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Frieze of Light - Andrea Bellini
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torino, 2 nov., "la rolls-royce della prosa": giorgio manganelli e gli scritti su arte, design e oggetti
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SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
LA VIOLENZA DELLA TRADIZIONE
Non è mai semplice, per il nostro tempo, comprendere l’opera d’arte che risale nei secoli, la sua origine, la sua ragione, la sua finalità. Si dimentica che l’artista solo tra Ottocento e Novecento ha realizzato la propria libertà d’espressione e soprattutto di scelta dell’oggetto rappresentato. E si tralascia anche la sottile distanza che ha sempre connotato il contenuto, frequentemente richiesto e riproposto, dallo stile della composizione: il medesimo “oggetto” muta attraverso pochi cenni delle figure, la scena, lo sfondo, la luce, i colori. Così, l’oblio della memoria consuma anche il vero significato della tradizione: non pedissequa ripetizione dell’immutabile ma sempre il riflesso di un’interpretazione. L’interpretazione configura il tradimento: la stessa etimologia del tardo latino lascia scivolare la “consegna” in un passaggio che altera di per sè la cosa rimessa. Si tratta di un tradimento necessario, pena la fine stessa dell’espressione d’arte. Ma un tradimento che poggia le sue radici su un’interpretazione che precede: ermeneutica di un’ermeneutica. Non importa che sia un testo letterario o un testo pittorico: lo sguardo abbraccia sempre un’immagine. L’origine scompare. Così, al “Parnaso” (1495 - 1497, Louvre, Parigi) di Andrea Mantegna (1431 - 1506) che trasuda esibita regalità, si contrappone il “Festino degli dei” (1514, National Gallery of Art, Washington) di Giovanni Bellini (1429 - 1516) dal quale emerge il riflesso sorprendente di una nascosta “ricreazione” delle figure divine: appartate, finalmente lontane dagli occhi mortali, abbandonano la loro funzione regale, la partecipazione alle vicende umane fino a raccogliersi nella modestia dei gesti. Pochi anni dividono questi due dipinti. Eppure, lo spazio temporale non giustifica l’abisso della dissonanza. Tra i due, il “Parnaso” (1510 - 1511) della Stanza della Segnatura (Musei Vaticani), l’affresco realizzato da Raffello (1483 - 1520) che mostra dei e mortali uniti nella celebrazione della poesia. Ecco l’anello di congiunzione. Ma è di nuovo un tradimento. Ancora la violenza dell’interpretazione. Il trascendimento della tradizione è, infine, il segno di un passaggio d’epoca. Che fa violenza al passato. A similitudine del processo naturale di nascita e di morte. Nulla permane. Niente è mai assoluto. Nella vita come nell’arte.
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#bellini bellini 🥺🥺#andrea cambiaso#fabio miretti#hans nicolussi caviglia#come sempre grazie india ! 💖
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‘Final Fate’ Season 4 Is Coming & It’s Grittier Than Ever!
