#autobus incidente
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'Travolto in bicicletta da un autobus' (guidato dall'Uomo Invisibile), 'si è procurato una seria lesione ad una gamba' [Lucca in Diretta, La Nazione, La Repubblica]
Immagine da Lucca in Diretta al 15 gennaio 2024 I giornalisti di cronaca, forse perché spesso sono anche loro automobilisti, altrettanto spesso tendono a minimizzare le responsabilità di chi guida veicoli a motore. In questo breve articolo, alcuni dei metodi più utilizzati, spesso inconsapevolmente: Vittima protagonista nel titolo Autobus animato nel titolo Autobus animato anche…
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#incidente incidentestradale incidenti#stragequotidiana giornalisti giornali cronaca#autobus#Bicicletta#ciclista
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Autobus finisce sul tetto di un garage, incidente mortale in Austria
Un uomo è morto e cinque sono rimasti gravemente feriti nell'incidente stradale che ha coinvolto un autobus in Austria
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13 LUGLIO 1954 moriva FRIDA KAHLO
Un corpo fragile e uno spirito indomito.
Una vita difficile, quella di Frida Kahlo, segnata dalla lunga malattia e da grandi passioni, vissute senza remore, incondizionatamente con tutta sé stessa, abbandonano al cuore la razionalità.
La passione per l’arte, quella per il suo Messico e l’amore tormentato per Diego Rivera, il compagno di una vita.
Quella di Frida è stata una vita breve ma ricchissima perché vivere col cuore non significa limitarsi a contare i giorni, i mesi o gli anni, ma significa contare le emozioni, perché la vita non è mera sopravvivenza. E non è vero che chi vive più a lungo vive di più.
Frida Kahlo è stata un’artista coraggiosa, capace di trasformare la sofferenza in ispirazione, le sconfitte in capolavori, plasmando opere che sono un urlo orgoglioso e potente alla sfida del vivere.
LA VITA E LE OPERE DI FRIDA KAHLO:
RIASSUNTO IN DUE MINUTI (DI ARTE)
1. Frida Kahlo (Coyoacán 1907 – 1954) è considerata una delle più importanti pittrici messicane. Molti la annoverano tra gli artisti legati al movimento surrealista, ma lei non confermerà mai l’adesione a tale corrente.
Fin da bambina dimostra di avere un carattere forte, passionale, unito ad un talento e a delle capacità fuori dalla norma. Purtroppo la sua forza di carattere compensa un fisico debole: è infatti affetta da spina bifida, che i genitori e le persone intorno a lei scambiano per poliomielite, non riuscendola così a curare nel modo adeguato.
2. La prova più dura per Frida arriva però nel 1925. Un giorno, mentre torna da scuola in autobus viene coinvolta in un terribile incidente che le causa la frattura multipla della spina dorsale, di parecchie vertebre e del bacino. Rischia di morire e si salva solo sottoponendosi a 32 interventi chirurgici che la costringono a letto per mesi.
Ha solo 18 anni e le ferite al fisico la faranno soffrire per tutta la vita, compromettendo irrimediabilmente la sua mobilità.
3. Durante i mesi a letto immobilizzata da busti di metallo e gessi, i genitori le regalano colori e pennelli per aiutarla a passare le lunghe giornate. Questo regalo darà avvio ad una sfolgorante carriera artistica.
La prima opera di Frida è un autoritratto (a cui ne seguiranno molti altri) che dona ad un ragazzo di cui è innamorata.
4. I genitori incoraggiano sin da subito questa passione per l’arte, tanto da istallare uno specchio sul soffitto della camera di Frida, così che possa ritrarsi nei lunghi pomeriggi solitari. È questo il motivo dei numerosi autoritratti dell’artista. Lei stessa dirà: “Dipingo autoritratti perché sono spesso sola, perché sono la persona che conosco meglio”.
