Ospedaliera Garibaldi - Nesima UOC di Oftalmologia - Via Palermo 636 Lecce – Ospedale Vito Fazzi di Lecce – Piazzetta Muratore Milano - Neovision Cliniche Oculistiche Corso Vercelli 40 – Via Procaccini 1 – Viale Restelli 1 Napoli – Ospedale San Giovanni Bosco - Centro di Patologia della Cornea e della Superficie Oculare – UO di Oculistica - PO San Giovanni Bosco – ASL Napoli 1 Centro Via F.M. Briganti 255 Napoli – Clinica Mediterranea - Via Orazio 2 Padova – Centro Oculistico San Paolo, Ospedale Sant'Antonio, AULSS 6 Euganea Via Jacopo Facciolati 71 Pisa – Ospedale Cisanello – Via Paradisa 2 Sassari – Cliniche San Pietro – Viale San Pietro 43 Torino – A.O. Ordine Mauriziano Umberto I - Largo Turati 62 Le visite si prenotano solo sul sito www.centroitalianoocchiosecco.it Se si usano lenti a contatto, toglierle almeno 24 ore prima. Non truccarsi il giorno della visita. Portare con sé eventuali esami di laboratorio recenti, l’elenco dei farmaci attualmente in uso e delle terapie già praticate. Chiariscono il problema i prof. Claudio Azzolini – Direttore Clinica Oculistica Università dell’Insubria –Varese,�� Dottor Lucio Buratto – Direttore Scientifico del Centro Ambrosiano Ofta Lucio Burattolmico (CAMO) – Milano e Dottor Giuseppe Di Meglio (CIOS) – Milano. Il “film lacrimale” è lo strato di liquido che bagna le strutture anteriori dell’occhio, ossia è l’interfaccia tra l’occhio e l’ambiente. La luce giunge all’occhio passando attraversando le lacrime; la presenza di un buon strato di lacrime è fondamentale per consentire all’occhio di avere una buona vista. Cause varie possono determinare situazioni di: Ipolacrimia provocata da una ridotta produzione di lacrime che, a loro volta, si dividono in ipolacrimie da Sindrome di Sjogren e ipolacrimie da altri fattori (patologie della ghiandola lacrimale, ostruzione dei dotti lacrimali, perdita della lacrimazione riflessa da herpes, diabete, lenti a contatto). Dislacrimie provocate da aumentata evaporazione del film lacrimale non compensata da un aumento della secrezione (alterata chiusura palpebrale, blefariti, malattie sistemiche, menopausa, farmaci). Costi sociali Una patologia così diffusa e in espansione come la sindrome dell’occhio secco preoccupa anche per i costi sociali e sanitari che la popolazione deve sostenere. Il costo annuale, quantificato da uno studio internazionale del 2006, è risultato essere maggiore in Inghilterra (1100 dollari per paziente) rispetto a Spagna (800), Italia (600), Germania (500), Svezia (400), Francia (300), probabilmente a causa del diverso costo dei farmaci utilizzati. Numerose condizioni, fisiologiche e patologiche creano alterazioni del film lacrimale e spesso tutto l’apparato di protezione dell’occhio è vittima di patologie o situazioni generali del nostro organismo. Il bulbo oculare all’interno della cavità ossea dell’orbita, è circondato da una sottile pellicola, chiamata film lacrimale, che ha una composizione molto complessa ricca di numerose sostanze nutritive e protettive. Mancando quel liquido l’occhio non potrebbe muoversi, obbedire ai comandi del cervello e girarsi a destra e a sinistra, in su e in giù: senza quel “lubrificante” il nostro senso della vista, rimarrebbe paralizzato o muovendosi a fatica impedire una visione piena. Le palpebre, due piccole “saracinesche”, la cui funzione è quella di opporre un primo sbarramento difensivo ai nostri occhi: si alzano e si abbassano (ammiccano) e avvicinandosi fra loro, chiudono e difendono l'occhio. Non solo: con questo movimento (circa 15000 ammiccamenti al giorno) ricambiano in continuazione il film lacrimale che è prodotto da numerose ghiandole. Ogni volta che avviene un ammiccamento, le palpebre delicatamente pennellano la congiuntiva e la cornea, distribuendo uniformemente il film lacrimale. La lacrima, o meglio il film lacrimale, è formato da tre strati: lipidico, secreto dalle ghiandole sebacee palpebrali, ha la funzione di ritardare l'evaporazione dello strato acquoso della lacrima e di lubrificare le palpebre; acquoso, serve ad umettare e lubrificare il globo oculare; mucinoso o mucoide, contribuisce alla lubrificazione ma ha anche funzione protettiva, sia antibatterica che meccanica. I DISTURBI: I disturbi lamentati da un paziente affetto da sindrome di occhio secco sono i più disparati e talvolta sembrano addirittura contraddittori. Nelle fasi iniziale i sintomi più comuni sono: Bruciore e prurito insistente legato alla variazione dell’osmolarità del film lacrimale. Lacrimazione irregolare, soprattutto scatenata da agenti atmosferici o ambientali: vento, smog, fumo, variazione di umidità o temperatura. Bisogno di lavarsi e strofinarsi continuamente gli occhi. Difficoltà ad aprire spontaneamente gli occhi al mattino: durante la notte la secrezione della parte acquosa delle lacrime e' molto ridotta o addirittura assente il che comporta l’adesione della superficie oculare alla congiuntiva palpebrale a causa del muco denso e disidratato. Presenza di secrezione mucosa e di filamenti. Quando la sindrome si aggrava si verificano questi sintomi: Sensazione di corpo estraneo legata al ridotto spessore del film lacrimale. Sensazione di secchezza oculare. Fotofobia(sensibilità alla luce)conseguente all' irregolarità del film lacrimale. Dolore anche notturno legato alle alterazioni corneali. Disturbi della visione legati all'astigmatismo irregolare che si crea sulla superficie corneale alterata. Perché. Stili di vita ed alimentari non corretti, stati di stress, disfunzioni metaboliche ed ormonali, aumento dell’età media della popolazione, aumento delle temperature medie ambientali, aree ad elevato inquinamento, fumi e sostanze tossiche disperse nell’aria, sono alcune fra le più frequenti cause degli stati disidratativi; situazioni che colpiscono molto spesso anche l’organo della vista che, per la sua delicata posizione di “finestra sul mondo esterno” risente più