#blu pallido
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Pantone del giorno 12/01 - Ginger Bread
Se non ne avete ancora abbastanza dello spirito natalizio e vi sentite ancora in vena di dolci succulenti, ecco il Ginger Bread di Pantone che vi renderà più dolce il ritorno alla quotidianità. Colore ufficiale del pan di zenzero, è una tonalità di marrone calda e intensa che ci ricorda anche il cioccolato al latte. Insomma, una delizia per i nostri occhi, soprattutto perché sta bene su tutto…
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#12 gennaio#abbinamenti inaspettati#blu pallido#cioccolato al latte#color cioccolato#colori della natura e della terra#contrasto perfetto#crema o avorio#fashion design#giallo mostarda#look raffinato#moda#pan di zenzero#pantone#periodo autunnale#spirito natalizio#stagione fredda#tabatha moda design#tonalità chiare e neutre#tonalità di marrone calda e intensa#verde scuro
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Siamo un granello nel cosmo
Basterebbe riflettere su questo per farci essere più “buoni”. Dove per bontà io intendo: Ascolto e accettazione dell’altro. Senza giudicare nessuno. Senza voler imporre agli altri le nostre idee, le nostre limitate opinioni su come vivere e come comportarsi. Ognuno di noi, in questo minuscolo nano universo, nasce con il “libero arbitrio”. Ognuno di noi è responsabile di vivere o…
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#Amore universale#Ascolto e accettazione#Carl Sagan#compassione#Condivisione della Terra#Filosofia della vita#Integrazione e fratellanza#Interconnessione#Libero arbitrio#Pallido puntino blu#Preservare la Terra#Responsabilità umana#Riflessioni spirituali#Riflessioni sulla vita#Rispetto per la Natura#Sostenibilità e rispetto#Tolleranza#Umanità e bontà#vangelo
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Non scrivo con l’inchiostro. Scrivo con la mia leggerezza. Non so se riesco a farmi capire: l’inchiostro, lo compro; ma non esiste un negozio per la leggerezza. Viene, oppure no: dipende. Quando non viene è già presente. Mi capite? È ovunque, la leggerezza: nella freschezza insolente delle piogge estive, sulle ali di un libro abbandonato ai piedi del letto, nel suono delle campane del monastero all’ora delle funzioni, un vociare infantile e vibrante, in un nome mille e mille volte sussurrato come quando si mastica un filo d’erba, nella fata che è la luce alle svolte delle strade serpeggianti del Jura, nella povertà esitante delle sonate di Schubert, nel rito di chiudere lentamente le imposte sul far della sera, nel tocco sottile di blu, blu pallido, quasi viola, sulle palpebre di un neonato, nella dolcezza di aprire una lettera attesa, prolungando di un secondo l’istante di leggerla, nel rumore delle castagne che si schiantano al suolo e nella goffaggine di un cane che scivola su di uno stagno ghiacciato, mi fermo qui, la leggerezza, lo vedete, è donata ovunque. Se allo stesso tempo è rara, di una rarità incredibile, è perchè ci manca l’arte di ricevere, semplicemente ricevere ciò che ci è donato ovunque.”
Christian Bobin, dal libro “FOLLI I MIEI PASSI”
#animamundiedizioni traduzione di Maddalena Cavalleri
Link al libro: https://www.animamundiedizioni.com/prodotto/folli-i-miei-passi/
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Pale blu dot.
Un pallido puntino blu.
La Terra.
Se avete 30 anni (o più) siete in questa foto
Brividi?
- A una distanza di 6 miliardi di chilometri, la Terra è vista in questa immagine come un minuscolo puntino in un precario raggio di luce solare in questa foto scattata nel 1990 dalla sonda ormai interstellare Voyager 1
���
La Voyager 1 ad oggi è a circa 23,2 miliardi di chilometri dalla Terra ed ha a bordo una copia del "Golden Record", un messaggio dall'umanità al cosmo, che include arte, musica e saluti in 55 lingue dal nostro pianeta natale.
Crediti: NASA/JPL-Caltech
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Sei la persona che è stata ufficialmente designata per scrivere il "MESSAGGIO nella bottiglia", non quello classico del naufrago sull'isola deserta, bensì quello concepito dall'essere umano e diretto agli altri abitanti del sistema solare.
Devi spiegare cos'è la Terra e com'è l'uomo, ciò che veramente noi siamo, perché dovrebbero venire a trovarci o non piuttosto evitarci come la peste.
