#blu quasi trasparente
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"Fuori da questa casa, oltre quella finestra, forse sta volando un gigantesco uccello nero. Un uccello enorme simile alla notte buia, un uccello nero che volteggia nel cielo proprio come quello grigio che vedo sempre beccare le briciole di pane; ma essendo di tali dimensioni, al di là della finestra si vede soltanto l'incavo del suo becco che appare come una caverna, e forse non si riesce neppure a vederlo per intero.
La falena che ho ucciso è morta sicuramente senza rendersi conto di com'ero fatto nella mia interezza. È morta senza sapere che qualcosa di gigantesco che le schiacciava il corpo molle, pieno di liquido verde, era una parte di me. In questo momento sono esattamente come la falena, e sto per essere schiacciato dall'uccello nero." [...]
Ryū Murakami, Blu quasi trasparente
#blu quasi trasparente#letteratura#literary fiction#letteratura giapponese#ryu murakami#murakami ryu#kagirinaku tomei ni chikai buru
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le recensioni di goodreads mi fanno passare la speranza nell'umanità dio mio ma come si fa
#BOHHH ma a me non verrebbe mai in mente di scrivere una roba del genere ma che critica è#se non hai mai fatto una lezione di letteratura puoi almeno non scrivere recensioni. mi sembra il minimo#a#come quella straordinaria recensione di blu quasi trasparente che dice tipo. ah quindi il punto è che gli americani fanno le orge#diversamente dai giapponesi? fra. Fra.
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writing patterns
rules: share the first line of your last ten published works or as many as you are able and see if there are any patterns!
thank you @starsmadeinheaven for the ta, love
let's see what we got
"I actually have a date today. A date with one of the loveliest girls I've ever seen. She has the prettiest blue eyes, beautiful red hair, and the cutest face."
Thinking back, it shouldn't have been surprising that Terra was a biter: her little canines, sharp as the ones of an Esper, should have been a good indicator of such tendencies. this reminds me that i haven't finish kinktober akhflkafh
He is in his room at the hotel, fresh out of the shower, when he receives the text.
Terra moaned helplessly, spreading her legs even further as her lover kept working his mouth over her sex, his fingernails gently caressing her inner thighs. as i said i was doing kinktober alhflka
Il treno è imponente, nero, circondato da scure nuvole di vapore, e annuncia il suo arrivo con dei lunghi fischi.
Quando vede madame Oldoini1 Francia comprende il perché sia considerata una delle più affascinanti fanciulle d'Europa: la giovane donna veste di un ampio abito bianco, quasi trasparente, che lascia nude le spalle lisce, riccamente decorato, e sventola un ventaglio che muove appena la chioma accuratamente conciata; c'è appena un filo di trucco sul volto candido e i suoi occhi blu assumono una tonalità viola quando sono nella penombra, un colore rarissimo tra gli umani.
'Privacy' è un concetto molto caro ai guerrieri dell'armonia, quasi quanto l'impossibilità di poterla mantenere. Quando l'unica cosa che si può usare per riposare sono tende - bellissime tende, tende piene di tutto il necessario per vivere bene, ma sempre tende dove qualunque tipo di suono è udibile dall'esterno e la giusta luce può facilmente mostrare cosa succeda all'interno - e dove si deve per forza dormire in coppia perché non si sa mai quando i mostri potrebbero colpire, la 'privacy' è impossibile da mantenere.
"Help me!" he wants to scream, clutching at his stomach as he lays on the bathroom floor in a fetal position.
Germany tries to make Veneziano happy.
Arthur fiddles with the animal skull in his hands.
The only pattern i see it's that no sentence is short enough for me lmao
tagging @schmedterlingfreud @j-ellyfish @maudlin-scribbler and anyon eof my moots that writes fics,
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OPTIMUS PRIME ( Deluxe ) Movie Studio Series 112
Ed il primo modellino degli Studio Series dedicato al film di Transformers One, uscito in concomitanza proprio col lungometraggio, non poteva che essere quello di OPTIMUS PRIME! … anche se un po' fa strano, dato che al cinema il personaggio è perlopiù del tempo nelle fattezze di Orion Pax MA il giocattolo in questione è solo un classe Deluxe! :O
Infatti già fa strano questa declassazione di Optimus negli SS, dal consueto Voyager ad un Deluxe, quasi a ricreare una nuova scala per questo film rispetto agli omonimi di altri lungometraggi e serie, ma appunto avrebbe avuto più senso fare un Orion Pax Deluxe il quale poi si sarebbe tramutato in un Optimus Voyager, un po' come si vede appunto al cinema!
Oppure, a questo punto, ci si può aspettare MAGARI un'uscita futura di un Deluxe 2 pack con un Orion trasformabile ed un altro no senza il T-Cog, proprio per ricercare la fedeltà cinematografica! :D …No, eh? ^^'
Vabbè, elucubrazioni di ipotetiche uscite a parte, il ROBOT perlomeno è un Deluxe altino: non dico che raggiunga l'Op Earthrise, ma almeno rivaleggiucchia un po' con quello WfC Gamer Edition, suo collega poi in quanto a tematica d'aspetto. Infatti questa ennesima versione pre terrestre di Commander aggiungerebbe poco a quanto già visto negli anni passati: diciamo che non è barocco come i vari WfC dei videogiochi, ma più asciutto e con i soliti particolari classici, con gli avambracci però ora grigi e un'unico finestrone sul petto, questo fatto apposta in modo da far intravedere la Matrice al suo interno.
A proposito di accessori staccabili, sulla schiena il nostro si trova una sorta di zainata / coperchio un po' come quella dell'Optimus Siege, cui va messo a riposo l'accessorio con le bocche di fuoco frontali del veicolo cui si trasforma ( che però è un po' attaccato con lo sputo, diciamo ), così come le iconiche canne fumarie sulle spalle sono staccabili ed impugnabili, mentre come arma Optimus One ha solo l'ascia d'Energon in plastica azzurra trasparente.
Tornando all'aspetto del robot, a voler spaccare il capello in quattro, nonostante si presenti bene e ben dipinto con un rosso e blu scuretti ma brillanti, ci sarebbe il grigio che è sì metallico ma un po' troppo opaco, mentre il petto sovrasta parecchio l'addome che a sua volta soffocato dalle spallone, mentre la testa pare quasi annaspare in mezzo fra queste. Ma niente per cui strapparsi i capelli, per carità, ma magari in un Voyager queste inezie si potevano limare meglio… ;3
Anzi, ok, petto e spallone sono parte del design originale, quindi l'"inestetismo" è a monte e amen, teniamocelo nei modellini fedeli, vabbè.
A proposito poi di fedeltà al media, mi fa specie che abbia la faccia con la mascherina sulla bocca, che ci sarebbe stata bene una gimmick con una doppia testa o che con l'altra senza mascherina, ma ehi, è pur sempre solo un Deluxe! ^^'
D'altro canto, ripeto, è perlomeno altino come Dlx e stra -posabile, con tutto quello che si può volere nel pacchetto della posabilità medio alta, pure la testa che si alza notevolmente, pugni che ruotano, etc. Ah, quasi dimenticavo: ovviamente non ha le mani che si aprono, visto che E' SOLO UN DELUXE, ma può comunque "impugnare" la Matrice tramite dei perni su questa e delle fessurine sui pugni, ok.
Questo modello poi esce in contemporanea con la wave 1 dei Prime Changers, i Deluxe della linea principale del film, dove è presente anche lì un Orion Pax con però mascherina, ascia e canne fumarie di Optimus One, QUINDI a seconda dei punti di vista l'uno potrebbe essere ridondante verso l'altro e viceversa, laddove invece potevano essere complentari se il Prime Changer lo lasciavano con l'aspetto di Pax piuttosto che non pimparlo con quello di Prime, mah!
La TRASFORMAZIONE è grossomodo quella classica, riprendendo elementi dal succitato Siege, con il coperchio / tettuccio e le ruote scolpite che dall'interno delle gambe slittano all'esterno, e con il solito bacino che ruota ed i piedi che si drizzano; almeno nella parte anteriore c'è qualche novità, con il pannello frontale con la griglia che è ripiegato subito sotto il petto, mentre le spalle si abbassano a diventare dei moduli laterali anteriori, ANCHE SE poi le braccia restano in vista con i pugni che letteralmente agguanto dei perni sulle gambe per tenere unito il veicolo! ^^'
Ma è pur sempre una sorta di CAMION CYBERTRONIANO, che cerca di ricordare l'iconico Frightliner terrestre, anche se non so quanto senso abbia rappresentare Optimus così anche su Cybertron se non si porta appresso un rimorchio, ok, però diciamo che la novità delle parti laterali anteriori non è male, così come ora le canne fumarie usate come armi o razzi di spinta, a seconda della direzione.
Ad aggiungere potenza di fuoco ci pensa il summenzionato modulino da sistemare frontalmente con i due laser in più, solo che non c'è poi posto dove poterlo nascondere, nel camion, anche se ci sarebbe volendo proprio dietro il pannello cui lo si aggancia. L'ascia d'Energon invece trova spazio comodamente in mezzo alle gambe nella parte posteriore del mezzo.
Il fatto delle braccia in vista alla fine non da così fastidio, a dire il vero, dato che si mimetizzano bene ai lati del veicolo, mentre è davvero una furbata l'assenza di ruote effettive, sostituite da 4 ruotine essenziali, di cui quelle anteriori sono rosse e si confono tranquillamente nella parte frontale delle spalle.