di altri organi delle variazioni dell’ambiente esterno che mettono a dura prova il suo sistema di difesa, per buona parte rappresentato da quello strato di lacrime che costantemente giorno e notte separano la superficie oculare dall’esterno. Siccità, ondate di calore, inquinamento. L’inquinamento atmosferico è l’alterazione delle condizioni naturali dell’aria, dovuta alle emissioni dei gas di scarico di autoveicoli, caldaie, centrali elettriche, fabbriche, impianti di incenerimento. Smog. Contaminanti gassosi importanti sono: monossido di carbonio emesso principalmente dagli scarichi di veicoli con motori a idrocarburi le cui concentrazioni maggiori si trovano nei pressi delle strade; il benzopirene e il benzene, sospetti cancerogeni; l’ozono, l’anidride solforosa e l’ossido di azoto che causa infiammazione acuta delle mucose respiratorie e dell’occhio. Secondo uno studio pubblicato sul British Journal, a causa dell’inquinamento il 42% dei bambini abitanti in città con alto livello di polveri sottili soffre di rossore e prurito oculare, ammiccamento, dolori agli occhi, anomalie della lacrimazione e secrezione oculari. Diversi studi analitici effettuati negli Stati Uniti mostrano come il tasso di inquinamento nelle grandi citta’ influisca significativamente sull’insorgenza della sindrome dell’occhio secco. Screening eseguiti dalla NASA, del National Veterans Administration e del National Climatic Data Center, nelle città di New York e Chicago hanno riportato una proporzione 4 volte maggiore di pazienti affetti da secchezza oculare rispetto a zone con minor tasso di inquinamento dell’aria. Freddo e vento. Ma anche freddo e vento, secondo molti studi scientifici, sono fattori responsabili di rischio per l’ occhio secco: il freddo ha pesanti ripercussioni sulla sostanza oleosa che compone lo strato esterno del film lacrimale, rendendola troppo spessa e rigida e dunque incapace di diffondersi sulla superficie dell’ occhio. Calore eccessivo e sole. Anche con l’esposizione al sole si può soffrire più facilmente di occhio secco; un aumento dell’ evaporazione del film lacrimale ne vanifica la sua funzione che è quella di proteggere gli epiteli della superficie oculare e le strutture interne dell’ occhio mediante una azione filtrante sulle radiazioni ultraviolette e sulle radiazioni infrarosse. E’ consigliabile indossare gli occhiali da sole per ridurre l’esposizione al sole; se si fa un bagno in mare e’ meglio indossare la maschera o gli occhialini. Stili di vita. L’occhio secco è una condizione oggi sempre più diffusa e legata non solo alle condizioni ambientali, ma anche ad alcuni stili di vita. L’uso sempre più diffuso di videoterminali e apparecchi per il condizionamento o per il riscaldamento ad aria, induce una riduzione dell’umidità dell’ambiente in cui si vive: tutto questo ha un effetto anche sulla superficie dell’occhio e sulla sua integrità. Età avanzata. Man mano che l'età avanza, tutto organismo ha delle trasformazioni; cosi anche la composizione delle lacrime varia. Spesso infatti gli occhi producono lacrime con un minore contenuto di lipidi che sono necessari per evitare che la loro parte acquosa evapori troppo velocemente. Con il passare degli anni le forme disidratative determinano dei quadri di vere e proprie infiammazioni croniche a carico della superficie oculare: un disturbo che sembrava in un primo tempo banale diventa vera e propria patologia della superficie oculare. Menopausa. Alcuni ormoni aiutano a stimolare la produzione di lacrime. Per questo le variazioni di livelli ormonali possono ridurre la naturale produzione di lacrime. Ecco perché la sindrome dell'occhio secco predilige il sesso femminile soprattutto dopo i 35 - 40 anni di età: le donne in gravidanza o in menopausa sono il gruppo più numeroso tra i pazienti che soffrono di occhio secco. Una frequenza sempre maggiore causata dalla significativa anticipazione del ciclo mestruale, fino ad interessare il 60% circa delle donne. I fastidi derivanti dall’occhio secco tendono a divenire più frequenti con il passare degli anni. L'intolleranza alle lenti a contatto è uno dei primi sintomi di ridotta secrezione lacrimale nelle donne in menopausa. Nei primi 7-8 anni dopo la menopausa, il disturbo è controllabile ma dopo tale periodo, l'involuzione delle ghiandole lacrimali diventa irreversibile. Per questo è importante fare una diagnosi tempestiva e, soprattutto, iniziare per tempo le adeguate terapie sostitutive lacrimali a base di acido ialuronico, o altre lacrime artificiali, o mediante l’assunzione per via orale di integratori contenenti estradiolo. Malattie autoimmuni Esistono moltissime sindromi autoimmuni, inclusi ipotiroidismo e ipertiroidismo, artrite reumatoide, lupus, sclerosi multipla che hanno effetti negativi sulle cellule e sulle ghiandole deputate alla produzione del film lacrimale. Anche la Sindrome di Sjogrenpuò causare un grave infiammazione delle ghiandole lacrimali riducendo in maniera drammatica la produzione dello strato acquoso del film lacrimale. Farmaci. Molti farmaci come effetto collaterale causano occhio secco, ad esempio: Antidepressivi, Antistaminici (soprattutto quelli da banco che possono comprarsi senza ricetta), Decongestionanti nasali, Sedativi ansiolitici, Contraccetivi orali, Beta-bloccanti, Diuretici. Lenti a contatto. Le lenti a contatto si posizionano sulla cornea e galleggiano sul film lacrimale assorbendone una grande quantità e tendono ad aderire alla cornea, a limitarne l’ossigenazione ed a provocare danni oculari che possono essere anche di una certa gravità. L'uso ma soprattutto l'abuso di lenti a contatto, siano esse rigide o morbide, in materiale gas-permeabile o non, contribuisce al determinarsi dell'occhio secco. Questo si verifica soprattutto quando non si utilizzano lenti a contatto “usa e getta” e quindi per la corretta e necessaria igiene si usano soluzioni per lenti ricche di