Un discorso fiume, o anche poche, significative parole. Come ritieni più opportuno. Grazie a nome del pianeta.
Benritrovato, Viaggiatore.
Tu non conservi memoria di me e nemmeno io di te ma entrambi veniamo da un luogo distante nello spazio e nel tempo, dove lo spazio e il tempo, allora, non avevano significato.
Ci siamo mossi lungo un palcoscenico di desiderio di conoscenza e di connessione, calpestato da individui che oggi non sono più e su cui noi lasceremo spazio a coloro che non sono ancora.
Chissà se il ciclo delle stagioni del tuo pianeta vi restituisca la metafora della nascita, della crescita e della dissoluzione o se luce e tenebra vi risveglino nel cuore le stesse gioie e gli stessi timori di noi abitanti del pianeta Terra.
Cosa posso dirti di questo nostro pallido puntino blu perso nell'avvolgente buio cosmico?
Su di esso, per un breve respiro dell'universo, sono state racchiuse tutte le speranze di ogni madre e di ogni padre che hanno osservato i piccoli passi tremanti dei loro figli, tutti gli amori appassionati e le guerre sanguinose in nome di un dio o di un ideale oramai dimenticati.
Se tu sommassi la voce urlata di ogni proclama, di ogni grido di battaglia, dichiarazione di fedeltà, movimento di odio, giubilo o pianto, essi verrebbero inghiottiti dal nulla che separa il nostro e il tuo tutto.
Eppure noi siamo la somma millenaria di morte e rinascita, sempre pronti a conoscere e connetterci, non appena la paura dell'ignoto viene dissolta.
Stai forse tentando di analizzare la fiala di liquido trasparente che era nella capsula di stasi insieme a questo messaggio?
Ti risparmio la fatica. È acqua.
Quello è stato l'inizio di noi esseri umani e in essa ci siamo mossi e siamo cresciuti finché non l'abbiamo abbandonata, ma mai del tutto.
Quell'acqua racchiude la memoria della siccità, la paura della tempesta, l'ardore di chi l'ha solcata e la tristezza di chi ha visto il proprio sangue diluirvisi. Ma racchiude anche la gioia del primo raccolto, il fresco di una baia sicura e la pioggia lasciata fuori.
Tu stai tenendo in mano il cuore pulsante di tutta la razza umana.
Non analizzarla... non servirebbe a conoscerci.
Ma vieni, o Viaggiatore, e scopri coi tuoi occhi come su questo pallido puntino blu la nostra capacità di distruggere è forse grande e rumorosa ma mai potente come il nostro desiderio di creare, conoscere e condividere.
Ti aspettiamo.
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I colori della differenza
Tendiamo un po' tutti ad associare gli stessi colori agli stessi oggetti, agli stessi luoghi, alle stesse persone e via discorrendo.
Al cielo l'azzurro, all'erba il verde, il giallo al sole, il bianco alla neve. Il nero alla persona che proviene dall' Africa, il rosso agli indiani d'America.
La domanda da porsi tuttavia è la seguente: ma ciò che indichiamo come colore caratterizzante un oggetto, un popolo, un sentimento, è il solo colore che possiede? L'unico che lo caratterizza?
Prendiamo il cielo, il cielo è solo azzurro? Se colorassi un cielo di rosso, di nero o di rosa sarebbe sbagliato?Il cielo non si colora di rosa quando la notte lascia spazio all'alba? Non diventa grigio o nero quando si carica di nuvole temporalesche?Forse non prende un colorito porpora quando volge alla sera con il tramonto? Non è blu quando ormai è notte o biancastro perché riflette la neve nelle giornate invernali?
Il mare? Non è forse verde, blu, celeste, rosso, nero, trasparente, a seconda della temperatura delle sue acque, del micro e macro sistema che la popola, del maggiore o minore inquinamento ambientale e delle diverse stagioni?
L'erba non può bruciarsi e diventare color paglia? Non può animarsi di fiori e insetti e diventare arcobaleno o coprirsi di foglie e diventare autunnale oppure bianca perché sepolta sotto la coltre nevosa?
Il sole non può essere pallido oppure arrossire? La neve non può essere colorata dalle risate dei bambini e scurirsi per i tanti passi che l'hanno sporcata?
E l'uomo? Non siamo forse noi, gli "uomini bianchi", quelli più colorati?
Mi sovviene alla mente una bellissima poesia di Senghor, poeta senegalese che recita così:
" Caro fratello bianco
quando sono nato ero nero
quando sono cresciuto ero nero
quando sto al sole sono nero
quando sono malato sono nero
quando io morirò sarò nero.