#TS4#TS4CC#SIMS 4#simblr#ts4 legacy#ts4legacy#hausofmoon#haus of moon#Final Fate#Season 4#TV#Tv Show#TVMA#Moon Entertainment#Kovu Bellini#Natalie O'Dare#Peter Mitchell#Shenade O'Connor#Violet Andreas#Monty Feng
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Prezentacja Jezusa w świątyni
Prezentacja Jezusa w świątyni albo Ofiarowanie Pańskie to bardzo częsty motyw w malarstwie. Dodatkowo bliskie nam święto przez Matkę Bożą Gromniczną, którą w Polsce czcimy. Myślę, że na naszym gruncie polskim można je porównać do chrztu, chociaż wiemy, że Jezus został ochrzczony przez Jana Chrzciciela dopiero u początku swej dogi ewangelizacyjnej i publicznej działalności. To dzisiejsze święto ma…
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#Ambrogio Lorenzetti#Andrea Celesti#Antiveduto Grammatica#Federico Barocci#Fra Angelico#Francesco Pizzi#Giovanni Domenico Tiepolo#Govanni Bellini#Guercino#Guido Da Siena#Guido Reni#Jacopo Tintoretto#Lodovico Carracci#Luca Giordano#Philippe de Champaigne#Prezentacja Jezusa w świątyni#Sebastien Burdon#Stefano Pozzi#Vittore Carpaccio
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Un bel concerto di canto nel cortile di Palazzo d'Accursio
Ieri pomeriggio, chi avesse varcato il portone di palazzo d’Accursio, sede dal 1336 del governo della città di Bologna dal secolo XIV, lasciando il bailamme di piazza Maggiore, sarebbe entrato in un’oasi di pace creata dal piacevole concerto di brani lirici eseguiti congiuntamente dalla Corale Vincenzo Bellini di Budrio e dalla Corale Quadrivium di Medicina, diretti dalla maestra Paola Del Verme,…
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#Alessandro Granda#Andrea Mongelli#Annalisa Monaco#Anselmo Colzani#arlo Colombara#Arrigo Boito#Aureliano Pertile#Bologna#Budrio#Carlo Colombara#Claudia Marchi#Corale Quadrivium#Corale Vincenzo Bellini#Dave Monaco#Ferruccio Mazzoli#Filippo Giovagnorio#Franco Bordoni#Franco Ghione#Fulvio Massa#Gaetano Donizetti#Giacomo Puccini#Gioachino Rossini#Giuseppe Manacchini#Giuseppe Verdi#I Lombardi alla Prima Crociata#Il Barbiere di Siviglia#L&039;Elisir d&039;amore#La forza del destino#La traviata#Lina Pagliughi
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One of the most difficult vocal techniques is the ability to hit the high notes cleanly and without blowing out the tone. Even harder is the ability to hit those notes delicately. Here are three fantastic opera performances that show off different ways of hitting the high notes:
First, a classic: 1966 Covent Garden performance of Luciano Pavarotti singing "Ah! Mes amis!" from Donizetti's La Fille du Regiment. Skip to 4:42 if you want the famous bit, where he sings 9 high Cs. The piece was originally written for those high notes to be sorta yodeled, but it quickly became a showpiece for tenors.
Here, Pavarotti absolutely nails the notes with clarity, and while they're a Big Sound, they don't sound overdone.
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For something much lighter, we have Michael Spyres singing "A tanto duol" from Bellini's Bianca e Fernando. This piece was written for Rubini, a friend of Bellini's, who had an absurdly range and technique. (This piece is so absurd that it was clearly in the canon of "written for this one dude".)
Listen to how effortlessly Spyres moves through notes like A4, which are normally "high notes" for a lot of tenors. Then he sings a C5 at 4:17 where he just moves through the damn thing like it's nothing. Which makes sense because he hits an F5 later, a note that's high in the alto range.
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And then there's the hardest thing of all, which is singing the high notes quietly. Nicolai Gedda's performance of Magische Töne, from Die Königin von Saba by Karl Goldmark, is one of the most remarkable recordings I've ever heard.
The piece isn't a "showstopper", given its slow pace and delicacy, but it's one of the hardest pieces written for tenor. Its instructions are for it to be sung "very tenderly" ("sehr zart"), and Gedda sings it like the music is floating. I've never heard a tenor hit a high C with such delicacy. It's a bit hard to articulate what makes the sound different from an alto singing those notes, but it's there. *
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* @jadagul talks about how Jean Valjean's arias sound "better" when baritones sing them (as opposed to tenors), because the high notes sound hard, even when they're performed with perfection.
For comparison, here is Andreas Scholl, a legendary countertenor, singing "Down by the Salley Gardens" by Benjamin Britten. His range is considerably higher and easier than any of the tenors above, and his notes are even more graceful. But they sound fundamentally different and easier coming from him, because they aren't challenging and are entirely within his tessitura.