5. Frida Kahlo nel 1928, a 21 anni, si iscrive al partito comunista messicano, diventando una convinta attivista. È in quell’anno che conosce Diego Rivera, il pittore più famoso del Messico rivoluzionario. Lo aveva incontrato per la prima volta quando aveva solo quindici anni (e lui trentasei), sotto i ponteggi della scuola nazionale preparatoria, mentre Diego stava dipingendo un murale per l’auditorium della scuola.
6. Nel 1929 sposa Diego, nonostante lui abbia 21 anni più di lei e sia già al terzo matrimonio. Inoltre Diego ha fama di “donnaiolo” e marito infedele. Il loro sarà un rapporto fatto di arte, tradimenti, passione e pistole. Lei stessa dirà: “Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera.”
7. Frida Kahlo ha avuto molti amanti (uomini e donne), tra cui il rivoluzionario russo Lev Trotsky e il poeta André Breton, ma non riuscì mai ad avere figli, a causa del suo fisico compromesso dall’incidente. Quando rimase incinta del primo figlio, Frida fece di tutto per portare avanti la gravidanza. Si dovette arrendere solo quando i medici la costrinsero ad abortire per evitare che perdessero la vita sia lei che il bambino.
8. Frida Kahlo e Diego potevano considerarsi una “coppia aperta”, più per le infedeltà di Diego che per scelta di Frida, che soffrì molto per i tradimenti del marito che ebbe persino una relazione con la sorella minore di Frida, Cristina.
Vista l’impossibilità di fare affidamento sulla fedeltà di Diego, i due decisero di vivere in case separate, unite tra loro da un piccolo ponte, in modo che ognuno di loro potesse avere il proprio spazio “artistico”.
9. Le opere di Frida kahlo sono spesso state accostate al movimento Surrealista, ma Frida ha sempre rifiutato tale vicinanza sostenendo: “Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni”.
10. L’album dei Coldplay Viva la vida or Death and All His Friends (2008) si ispira ad una celebre frase che la Kahlo scrisse sul suo ultimo quadro, otto giorni prima della sua morte a soli 47 anni per cause ancora non del tutto certe.
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La patente è arrivata in un momento in cui io consideravo morta e sepolta la possibilità di prendere una macchina, di guidare: sebbene avessi sognato più volte di guidare (ovviamente male, perché per me sono sempre esistiti solo freno e acceleratore e nello specifico solo acceleratore e forza frenante del motore, maldetta frizione!) non mi interessava più, anzi mi dicevo che sarebbe stato bello riuscire a spostarsi coi mezzi pubblici, treni autobus, camminare a piedi. Vivevo in un paese campano che rimarrà forse il mio unico rimpianto del sud italia perché era ben strutturato: a piedi raggiungevo e facevo tutto, avevo il centro storico, il centro commerciale, farmacie a volontà, dottoressa vicino casa, un sacco di supermercati, un partito comunista, manifestazioni in piazza: tutto raggiungibile a piedi. Rimpianto perché in quanto sud non puoi campare e la gente è molesta per natura e dunque sono dovuta scappare anche da lì. Della patente, insomma, a me non me ne fregava niente, non ci pensavo affatto. Mentalmente ero ancora abbastanza inguaiata, andava meglio ma non andava bene: ero tesa come una corda di violino, il mio corpo era un fascio di nervi e questo si ripercuoteva sulla guida: l'istruttrice fece una grandissima fatica, sudava appresso a me che ero grondante di sudore terrorizzato. Iniziare a guidare è stato un trauma: ero terrorizzata dal fatto che quell'abitacolo, quell'aggeggio enorme non solo era "comandato" da me, ma mi toglieva letteralmente il terreno sotto i piedi (a questo proposito aggiungo che io ho avuto problemi anche col tapis roulant perché appunto c'era questa passerella che si muoveva in maniera "autonoma" ed io avevo paura di non riuscire a controllarla. Cosa c'entra con la guida di un auto? Beh, è la stessa identica cosa dato che ho paura di perdere il controllo). Poi io ho bisogno di capire quello che sto facendo, devo farmi uno schema in testa, non riesco a buttarmi e capire dopo, io devo sapere prima. Beh, io non riuscivo a capire cosa stavo facendo e dunque non riuscivo a rilassarmi. Comunque, alla fine sono riuscita a prendere questa benedetta patente. L'ho presa per grazia divina perché appunto l'esame fu terribile ed infatti io non ero nemmeno felice di quella patente perché non era "meritata", cioè io non riuscivo ancora a guidare, ero insicurissima ed immaginavo violentemente ancora un incidente ad ogni minimo incrocio (non riuscivo nemmeno a stare dritta nella mia carreggiata). Infatti presa la patente non ho più guidato.