disinfettanti e conservanti. Videoterminali. Una causa frequente della sindrome di occhio secco consiste nell’utilizzo in maniera continuativa di videoterminali: in questo caso la scarsa umidificazione dell’ambiente lavorativo, resa ancor più precaria dalle microventole di raffreddamento dei computer stessi e delle altre apparecchiature ad essi connesse, il prolungato senso di impegno e di attenzione, lo stato di stress posturale connesso, provocano alla lunga un netto rallentamento dell’ammiccamento palpebrale. Normalmente le palpebre vengono aperte/chiuse 20volte al minuto. Se invece si è impegnati in un un'attività che richieda concentrazione come ad esempio leggere, studiare, scrivere, guidare, utilizzare il personal computer, il tablet, lo smartphone, guardare il programma preferito alla TV, si tende a sbattere le palpebre con una minore frequenza, fino ad arrivare ad un battito al minuto: le lacrime così evaporano rapidamente, non vengono sostituite e si crea la sindrome dell' occhio secco. Altre cause. In altri casi, l'occhio secco può essere secondario od associato a condizioni oculari o cutanee di altro tipo, ad esempio rosacea, distrofie o degenerazioni corneali di tipo congenito od acquisito, congiuntiviti batteriche, allergiche o virali, herpes zoster, dieta povera di oligoelementi e vitamine (soprattutto deficit vitamina A) blefariti, chirurgia delle palpebre (blefaroplastica) o l’uso a fini estetici di tossina botulinica in interventi di chirurgia plastica. Chi soffre della sindrome dell’occhio secco, oltre ad assumere prodotti terapeutici che sostituiscano la delicata funzione lacrimale carente, dovrebbe seguire alcune indicazioni generali per modificare abitudini e stili di vita. Evitare l’esposizione diretta a sistemi di condizionamento, luoghi ventosi, aree molto ventilate. Evitare ambienti troppo secchi e scarsi di umidificazione. Ridurre o eliminare il fumo di sigaretta. Evitare l’uso di creme irritanti o altri prodotti fastidiosi nella zona perioculare. Sospendere o limitare l’utilizzo di lenti a contatto corneali. Usare occhiali da sole in caso di forti esposizioni a raggio UVA o UVB o in caso di ambienti ventosi o polverosi. Impiegare impacchi tiepidi nell’area perioculare (acqua e malva, bicarbonato o acqua borica). Arricchire l’alimentazione con vitamina B3, B6, B12, Omega 3/Omega. Aumentare l’assunzione di acqua e di liquidi in generale COME SCOPRIRE SE L’OCCHIO È SECCO Per scoprire se una persona soffre di occhio secco, la scienza ha a disposizione oggi apparecchiature di diagnosi sofisticate e molto funzionali. Ne spieghiamo la funzione delle più importanti. Biomicroscopia digitalizzata con lampada a fessura, uno degli esami fondamentali. Dotata di un sistema ottico molto luminoso ed efficiente e con l’aiuto di un sistema di ingrandimenti adeguato consente di studiare la superficie anteriore oculare e il film lacrimale nelle condizioni più naturali possibili senza alterazioni indotte dalla temperatura. La Meibografia che consente lo studio delle ghiandole di Meibomio che hanno la funzione di produrre la parte oleosa della lacrima. Questa componente lipidica è la più importante del film lacrimale. Se queste ghiandole non funzionano bene avremo un occhio secco da marcata evaporazione lacrimale. L’interferometria del film lacrimale: consente di valutare e studiare lo strato lipidico del film lacrimale e la sua formazione e distribuzione. Il test di Schirmer, eseguito per determinare la quantità di lacrime che bagnano l’occhio. Read the full article
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PARTORIRE A LOCRI Percorsi naturali tra aromaterapia, cromoterapia e musicoterapia
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PARTORIRE A LOCRI Percorsi naturali tra aromaterapia, cromoterapia e musicoterapia
PARTORIRE A LOCRI Percorsi naturali tra aromaterapia, cromoterapia e musicoterapia
PARTORIRE A LOCRI Percorsi naturali tra aromaterapia, cromoterapia e musicoterapia Lente Locale
di Domenica Bumbaca
Non si finisce mai di imparare. È vero. Impari ogni giorno qualcosa in più che ti porterà ad essere diversa, più matura, e ad emozionarti per ogni piccola cosa. Così succede che, mentre tutti ti dicono: “ah va beh la terza gravidanza ormai sai cosa ti aspetta!”, ti accorgi invece del contrario perché ogni momento dei nove mesi di gravidanza, ogni ecografia, ogni movimento del tuo piccolo, ogni parola del tuo ginecologo, pur conoscendolo da ormai 7 anni, ogni cambiamento del tuo corpo, è tutto diverso.
E in quei nove mesi impari. Impari a relazionarti con chi ti dice che tre bambini sono un impegno e una pazzia, con chi ti guarda e afferma che sei forte; impari a gestire le emozioni e a fidarti di più degli specialisti, impari soprattutto, con l’arrivo di un terzo figlio ad essere più mamma, a non dividere il tuo amore ma a moltiplicarlo, come i miei genitori hanno fatto con noi figli. Impari guardando i tuoi figli mentre ti fanno mille domande e le tue risposte devono essere esaustive perché la curiosità è tanta quanto l’emozione dell’attesa. Impari anche e soprattutto durante le ore del corso preparto. Il mio terzo corso preparto, quel corso a cui tutti mi dicevano di non andare “tanto ormai dopo tre figli sei esperta”. E invece no, ho attraversato quel corridoio del reparto di ginecologia e ostetricia dirigendomi nella sala rotonda e accogliente. La prima volta che seguo qui il corso, le altre volte al consultorio familiare. In ospedale c’è anche questa possibilità di prepararti, con il corpo e la mente, al grande momento seguita da un equipe di ostetriche guidate dall’ostetrico Bruno Palumbo, che quando lo vedi già trasmette serenità e fermezza. Conobbi alcune ostetriche, altre già incontrate in ospedale, durante la festa della mamma organizzata con l’associazione Gadco, quando li invitammo a parlare alle mamme e a sostenere la donazione del cordone ombelicale.