Mentre tu uomo bianco
quando sei nato eri rosa
quando sei cresciuto eri bianco
quando vai al sole sei rosso
quando hai freddo sei blu
quando hai paura sei verde
quando sei malato sei giallo
quando morirai sarai grigio.
Allora, di noi due, chi è l'uomo di colore?"
Perciò, ogni cosa ha un solo colore oppure tutti, il mondo intero, ha milioni di sfumature? C'è solo il bianco ed il nero, il rosso ed il giallo oppure esiste il rosso corallo, il rosso porpora, il giallo canarino, il ciano e così via? È diverso chi vede il mondo con tutte le sue sfumature oppure chi solo in un unico colore?
È meglio essere un colore in una scatola di pennarelli tutti uguali oppure è meglio mischiare insieme più colori ed essere un pennarello unico al mondo?
Se coltiviamo la nostra unicità, se impariamo a vivere a colori, a conoscerne le sfumature, a proiettarle dentro di noi e proiettare all'esterno le nostre, coltivando come un dono la nostra diversità siamo prodi o siamo stolti?
Forse solo noi stessi.
-umi-no-onnanoko (@umi-no-onnanoko )
#life#vita#umi-no-onnanoko#writing#write#writer#scrivere#scrittura#scrittrice#16.11.23#i colori della differenza#colore#colors#differenza#difference#creatività#creativity#riflessione#reflection#unicità
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5.
Ho le gambe magre. La pancia in dentro. Le guance scavate. Ho gli occhi scuri. Le ciglia lunghe. Il viso pallido. Respiro il fumo da una sigaretta che non finisce mai e tingo l'aria di grigio scuro. Il vento scompiglia i miei capelli ed il sole riscalda le mie mani. Aspetto, sempre in attesa di niente. Ho promesso di scriverti, di aggiornarti su quel che sto diventando, ma non posso. Rovino il tuo lavoro, la tua opera d'arte. Mi hai creata modificando ogni parte di me a tuo piacimento, ma non sono io e tu non capiresti. Sarà passato un anno o forse due e continuo a piedi la via verso me stessa che ho smarrito.
Amore, caro amore mio.
Ti penso. Ogni tanto i tuoi tratti nella mia mente prendono forma, ma poi li scordo. I tuoi capelli ribelli. Gli occhi stanchi. I sbadigli mentre mi perdevo nei miei lunghi monologhi, prima parlando del mio passato per perdermi in qualche futuro non mio.
Aiutami. Davanti a me una folla inesistente, ma esistente solo in testa mia. Mi inumidisco le labbra screpolate e mi smarrisco in sguardi estranei.
Cerco. Cerco fino a vomitare sangue. Ho il collo pieno di lividi lasciati da qualche carnefice a me ignoto. Non mi ricordo mai, l'unica cosa che memorizzo è l'intensità dei loro respiri che vorrei smorzare. Un colpo netto al petto, il cuore strappato dal petto poi mordo. Il sapore del sangue riscalda il mio palato e come al solito mi sono morsa le guance. Disastro, ma tu ammiravi il disastro che sono. Ogni volta che aprivo la porta blu in fondo al corridoio tu mi aspettavi, ma ti trovavi davanti qualcosa di impreciso, indefinito, sconosciuto al tuo sguardo.
Poi capivi, ma solo poi.
Ero io.
Ogni volta la stessa creatura, ma in vesti diverse dall'ultima volta. Mi nascondevo sotto maschere diverse. Oggi labbra dipinte di rosso e abiti neri e dopo una settimana ti trovavi davanti una bambina con i fiocchi tra i capelli ricci e con un vestito verde smeraldo. Ho buttato quel vestito come ho tentato di buttare me stessa e quel che finalmente ero diventata. Mi spaventava. Capisci? Certo che non capisci. Tu non mi hai mai capita come d'altronde non mi sono mai capita nemmeno io. Il mio marchio erano le scarpe alte e gli occhi rossi. Non sono mai stata lucida o sincera con te. Ho preferito le bugie.
Tu mi chiedevi come stavo ed io dicevo bene. Tu mi chiedevi di raccontarti di me, di dirti come era andata la mia settimana ed io ti raccontavo di qualcuno che non ero io, che non mi toccava in nessuna maniera.