La macchina invece è arrivata in un momento in cui non doveva arrivare e cioè circa un mese fa: senza lavoro, a soldi prestati (come d'altronde anche la patente), lontana da tutti, in un posto che nemmeno conosco perché chi cazzo c'è mai stata in provincia di bergamo. Sapevo che mi sarei dovuta prendere una macchina prima o poi, perché qua è tutto scomodo come in sicilia, ma avevo progettato di acquistarla in un altro momento. Reiniziare a guidare è stato semplice e soprattutto divertente: è cambiata la testa, le medicine sono servite a qualcosa. Ho fatto qualche guida assieme ad una istruttrice della zona e mi sono divertita un sacco, la sua guida è stata preziosa e lei una persona veramente gentile (oltre che strana, come tutte le persone della zona: io a tutta questa educazione non ci sono abituata e soprattutto non sono abituata a chi dice "Un quarto alle 9") ed esaltata, ovviamente pure lei di discendenza siciliana ma ormai lo so che la sicilia me la ritroverò ovunque: d'altronde i pomodori che ho comprato venivano proprio dalla città dove sono nata. Io adesso comunque guido: la macchina mi odia perché la faccio singhiozzare sempre e perché non cambio adeguatamente le marce, per non parlare di tutte le volte che la faccio spegnere o che resto appesa in una salita perché non so bilanciare bene frizione e acceleratore; la frizione mi deride perché sa che ho un odio e una repulsione spontanei nei suoi confronti; la gente quando mi guida dietro si mette a ridere quando proprio non mi bestemmia ma qua nessuno mi ha mai suonato, al massimo mi sorpassano. A volte penso che guidare è una gran bella cosa, che spero di avere i soldi prima o poi per farmi un bel pieno, pagarmi i pedaggi e andare che ne so a milano o robe simili. Penso che dovrei approfittarne del fatto di potermi spostare tranquillamente, per poter andare in posti dove ho sempre voluto andare, mi dico: wow, ma qua ho tutto così vicino! Persino voi tumbleri siete così vicini, se ci penso! A tutta questa libertà di movimento è difficile abituarsi, per una che ha sempre vissuto entro i confini di un'isola e della miseria. Certo, se arrivasse un lavoro sarebbe pure cosa gradita (mi correggo: se arrivasse un'entrata mensile, che poi si debba passare per il lavoro è solo una triste parentesi disumanizzante) ma poi penso che male che vada ho un tetto sotto il quale poter dormire: la mia auto.
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"Sono rigorosamente della classe operaia. La differenza è che prima salivo su un autobus, andavo a lavorare in una fabbrica e tornavo di sera nel mio appartamento. Ora ho una casa più grande, e vado a lavorare in una Rolls Royce. Ma sto ancora lavorando in una fabbrica, solo che ora si chiama Universal.
Se aspirassi ad essere Robert Redford, mi raddrizzerei gli occhi e sistemerei naso e finirei come ogni altro attore pessimo, con due battute su Kojack. Ma invece in questo modo sono me stesso, sono una novità."