Insomma, alla fine non è affatto un brutto modellino, con aspetto fedele in entrambe le modalità e trasformazione ben realizzata e non troppo complicata, ma che però non esprime le potenzialità del personaggio poichè "degradato" alla classe Deluxe, laddove le varie gimmick che già questo SS doveva avere ( faccia con o senza mascherina, laser frontali a scomparsa ) sono invece finite nella versione estemporanea ed esclusiva giapponese di classe quasi Leader, il Brave Commander.
Magari riducendolo di classe hanno voluto renderlo più conveniente anche a chi non colleziona per forza gli SS, e di conseguenza così tutti i successivi One Studio Series, ma speriamo, come dicevo sopra, che in qualche maniera recuperino prima o poi anche la versione di Orion Pax e senza T-Cog, giusto per completezza. :)
-Video recensione
#transformers#hasbro#generations#autobot#autorobot#recensione#review#optimus prime#commander#orion pax#transformers one#one#movie studio series
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Due
Se ne stavano a parlare per ore
come su un’altalena, tesa fra i ciliegi
Da un capo all’altro del cielo
Da un capo all’altro della terra
Nel loro mondo di colori e aria
le mani colme, di quella rossa pienezza
da portare alle labbra
Se ne stavano in riva al mare.
Un pensiero trasparente, come brezza dal
largo, trascorreva nelle loro calme parole
In alto, il cielo, a disegnare i contorni
e i suoni. Ogni momento era prezioso
Parlavano e insieme tacevano
perchè sapevano d'essere parte
della gioia dell’universo.
Lei aveva occhi scuri ma pieni di luce
vento, nubi...
Lui seduto sulla sabbia
la guardava dal basso, mentre
parlava piano di ciò che sognava
Delle strade che li attendevano
Il cielo finalmente poteva essere blù
Le nuvole potevano essere bianche
I progetti, come disegni da tracciare
sull'azzurro con le dita.
Le parole, stormi di uccelli migratori
a danzare libere nell'aria tremolante.
Lui nella camicia azzurra che gli fasciava
le spalle. Lei nell’abito chiaro a sventolare.
Bianca fiamma contro il blu del mare.
Erano seduti sotto lo stesso cielo
Dentro lo stesso attimo.
Erano nuvole e sguardi, bandiere e gabbiani.
Negli occhi il sole, il blu, il bianco
Il loro sangue che trascorreva sereno
teso come lino al vento.
La forza dei battiti non era più solo desiderio
Era energia pacata, sommessa. rilassata.
Un lento trasognato camminare
le vie del cielo e del futuro.
Tutto era connesso e tutto trovava senso.
Le parole, l’intreccio di sguardi e dita
L’universo, il loro stesso fiorire.
Due. Ormai quasi aquiloni
incisi dentro un colore.
[ k ]
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31. (Stati di transitoria follia)
servono 500 grammi di farina due uova 250 grammi di zucchero 200 cl di latte un pizzico di sale poi a seconda dei gusti un bicchierino di liquore tipo alchermes non ci si può sbagliare neanche sui tempi l’impasto prende di tempo quello che basta non c’è bisogno – è chiaro? – non c’è bisogno di lievitazione poi mettere nel forno a 180° per 45 minuti ed è fatta si può consumare subito ma anche fredda il giorno dopo a fette nel latte per la colazione va benissimo lo stesso non bisogna preoccuparsi delle briciole è uno spreco trascurabile
mi cammini addosso mi cammini addosso sento la morbida pianta dei tuoi piedi che s’appoggia sul mio petto e poi cede sulle braccia e poi si spinge a stuzzicarmi il bastone mi stai stuzzicando molto dentro mentre lo fai fuori mi sei molto dentro mentre lo sei fuori e brandelli di pace si sollevano assieme a brandelli di parole che si svuotano nel respiro che si fa pesante e rumoroso graffia come un vento che graffia sui muri come
adesso parleranno di politica saranno le prime notizie poi seguirà qualcosa di molto economico l’informazione deve essere come la scuola dare un pochino ad ognuno tenere presente la vecchiezza farle passare la via i giovani appassiti con qualche voluttà di cultura ed intenti incoraggianti agganci deve tenere presente tutti anche quelli cui non gliene frega un cazzo e infatti a loro non dice niente così in ogni caso non si trattengono e poi alla fine una bella notizia di cronaca divertente per il vomito per impedirlo un attimo prima che esca
le parole si depositano una sull’altra non sono più parole sono la tua pelle odore le mani che ti scivolano addosso la pelle offre una leggera resistenza così è meglio meglio così così le senti di più che ti sfregano addosso che sono vere che non sono di carta ma di nervi e ghiandole e quella voglia quella voglia che continua a vivere che continua a riaversi e diventa cantilena e diventa il suono cui la testa obbedisce non sapendo che altro fare
programmare per domani è facile sempre che non arrivi la morte ma anche quella è in conto dunque il lavoro i pranzi sul divano almeno dieci minuti forzare poi il fisico al pomeriggio una lettura anche c’è il romanzo quello con la copertina blu riprendere da pag 155 e poi che altro? ah sì lavarsi telefonare per quella storia imbrogliata dell’alloggio e poi le giornate si sono allungate sembra di avere più tempo persino troppo tempo bisognerà trovare qualcos’altro da fare prima che arrivi il sonno e un’ora decente per andare a dormire, perlomeno non come i polli
un prisma i momenti le ore le facce colorate ci sei spesso tu una immagine dopo l’altra come maglie nell’armadio che scorrono maglia blu maglia grigia tu maglia maglia tu ancora tu tu forse dimmi hai qualcosa forse che giace lì nel tuo ventre? sei una donna giace lì dentro al tuo ventre ma anche dietro ai tuoi occhi ma anche nelle tue ossa ed ecco che perdo il conto e mi confondo ma ci sono le cose che conosco col loro svolgimento trasparente e mono sapore ben scandito e pieno di scatolette e poi invece ci sei tu che passi estranea e arrivi e gestisci la cosa come uno stato di transitoria follia e balliamo il sipario sontuoso carico quasi crepita di pienezza e tu mi sei attaccata e di ciò io vibro e vivo m’abbandono m’abbandono a te e alla tua irrinunciabile di sconcerto nutriente danza tu per la miseria tu
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5 libri sul Giappone di scrittori giapponesi per scoprirne la vera cultura
5 #libri sul #Giappone di scrittori giapponesi per scoprirne la vera cultura
5 libri sul Giappone di scrittori giapponesi Voglia di Giappone autentico ma per il momento non si può raggiungere? Cosa c’è di meglio di un libro per immergersi totalmente in qualcosa che non possiamo vedere ma solo sognare? Ci sono alcuni scrittori giapponesi che sono perfetti da leggere per immergersi nell’affascinante cultura nipponica. Così ricca di onore, drammi, figure tormentate e grandi…
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Una volta finito di giocare, guardando il sole che tramontava, soffiavo sulla ferita facendo delle smorfie; allora provavo un grande senso di serenità, come se ci fosse un'intesa reciproca, una qualche complicità tra me e il paesaggio grigio dell'imbrunire. Al contrario dell'eroina, o di quando ci si scioglie mescolando i propri umori con quelli di una donna, era attraverso il dolore che provavo la sensazione di staccarmi da ciò che mi circondava, come se grazie al dolore prendessi a brillare di luce propria.
Blu Quasi Trasparente.
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#CaseCarute : Ciuffo.
Piario, Bergamo | 05.02.2022 | 🎶 DEADBURGER FACTORY - BLU QUASI TRASPARENTE
#ᶠᵒᵗᵒᵏʰˢʰ ◾ ˢʰᵒᵖ 1 ◾ ˢʰᵒᵖ 2 ◾ ˢᵘᵖᵖᵒʳᵗ ᵐᵉ ʷⁱᵗʰ ᵃ ᵗⁱᵖ
#Photographers On Tumblr#Urban Exploration#Urbex#Abandoned#CaseCarute#Windows#stained glass#bricks#decay#farmhouse#dry branches#February 2022
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rossoscarlatto.net
Tatuata
"Allora hai deciso..."
"Sì".
"E se poi ti stancassi ? Volessi levarlo ? Non ti piacesse più..."
"Non credo...e in ogni modo, lo sai, non do peso al mio corpo, non mi guardo allo specchio..., non m'importa cosa ne penserò domani o fra vent'anni, ho solo bisogno di un segno..."
"Un segno...?"
"Devo segnare questo tempo...ricordarlo..."
"Ricordarlo ? Puoi farlo comunque...perché sulla pelle ?"
"Definitivo..., questa fuga non è con la testa nel sacco, so che sto fuggendo e da cosa..."
"Tu hai troppi uomini..."
"In questo periodo ? Sì...sempre... quando sono così..."
"Tu li usi..."
"E loro usano me...normale...".
"Non sei innamorata, è vero...?"
"Ho bisogno di sogni, lunghissimi, interminabili..."
.................
Ore 16.35. Sono in anticipo.
"Ciao..."
"Ho appuntamento alle 17.00..., posso aspettare ?"
"Accomodati, lui è di là...nel frattempo puoi guardare i cataloghi, hai già un'idea ?"
"No. Nessuna."
Il divanetto è molto piccolo, e davanti una tendina trasparente, nera su un vetro. Dietro intravedo un'ombra. E un rumore, quasi un ronzio. Forte, insistente. Che cosa succede di là ? Nessuno parla...solo il ronzio.
Sfoglio le pagine piene di simboli scuri, linee, curve, punte, e piccoli totem, simbologie di mondi passati, qualche animale, e piume, ali. Che fare ? Che tipo di segno sul mio povero polso ? Un sole ? Questo piccolo pesce ? Questa spirale appuntita ?
"Hai bisogno d'aiuto ?"