L'ultima volta mi hai fatta piangere. Le lacrime scorrevano e la mia voce tremava, però ero tranquilla. Era una cosa fuori di me, estranea a ciò che ero io. Lasciavo le lacrime bagnarmi il viso con un sorriso stampato in faccia come se fosse una cosa divertente. Tu mi guardavi impaurita, spaventata.
A volte per strada, a testa alta incontro gente felice, ci parlo, tocco tutto ciò di buono in loro e lo trasformo in odio, attendo il loro macabro, penoso suicidio in una stazione di servizio alle 3 del mattino o nella propria camera un giorno qualunque.
Attendo.
Tu sai fermarmi.
Tu sai porre fine a tutto ciò di male c'è in me, ma non farlo, non togliere la mia unica arma, il mio unico scudo contro questo mondo mio strano e confuso.
Amore, caro amore mio.
Parlo con loro.
Ancora.
Ascolto le loro voci che rimbombano nella mia testa come colpi di campana, ed anche oggi ho fatto le 4 del mattino. Mi strappo gli occhi e il dolce buio è la mia casa. Io so muovermi, io so distruggerti.
Ed ora svegliami che sto sognando che è un altro incubo che solo tu puoi fermare.
Fammi male e fammi aprire gli occhi.
Spezza tutto.
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Dal cielo al mare, era un’infinita varietà di blu. Per il turista, quello che viene dal nord, dall’est o dall’ovest, il blu è sempre blu. Solo dopo, quando ci si sofferma a guardare il cielo e il mare, ad accarezzare con gli occhi il paesaggio, se ne scoprono altre tonalità: il blu grigio, il blu notte e il blu mare, il blu scuro, il blu lavanda. O il blu melanzana, nelle sere di temporale. Il blu verde. Il blu rame del tramonto, prima del mistral. O quel blu così pallido, quasi bianco.
(Jean-Claude Izzo - Piero Guccione)
...l'infinito
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6:19 del mattino.
Cat siede su un piccolo divano in lino bianco che odora pesantemente di polvere, di vecchio, anche se, a dir la verità, tutto lì pare avere quell'odore; si trova in quello che è un corridoio adibito a stanza che collega il salotto ad un vasto terrazzo e, dalla porta a vetro che dà su quest'ultimo, si vede la mattina: pioviggina, il cielo nuvoloso sfuma tra bianco e grigio chiaro. Davanti al divanetto su cui Cat è seduto ve ne è un altro uguale, posto sotto a un paio di finestre coperte da tende di un celeste notevolmente scolorito, mentre nello spazio che separa i divani c'è un tavolino quadrato di vetro con sopra un centrino bianco, rotondo. Piante verdi e un paio di mobiletti bianchi insieme a qualche mensola in legno chiaro, con su insulsi oggetti quali statuine di gatti e sorprese trovate nelle merendine, decorano quel posto del cazzo. A decorare i divani, invece, anonimi cuscini bianchi e pupazzi di animali di seconda mano. (!!) Oltre a questi, sul divanetto non occupato dal misericordioso, c'è un.. gatto? Un piccolo cane? Un capretto? Non si capisce. In ogni caso, non ha più la pelle (e sicuramente non è vivo..?).
Cat è madido di sudore nel suo bel frac (nota ora una macchia biancastra di non si sa cosa sulla manica destra), la cera sui biondi capelli è secca, il kajal sugli occhi sciolto e appiccicoso, ed è lì, seduto in mezzo a peluches storti e altre cose maleodoranti che aspetta che lo scellerato porti la colazione. Quand'ecco che lo scellerato, chiamato Tabi, arriva; indossa una vestaglia blu notte, lunga fino ai piedi, e a quest'ultimi pantofole tartan grigie. I suoi capelli bianchi sono visibilmente puliti ed in generale emana un buon odore, probabilmente si è fatto una doccia non molto prima. Poggia sul tavolino un grande vassoio ovale in argento su cui regnano due candide tazzine di espresso, una piccola zuccheriera color crema, e un paio di piattini rosa pallido colmi di biscotti di vario tipo. Prima di sedersi, lo scellerato sposta malamente quell'animaletto spellato facendolo cadere dal divano, e al suo posto rimane così una grande chiazza, rossa ed umidiccia. Tabi, noncurante della cosa, si siede. La colazione ha inizio.