8 LUGLIO 1934 nasceva MARTY FELDAMN
attore comico. Lo sguardo strabico lo accompagnerà sulla scena e fuori. Il naso 'modellato' da un incontro di boxe e gli occhi plasmati un po' da ipertiroidismo e un po' da un'operazione in seguito ad un incidente stradale: fu così che la sua inconfondibile faccia poté diventare il suo marchio di fabbrica. Inizia a lavorare ad alcune commedie in teatri minori, cominciando a poco a poco a sviluppare una propria comicità surreale, seguendo l'esempio dei suoi idoli, Buster Keaton e i fratelli Marx. Nel ‘74 interpreta il film che gli darà la notorietà mondiale: Frankenstein Junior di Mel Brooks. Feldman interpreta il leggendario servitore gobbo del dottor Frederick Frankenstein (interpretato dall'amico Gene Wilder)
Marty Feldman, Londra, 8 luglio 1934 – Città del Messico, 2 dicembre 1982.
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Il Patriarca di Venezia benedice le vittime sul luogo dell'incidente
Anche il Patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia è giunto a Mestre, sul luogo della tragedia del bus precipitato dal cavalcavia. “Il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, in contatto con il Sindaco e il Prefetto della città si è recato poco fa sul luogo del gravissimo incidente che ha coinvolto un autobus sul cavalcavia tra Mestre e Marghera. Il Patriarca prega e chiede preghiere…
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Tragico incidente: autobus precipita in un burrone, almeno 24 morti
[[{“value”:” ZACATECAS – Un grave incidente stradale ha scosso lo stato centrale messicano di Zacatecas nelle prime ore di sabato, provocando… L’articolo Tragico incidente: autobus precipita in un burrone, almeno 24 morti proviene da Notizie 24 ore. “}]] Read More [[{“value”:”ZACATECAS – Un grave incidente stradale ha scosso lo stato centrale messicano di Zacatecas nelle prime ore di sabato,…
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Una ragazzina di 14 anni è tragicamente morta nel pomeriggio a Piacenza, schiacciata da un autobus mentre stava uscendo da scuola. Le circostanze dell’incidente non sono ancora del tutto chiare, ma si ipotizza che l’adolescente, frequentante un istituto superiore, stesse tentando di raggiungere l’autobus che stava ripartendo e aveva appena chiuso le porte, dopo aver caricato altri studenti. Purtroppo, la giovane è deceduta sul colpo. Questo episodio segna la terza vittima di incidenti simili nel 2024, come sottolineato dai dati raccolti dall’Associazione Sostenitori della Polizia Stradale (ASAPS). Nei primi mesi dell’anno, infatti, si registrano già due casi precedenti: un ragazzino di 15 anni investito a Cagliari e un diciassettenne a Perugia, entrambi coinvolti in incidenti mortali mentre si recavano alla fermata del bus per andare a scuola. L’ASAPS tiene traccia anche degli incidenti che coinvolgono bambini feriti nei pressi delle scuole. Da inizio anno, ci sono stati 48 episodi che hanno avuto luogo intorno a scuole, con feriti in condizioni variabili di gravità. Tra questi, cinque incidenti hanno coinvolto scuolabus. Il primo episodio mortale del 2024 si è verificato l’8 gennaio a Cagliari, dove un ragazzo di 15 anni è stato investito da un’auto mentre attraversava sulle strisce pedonali. Solo due mesi dopo, il 14 marzo, un altro giovane di 17 anni ha perso la vita a Perugia in un incidente simile, investito da un furgone mentre si dirigeva per prendere l’autobus. Questi eventi tragici evidenziano l'urgenza di promuovere la sicurezza stradale nei pressi delle scuole e lungo i percorsi casa-scuola. La crescente preoccupazione per gli incidenti che coinvolgono giovani e scolari solleva interrogativi sulla necessità di interventi, come una maggiore vigilanza nei momenti di entrata e uscita delle scuole e campagne di sensibilizzazione per conducenti e pedoni. L’appello delle autorità e delle associazioni competenti rimane quello di prestare massima attenzione per prevenire incidenti che possano compromettere in modo permanente la vita di ragazzi e ragazze.