Entrai, dunque, in questa sala accogliente e per 6 incontri imparai. Appresi che, nonostante due figli, quello era un momento unico, perché seguito e vissuto con altre mamme; quello scalciare della mia piccola era un movimento diverso, quel foglio su cui ho apposto la mia firma era sempre più importante perché la scelta di donare il cordone ombelicale, come per la prima e seconda gravidanza, ti permette di poter salvare e dare speranza ad altri. Ho imparato tanto dalle infermiere, dalle ostetriche, dinamiche e cordiali come il personale medico incontrato e condotto dal primario facenti funzioni dottore Giuseppe Macrì, presente ogni mattina per il buongiorno alle pazienti ricoverate. Ti colpisce la premura, accortezza e delicatezza delle puericultrici che accudiscono i tuoi figli dandoti sicurezza. E quando arriva il momento del parto, non sei mai pronta. Perchè il timore, il distacco temporaneo dai tuoi cari, da tuo marito e dai tuoi piccoli bambini, che ti aspettano fuori dalla sala, è immenso e il tuo cuore, già emozionato arriva in gola, e ti stringe così tanto il petto tanto da piangere e commuoverti. Ti prepari al parto e anche tra le parole dell’anestesista, dell’infermiera e dei dottori ginecologi impari che, nonostante fossi già stata lì, è come se fosse la prima volta. E per la prima volta senti il suo pianto, senti il battito del cuoricino di una nuova vita. Proprio lì in ospedale, in quel reparto impari che ogni alba è la più bella. Non c’è una uguale. Ogni alba è una nuova vita in quel reparto dove sorge il sole e impari in quei giorni ad essere mamma, anche attraverso i movimenti e le parole delle altre donne ricoverate.
Ho appreso molto in quei giorni in ospedale e incontrare professionisti che ti supportano è sicuramente un dono.
Così conosci tante ostetriche che ti consigliano e scopri quanta volontà c’è tra medici, infermieri, operatori socio sanitari e quanto offre il reparto, nonostante tutto. Nonostante i tagli alla sanità, le disfunzioni, i reparti in perenne crisi e chiusura di alcuni, nonostante le criticità che l’ospedale di contrada Verga sta attraversando, con disservizi e promesse mai mantenute, porte che si chiudono e burocrazia assurda. Non basta la volontà ci vuole personale, investimenti, potenziamento degli aspetti assistenziali, perché altrimenti tutto ciò che dovrebbe essere normale potrebbe apparire straordinario. Il reparto di ostetricia non può e non dovrà essere un’ isola felice, dovrebbe essere supportato dando efficienti ed innovativi servizi di ginecologia, di neonatologia, il reparto di pediatria non può e non deve contare solo ed esclusivamente sulla buona volontà dei medici, perché le loro professionalità devono poter essere sostenute e non bistrattate. Chi lavora lì ha anche bisogno di strumenti, di rafforzare servizi e metodiche. L’ospedale che da vita dovrebbe garantire la vita. Nonostante tutto si lavora e lo si fa con passione e determinazione.
Quella passione incontrata nei giorni della nascita della mia piccola Ariel tra le ostetriche conosciamo e chiacchieriamo con Annunziata Alati per conoscere meglio il loro lavoro e quello che giorno e notte fanno con dedizione, tra un sostegno in sala travaglio e un aiuto durante l’allattamento insieme alle puericultrici.
All’ ospedale di Locri c’è un lavoro di equipe tra ostetriche e ginecologi. Quale le novità e i percorsi attuati?
Abbiamo avviato tantissime novità, i nostri sono percorsi naturali che rendono l’evento parto un momento magico e naturale per ogni donna. Quando una donna partorisce senza anestesia, senza interventi medici strumentali, apprende di essere forte e potente. Il nostro compito è di assecondare tutto questo applicando per ogni donna un travaglio con un percorso naturale. Aiutandola a fidarsi di sè stessa e del proprio corpo.
Tra le nuove metodiche anche l’aromaterapia (ne avevamo già parlato grazie alla testimonianza di una giovane partoriente). In cosa consiste e quale benefici?
L’aromaterapia è un sistema terapeutico e di benessere che utilizza gli oli essenziali e il raggiungimento del benessere psico- fisico. Stimolando in travaglio i cinque sensi, grazie alle diverse miscele di oli, fiori e piante il corpo e la mente si abbandonano per accogliere una nuova vita.
Un reparto che sta lavorando e offrendo molto. Dal corso preparto all’assistenza alle partorienti. Quali altri servizi e/o metodi utilizzati per i parti?
Noi ostetriche proponiamo durante il corso preparto gli strumenti di analgesia naturale. Ogni donna è libera di scegliere il proprio percorso naturale durante il travaglio. Tra le melodie della musicoterapia con l’odore magico dell’aromaterapia, il colore della cromoterapia e con il tatto di un massaggio modulato, la danza del bacino e il tocco della digitopressione. Il calore dell’acqua del vapore e dei getti sensoriali, assecondando tutto con tecniche di respirazione.
Esperienze, percorsi, emozioni che arricchiscono uno dei momenti più belli della tua vita, quando è l’alba di un nuovo giorno, quell’alba che vedrai con occhi diversi e più lucenti.
PARTORIRE A LOCRI Percorsi naturali tra aromaterapia, cromoterapia e musicoterapia Lente Locale
PARTORIRE A LOCRI Percorsi naturali tra aromaterapia, cromoterapia e musicoterapia Lente Locale
di Domenica Bumbaca Non si finisce mai di imparare. È vero. Impari ogni giorno qualcosa in più che ti porterà ad essere diversa, più matura, e ad emozionarti per ogni piccola cosa. Così succede che, mentre tutti ti dicono: “ah va beh la terza gravidanza ormai sai cosa ti aspetta!”, ti accorgi invece del contrario perché […]
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Francesca Cusumano
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PRESUNTO CASO DI MALASANITÀ Esposto in procura da parte del sindaco di Locri
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PRESUNTO CASO DI MALASANITÀ Esposto in procura da parte del sindaco di Locri
PRESUNTO CASO DI MALASANITÀ Esposto in procura da parte del sindaco di Locri
R. & P.
OSPEDALE: ESPOSTO DEL SINDACO DI LOCRI AL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI LOCRI, DOPO L’ENNESIMO PRESUNTO CASO DI MALASANITA’.