Lei è vestita di nero, come me. Al naso, sopracciglia, e labbro inferiore anelli e altri piccolissimi oggetti.
"Fra poco tocca a te... è quasi pronto..."
Arriva. E' qui vicino. Mi guarda. Lo guardo.
Alto. Magro abbastanza. Le maniche corte della maglietta blu, larga, scoprono ogni forma incisa, e incredibile, sulle sue braccia. E colori. Anelli ad ogni suo dito. E il viso. Rugoso, ma giovane, con occhi chiari e una bocca grande, non ben delineata. Senza barba.
"Ciao...che cosa posso fare per te...?"
Huuummm, che cosa puoi fare per me ?...devo dirtelo subito... o dopo?
"Credo che un occhio...forse...ma molto stilizzato...una forma semplice, pulita...non troppo grande..."
"Ok, vieni..."
Si muove piano e sparge in giro un po' del suo profumo di muschio. La sala degli orrori ora è davanti ai miei occhi. Arrivandoci senza sapere cos'è può essere scambiata per lo studio di un dentista. Ma la musica ovunque, e forte, i disegni alle pareti, le sue foto nudo con esibizione d'ogni piccola e grande opera d'arte, mi fanno sentire finalmente a casa.
"Siediti qui...vicino a me..."
Mi accomodo, un po' timorosa sulla poltroncina vicino al tavolo, dove lui sta disegnando il mio occhio. Con la matita su una velina trasparente.
"Così... ti piace ?"
"Sì.....va bene..."
Si alza. Più in là la poltrona da esecuzione, il patibolo, quasi un lettino, di pelle imbottita rossa. Mi allungo, e lui prende il mio polso. Non parla, e da un cassetto tira fuori un rasoio. In un attimo graffia via i pochi peli sul mio braccio fino alla mano. Io tremo, sono già spaventata.
"Posso... scappare... se...?"
"Scappare ? e dove...stai tranquilla... ci penso io... non sentirai male... non troppo...sopporterai...vedrai..."
La decalcomania ora è sul mio polso, bella disegnata, e blu.
"Ecco...questa è la giusta posizione... potranno vederlo bene, tutti..."
Comincio a sudare, la ghigliottina è lì davanti a me, e sta iniziando il suo ronzio terribile.
L'ago. Mio dio. L'ago.
Punge. Punge e colora la mia pelle. E lui preme, e striscia per seguire il tratto del suo disegno, il mio occhio.
Non voglio scappare. Sono immobile e senza respiro.
Il mio braccio sulla sua gamba, e lui curvato a tenerlo fermo. E incidere.
"Ti fa male...?"
La sua voce adesso è bassa, e lenta. Tutta la pelle del mio capo freme.
So che la mia spina dorsale sta iniziando a gioire. La sento.
Il piacere che sale dai miei fianchi sino alla nuca, e poi scende sino all'interno delle mie cosce.
Ancora immobile.
Ma con la mente sono già ad accarezzare la lampo dei suoi pantaloni, e tutta la meraviglia che gli sta sotto.
"Ti fa male...?"
Sì. Mi fa male. Tu sai che mi stai facendo male. E anche come.
Conosci il tipo di dolore che procuri alle tue vittime.
E sono certa che la tua erezione è già cominciata.
Non mi chiedi se voglio sospendere per un attimo. No. Non lo fai.
E io non vorrei. Non devi fermarti, ora. Non più.
Che bello. E' bellissimo. Non potevo immaginarlo, sai ? Proprio non ne avevo sospetto.
Il segno che lasci sulla mia pelle vergine, è il tuo segno.
Il passaggio di te, su di me.
Molto più di una prima penetrazione. Altro tipo di verginità persa.
Quella di un angolo della mia testa, che ti lascia entrare dentro di me, e modificare il mio corpo.
Perché ho sempre sfuggito ogni mostra di body art ?
Stupida. Molto stupida. Ora capisco il piacere infinito.
E ne sto vivendo solo una piccola goccia.
E il senso di potere. Gigantesco. Voglio coprire il mio corpo di segni. Non smettere mai.
Aaaahhh... il tuo ago...come spinge... e striscia....e colora...
Ancora. Non fermarti. Non smettere mai. Fammi bruciare, ancora.
E incidi. Segnami. E segnami ancora...
"Ancora... un po' di grigio...qui...è troppo vuota...questa forma..."
Sì...ancora. Grigio...azzurro...rosso...verde....Tutti i colori che vuoi. Riempi i miei pori. Senti che vuoti ? Senti che voglia di essere pieni... di te... e dei tuoi colori...?
Perché non mi tagli, ora ? Potresti...sai ? Non scapperei. No.
Qualsiasi lama nelle tue mani.
Oltre ogni pene, oltre ogni lingua e ogni mano.
Potresti farmi scoppiare, sai ? E sono già molto vicina. E la schiena mi trema.
E le gambe sono spalancate sai? Senti come sono bagnata ?
Allagata. Per te.
Potresti tirare fuori il tuo pene mentre continua il ronzio ?
Oppure allungare la tua terza mano, quella con le dita sensibili, e infilarmele tutte, una per una, e riempirmi ? Le sento già tutte dentro di me. Vuoi farmi venire ? Così ?
E allora anche la tua lingua. Ti prego. Non risparmiarti. Dammi tutto di te.
Lo prenderei, sai ? Il tuo tutto, e anche di più...
Ma...non hai ancora finito ? Allora anche tu non vuoi smettere. Ti piace.
Allora... sei sadico... è per questo che il tuo pantalone è così gonfio, qui proprio davanti a me ? E io sono masochista ? non so... Ma che piacere sottile... e inciso sulla mia pelle...
"Ti rifaccio questa riga... perché..."
Perché ? Hai capito quanto mi piace ? Grazie. Sei buono. Continua allora. Forse riesci a farmi venire. Mi piacerebbe sai ? Cosa direbbero quelli di là, che stanno aspettando, se ad un tratto oltre al ronzio del tuo ago, sentissero anche l'urlo ? Il mio urlo, quello più forte, e lungo. Quello che stai costruendo sulla pelle del mio povero polso. Lo vuoi ? Vuoi sentire il mio urlo ? E poi che faresti ? Lasceresti ogni cosa...? Smetteresti... per allargare le mie gambe ancora di più ? E affonderesti dentro di me ? Lo vorresti ? O forse è già troppo il piacere che senti nella tua mente mentre mi incidi... incidi il tuo segno su di me ?
"Ti piace ?"
"Sì...è bellissimo...sei stato bravo"
"Posso fotografarti ?"
Puoi fare quello che vuoi, lo sai.
Sei il mio cavaliere, ora... il cavaliere degli aghi.
E asciugami ora. Non posso uscire da qui, tutta bagnata.
"Torna, per ogni eventuale... io sono sempre qui...".
Sono troppo bagnata. Aspetta. Non mandarmi via, adesso, solo perché c'è qualcuno che deve entrare ora, e al mio posto.
"Ciao, ti aspetto allora..."
Esco. Ma piano. E i sogni sono ancora con me.
Sta piovendo una pioggia discreta, e non ho ombrelli da aprire.
Cosa faccio ? Vado subito in auto ? O forse è meglio camminare un po'. Sì magari sulla riva del mare. E' sempre bello in inverno, e con la pioggia tutto sembra più morbido.
La piccola ferita che brucia sotto la fasciatura... non stavo sognando, ora c'è un tatuaggio sul mio povero polso. Povero ? Superbo, come dice il mio amante migliore, "superba giornata amica mia".
E sono bagnata, è vero. E non solo di pioggia. Bagnata di me.
E ho voglia. La reprimo ? Perché...?
Ricordo una volta, da ragazzina...l'amore sulla spiaggia, sotto una barca capovolta. Era sera come ora. E le luci lontane da noi, passavano appena da sotto, giusto per farci vedere le nostre mani che si toccavano. E le risate. "Ci avrà visto qualcuno...? ...e se ci fosse qualcuno qui fuori...?" Nessuna paura allora. Ma adesso ? Mi infilerei sotto una barca capovolta per darmi piacere ? No. E non ci sono più le barche dei pescatori su questa spiaggia. Ora è un porto di lusso. Ma le panchine, quelle sì, ci sono.
Vado più in là, dopo l'ultimo lampione. Quella panchina isolata proprio vicino allo scoglio.
Eccola. Perfetta.
E la pioggia mi aiuta. Questa mano destra, così libera, che mi cerca. Se la lascio entrare sotto lo slip, potrà aiutarmi ? Sì. Penso di sì. Di solito è il mio letto il posto migliore, e meglio sotto il piumone d'inverno. Posso allargare le gambe nude e sentirmi tutta. Riconoscere ogni pelo, e bagnarmi le dita di miele. Ma ora arrivo subito e soltanto alla mia clito. E' qui, proprio qui sotto, e già mi fa male. La scopro, la apro, nel punto più impazzito di tutto il mio corpo. Da lì è impossibile tornare indietro. Quando arrivo su quella punta di piccolo cazzo infuocato, la testa mi scoppia.
E allora, sì. Mi lascio scoppiare.
E' stata una bella giornata.
E qui la pioggia è diversa dal solito. Calda, caldissima tra le mie cosce.
Dedicato ad Alex Tatu, tatuante in Sanremo.
FalcoSirene
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Dunque. Ieri, mio malgrado, ho dovuto sottopormi a visita oculistica. Ovviamente, vivendo in uno stato di differente ricchezza, col servizio sanitario nazionale.