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Giovedì 10 ottobre, nel primo pomeriggio, si è verificata una tragica fatalità a Piacenza. Una studentessa di 14 anni, frequentante il primo anno dell’istituto alberghiero, è morta schiacciata da un bus scolastico in manovra nel parcheggio del campus Raineri Marcora. La giovane, che si trovava con altri studenti all'uscita da scuola, è stata investita dal mezzo mentre questo si preparava a ripartire dopo aver caricato gli alunni. Il preside dell’istituto, Alberto Mariani, ha espresso il suo cordoglio per l'accaduto, definendolo “una tragedia che colpisce profondamente” e confermando che la comunità si stringe intorno ai genitori della ragazza. Secondo le prime ricostruzioni, la studentessa sarebbe scivolata sotto la parte posteriore destra del bus, rimanendo schiacciata dalle ruote gemellate del mezzo. Sul luogo dell'incidente sono immediatamente intervenuti i soccorsi, con un’ambulanza e un’automedica del servizio 118, e si è richiesto anche l’intervento dell’elisoccorso, ma purtroppo per la giovane non c’è stato nulla da fare. La Polizia Locale di Piacenza ha avviato un’inchiesta per chiarire la dinamica dell’evento, utilizzando anche le immagini di videosorveglianza da un altro bus della società di trasporti Seta. Seta ha rilasciato un comunicato ufficiale esprimendo le sue condoglianze alla famiglia della vittima e manifestando supporto all’autista coinvolto dell'azienda esterna responsabile del servizio del bus. La società ha specificato che l’incidente è avvenuto mentre il mezzo si accingeva a ripartire verso Strada Agazzana dopo aver caricato gli studenti. La giovane, per cause ancora da accertare, è scivolata sotto il bus rimediando ferite fatali. Seta ha confermato di cooperare pienamente con le autorità fornendo tutte le immagini utili alla ricostruzione dell'incidente. Questa triste fatalità ha suscitato una profonda emozione nella comunità locale, evidenziando la necessità di maggiori attenzioni in ambito scolastico e nei trasporti, per garantire la sicurezza degli studenti.
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Grave incidente in Perù, autobus precipita da scarpata, 6 italiani coinvolti.
Grave incidente in Perù, autobus precipita da scarpata, 6 italiani coinvolti. In Perù, un grave incidente ha coinvolto un autobus turistico che trasportava circa 30 persone, tra cui sei cittadini italiani.... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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Sei turisti italiani rimasti feriti a Machu Picchu in Perù
Un bus sul quale viaggiava anche un gruppo di italiani si è schiantato in Perù. Lo conferma la Farnesina, precisando che «sono 13 i nostri connazionali coinvolti» nell'incidente. Cosa è successo Sei italiani e 23 turisti sono rimasti feriti in Perù dopo che il loro autobus è uscito fuori strada mentre scendeva dall'antica cittadella Inca di Machu Picchu. Lo riportano i media locali. L’autobus è precipitato per 15 metri da una strada di montagna. L'autista avrebbe perso il controllo del mezzo. La maggior parte dei feriti presenterebbe fratture ossee e dalle prime informazioni riguardanti i nostri connazionali, nessuno sarebbe in serio pericolo. L'azienda di trasporti con un comunicato ha confermato di aver attivato i propri protocolli di sicurezza e di aver coordinato le cure delle persone colpite. I feriti sono stati trasportati all'ospedale di Cusco, mentre la polizia peruviana ha aperto un'indagine. L’elenco degli italiani feriti La Polizia Nazionale del Perù ( PNP ) ha pubblicato l' elenco dei feriti nell'incidente avvenuto sulla strada vicino allo storico santuario di Machu Picchu. I feriti italiani sono: Luciana Bonfada, di 35 anni che ha