Calabrese: «Non assisteremo a questo scempio. L’idea di un unico Ospedale Polistena- Locri con i reparti divisi tra i due territori sarebbe l’ennesima mortificazione per tutti. Noi ci opporremo».
Dopo l’ennesimo presunto caso di malasanità all’ospedale di Locri, il primo cittadino Giovanni Calabrese presenta un esposto al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Locri, dottore Luigi D’Alessio, affinché si faccia chiarezza su quanto accaduto in questi giorni e affinché vengano puniti i responsabili facilmente individuabili nel Ministero della Salute e nel Commissario di Governo, nella Regione Calabria nella Direzione dell’Asp e nella Direzione Sanitaria dell’Ospedale di Locri.
«Nulla accade per caso – scrive il sindaco locrese -. La morte della signora Raffaela Mulé è un evidente caso di omicidio colposo maturato in un contesto di associazione a delinquere mascherato da incapacità organizzativa e di scarica barile. L’ennesimo, purtroppo. Quanto accaduto era facilmente prevedibile. Il personale sanitario è volutamente abbandonato con l’intento di creare disagio e raggiungere altri obiettivi. A chi ha creato queste condizioni poco importa se in tutto ciò le conseguenze ricadono sugli incolpevoli cittadini che a volte ci rimettono la vita. Il ridimensionamento dell’ospedale di Locri è un progetto che viene da lontano. Un disegno politico criminoso senza scrupoli che oggi si cerca di condurre i Commissari ad attuarlo».
«Infatti – spiega Calabrese- dopo quello che è accaduto – non poteva non accadere – sembrerebbe che “qualcuno” avrebbe predisposto il provvedimento di chiusura del reparto di Ortopedia di Locri con contestuale trasferimenti del personale rimasto all’ospedale di Polistena dove guarda caso ci sono altri ortopedici in precedenza assegnati a Locri e poi “misteriosamente” assegnati a Polistena. Sembra tanto la “legge del forte”». «Prima il centro destra poi il centro sinistra – chiosa il sindaco- hanno cercato di affossare l’ospedale di Locri riducendone l’ossigeno: le risorse umane, medici e infermieri. Ora i Commissari, forti del loro mandato, ma guidati dalla stesa ‘”mente” pretenderebbero di dare il colpo di grazia all’ospedale smantellando alcuni reparti.
È evidente che esiste un ben preciso progetto punitivo nei confronti della Locride». Calabrese e l’Amministrazione comunale, come più volte manifestato- non ci stanno: «A questo triste e demenziale progetto ci opporremo con tutte le nostre forze perché siamo convinti che la Locride debba avere il proprio ospedale funzionante e così anche la piana con Polistena.
L’idea di un unico Ospedale Polistena- Locri con i reparti divisi tra i due territori sarebbe l’ennesima mortificazione per tutti. Noi ci opporremo».
DI SEGUITO TESTO INTEGRALE DELL’ESPOSTO:
Prot. N. 19942/2019
ALL’ECC. MO PROCURATORE DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE DI LOCRI
DOTT. LUIGI D’ALESSIO
***********
ATTO DI ESPOSTO
************
Il sottoscritto dott. Giovanni Calabrese, Sindaco della Città di Locri,
espone quanto segue
il presente atto ha quale scopo quello di porre all’attenzione di questo Ecc.mo Procuratore della Repubblica su alcuni accadimenti che si inseriscono nell’ambito di una vicenda pubblica, relativa alle disfunzioni organizzative dell’Ospedale di Locri, affinché vengano effettuati gli opportuni accertamenti, nonché venga valutata la sussistenza di eventuali profili di penale rilevanza di specifici fatti dedotti.
In merito al pessimo funzionamento di alcuni settori dell’Ospedale di Locri, già lo scorso 4 febbraio – prot. 2803/2019- il sottoscritto aveva presentato formale esposto per denunciare formalmente la situazione relativa ai reiterati guasti agli impianti ascensori dell’Ospedale di Locri.
Si ricorda che, in tale circostanza, un cittadino affetto da grave patologia non era stato tempestivamente trasportato nel reparto di rianimazione, per come richiesto dai medici del reparto di cardiologia, a causa del blocco degli ascensori.
Lo stesso paziente veniva trasferito dopo diverse ore, quindi con notevole ritardo, nel reparto adeguato dove, purtroppo, decedeva dopo qualche ora.
In tale esposto si evidenziava che “spesso presso l’Ospedale pubblico sito in c.da Verga a Locri si verificano numerose situazioni di disservizio che arrecano evidente disagio ai cittadini che non hanno altre alternative di cure sanitarie pubbliche sul territorio”.
Già in precedenti occasioni si era registrato il decesso dei pazienti quale drammatica conseguenza del disservizio e della disorganizzazione regnanti presso la struttura ospedaliera della Locride.
Oggi, con il presente esposto si vuole segnalare, purtroppo, una nuova situazione di disagio estremo che ha avuto quale possibile conseguenza il decesso della signora Raffaela Mulè nel reparto di Ortopedia dell’Ospedale di Locri.
La signora Raffaela Mulè giunta in Ospedale con frattura al femore, dopo essere rimasta “parcheggiata” al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Locri nella notte tra il 12 e 13 agosto, in quanto il reparto di Ortopedia risulta chiuso dalle 20.00 alle 8,00, a causa di mancanza di personale medico, veniva ricoverata la mattina di martedì 13 agosto nel Reparto di Ortopedia.
Il necessario intervento al femore veniva, però, programmato – sempre a causa di mancanza di medici ortopedici e anche anestesisti – per il successivo martedì 20 agosto.
Nel tardo pomeriggio di mercoledì 14 agosto, purtropo, la signora è deceduta.
Si segnala che alcuni medici ortopedici, in precedenza assegnati all’Ospedale di Locri, risultano “distaccati” presso l’Ospedale di Polistena con evidenti conseguenze negative per il reparto di ortopedia dell’Ospedale di Locri.