Quindi arrivo in zona centrale e ritrovo fede nei miracoli in quanto trovo quasi subito un parcheggio gratuito appena fuori dalla zona blu. Ero tutto fiducioso ed il sole dell'avvenire più prossimo, mi sorrideva all'orizzonte. Dieci minuti di marciapiedi sconnessi ed arrivo all'ingresso dell'ospedale. Una fila, in parallelo col marciapiede, lunga come quella della Caritas all'ora di pranzo. Dopo alcuni minuti, vengo a sapere che la fila è dovuta all'intasamento dell'accettazione: ok. Primo vero e proprio giorno di Primavera, il sole cerca di sfruttare a pieno la natura di specchio ustore del mio cranio a vista. La fila è eterogenea, ma per lo più ci sono anziani. Esce la guardia n°1.
- No signori, dovete farmi la cortesia di spostare la fila a destra, contro il muro!- affermazione che di per sé ti fa aspettare una frase in tedesco a seguire. Altri 10 minuti ed arriva guardia n°2 - No signori, per favore disponetevi lungo il marciapiede!- ed esodiamo tutti a sinistra.
Intanto il sole si fa sentire e dalla fila si solleva un nuvoletta di vapore acqueo appena trasparente: è passata la prima mezz'ora. A questo punto, guardia n°1 ritorna fuori con piglio incazzato - Signori vi avevo detto di stare vicino al muro, per favore spostatevi! - alché una ragazzetta minuta grida in pieno piglio torinese - Ouuuuuuuu!!!! Ma vi dovete decidere eh!!!! Che va bene noi che siamo giovani, ma qui ci sono anche anziani che si devono spostare! -. Esce fuori anche guardia due, non vedo bene se se la giocano alla morra, ma di sicuro vince 2, il marciapiede resta nostro. Dopo altra mezz'ora mi dicono che è il mio turno e fiducioso come una fanciulla a Primavera salgo le scale, mi irroro di disnfettante ed accetto anche con gioia il dono della mascherina chirurgica che vada a sostituire la mia abusiva. Entro ed il sorriso mi si sgretola all'interno della mascherina: c'è più casino dentro che fuori. Prendo numerino, cerco un muro sufficientemente solido da sostenermi e guardo. Essendomi fermato vicino alla macchinetta dei numeri, per dieci minuti offro consulenze gratuite sulle sei categorie tra cui scegliere, a tutti i nuovi venuti. Decido quindi di spostarmi. La manciata di sedute che mi sta davanti è disseminata, come in un gioco di Risiko schizofrenico, da adesivi verdi e rossi del tipo siediti/non ti sedere, col risultato che c'è di tutto in piedi, esseri con due, tre ed anche quattro gambe. Dopo appena 36 numeri, arriva finalmente il mio turno (ovviamente avevamo tutti prenotazione fatta, con orario visita già bello che andato).
Mi avvicino allo sportello, da dove una ragazza in completo, munita persino di gilet, mi registra, mi fa pagare ecc.
Mi dico, però niente male la sanità privata che fa bella figura in divise e solo in quelle, con i soldi della sanità pubblica. Ma io sono un polemico.
Ascensore, secondo piano, giri a sinistra, vada oltre la passerella, sulla sinistra, sala d'aspetto. In effetti arrivo alla destinazione che ha proprio l'aspetto di chi aspetta. Un quarto d'ora dopo mi chiamano col microfono, stanza 8/B. Tra l'altro, di tutti i numeri, era l'unico diviso in A e B, tutto coerente con la mia presenza. Mi accomodo ed una bambina di cinque anni con sviluppo superiore alla media, mi appoggia strane macchine agli occhi e mi visita. Il tutto si risolve in dieci minuti e col pensiero sono già fuori, ma no -mettiamo queste gocce così guardiamo anche la cornea, aspetti di là che richiamiamo-. Poi vabbè, me la sono cavata dopo cinque minuti, sono tornato a casa felice come la Pasqua imminente e per il resto della sera ho visto tutto con un alone di trasparenze intorno al guardato, stile apparizione di santo.
Bene, volevo raccontarvi questo mio episodio di socialità, perché salvo imprevisti, adesso sono a budget per i prossimi cinque anni.
Il futuro è un luogo meraviglioso.
L.
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. ✨ New York City, 010921, with Nick 1 settembre: si torna tra i banchi della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Si può immaginare come milioni di persone per anni si siano affacciate alle finestre o abbiano aperto i camini, attendendo le famose lettere su cui ci fosse scritto, con una scrittura elegante, l’invito formale alla partecipazione del primo anno. E non importa se evidentemente quel ogni singolo elemento di quel milione di persone possa essere definito babbano, per i tentativi falliti di lanciare incantesimi, ognuno di questi rimarrebbe ad attendere, anche dopo aver superato di molto gli undici anni. Le stesse persone sognatrici che, seguendo test e rivedendo (o rileggendo) la storia, si classificano in una categoria o in un’altra, ponendo attorno al proprio collo della Casa di appartenenza. Tutti ad inseguire quei sogni ad occhi aperti, modificando video, in modo da mostrare la possibilità di volare a cavallo di una scopa. Il 1 settembre è una delle date che Valentina avrebbe potuto dimenticare, presa dal milione di pensieri che prendono piede nella sua testa, in un conflitto da tribunale; però, fortunatamente, i molteplici post visti sui vari social le ricordano proprio quel momento, mentre sta raccogliendo i capelli in disordine alla scrivania della F&W, con una matita tra le labbra. Il dito passa velocemente sullo schermo, cercando di leggere curiosamente quanto gli altri avessero da dire, mentre la sua mente è già altrove, pensando al partner, facente parte, come lei, del fandom, ma molto più ferrato. Quello che lei si chiede è come poter rendere unica una data che accomuna così tante persone.Mille idee che si accavallano, come le sue gambe inquiete che spostano il peso da una all’altra, finché, durante la pausa pranzo, la sua mente ne afferra una e Vale inizia a correre per le strade di New York. Nella sua testa è vivo il pensiero che un giorno Vale e Julian possano guardarsi negli occhi e ripetersi, osservandosi: «Dopo tutto questo tempo?» «Sempre.» Sempre. E lo ripete più volte nella propria testa mentre arriva vicino allo studio di fotografia, dove ad attenderla, a qualche metro, c’è Nick, il collaboratore del proprio uomo. Non è il miglior gufo sulla piazza, ma ha bisogno che qualcuno porti all’altro il tutto, per coglierlo di sorpresa. «Mi raccomando, ricordati che giorno è oggi. Non so, sbatti le ali per entrare nella parte.» ridacchia la bionda mentre l’altro alza gli occhi al cielo scuotendo il capo. «Graaaazie.» ha un tono infantile, quasi dolce e sicuramente ruffiano, mentre vede Nick dirigersi nello studio con la scatola bianca, su cui è scritto il nome del ricevente, l’indirizzo dello studio e “1 settembre 1999”, esattamente undici anni dopo l’anno di nascita di Patch. All’interno vi sono: la lettera d’ammissione compilata, con la medesima data; il caffè sigillato e caldo, affinché non cadesse; dei biscotti decorati e avvolti da una busta trasparente, che ricordano la sua Casa; tanti coriandoli spessi blu e neri, affinché non fossero difficili da pulire nel caso cadessero dalla scatola; la palla dorata dalle leggere ali panna, che sembra sul punto di volar via; la famosa sciarpa, dai colori inconfondibili; una Cioccorana; una mappa del malandrino. Sul fondo c’è anche un biglietto, incollato sul retro con dello scotch, affinché poi potesse leggerlo. “𝐿𝑎 𝑙𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑎 𝑒̀ 𝑎𝑟𝑟𝑖𝑣𝑎𝑡𝑎 𝑖𝑛 𝑟𝑖𝑡𝑎𝑟𝑑𝑜, 𝑚𝑎 𝑚𝑖 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑒 𝑠𝑖 ℎ𝑎 𝑓𝑜𝑟𝑡𝑢𝑛𝑎, 𝑎 𝐶𝑒𝑛𝑡𝑟𝑎𝑙 𝑃𝑎𝑟𝑘 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑡𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑠𝑖 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑠𝑐𝑜𝑟𝑔𝑒𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑔𝑢𝑓𝑖. 𝐷𝑜𝑣𝑟𝑒𝑚𝑚𝑜 𝑎𝑛𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑎 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑜, 𝑛𝑜𝑛 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑖, 𝐶𝑜𝑟𝑣𝑜𝑛𝑒𝑟𝑜?𝑃𝑠. 𝐶𝑢𝑠𝑡𝑜𝑑𝑖𝑠𝑐𝑖 𝑖𝑙 𝑏𝑜𝑐𝑐𝑖𝑛𝑜 𝑑’𝑜𝑟𝑜: 𝑙’ℎ𝑜 𝑟𝑢𝑏𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑡𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑡𝑒!” E anche se ormai è su un taxi in direzione dell’ufficio, può scorgere il suo sorriso. 𝖸𝗈𝗎'𝗋𝖾 𝗇𝗈𝗍 𝗃𝗎𝗌𝗍... 𝖩𝗎𝗌𝗍 𝖺𝗇𝗈𝗍𝗁𝖾𝗋 𝗅𝗈𝗏𝖾, 𝗍𝗁𝗂𝗌 𝗌𝗍𝗈𝗋𝗒 𝗁𝖺𝗉𝗉𝖾𝗇𝗌 𝗈𝗇𝖾𝗌. […] 𝖸𝗈𝗎'𝗋𝖾 𝗇𝗈𝗍 𝗃𝗎𝗌𝗍 𝗌𝗈𝗆𝖾𝗈𝗇𝖾 𝖨 𝖼𝖺𝗇 𝗅𝗂𝗏𝖾 𝗐𝗂𝗍𝗁, 𝗒𝗈𝗎'𝗋𝖾 𝗌𝗈𝗆𝖾𝗈𝗇𝖾 𝖨 𝖼𝖺𝗇'𝗍 𝗅𝗂𝗏𝖾 𝗐𝗂𝗍𝗁𝗈𝗎𝗍; 𝗇𝗈𝗍 𝗃𝗎𝗌𝗍 𝗌𝗈𝗆𝖾𝗈𝗇𝖾 𝖨 𝖼𝖺𝗇 𝖻𝖾 𝗐𝗂𝗍𝗁, 𝗒𝗈𝗎'𝗋𝖾 𝗌𝗈𝗆𝖾𝗈𝗇𝖾 𝖨 𝖼𝖺𝗇'𝗍 𝖻𝖾 𝗐𝗂𝗍𝗁𝗈𝗎𝗍. 𝖨 𝗐𝗂𝗅𝗅 𝗌𝗍𝗈𝗉 𝖺𝗍 𝗇𝗈𝗍𝗁𝗂𝗇𝗀 𝖼𝖺𝗎𝗌𝖾 𝖨 𝗄𝗇𝗈𝗐 𝗒𝗈𝗎'𝗋𝖾 𝗍𝗁𝖾 𝗈𝗇𝖾, 𝖨 𝗐𝖺𝗇𝗍 𝗂𝗍 𝖺𝗅𝗅 𝖺𝗇𝖽 𝗍𝗁𝖾𝗇 𝗌𝗈𝗆𝖾... «Dopo tutto questo tempo?» «Sempre.» https://www.youtube.com/watch?v=XUuMLhwmNGo #rpg #harrypotter #writing
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PSICHE VS SOMA 0-1
Prima che le nostre figlie si disinteressassero completamente ai loro poveri genitori che si sono consumati per rendere felici le loro vite di giovani donne irrispettose e irriconoscenti dei sacrifici immani con cui ci siamo immolati sull’altare della genitorialità in cambio dell’assoluto nulla se non uno stitico ‘ok’ sulla chat di watsapp dopo aver visualizzato il giorno dopo, dicevo, prima di questo periodo eravamo soliti portarle sulla bellissima spiaggia del bellissimo mare di Viareggio, mia solatia natia patria.