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DANILO REA_OPERA IN JAZZ
Per rendere “simpatico” il jazz al grande pubblico non c’è strada migliore che cercare di renderlo digeribile con ibridazioni e ammiccamenti con i ritmi della grande musica popolare. Operazioni simili si sono già viste alla televisione, per esempio per la danza, basta ricordare le trasmissioni televisive di Roberto Bolle che si è prestato a questa operazione di grande divulgazione (e quindi forse anche Andrea Bocelli andrebbe ascritto ai grandi divulgatori in campo musicale per la lirica). Un’operazione simile con il jazz la fa Danilo Rea che a JazzMI ha presentato, sabato scorso al Teatro della Triennale di Milano (ex-Teatro dell’arte), “Opera in jazz”, operazione piuttosto compressa, volta a portare il jazz a dialogare con i grandi interpreti del passato della lirica italiana. Pezzi ed arie celeberrime dell’opera lirica sono rielaborate al pianoforte in chiave jazzistica, mentre su uno schermo scorrono immagini, fotografie e filmati storici degli interpreti dell’opera. Si incomincia con una “Casta diva” nella memorabile e irraggiungibile interpretazione di Maria Callas da “Norma” di Vincenzo, Bellini, si prosegue con “Una furtiva lagrima” dall’ “Elisir d’amore” di Gaetano Donizetti, cantata da Enrico Caruso, e via via fino ad arie meno consumate dall’uso, ma sempre di grande impatto, concludendo, per il bis, con la canzone italiana per eccellenza, ovvero quel “O sole mio” di Alfredo Mazzucchi e Eduardo Di Capua, celebrata, cantata e ricantata in tutto il mondo con una impennata di celebrità in questo nuovo millennio. E il jazz? Bisogna riconoscere che, nonostante queste operazioni siano sempre un po’ rischiose, il risultato è assolutamente pregevole, date anche le capacità tecniche di prim’ordine di Danilo Rea. Non era facile, come lo stesso Rea ha ricordato dal palco al folto pubblico, dialogare con un cantante o una cantante che in realtà non ti ascolta, la cui voce, anzi la cui registrazione monofonica della voce, proviene dalla notte dei tempi della musica riprodotta. Rea riesce eccellentemente nell’operazione, tanto che qualche aria sembra continuare naturalmente nella sua tastiera poliedrica. Se qualche dubbio resta, almeno a me, è il senso generale dell’operazione, come se il jazz non bastasse a sé stesso e altrettanto vale per l’opera lirica. Ma io oltre a non fare testo, sono sempre un po’ troppo esigente e un po’ troppo rigoroso, anche con me stesso, e queste “scampagnate musicali” mi sembrano sempre un po’ delle operazioni azzardate. Quelle che invece sembrano proprio di difficile digestione, sono le immagini proiettate sullo schermo, di una bruttezza e di un cattivo gusto esemplari: elaborazioni elettroniche di rose che fioriscono, fiocchi di neve da centro commerciale, bolle, riflessi, ombre e tramonti napoletani degni di una pizzeria. Forse, se proprio necessario, sarebbe bastato proiettare le rare immagini della Callas, di Beniamino Gigli, di Mario del Monaco o di Mascagni, Rossini e Puccini nel loro originale e fascinosissimo b/n. Spero soltanto che il Roberto Grossi che ha curato la parte video della serata, non sia lo stesso Roberto Grossi, ex studente nella mia stessa scuola e scenografo di mia conoscenza, perché sarebbe la fine di una amicizia…
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Portrait of a Man (c. 1502), Andrea Previtali (also known as Cordeliaghi)
The two portraits were painted on the two sides of the same panel: a young man in the front, his skull in the back. The Latin inscription "Hic decor hec forma mane. Hec lex omnibus una" (transl., "This beauty only endures in this form. This law is the same for all") leaves no room for interpretation: the painter wants to remind his spectators of the transience of life – the main theme of 16th-17th century allegorical art known as Vanitas (Latin for "vanity") or Memento Mori (Latin for "remember that you will die"). Two holes at the top of the panel suggest that the painting was originally displayed in a frame which allowed it to be rotated front to back and upside down. The painter signed himself as Andreas C. A. DI. IO. B. P.: Andrea Cordelle Agi Disciplunus Iovanis Bellini Pinxit (transl., "Painted by Andrea Cordeliaghi*, Student of Giovanni Bellini").
*name he went by at the beginning of his career in Venice as he was the son of a dealer in threads (corde) and needles (aghi).