Per quanto sopra esposto e motivato, il sottoscritto dott. Giovanni Calabrese, Sindaco del Comune di Locri,
chiede
che l’Ecc.ma Procura della Repubblica adita voglia disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti esposti in narrativa, valutando gli eventuali profili di illiceità penale degli stessi e, nel caso, procedere nei loro confronti dei diretti responsabili – facilmente individuabili nel Ministero della Salute, nella Regione Calabria, nella Struttura del Commissario di Governo, nella Direzione dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria e nella Direzione Sanitaria dell’Ospedale di Locri -per i numerosi reati perpetrati e tra questi i reati di omicidio colposo e associazione a delinquere.
Con osservanza
Dalla Residenza Municipale, 16 agosto 2019
F.TO
Il Sindaco
dott. Giovanni Calabrese
Locri, 16.08.2019
Ufficio Stampa
R. & P. OSPEDALE: ESPOSTO DEL SINDACO DI LOCRI AL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI LOCRI, DOPO L’ENNESIMO PRESUNTO CASO DI MALASANITA’. Calabrese: «Non assisteremo a questo scempio. L’idea di un unico Ospedale Polistena- Locri con i reparti divisi tra i due territori sarebbe l’ennesima mortificazione per tutti. Noi ci opporremo».
Gianluca Albanese
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Sanità. Anticipazioni sul decreto Calabria: via manager inadempienti, scatta il piano anti corruzione
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Sanità. Anticipazioni sul decreto Calabria: via manager inadempienti, scatta il piano anti corruzione
Sanità. Anticipazioni sul decreto Calabria: via manager inadempienti, scatta il piano anti corruzione
“Lo Stato prende in mano la situazione con poteri straordinari, ma limiti nel tempo, perché ciò porti davvero ad una soluzione per i cittadini calabresi. Il cambiamento vero si misura anche tramite azioni inedite”. Giulia Grillo, Ministro della Salute, commenta così la pubblicazione di alcune anticipazioni relative al decreto speciale per la sanità in Calabria che i colleghi dell’Ansa hanno potuto visionare, raccogliendo successivamente le parole dell’esponente del Governo. “Siamo stati i primi a prendere un provvedimento, la situazione è di emergenza. Lo abbiamo promesso qualche giorno fa ed il presidente del Consiglio Conte – ha detto il ministro – ha anche proposto un Consiglio dei ministri in Calabria”. Il provvedimento, secondo quanto si apprende, sarà all’esame del Consiglio dei ministri che si terrà in Calabria già, forse, la prossima settimana. IL DECRETO Tra le altre cose nel provvedimento del Governo in materia di sanità calabrese è prevista la “verifica straordinaria sui Direttori Generali degli enti del Servizio sanitario regionale ogni sei mesi da parte del commissario ad acta con la possibilità, in caso di esito negativo, di dichiarare l’immediata decadenza, nonché la risoluzione del contratto, del direttore generale valutato negativamente” Nella Regione Calabria, si legge nella bozza di decreto, – riporta ancora l’Ansa – si applicano le speciali disposizioni “per diciotto mesi dalla data della sua entrata in vigore”. L’articolo 2 stabilisce che il commissario ad acta, ogni sei mesi, “è tenuto ad effettuare una verifica straordinaria sull’attività dei direttori generali delle aziende sanitarie, delle aziende ospedaliere e delle aziende ospedaliere universitarie”. Il Commissario ad acta, si legge nella bozza di decreto, “previa contestazione, provvede motivatamente, entro 15 giorni dall’avvio del procedimento (…) a dichiarare l’immediata decadenza, nonché la risoluzione del contratto, del direttore generale valutato negativamente”. In caso di verifica negativa del direttore generale, il Commissario ad acta “nomina un Commissario straordinario, scelto fra soggetti di comprovata competenza ed esperienza, in particolare in materia di organizzazione sanitaria o di gestione aziendale. I Commissari straordinari restano in carica fino alla nomina dei direttori generali individuati”. L’articolo 5 “Dissesto finanziario degli enti del Servizio sanitario regionale” stabilisce inoltre che entro sessanta giorni dall’insediamento del Commissario straordinario, questi, “anche avvalendosi del supporto dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute nonché del Corpo della Guardia di finanza, effettua una verifica generale sulla gestione dell’ente. Laddove emergano gravi e reiterate irregolarità nella gestione dei bilanci, ovvero una manifesta e reiterata incapacità nella gestione del contenzioso o comprovate disfunzioni nell’erogazione dei servizi sanitari, il Commissario straordinario propone al Commissario ad acta di disporre la gestione straordinaria dell’ente”. E’ data inoltre facoltà al Commissario ad acta di nominare un unico Commissario straordinario per uno o più enti del servizio sanitario regionale. Il decreto stabilisce inoltre i compensi previsti per i commissari straordinari ( “non superiore alla somma di euro 50.000 al lordo degli oneri riflessi a carico dell’amministrazione, che si aggiunge alla retribuzione spettante stabilita dalla normativa regionale per i direttori generali dei rispettivi Enti del Servizio Sanitario della regione Calabria”). In ogni caso, “entro sei mesi dalla nomina di ciascun Commissario straordinario, il Commissario ad acta provvede alla verifica delle attività poste in essere” e “in caso di esito negativo della verifica – si stabilisce nel provvedimento – il Commissario ad acta dispone la decadenza immediata dall’incarico e provvede alla nomina di altro Commissario straordinario in possesso dei requisiti”. Si prevede, inoltre, una regolamentazione stretta e con il coinvolgimento anche dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) per appalti, servizi e forniture per gli Enti del Servizio sanitario della Regione Calabria. Gli enti del servizio sanitario della Regione Calabria, si legge all’articolo 6, “si avvalgono esclusivamente di Consip S.p.A. o, previa convenzione, di centrali di committenza di altre Regioni per l’affidamento di appalti di lavori, servizi e forniture, strumentali all’esercizio delle proprie funzioni”. Inoltre, “al fine di assicurare la coerenza e la fattibilità degli interventi individuati dagli atti di programmazione previsti dalla legislazione vigente, il Commissario ad acta predispone un Piano straordinario di edilizia sanitaria e di adeguamento tecnologico della rete di emergenza, della rete ospedaliera e della rete territoriale della regione Calabria, con valenza triennale. Il Piano è approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con i Ministri dell’Economia e delle Finanze, della salute, delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Lavoro e delle Politiche sociali”. L’articolo 9 della bozza di decreto prevede inoltre “ulteriori disposizioni in tema di collaborazione e supporto delle Forze dell’ordine’ e stabilisce che “il contingente di Carabinieri per la tutela della salute attualmente presente in Calabria è incrementato di 40 unità, di cui 32 del ruolo ispettori, 4 del ruolo sovrintendenti e 4 del ruolo appuntati e carabinieri”.