Dopo aver raccolto miliardi di conchiglie e aver costruito milioni di metri cubici di castelli di sabbia, mi potevo finalmente sdraiare sull’asciugamano steso al sole e riposarmi, in assoluto la mia cosa meno preferita. Non riposarmi... mi piace un sacco riposarmi ma questo deve avvenire in un silenzioso buio assoluto, preferibilmente freddo e secco, tipo una cava sotterranea di asbesto, mica a 50 gradi del sole di Agosto coi melanomi che ti friggono sulla pelle e gli altri bagnanti coi tatuaggi di mussolini che ciarlano fastidiosamente di calcio e figa. Ma sto divagando.
Io sono una persona che ha la capacità straordinaria di addormentarsi a comando ma in quelle condizioni descritte non mi era possibile entrare nell’ipnagoghé ed è allora che ho scoperto, quasi per caso, una tecnica fenomenale di rilassamento di cui ho subito depositato il brevetto e per cui ho fatto richiesta di validazione presso Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi...
IL COSTRUTTO CROMOSINESTESICO
Mi sono reso conto che - pur essendo a occhi chiusi - potevo attribuire un colore e una forma a tutti gli altri stimoli sensoriali che puntualmente martellavano la mia pace di stanco genitore: iniziavo l’esercizio ponendomi sotto un'immaginaria cupola di pleocroica Rubellite del Madagascar (il rosso del microcircolo delle mie palpebre attraversate dai raggi solari) e poi lasciavo che ogni suono e ogni profumo si trasformasse autonomamente in una composizione che prendeva la forma, l’estensione e il colore dettati dall’ambiente.
Lo sciagottìo della risacca sul bagnasciuga diventava una verde treccia a nodi celtici che si posava sul fondo della cupola, mentre il profumo di cocco della crema solare delle piccole nuvole arancioni che si sfilacciavano e si ricomponevano intrappolate dall’apice rosso-trasparente. Là il riso di un bambino fiorisce come gocce di rugiada posate su un salice piangente scosso dal vento del mattino, mentre l’urlo di richiamo di una mamma diventa una lancia di luce rosea che trafigge il nero cactus spinoso della suoneria di un cellulare.
E così via, fino a raggiungere la soglia di un sonno che malauguratamente era subito interrotto dalla richiesta filiare di conchiglie più esotiche o castelli più alti.
Per anni ho usato questa Tecnica Estraniante tutte le volte che ero costretto a stare in una qualche sala d’aspetto o in una qualche fila, traendone grande giovamento emotivo e ricavandone un decente spazio vitale perché chi cazzo si metterebbe vicino a un matto che tiene gli occhi chiusi in stazione o alle casse del supermercato?
Poi, nell’ultimo periodo ho avuto un’intuizione: perché non provare a utilizzare il Costrutto Cromosinestesico come metodo di controllo del dolore?
E allora, dopo essermi sdraiato sul letto, ho cominciato a visualizzare tutti i miei problemi fisici: laggiù il dolore crampiforme delle mia ernia del disco L5-S1 come un tentacolato anemone fucsia, là il dolore trafittivo della mia borsite sottopatellare sinistra come un ago blu di ghiaccio, il reflusso gastro-esofageo è diventato un mazzo di ortica tagliato da poco, le mie emorroidi un tizzone ardente di scuro carbone rosso-fuoco, la cefalea una nera corona di spine di Aralia e poi...
...e poi di scatto ho cominciato a frantumare col pensiero l’ago nel ginocchio, a schiacciare l’anemone, ad accartocciare la corona, a soffocare il tizzone e a sminuzzare le ortiche.
Ed ecco che mi sono improvvisamente accorto di una cosa sconvolgente.
Non era cambiato un cazzo di nulla.
Avevo ancora mal di testa e mal di schiena con un gran bruciore di stomaco, per non parlare poi del mal di culo e di ginocchio.
Tutto questo per dirvi che il Costrutto Cromosinestesico è davvero molto carino, rilassante e divertente (usatelo pure, tanto mica credevate davvero che l’avessi brevettato) ma fabula docet che quando uno sta male è meglio si curi con le medicine e non con le prime baggianate trovate su internet, soprattutto se scritte da un tipo con troppa barba e troppo poco cioccolato bianco in dispensa.
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E sto qui seduta sul marmo freddo e sporco delle scale di una stazione. Davanti a me ci sono due anziane signore con una cagnolina piccola e di nome Frida che passeggiano e parlano dei loro nipoti. Sopra di me il cielo è di un blu limpido quasi trasparente, impossibili da non notare le numerose nuvole che lo riempiono. Mi ci rivedo un po'. E io sto qui con una sigaretta nella mano destra, lo stomaco che cigola e i pensiero che rimbombano. Mi sembra surreale.
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GALAXY UPGRADE OPTIMUS PRIME ( Leader) War for Cybertron SIEGE
Ammetto che appena uscì non badai troppo a questo GALAXY UPGRADE OPTIMUS PRIME, dato che come remold dell'Ultra Magnus Siege era davvero troppo estemporaneo e quasi una mosca bianca in mezzo a tutti quegli omaggi diretti ai personaggi G1, ma appunto questo omaggio al Cybertron Op era praticamente un precursore dei Legacy, nei suoi limiti, ed ora con altri rappresentanti della Trilogia di Unicron ha già più senso averlo in collezione, da qui questo mio recupero tardivo… e considerando pure che ADOOOOORO il Convoy Siege! ^^
Come CAMION DEI POMPIERI D'ASSALTO, il nostro è un cacchio di retool esteso del Magnus di qui sopra, omaggiando al meglio l'originale veicolo Cybertron, con un nuovo muso e paraurti e tutta la parte posteriore a parte le parti centrali del retro che diverranno gli "stivali" del super mode.
I fucili laterali neri che in Magnus erano un po' ridondanti qui trovano il loro perchè citando le armi laterali del Galaxy Convoy originale, mentre fa un po' specie che i cannoni argentati principali siano scambiati di posto da destra a sinistra, ma questo perchè poi saranno dritti nella modalità combinata. Anche qui però al cannone più corto si sistema il fucile argentato sulla punta.
Peccato che non sia possibile realizzare la modalità di camion volante come nell'originale, data la poca posabilità delle ali, ma il retro staccato con queste aperte almeno ricorda bene la modalità di "stazione di battaglia" del giocattolo del 2005.
Niente male neanche tutti i dettagli dipinti sparsi, sopratutto nel muso della cabina, anche se però sono caduti in una pacchianata, ovvero che hanno dipinto i lampeggianti sul tettuccio di rosso invece che lasciarli nella plastica trasparente blu originale, sminuendo così il look sempre dell'originale.
Anche qui la CABINA MOTRICE, così come era per Magnus, come veicolo a se' fa un po' ridere i polli, ma questo succedeva pure nel Galaxy Optimus, quindi passiamo direttamente alla TRASFORMAZIONE in robot, sempre uguale al suo stampo d'origine, con il muso che si apre per tirar fuori la testa, le braccia in vista che si proiettano in avanti, il bacino che ruota, le gambe che si abbassano ed il paraurti con le ruote anteriori che dal sedere sale su in cima alla schiena.