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TÍTULO: Virgen y el Niño con coro de Querubines (Madonna dei Cherubini) AUTOR: Andrea Mantegna FECHA: 1485 aproximadamente MATERIAL Y TÉCNICA: Tempera DIMENSIONES: 88×70 cm INVENTARIO: 297 La tabla, atribuida a Giovanni Bellini hasta 1885, cuando la restauración de Luigi Cavenaghi permitió reconocer la mano de Mantegna, corresponde probablemente a la donada por el artista a su amigo el abad Matteo Bosso; llegó a Brera en 1808 tras las supresiones napoleónicas de la iglesia de Santa María la Mayor de Venecia. La mencionada atribución a Bellini se justifica por los colores inusualmente brillantes de la composición y la intensa dulzura del rostro de la Virgen.
Mantegna ya era de edad avanzada cuando pintó esta obra en la que, a pesar del nombre, aparecen tanto querubines (rojos) como serafines (azules), que se distinguen por el color de sus alas.
Información e imagen de la Pinacoteca de Brera.
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Hey! If you’re struggling to find names for your Leo has a Twin AU, here’s some name suggestions from other renaissance artists if you wanna fit the theme of the others!
If Masculine: Caspar (van Wittel), Giovanni (Bellini), Nanni (di Banco), Piero (della Francesca), Andrea (del Castagno), Antonello (da Messina), Felippo(Lippi), Perugino, or Verrocchio
If Feminine: Elisabetta (Sirani), Judith (Leyster), Artemisia (Gentileschi), Clara (Peeters), Lavinia (Fontana), Sofonisba (Anguissola), Catharina (van Hemessen), Plautilla (Nelli), or Levina (Teerlinc)
omg thank u so much, this is so helpful!!!
giovanni is speaking to me but imma take some time to think abt it
#ryo asks#tmnt au#tmnt twins au#tmnt 2012#tmnt#teenage mutant ninja turtles#tmnt 2k12#teenage mutant ninja turtles 2012#tmnt leo#tmnt leonardo#tmnt leo 2012
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THE EVENS ARTS PRIZE 2023
Exploring the critical imaginaries of AI The Evens Arts Prize 2023 is dedicated to artistic practices that challenge prevailing systems of knowledge and experiments new alliances between living beings and machines.
The Jury is composed of Daniel Blanga Gubbay, Artistic Co-Director, Kunstenfestivaldesarts; Nicolas Bourriaud, Artistic Director, 15th Gwangju Biennale; Elena Filipovic, Director and Curator, Kunsthalle Basel; Matteo Pasquinelli, Associate Professor in Philosophy of Science, Ca’ Foscari University; Gosia Plysa, Director, Unsound. The Jury Chair is André Wilkens, Director, European Cultural Foundation. Artistic Director: Anne Davidian, curator.
Focus of the Evens Arts Prize 2023 The widespread use of AI applications, particularly in the form of text-to-image generators and large language models, has sparked intense scrutiny and debate. These discussions, fueled by both excitement about their potential and concerns about their biases, bring to the forefront crucial questions about human subjectivity, autonomy, and agency.
Technical systems are deeply intertwined with social systems, shaping our lived experiences, aspirations, and politics. Together with artists, how can we better understand and address the impact of AI and the broader constellation of digital technologies and algorithmic politics? What new imaginaries and alliances can we cultivate between living beings and machines?
The new edition of the Evens Arts Prize seeks to highlight artistic projects that explore alternative cosmologies and epistemologies, question human exceptionalism, and shed light on issues such as surveillance, manipulation, extractivism, digital governance, justice, care, and responsibility in the age of machine intelligence. Of particular interest are practices that experiment with AI to challenge prevailing systems of knowledge and power asymmetries, mobilise technologies towards emancipatory community outcomes, and envision democratic futures.
The laureate is selected by an independent jury from a list of nominations put forward by representatives of major European cultural institutions.