“Lo Stato prende in mano la situazione con poteri straordinari, ma limiti nel tempo, perché ciò porti davvero ad una soluzione per i cittadini calabresi. Il cambiamento vero si misura anche tramite azioni inedite”. Giulia Grillo, Ministro della Salute, commenta così la pubblicazione di alcune anticipazioni relative al decreto speciale per la sanità in Calabria che i colleghi dell’Ansa hanno potuto visionare, raccogliendo successivamente le parole dell’esponente del Governo. “Siamo stati i primi a prendere un provvedimento, la situazione è di emergenza. Lo abbiamo promesso qualche giorno fa ed il presidente del Consiglio Conte – ha detto il ministro – ha anche proposto un Consiglio dei ministri in Calabria”. Il provvedimento, secondo quanto si apprende, sarà all’esame del Consiglio dei ministri che si terrà in Calabria già, forse, la prossima settimana. IL DECRETO Tra le altre cose nel provvedimento del Governo in materia di sanità calabrese è prevista la “verifica straordinaria sui Direttori Generali degli enti del Servizio sanitario regionale ogni sei mesi da parte del commissario ad acta con la possibilità, in caso di esito negativo, di dichiarare l’immediata decadenza, nonché la risoluzione del contratto, del direttore generale valutato negativamente” Nella Regione Calabria, si legge nella bozza di decreto, – riporta ancora l’Ansa – si applicano le speciali disposizioni “per diciotto mesi dalla data della sua entrata in vigore”. L’articolo 2 stabilisce che il commissario ad acta, ogni sei mesi, “è tenuto ad effettuare una verifica straordinaria sull’attività dei direttori generali delle aziende sanitarie, delle aziende ospedaliere e delle aziende ospedaliere universitarie”. Il Commissario ad acta, si legge nella bozza di decreto, “previa contestazione, provvede motivatamente, entro 15 giorni dall’avvio del procedimento (…) a dichiarare l’immediata decadenza, nonché la risoluzione del contratto, del direttore generale valutato negativamente”. In caso di verifica negativa del direttore generale, il Commissario ad acta “nomina un Commissario straordinario, scelto fra soggetti di comprovata competenza ed esperienza, in particolare in materia di organizzazione sanitaria o di gestione aziendale. I Commissari straordinari restano in carica fino alla nomina dei direttori generali individuati”. L’articolo 5 “Dissesto finanziario degli enti del Servizio sanitario regionale” stabilisce inoltre che entro sessanta giorni dall’insediamento del Commissario straordinario, questi, “anche avvalendosi del supporto dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute nonché del Corpo della Guardia di finanza, effettua una verifica generale sulla gestione dell’ente. Laddove emergano gravi e reiterate irregolarità nella gestione dei bilanci, ovvero una manifesta e reiterata incapacità nella gestione del contenzioso o comprovate disfunzioni nell’erogazione dei servizi sanitari, il Commissario straordinario propone al Commissario ad acta di disporre la gestione straordinaria dell’ente”. E’ data inoltre facoltà al Commissario ad acta di nominare un unico Commissario straordinario per uno o più enti del servizio sanitario regionale. Il decreto stabilisce inoltre i compensi previsti per i commissari straordinari ( “non superiore alla somma di euro 50.000 al lordo degli oneri riflessi a carico dell’amministrazione, che si aggiunge alla retribuzione spettante stabilita dalla normativa regionale per i direttori generali dei rispettivi Enti del Servizio Sanitario della regione Calabria”). In ogni caso, “entro sei mesi dalla nomina di ciascun Commissario straordinario, il Commissario ad acta provvede alla verifica delle attività poste in essere” e “in caso di esito negativo della verifica – si stabilisce nel provvedimento – il Commissario ad acta dispone la decadenza immediata dall’incarico e provvede alla nomina di altro Commissario straordinario in possesso dei requisiti”. Si prevede, inoltre, una regolamentazione stretta e con il coinvolgimento anche dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) per appalti, servizi e forniture per gli Enti del Servizio sanitario della Regione Calabria. Gli enti del servizio sanitario della Regione Calabria, si legge all’articolo 6, “si avvalgono esclusivamente di Consip S.p.A. o, previa convenzione, di centrali di committenza di altre Regioni per l’affidamento di appalti di lavori, servizi e forniture, strumentali all’esercizio delle proprie funzioni”. Inoltre, “al fine di assicurare la coerenza e la fattibilità degli interventi individuati dagli atti di programmazione previsti dalla legislazione vigente, il Commissario ad acta predispone un Piano straordinario di edilizia sanitaria e di adeguamento tecnologico della rete di emergenza, della rete ospedaliera e della rete territoriale della regione Calabria, con valenza triennale. Il Piano è approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con i Ministri dell’Economia e delle Finanze, della salute, delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Lavoro e delle Politiche sociali”. L’articolo 9 della bozza di decreto prevede inoltre “ulteriori disposizioni in tema di collaborazione e supporto delle Forze dell’ordine’ e stabilisce che “il contingente di Carabinieri per la tutela della salute attualmente presente in Calabria è incrementato di 40 unità, di cui 32 del ruolo ispettori, 4 del ruolo sovrintendenti e 4 del ruolo appuntati e carabinieri”.