Il ROBOT risultante anche qui fa un po' specie, dato che a differenza della modalità normale del Galaxy Op ha il muso del camion come torso e non come spallacci, ma provenendo dallo stampo di Magnus, è praticamente un Optimus G1 col petto più cybertroniano, laddove sappiamo che in Siege un Commander tale c'era già nel Voyager uscito a parte, ma col torso dal design più terrestre a citare le stridenti prime apparizioni dei Transformers sul loro pianeta natale ma con già i corpi che richiamavano i loro prossimi alt mode terrestri… ^^'
Ma vabbè, sebbene sia un po' largo sui fianchi dello stomaco alla fine è guardabile e sensato nella sua cybertronietà, e non a caso è stato preso come riferimento durante il reboot dei fumetti IDW nelle storie ambientate appunto prima della guerra civile dei Transformers.
Di certo avere un Optimus simil G1 "in mezzo" ad uno che dovrebbe essere il Galaxy Convoy fra alt mode e super mode fa strano, dicevo, ma possiamo far finta di dimenticarcene così come ci si dimenticava del robot bianco di Magnus, e passiamo quindi a smontare il retro del camion per ricavarne l'ARMATURA.
Come accennato, la parte posteriore si stacca e diventa gli stivali, non prima di averci estratto da dentro le spalliere però, così come bisogna togliere dal paraurti posteriore del robot motrice le ruote anteriori che vanno sugli avambracci, ed ovviamente il paraurti va abbassato sul sedere e la testa normale rientra nel torso, in modo da accogliere l'ultimo pezzo col jetpack e la testa nuova, ripiegando adeguatamente il modulo di plastica grigio dietro la schiena.
Ora si che almeno il SUPER MODE ricorda bene l'originale Galaxy Optimus, fra ali, torso, avambracci, testa, eccetera eccetera, magari con solo le gambe con dettagli argento sugli stinchi con lo stesso stampo di Magnus, ma sono quisquilie.
Carina l'idea delle ruote farlocche scolpite e dipinte sulle ali, così come i cannonnazzi che possono stare a riposo dietro le ali, mentre quando sono in modalità di attacco rivolti in avanti, si ritrovano delle inedite impugnature per i pugni che sono una trovata semplice ma indovinata.
Bella la scultura in generale, sopratutto quella dei finestroni sul petto in plastica trasparente, ed il nostro guadagna la rotazione di pugni e bacino rispetto all'originale, ma il confronto con questo in generale resta impietoso per massa e gimmick, nonostante la comunque alta giocabilità data da fori per armi e l'assemblaggio del super mode.
Ma bisogna prenderlo per quel che è, ovvero un OMAGGIO a quel personaggio usato sfruttando lo stampo di un altro, piuttosto che non una versione aggiornata con tutti i crismi o QUASI, come i recenti Armada di Legacy, per citarne alcuni. E come dicevo nell'incipit, se ai tempi della sua effettiva uscita poteva risultare superfluo, ora che sono usciti e usciranno altri personaggi di Cybertron il nostro acquista una sua dimensione, e coi tempi che corrono non so quanto sarà probabile che venga ripreso di nuovo in una ulteriore versione Generations magari Commander.
Quindi, in definitiva, ovviamente non allaccia le scarpe al giocattolo originale, che consiglio a tutti di recuperare, ma per chi ci piacciono le varianti di Optimus, per chi ha adorato Cybertron E la versione Siege di Magnus, alla fine è un acquisto che soddisfa. Appaga pienamente magari no, ma soddisfa sì, dai. ^^
#transformers#generations#hasbro#autobot#autorobot#war for cybertron#wfc#siege#optimus prime#galaxy force#galaxy convoy#cybertron#leader#review#recensione
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La costa di Trapani e del suo territorio è da sempre considerata la più selvaggia di tutta la Sicilia. Un ventaglio di natura, centri storici, borghi marinari e collinari, spalancati a braccia aperte sul mare, sul il Tirreno e il Mediterraneo, con le isole Egadi e le coste tunisine, così vicine da poterle toccare, Pantelleria e le coste nordafricane e dell’isola di Malta. 150 km di litorale unico al mondo, l’antico approdo di Arabi, Fenici, Greci, dei Mille di Garibaldi. Terra di sole e di cultura, di profumi lontani. Terra di confine tra il cielo e, soprattutto, il mare cristallino che lambisce queste coste, ora frastagliate ora ricoperte di sabbia finissima, senza nulla da invidiare a destinazioni più esotiche e molto più distanti. La Sicilia e le spiagge di Trapani, invece, sono dietro l’angolo. Il golfo di Castellammare e la tonnara di Scopello La spiaggia di Alcamo Marina è la prima costa trapanese che si incontra venendo da Palermo. Lunga circa 3 km e attrezzata, è molto amata dagli abitanti della zona e non solo e durante i mesi estivi può diventare parecchio affollata. Superata la foce del fiume San Bartolomeo, il litorale prosegue, diventando la spiaggia principale, chiamata Playa, di Castellammare del Golfo, anch’essa sabbiosa e parzialmente attrezzata, seguendo la quale si raggiunge il centro storico della cittadina, affacciata sul mare e sul porto, con il suggestivo castello arabo-normanno e la piccola cala Petròlo. Superato il porto di Castellammare la costa comincia a farsi più frastagliata. Qui si nascondono piccole spiagge rocciose, più riparate e tranquille, come cala dei Sogni, cala Bianca e cala Rossa, dopo le quali si apre la baia, di nuovo sabbiosa e ben attrezzata, di Guidaloca. Qui il mare, riparato da entrambi i lati da alti speroni di roccia, è di meraviglioso blu profondo. Dopo questa rilassante baia, ricomincia la costa rocciosa e frastagliata dove si apre la cala dell’Alberello e poi Scopello, con la splendida baia punteggiata, sull’acqua, da due immensi faraglioni mentre sulla costa si erge l’antico profilo della tonnara, attorno alla quale si sviluppano i bastioni di cemento – l’ingresso è a pagamento (3€ circa) – sui quali godersi il sole a pochi centimetri dall’acqua. Alle spalle della tonnara di Scopello si staglia la tozza figura di un promontorio sulla cui sommità si trova una torre di guardia, alle spalle della quale la costa prosegue con il suo intrico di calette di sassi e scogli (cala Mosca, cala Baialuce e cala Mazzo di Sciacca). Qui, dove l’immediato entroterra è disseminato di bellissime ville e strutture ricettive di livello si arriva al centro visite della riserva Naturale dello Zingaro, della quale Scopello rappresenta la porta d’accesso orientale. Le calette selvagge della riserva dello Zingaro La riserva dello Zingaro protegge una delle zone naturali più belle e selvagge di tutta la Sicilia. Costoni rocciosi, ripidi sentieri bianchi e grotte preistoriche si perdono nella vegetazione bruciata dal sole fino all’azzurro del mare, a meravigliose calette dove il tempo sembra fermarsi e le narici si riempiono dei profumi della macchia mediterranea, gli stessi che hanno inebriato gli antichi popoli che solcavano le acque del Mediterraneo. Qui il mare diventa non solo relax e bellezza ma anche un paradiso per gli amanti dello snorkeling. Ecco allora che si incontrano cala Capreria, con i suoi ciottoli bianchi, seguita da cala del Varo con punta Leone, cala della Disa, cala Beretta e cala Marinella, fino a cala dell’Uzzo, una delle più affascinanti, dominata dai ruderi dell’omonima torre e raggiungibile a piedi in 15 minuti seguendo un sentiero abbastanza agevole completamente immerso nella natura. Nei pressi della caletta, meritano una segnalazione alcuni punti di interesse della riserva dello Zingaro: il museo dell’Intreccio, la grotta preistorica dell’Uzzo e il museo della civiltà Contadina. Tornando sul sentiero che costeggia il mare si raggiunge inoltre il museo delle attività Marinare, situato su un promontorio roccioso sotto al quale si apre, come in una favola, cala Tonnarella dell’Uzzo, la spiaggia principale della riserva dello Zingaro. La strada poco dopo sale improvvisamente con un paio di tornanti, che girano intorno alla torre dell’Impiso, per poi rituffarsi nel mare antistante cala Grottazza. Ora seguiamo il capo verso nord, superando la curiosa caletta chiamata lago di Venere si apre il golfo del Firriato, chiuso a nord da punta Solanto. Il mare caraibico di San Vito lo Capo e le scogliere di Macari Qui la costa rocciosa assume un’atmosfera quasi lunare, spezzata solo dai resti della cinquecentesca tonnara del Secco e dall’imponente profilo di monte Monaco, aggirato il quale si apre la spiaggia antistante San Vito lo Capo, considerata una delle più belle della Sicilia. Con il suo mare trasparente e caldissimo, la sabbia dorata e il fondale basso sembra di stare ai Caraibi. Per dare un ulteriore tocco di esotismo si consiglia di non lasciare San Vito lo Capo senza aver assaggiato il suo impareggiabile cous cous. Oltre la punta sulla quale si erge il faro di Capo San Vito e cala Rossa si scende di colpo verso sud fino a cala Mancina, la grotta dei Cavalli, la spiaggia di Salinella e quella di Isulidda, antistante l’omonima isoletta selvaggia e completamente rocciosa, fino ad arrivare a un’altra delle località balneari più belle della Sicilia: il borgo di pescatori di Macari e le sue bellissime calette. La spiaggia del Bue Marino sotto a una scogliera di antichissime falesie, cala di punta Lunga, la spiaggia di baia Santa Margherita, Scaru Brucia, cala Bove. La costa si fa piatta fino al mare, dove si apre spiaggia di Seno dell’Arena, la Chianca, punta