riportato delle fratture; Angelo Florile, 33 anni, nazionalità italiana, che ha riportato alcune contusioni; Giorgio Quiagliaroli, (47 anni) si è rotto la gamba destra; Dario Florio, (46 anni), nazionalità italiana, con alcune lievi contusioni; Gabriela Cristoforini, (48 anni), diagnosi: frattura del perone tibiale; Elisabetta Panzeri, (44 anni) che ha riportato alcune fratture; Paolo Daledo, (38 anni), nazionalità italiana con un trauma alla gamba destra così come Greta Raimondi di 35 anni e Matteo Vigano, (33 anni) che ha riportato alcune contusioni. Farnesina: assistenza consolare agli italiani feriti in Perù L'Ambasciata d'Italia a Lima, in contatto stretto con il Ministero degli Esteri e con le autorità locali, si è subito attivata per fornire la massima assistenza consolare ai turisti italiani coinvolti in un incidente di pullman nei pressi di Machu Picchu, in Perù , e ai loro familiari. Lo dicono all'ANSA fonti della Farnesina. Read the full article
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Incidente su A1 nel Modenese: Pullman Coinvolto, un Passeggero Perde la Vita
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/incidente-su-a1-nel-modenese-pullman-coinvolto-un-passeggero-perde-la-vita/117386?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=117386
Incidente su A1 nel Modenese: Pullman Coinvolto, un Passeggero Perde la Vita
Un tragico incidente ha coinvolto un autobus della compagnia Flixbus sull’autostrada A1, tra Modena Sud e Valsamoggia, specificatamente al chilometro 174 in direzione sud. L’evento si è verificato durante la notte e ha portato alla morte di uno dei passeggeri del veicolo.
Le forze dell’ordine, insieme ai team di soccorso, al personale del 118 e ai vigili del fuoco, sono attualmente impegnati sul luogo dell’incidente per gestire la situazione.
L’incidente si è verificato intorno alle ore 3. In seguito, è stato organizzato un servizio di trasporto per spostare le altre persone coinvolte fino a un’area di servizio nelle vicinanze, dove è stato poi predisposto un autobus sostitutivo. Al momento, la dinamica esatta dello scontro rimane incerta e l’incidente ha causato significative code di traffico sulla tratta autostradale interessata.
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13 LUGLIO 1954 moriva FRIDA KAHLO
Un corpo fragile e uno spirito indomito.
Una vita difficile, quella di Frida Kahlo, segnata dalla lunga malattia e da grandi passioni, vissute senza remore, incondizionatamente con tutta sé stessa, abbandonano al cuore la razionalità.
La passione per l’arte, quella per il suo Messico e l’amore tormentato per Diego Rivera, il compagno di una vita.
Quella di Frida è stata una vita breve ma ricchissima perché vivere col cuore non significa limitarsi a contare i giorni, i mesi o gli anni, ma significa contare le emozioni, perché la vita non è mera sopravvivenza. E non è vero che chi vive più a lungo vive di più.
Frida Kahlo è stata un’artista coraggiosa, capace di trasformare la sofferenza in ispirazione, le sconfitte in capolavori, plasmando opere che sono un urlo orgoglioso e potente alla sfida del vivere.
LA VITA E LE OPERE DI FRIDA KAHLO:
RIASSUNTO IN DUE MINUTI (DI ARTE)
1. Frida Kahlo (Coyoacán 1907 – 1954) è considerata una delle più importanti pittrici messicane. Molti la annoverano tra gli artisti legati al movimento surrealista, ma lei non confermerà mai l’adesione a tale corrente.
Fin da bambina dimostra di avere un carattere forte, passionale, unito ad un talento e a delle capacità fuori dalla norma. Purtroppo la sua forza di carattere compensa un fisico debole: è infatti affetta da spina bifida, che i genitori e le persone intorno a lei scambiano per poliomielite, non riuscendola così a curare nel modo adeguato.