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#space#spazio#universo#cosmo#scienza#missioni spaziali#science#cosmos#sistema solare#solar system#pvp civilization
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Un buco nero distrugge una stella e ne insegue un'altra
L’immagine raffigura un disco di materiale stellare che circonda uno di questi buchi neri. Al suo bordo esterno una stella vicina si sta scontrando e vola attraverso il disco. Il buco nero si trova a metà del nostro bordo destro dell’immagine verticale. Assomiglia a un semicerchio nero come la pece con un cappuccio a cupola di luce blu pallido. La metà inferiore del buco nero circolare è nascosta…
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Canto d'Inverno./34
Gridò perché non fu sicuro che quell’uomo ci sentisse. Era vestito di blu come gli altri, molto anziano, pallido e magro, e gli occhi lattiginosi. Lo guardò interrogativo tutto il tempo, ma non c’era modo di indagare. Charles stava sentendo una forte pressione addosso e cominciò a infilarsi in mezzo ai vicoli.Le pietre si confondevano con i liquami e le pozzanghere. Alla fine del vicolo, un muro.…
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La dumortierite è un quarzo molto raro e molto apprezzato come cristallo. Appartiene alla famiglia dei cristalli di borosilicato di alluminio e, come molti altri cristalli, si presenta in varie tonalità. In genere è di colore blu intenso o reale, ma può anche essere verdastro, brunastro, lavanda o rosa pallido.
Ma quali sono le proprietà esoteriche e il significato della dumortierite ?
#dumortierite #cristalloterapia #benesserenaturale #olismo
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La Bellezza delle Pietre: Bracciali in Agata Verde e Arenaria Blu
L’agata verde e l’arenaria blu sono due gemme che catturano l’immaginazione e adornano con eleganza chi le indossa. Queste pietre naturali non solo aggiungono un tocco di colore e carattere ai gioielli, ma portano con sé secoli di storia e significati simbolici. L’agata verde, con le sue sfumature che vanno dal pallido al profondo verde foresta, è spesso associata alla natura e alla crescita. Si…
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/giornata-della-terra/?feed_id=1466&_unique_id=66260d71d5e51 %TITLE% Il 22 aprile è la Giornata della Terra (in inglese: Earth Day), è il giorno in cui si celebrano l'ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra. La data è fissata a, un mese e un giorno dopo l'equinozio di primavera. L'intento è chiaro e non serve una enorme spiegazione, come fatto altre volte mi limiterò a riportare quello che ha scritto qualcuno di decisamente più bravo a scrivere di me, dopo aver richiesto di realizzare nel 1990 le foto che ora ricordiamo come Pale Blue Dot (tenue puntino azzurro). La foto è stata scattata dalla sonda Voyager 1, quando si trovava a sei miliardi di chilometri di distanza dalla terra, ben oltre l'orbita di Nettuno. Pale Blue Dot Da questo distante punto di osservazione, la Terra può non sembrare di particolare interesse. Ma per noi, è diverso. Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi. Su di esso, tutti coloro che amate, tutti coloro che conoscete, tutti coloro di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita. L'insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, così sicure di sé, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e plebeo, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni "superstar", ogni "comandante supremo", ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì, su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di sole. La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica.Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria e nel trionfo, potessero diventare per un momento padroni di una frazione di un puntino. Pensate alle crudeltà senza fine inflitte dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo, quanto frequenti le incomprensioni, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto fervente il loro odio. Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l'illusione che noi abbiamo una qualche posizione privilegiata nell'Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c'è alcuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi.La Terra è l'unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c'è altro posto, per lo meno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Colonizzare, non ancora. Che ci piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte. È stato detto che l'astronomia è un'esperienza di umiltà e che forma il carattere. Non c'è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l'uno dell'altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l'unica casa che abbiamo mai conosciuto.Carl Edward Sagan
#Giornatamondialedi...#bluepaledot#CarlSagan#Casa#EarthDay#GiornatadellaTerra#Mondo#PaleBlueDot#Pianetaterra
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Foto spaziale della settimana: il telescopio James Webb scatta uno straordinario "arazzo della nascita delle stelle" costellato di vuoti galattici cavernosi La nuova scoperta del telescopio James Webb Il Telescopio spaziale James Webb ha catturato uno straordinario “arazzo della nascita delle stelle” nella regione di formazione stellare NGC 604, a 2,73 milioni di anni luce dalla Terra. Una scoperta unica nello spazio Le immagini catturate dal telescopio mostrano dettagli mai visti prima, con cavità scavate da giovani stelle giganti in crescita. Un’immagine è in rosso e arancione, mentre l’altra è in tonalità blu pallido, entrambe rivelano la complessità di questo meraviglioso fenomeno. Un vivaio stellare straordinario NGC 604 ospita circa 200 stelle di tipo B e O, tra le più massicce
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