Bucerno e spiaggia Agliareddi. La baia del Cornino e la spiaggia di San Giuliano Oltre gli Agliareddi si apre il territorio compreso nella riserva Naturale del monte Cofano, un altro scrigno di natura incontaminata del trapanese. Il promontorio di monte Cofano si sporge arrotondato sul mare con l’antica tonnara omonima e la punta del Saraceno, superata la quale tra la roccia emergono antiche tracce dei colonizzatori dell’isola: l’edicola di San Nicola, la grotta e la cappella del Crocefisso, la torre del Cofano, fino alla splendida baia del Cornino con la grotta Mangiapane e le sue spiagge ora sabbiose, ora ghiaiose, interrotte da stupende scogliere a picco sul mare superabili grazie a dei pontili di legno, che delimitano l’area balneare. Proseguendo lungo la costa si incontrano poi la piccola spiaggia di rio Forgia, lido Valderice, il borgo marinaro di Bonagia, la sua stupenda spiaggia di ciottoli e sabbia, il suo mare trasparente e una seicentesca tonnara, oggi trasformata in struttura ricettiva, a dominare la natura selvaggia di questo piccolo golfo. Trapani e le sue spiagge, il cuore di questo tratto di costa siciliana, dista ormai solo una decina di km. Dopo Pizzolungo, la litoranea prosegue fino alla lunghissima e sabbiosa spiaggia di San Giuliano, sia libera che attrezzata, che si trova ancora nel territorio di Erice, anche questa sicuramente tra le più belle della costa trapanese. Le spiagge sotto alle mura di Trapani Con il promontorio della tonnara Tipa, compreso oggi in un rigoglioso parco urbano, comincia la spiaggia cittadina di Trapani, che si distende a fianco del lungomare Dante Alighieri fino a lido Paradiso, privato e a pagamento, a piazza Vittorio Emanuele, per poi svilupparsi al di sotto delle mura di Tramontana, dove prende il nome di spiaggia porta Botteghelle. A pochi passi da qui si può passeggiare per il centro storico di Trapani, nella suggestiva piazza del mercato del Pesce affacciata sul mare come una scenografica rotonda e visitare la cinquecentesca cattedrale di San Lorenzo, duomo della città. Il punto più suggestivo delle spiagge cittadine di Trapani è però senza dubbio la scogliera al di sotto della torre di Ligny, la punta estrema del molo cittadino che si distende dentro il mare. Non c’è una vera spiaggia ma si può scendere in acqua dagli scogli con molta facilità, per godersi un bagno al tramonto. Da qui si gode di uno stupendo panorama sulle vicinissime isole Egadi oppure, alle spalle, sul monte Erice. Una volta ammirato lo splendido panorama e respirato l’odore di questo porto proiettato così profondamente nel Mediterraneo da sembrare un’isola nella grande isola siciliana occorre superare il porto e le saline di Trapani, oggi riserva naturale, con un’interessante museo all’interno dell’area, per proseguire lungo la costa trapanese, raggiungendo la bella spiaggia di Marausa. Marsala e la spiaggia di punta Tramontana Superato l’aeroporto di Trapani, il paesaggio cambia di colpo, l’aria si fa umida, la terra diventa piatta quasi più del mare. Siamo sempre più vicini all’Africa e da qualche parte si sente già il deserto. Quello che si vede, invece, è un grande specchio d’acqua, la laguna di Marsala, separata dal mare dall’isola Grande, che racchiude e protegge la spiaggia di San Teodoro con la sua torre, le saline cittadine, l’isola Mozia e la riserva Naturale dello Stagnone. All’interno di quest’area protetta si trova anche la lunghissima spiaggia di punta Tramontana, fiore all’occhiello di Marsala, nota per il mare trasparente e la sabbia bianca, da atollo tropicale. A Marsala sbarcarono i Mille di Garibaldi e sarebbe un peccato lasciarsela alle spalle senza aver fatto visita alle storiche Cantine Florio. Le antiche coste di Mazara, Capo Feto e Selinunte Lasciandosi alle spalle Marsala, la strada scende verso sud incontrando la lunga spiaggia bianca e fine di Lido Signorino e la costa lunare di Mazara del Vallo, con la bellissima spiaggia di capo Feto: 5 km di litorale che si scontra con il mare turchese in un suggestivo paesaggio di dune sabbiose e paludi d’acqua salata. Oltre c’è Mazara e la sua casbah, le tracce del passato normanno e di quello arabo, mentre il viaggio prosegue lungo la costa meridionale della Sicilia, il confine estremo tra il mare e l’Africa. Qui la costa si fa ripida e la litoranea corre quasi a picco sul mare. Perché ricominci il litorale occorre arrivare sino alla torretta di capo Granitola, con la suggestiva cala dei Turchi, una spiaggia di sabbia e roccia incastonata in una scogliera di tufo il cui nome ricorda gli antichi sbarchi dei pirati Saraceni in Sicilia in questo mare trasparente. Oltre il faro di capo Granitola la costa fa una decisa svolta a sinistra, dirigendosi in linea quasi retta verso ovest, dove si incontra la bellissima spiaggia di Tre Fontane, nel territorio di Campobello di Mazara, tra le più belle di tutta la Sicilia. Ampia, sabbiosa e percorsa da sorgenti di acqua dolce è come una grande oasi che è scivolata fino alla costa. Il tratto finale del viaggio lungo le coste e le spiagge di Trapani giunge al termine in un’area dove natura e testimonianze storiche antichissime si mescolano insieme per dare a questi luoghi un’atmosfera unica. La costa compresa nel territorio di Castelvetrano comprende sia un’eccellenza storica che una naturale. Per prima s’incontrano infatti le rovine della necropoli di Selinunte. Questo luogo incredibile custodisce i resti di un’antica città greca sviluppatasi sulle coste siciliane e che deve il suo nome al sedano selvatico, che ancora cresce rigoglioso in quest’area. Poco prima del sito archeologico, venendo da Tre Fontane, si trova Triscine, con il suo lunghissimo litorale sabbioso e, subito dopo, Marinella, con la sua sabbia dorata, il mare limpido e piacevolissime brezze marine che cullano le falde degli ombrelloni. Oltre Marinella si sviluppa lo straordinario habitat che popola la foce del fiume Belice, oggi riserva naturale, con una suggestiva spiaggia incorniciata da dune desertiche, rada vegetazione e sparuti alberi, i cui profili si stagliano sull’azzurro del mare. Proprio qui, pervasi da brezze nordafricane e i profumi trascinati sul Mediterraneo, finisce questo lungo viaggio lungo le spiagge della costa di Trapani e del suo territorio. https://ift.tt/2WNmkSl Le spiagge più belle di Trapani e dintorni La costa di Trapani e del suo territorio è da sempre considerata la più selvaggia di tutta la Sicilia. Un ventaglio di natura, centri storici, borghi marinari e collinari, spalancati a braccia aperte sul mare, sul il Tirreno e il Mediterraneo, con le isole Egadi e le coste tunisine, così vicine da poterle toccare, Pantelleria e le coste nordafricane e dell’isola di Malta. 150 km di litorale unico al mondo, l’antico approdo di Arabi, Fenici, Greci, dei Mille di Garibaldi. Terra di sole e di cultura, di profumi lontani. Terra di confine tra il cielo e, soprattutto, il mare cristallino che lambisce queste coste, ora frastagliate ora ricoperte di sabbia finissima, senza nulla da invidiare a destinazioni più esotiche e molto più distanti. La Sicilia e le spiagge di Trapani, invece, sono dietro l’angolo. Il golfo di Castellammare e la tonnara di Scopello La spiaggia di Alcamo Marina è la prima costa trapanese che si incontra venendo da Palermo. Lunga circa 3 km e attrezzata, è molto amata dagli abitanti della zona e non solo e durante i mesi estivi può diventare parecchio affollata. Superata la foce del fiume San Bartolomeo, il litorale prosegue, diventando la spiaggia principale, chiamata Playa, di Castellammare del Golfo, anch’essa sabbiosa e parzialmente attrezzata, seguendo la quale si raggiunge il centro storico della cittadina, affacciata sul mare e sul porto, con il suggestivo castello arabo-normanno e la piccola cala Petròlo. Superato il porto di Castellammare la costa comincia a farsi più frastagliata. Qui si nascondono piccole spiagge rocciose, più riparate e tranquille, come cala dei Sogni, cala Bianca e cala Rossa, dopo le quali si apre la baia, di nuovo sabbiosa e ben attrezzata, di Guidaloca. Qui il mare, riparato da entrambi i lati da alti speroni di roccia, è di meraviglioso blu profondo. Dopo questa rilassante baia, ricomincia la costa rocciosa e frastagliata dove si apre la cala dell’Alberello e poi Scopello, con la splendida baia punteggiata, sull’acqua, da due immensi faraglioni mentre sulla costa si erge l’antico profilo della tonnara, attorno alla quale si sviluppano i bastioni di cemento – l’ingresso è a pagamento (3€ circa) – sui quali godersi il sole a pochi centimetri dall’acqua. Alle spalle della tonnara di Scopello si staglia la tozza figura di un promontorio sulla cui sommità si trova una torre di guardia, alle spalle della quale la costa prosegue con il suo intrico di calette di sassi e scogli (cala Mosca, cala Baialuce e cala Mazzo di Sciacca). Qui, dove l’immediato entroterra è disseminato di bellissime ville e strutture ricettive di livello si arriva al centro visite della riserva Naturale dello Zingaro, della quale Scopello rappresenta la porta d’accesso orientale. Le calette selvagge della riserva dello Zingaro La riserva dello Zingaro protegge una delle zone naturali più belle e selvagge di tutta la Sicilia. Costoni rocciosi, ripidi sentieri