2. La prova più dura per Frida arriva però nel 1925. Un giorno, mentre torna da scuola in autobus viene coinvolta in un terribile incidente che le causa la frattura multipla della spina dorsale, di parecchie vertebre e del bacino. Rischia di morire e si salva solo sottoponendosi a 32 interventi chirurgici che la costringono a letto per mesi.
Ha solo 18 anni e le ferite al fisico la faranno soffrire per tutta la vita, compromettendo irrimediabilmente la sua mobilità.
3. Durante i mesi a letto immobilizzata da busti di metallo e gessi, i genitori le regalano colori e pennelli per aiutarla a passare le lunghe giornate. Questo regalo darà avvio ad una sfolgorante carriera artistica.
La prima opera di Frida è un autoritratto (a cui ne seguiranno molti altri) che dona ad un ragazzo di cui è innamorata.
4. I genitori incoraggiano sin da subito questa passione per l’arte, tanto da istallare uno specchio sul soffitto della camera di Frida, così che possa ritrarsi nei lunghi pomeriggi solitari. È questo il motivo dei numerosi autoritratti dell’artista. Lei stessa dirà: “Dipingo autoritratti perché sono spesso sola, perché sono la persona che conosco meglio”.
5. Frida Kahlo nel 1928, a 21 anni, si iscrive al partito comunista messicano, diventando una convinta attivista. È in quell’anno che conosce Diego Rivera, il pittore più famoso del Messico rivoluzionario. Lo aveva incontrato per la prima volta quando aveva solo quindici anni (e lui trentasei), sotto i ponteggi della scuola nazionale preparatoria, mentre Diego stava dipingendo un murale per l’auditorium della scuola.
6. Nel 1929 sposa Diego, nonostante lui abbia 21 anni più di lei e sia già al terzo matrimonio. Inoltre Diego ha fama di “donnaiolo” e marito infedele. Il loro sarà un rapporto fatto di arte, tradimenti, passione e pistole. Lei stessa dirà: “Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera.”
7. Frida Kahlo ha avuto molti amanti (uomini e donne), tra cui il rivoluzionario russo Lev Trotsky e il poeta André Breton, ma non riuscì mai ad avere figli, a causa del suo fisico compromesso dall’incidente. Quando rimase incinta del primo figlio, Frida fece di tutto per portare avanti la gravidanza. Si dovette arrendere solo quando i medici la costrinsero ad abortire per evitare che perdessero la vita sia lei che il bambino.
8. Frida Kahlo e Diego potevano considerarsi una “coppia aperta”, più per le infedeltà di Diego che per scelta di Frida, che soffrì molto per i tradimenti del marito che ebbe persino una relazione con la sorella minore di Frida, Cristina.
Vista l’impossibilità di fare affidamento sulla fedeltà di Diego, i due decisero di vivere in case separate, unite tra loro da un piccolo ponte, in modo che ognuno di loro potesse avere il proprio spazio “artistico”.
9. Le opere di Frida kahlo sono spesso state accostate al movimento Surrealista, ma Frida ha sempre rifiutato tale vicinanza sostenendo: “Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni”.
10. L’album dei Coldplay Viva la vida or Death and All His Friends (2008) si ispira ad una celebre frase che la Kahlo scrisse sul suo ultimo quadro, otto giorni prima della sua morte a soli 47 anni per cause ancora non del tutto certe.
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Incidente a Genova: un autobus Amt colpisce sei auto in corso Martinetti
http://dlvr.it/SyPl27
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Incidente a Perugia, scontro tra autobus e auto in via Campo di Marte
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Frontale tra autobus e furgone: 2 morti e 5 feriti per colpa di “un sorpasso azzardato”
La tragedia è avvenuta a Montebelluna, in provincia di Treviso… L’incidente mortale si è verificato nel pomeriggio di oggi a Montebelluna Tragedia a Montebelluna, in provincia di Treviso, dove intorno alle ore 16 di oggi, sabato 14 ottobre, un autobus di linea e un furgone sono stati protagonisti di un terribile incidente stradale in via Bassanese.Secondo le prime informazioni, due persone…
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