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OSPEDALE DI LOCRI Tutto quello che a “Le Iene” è “sfuggito”
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OSPEDALE DI LOCRI Tutto quello che a “Le Iene” è “sfuggito”
OSPEDALE DI LOCRI Tutto quello che a “Le Iene” è “sfuggito”
di Gianluca Albanese
LOCRI – Una struttura sanitaria che serve una popolazione potenziale di 140.000 abitanti, la stessa di quando il numero dei posti letti erano molti di più. Delle disfunzioni e delle problematiche dell’ospedale di Locri si è detto e scritto tantissimo. Oggi, chi lavora in questa struttura non ci sta a essere parte di un magma indistinto in cui viene accomunato a chi ha avuto e ha le responsabilità – a tutti i livelli – per le quali mancano servizi essenziali e, soprattutto, il personale necessario. E allora, è giunto il momento di fare sapere a un’opinione pubblica troppo spesso distratta dal facile sensazionalismo, che all’ospedale di Locri, accanto alle inefficienze e alle disfunzioni, ci sono anche e soprattutto realtà encomiabili, esattamente come l’impegno di chi ogni giorno profonde il massimo sforzo per assicurare la dovuta assistenza sanitaria ai pazienti.
Il chirurgo Luigi Brugnano, tra gli altri, nei giorni scorsi ha rilasciato una significativa intervista a Giuseppe Tumino di “Gazzetta del Sud”, nella quale ha detto, tra l’altro, che “Mi auguro che il Comitato dei Sindaci decida di appropriarsi finalmente del ruolo che la legge gli attribuisce in materia di programmazione sanitaria (L. 502/92 art. 3 bis comma 7) superando la fase delle sterili manifestazioni di piazza e degli scoop scandalistici per passare a una concreta vigilanza sul diritto alla salute dei propri cittadini ed a proposte concretamente risolutive dello stato di crisi. Forse, se i sindaci avessero esercitato per tempo i propri doveri in tal senso, a rischio anche di mettersi contro le rispettive parti politiche, non saremmo arrivati a questo sensazionalismo, rivelatosi così infamante e deleterio. Finché si parlerà male della struttura ospedaliera al solo scopo di additare responsabilità altrui, perpetrando l’atavico pianto greco che è retaggio delle nostre origini culturali, l’unico risultato che si riuscirà ad ottenere sarà rendere ancora più arduo il nostro già difficile lavoro”.
Parole pesanti come macigni. E sagge come quelle del suo collega di reparto Francesco Rispoli – tra i primi a intervenire dopo il servizio de “Le Iene” – e di tanti altri che il loro lavoro lo onorano al meglio ogni giorno, seppur in condizioni difficili.
Oggi, la nostra testata vuole proporre alla vostra visione il seguente video, girato da personale interno all’ospedale di Locri, il cui incipit è emblematico: “Tutto quello che è sfuggito alle Iene”.
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Il video è accompagnato dalla seguente comunicazione, nella quale non ci sono firmatari – non serve perché si parla a nome di tutti – ma vuole esprimere un sentire comune che vada oltre a sensazionalismo e scandalismo e ridia fiducia ai cittadini:
“Non ne possiamo più di sentire che la Sanità, nella Locride , è da “terzo mondo” e, al contempo, continuare a vedere che di fatto non s’interviene in maniera concreta per modificare una situazione drammatica che da anni è sotto gli occhi di tutti. Se non fosse che le conseguenze sono vissute quotidianamente sulla pelle dei cittadini, che non vedono riconosciuto il loro sacrosanto diritto alle cure, e sulla maggioranza degli operatori sanitari che si trovano a dover lavorare in condizioni di perenne emergenza, potremmo anche dire che ormai siamo abituati a questa “propaganda”. Uno stato di abbandono che si è consumato, e continua a consumarsi, nell’indifferenza più assoluta di chi avrebbe il potere ed il dovere d’intervenire. Che cosa abbia determinato tutto questo, e soprattutto, di chi siano le responsabilità di questa scellerata gestione, non è lecito saperlo. Si respira un pesante clima “pilatesco” dove tanti, che potrebbero fare , preferiscono lavarsene le mani e starsene a guardare, senza intervenire. Nel frattempo si lascia che un pesante clima di sfiducia cancella il sacrificio di tanti operatori che, con grande abnegazione, continuano a lavorare in condizioni drammatiche, di continuo anche mortificati ed umiliati. Se si vuole veramente cambiare, s’intervenga subito per far sì che un Ospedale abbia i requisiti strutturali , di confort alberghiero, di attrezzature e di personale sanitario in numero sufficiente a svolgere le proprie funzioni. Si scelgano senza clientelismi le persone giuste, si diano con urgenza i mezzi necessari, si abbia il coraggio di identificare le sacche di inefficienza o di incapacità e si dia gratificazione e responsabilità dirigenziale a chi veramente merita. E’ chiedere troppo che nel nostro territorio vi sia un sistema sanitario “normale” , efficace ed efficiente al pari di quanto avviene in altre realtà ? E’ chiedere troppo , che l’ Ospedale sia messo nelle condizioni di poter operare in maniera appropriata, che vi siano servizi territoriali complementari, capaci di operare in termini di continuità assistenziale e di integrazione dei servizi, che vi siano strutture assistenziali alternative al ricovero ospedaliero, che sia operativa l’ assistenza domiciliare, l’hospice ed il sistema di cure palliative ? E’ fuori luogo pretendere con forza che vi sia una riorganizzazione gestionale ed amministrativa in questa Azienda Sanitaria in grado di supportare e facilitare l’operatività delle varie strutture sanitarie?
Nel frattempo questo territorio, con tutti i suoi cittadini, continua a subire oltre al danno anche l’umiliazione mediatica di che inevitabilmente colpisce tutto e tutti, buoni e cattivi. Occorre fare presto per non vedere cancellato del tutto quanto realizzato, con grande sacrificio, da tanti operatori sanitari che nel tempo hanno dato lustro a questo Ospedale. Ma forse, anche di questo , non importa niente a nessuno”.
di Gianluca Albanese LOCRI – Una struttura sanitaria che serve una popolazione potenziale di 140.000 abitanti, la stessa di quando il numero dei posti letti erano molti di più. Delle disfunzioni e delle problematiche dell’ospedale di Locri si è detto e scritto tantissimo. Oggi, chi lavora in questa struttura non ci sta a essere parte
Gianluca Albanese
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