bianchi e grotte preistoriche si perdono nella vegetazione bruciata dal sole fino all’azzurro del mare, a meravigliose calette dove il tempo sembra fermarsi e le narici si riempiono dei profumi della macchia mediterranea, gli stessi che hanno inebriato gli antichi popoli che solcavano le acque del Mediterraneo. Qui il mare diventa non solo relax e bellezza ma anche un paradiso per gli amanti dello snorkeling. Ecco allora che si incontrano cala Capreria, con i suoi ciottoli bianchi, seguita da cala del Varo con punta Leone, cala della Disa, cala Beretta e cala Marinella, fino a cala dell’Uzzo, una delle più affascinanti, dominata dai ruderi dell’omonima torre e raggiungibile a piedi in 15 minuti seguendo un sentiero abbastanza agevole completamente immerso nella natura. Nei pressi della caletta, meritano una segnalazione alcuni punti di interesse della riserva dello Zingaro: il museo dell’Intreccio, la grotta preistorica dell’Uzzo e il museo della civiltà Contadina. Tornando sul sentiero che costeggia il mare si raggiunge inoltre il museo delle attività Marinare, situato su un promontorio roccioso sotto al quale si apre, come in una favola, cala Tonnarella dell’Uzzo, la spiaggia principale della riserva dello Zingaro. La strada poco dopo sale improvvisamente con un paio di tornanti, che girano intorno alla torre dell’Impiso, per poi rituffarsi nel mare antistante cala Grottazza. Ora seguiamo il capo verso nord, superando la curiosa caletta chiamata lago di Venere si apre il golfo del Firriato, chiuso a nord da punta Solanto. Il mare caraibico di San Vito lo Capo e le scogliere di Macari Qui la costa rocciosa assume un’atmosfera quasi lunare, spezzata solo dai resti della cinquecentesca tonnara del Secco e dall’imponente profilo di monte Monaco, aggirato il quale si apre la spiaggia antistante San Vito lo Capo, considerata una delle più belle della Sicilia. Con il suo mare trasparente e caldissimo, la sabbia dorata e il fondale basso sembra di stare ai Caraibi. Per dare un ulteriore tocco di esotismo si consiglia di non lasciare San Vito lo Capo senza aver assaggiato il suo impareggiabile cous cous. Oltre la punta sulla quale si erge il faro di Capo San Vito e cala Rossa si scende di colpo verso sud fino a cala Mancina, la grotta dei Cavalli, la spiaggia di Salinella e quella di Isulidda, antistante l’omonima isoletta selvaggia e completamente rocciosa, fino ad arrivare a un’altra delle località balneari più belle della Sicilia: il borgo di pescatori di Macari e le sue bellissime calette. La spiaggia del Bue Marino sotto a una scogliera di antichissime falesie, cala di punta Lunga, la spiaggia di baia Santa Margherita, Scaru Brucia, cala Bove. La costa si fa piatta fino al mare, dove si apre spiaggia di Seno dell’Arena, la Chianca, punta Bucerno e spiaggia Agliareddi. La baia del Cornino e la spiaggia di San Giuliano Oltre gli Agliareddi si apre il territorio compreso nella riserva Naturale del monte Cofano, un altro scrigno di natura incontaminata del trapanese. Il promontorio di monte Cofano si sporge arrotondato sul mare con l’antica tonnara omonima e la punta del Saraceno, superata la quale tra la roccia emergono antiche tracce dei colonizzatori dell’isola: l’edicola di San Nicola, la grotta e la cappella del Crocefisso, la torre del Cofano, fino alla splendida baia del Cornino con la grotta Mangiapane e le sue spiagge ora sabbiose, ora ghiaiose, interrotte da stupende scogliere a picco sul mare superabili grazie a dei pontili di legno, che delimitano l’area balneare. Proseguendo lungo la costa si incontrano poi la piccola spiaggia di rio Forgia, lido Valderice, il borgo marinaro di Bonagia, la sua stupenda spiaggia di ciottoli e sabbia, il suo mare trasparente e una seicentesca tonnara, oggi trasformata in struttura ricettiva, a dominare la natura selvaggia di questo piccolo golfo. Trapani e le sue spiagge, il cuore di questo tratto di costa siciliana, dista ormai solo una decina di km. Dopo Pizzolungo, la litoranea prosegue fino alla lunghissima e sabbiosa spiaggia di San Giuliano, sia libera che attrezzata, che si trova ancora nel territorio di Erice, anche questa sicuramente tra le più belle della costa trapanese. Le spiagge sotto alle mura di Trapani Con il promontorio della tonnara Tipa, compreso oggi in un rigoglioso parco urbano, comincia la spiaggia cittadina di Trapani, che si distende a fianco del lungomare Dante Alighieri fino a lido Paradiso, privato e a pagamento, a piazza Vittorio Emanuele, per poi svilupparsi al di sotto delle mura di Tramontana, dove prende il nome di spiaggia porta Botteghelle. A pochi passi da qui si può passeggiare per il centro storico di Trapani, nella suggestiva piazza del mercato del Pesce affacciata sul mare come una scenografica rotonda e visitare la cinquecentesca cattedrale di San Lorenzo, duomo della città. Il punto più suggestivo delle spiagge cittadine di Trapani è però senza dubbio la scogliera al di sotto della torre di Ligny, la punta estrema del molo cittadino che si distende dentro il mare. Non c’è una vera spiaggia ma si può scendere in acqua dagli scogli con molta facilità, per godersi un bagno al tramonto. Da qui si gode di uno stupendo panorama sulle vicinissime isole Egadi oppure, alle spalle, sul monte Erice. Una volta ammirato lo splendido panorama e respirato l’odore di questo porto proiettato così profondamente nel Mediterraneo da sembrare un’isola nella grande isola siciliana occorre superare il porto e le saline di Trapani, oggi riserva naturale, con un’interessante museo all’interno dell’area, per proseguire lungo la costa trapanese, raggiungendo la bella spiaggia di Marausa. Marsala e la spiaggia di punta Tramontana Superato l’aeroporto di Trapani, il paesaggio cambia di colpo, l’aria si fa umida, la terra diventa piatta quasi più del mare. Siamo sempre più vicini all’Africa e da qualche parte si sente già il deserto. Quello che si vede, invece, è un grande specchio d’acqua, la laguna di Marsala, separata dal mare dall’isola Grande, che racchiude e protegge la spiaggia di San Teodoro con la sua torre, le saline cittadine, l’isola Mozia e la riserva Naturale dello Stagnone. All’interno di quest’area protetta si trova anche la lunghissima spiaggia di punta Tramontana, fiore all’occhiello di Marsala, nota per il mare trasparente e la sabbia bianca, da atollo tropicale. A Marsala sbarcarono i Mille di Garibaldi e sarebbe un peccato lasciarsela alle spalle senza aver fatto visita alle storiche Cantine Florio. Le antiche coste di Mazara, Capo Feto e Selinunte Lasciandosi alle spalle Marsala, la strada scende verso sud incontrando la lunga spiaggia bianca e fine di Lido Signorino e la costa lunare di Mazara del Vallo, con la bellissima spiaggia di capo Feto: 5 km di litorale che si scontra con il mare turchese in un suggestivo paesaggio di dune sabbiose e paludi d’acqua salata. Oltre c’è Mazara e la sua casbah, le tracce del passato normanno e di quello arabo, mentre il viaggio prosegue lungo la costa meridionale della Sicilia, il confine estremo tra il mare e l’Africa. Qui la costa si fa ripida e la litoranea corre quasi a picco sul mare. Perché ricominci il litorale occorre arrivare sino alla torretta di capo Granitola, con la suggestiva cala dei Turchi, una spiaggia di sabbia e roccia incastonata in una scogliera di tufo il cui nome ricorda gli antichi sbarchi dei pirati Saraceni in Sicilia in questo mare trasparente. Oltre il faro di capo Granitola la costa fa una decisa svolta a sinistra, dirigendosi in linea quasi retta verso ovest, dove si incontra la bellissima spiaggia di Tre Fontane, nel territorio di Campobello di Mazara, tra le più belle di tutta la Sicilia. Ampia, sabbiosa e percorsa da sorgenti di acqua dolce è come una grande oasi che è scivolata fino alla costa. Il tratto finale del viaggio lungo le coste e le spiagge di Trapani giunge al termine in un’area dove natura e testimonianze storiche antichissime si mescolano insieme per dare a questi luoghi un’atmosfera unica. La costa compresa nel territorio di Castelvetrano comprende sia un’eccellenza storica che una naturale. Per prima s’incontrano infatti le rovine della necropoli di Selinunte. Questo luogo incredibile custodisce i resti di un’antica città greca sviluppatasi sulle coste siciliane e che deve il suo nome al sedano selvatico, che ancora cresce rigoglioso in quest’area. Poco prima del sito archeologico, venendo da Tre Fontane, si trova Triscine, con il suo lunghissimo litorale sabbioso e, subito dopo, Marinella, con la sua sabbia dorata, il mare limpido e piacevolissime brezze marine che cullano le falde degli ombrelloni. Oltre Marinella si sviluppa lo straordinario habitat che popola la foce del fiume Belice, oggi riserva naturale, con una suggestiva spiaggia incorniciata da dune desertiche, rada vegetazione e sparuti alberi, i cui profili si stagliano sull’azzurro del mare. Proprio qui, pervasi da brezze nordafricane e i profumi trascinati sul Mediterraneo, finisce questo lungo viaggio lungo le spiagge della costa di Trapani e del suo territorio. Trapani e i suoi dintorni sono un territorio spettacolare, dominato da spiagge meravigliose e contrasti tra acqua e zone deserte tutti da assaporare.
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