The Nominators of the Evens Arts Prize 2023 Ramon Amaro, Senior Researcher in Digital Culture, Nieuwe Instituut, Rotterdam; Zdenka Badovinac, Director, Museum of Contemporary Art, Zagreb; Lars Bang Larsen, Head of Art & Research, Art Hub, Copenhagen; Leonardo Bigazzi, Curator, Foundation In Between Art Films, Rome; Mercedes Bunz, Professor Digital Culture & Humanities, King's College, London; Francesca Corona, Artistic Director, Festival d'Automne, Paris; Julia Eckhardt, Artistic Director, Q-02, Brussels; Silvia Fanti, Artistic Director, Live Arts Week /Xing, Bologna; iLiana Fokianaki, Founder, State of Concept, Athens; Cyrus Goberville, Head of Cultural Programming, Bourse de Commerce | Pinault Collection, Paris; Stefanie Hessler, Director, Swiss Institute, New York; Mathilde Henrot, Programmer, Locarno Film Festival; Nora N. Khan & Andrea Bellini, Artistic Directors, Biennale Image en Mouvement 2024, Geneva; Peter Kirn, Director, MusicMakers HackLab, CTM Festival, Berlin; Inga Lace, Curator, Latvian Centre for Contemporary Art, Riga; Andrea Lissoni, Director, Haus der Kunst, Munich; Frank Madlener, Director, IRCAM, Paris; Anna Manubens, Director, Hangar, Barcelona; Anne Hilde Neset, Director, Henie Onstad, Høvikodden; Nóra Ó Murchú, Artistic Director, transmediale, Berlin; Maria Ines Rodriguez, Director, Walter Leblanc Foundation, Brussels; Nadim Samman, Curator for the Digital Sphere, KW Institute for Contemporary Art, Berlin; Andras Siebold, Artistic Director, Kampnagel, Hamburg; Caspar Sonnen, Head of New Media, International Documentary Film Festival (IDFA), Amsterdam; Marlies Wirth, Curator for Digital Arts, MAK, Vienna; Ben Vickers, Curator, Publisher, CTO, Serpentine Galleries, London.
The Evens Arts Prize The Evens Arts Prize honours artists who engage with contemporary challenges in Europe and shape inspirational visions for our common world. Far from reducing artistic practice to a function – whether a social balm or a political catalyst – the Evens Arts Prize supports aesthetically and intellectually powerful work that pushes the understanding of alterity, difference, and plurality in new directions, questions values and narratives, creates space for silenced or dissonant voices, and reflects on diverse forms of togetherness and belonging.
The biennial Prize is awarded to a European artist working in the fields of visual or performing arts, including cinema, theater, dance, music; it carries a sum of €15,000. The laureates are selected by an independent jury, from a list of internationally acclaimed artists, nominated by representatives of major European cultural institutions.
The 2011, 2019 and 2021 editions were curated by Anne Davidian and celebrated Marlene Monteiro Freitas, Eszter Salamon, and Sven Augustijnen as laureates of the main prize, while Eliane Radigue and Andrea Büttner received the Special Mention of the Jury.
More about the Prize
📷 from Atlas of Anomalous AI, edited by Ben Vickers and K Allado-McDowell, Ignota Books, 2020
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Domani venerdì 27 alla Dogana via alla quinta edizione del Catania Book Festival
Dai fumetti sulla fisica ai gialli, dai romanzi ai reading di poesia
Saranno le storie della fisica a fumetti pensate per i più piccoli, i laboratori sul mito, un confronto sull’immigrazione, ma anche la presentazione dell’ Atlante delle guerre e dei conflitti a cura di Amnesty International con il portavoce Riccardo Noury,gli incontri che apriranno, a partire dalle 9 di venerdì, l’edizione 2024 del “Catania Book Festival, la Fiera Internazionale del Libro e della Cultura di Catania”.
Quest’anno la quinta edizione del festival ideato e diretto da Simone Dei Pieri, si terrà dal 27 al 29 settembre 2024 alla Dogana del Porto (Nu Doganae).
Nella nuova location che nella tre giorni festivalieri ospiterà circa 100 incontri e gli stand di una ventina di case editrici indipendenti, il pubblico troverà nomi importanti della narrativa italiana contemporanea, saggistica, poesia e soprattutto moltissime occasioni di confronto sia sui temi più amati dai giovani che su quelli che interessano lettrici e lettori di tutte le età.
Venerdì 27 Veronica Raimo, l’autrice che ha ricevuto il Premio Strega Giovani e il Premio Viareggio, sarà accompagnata da Lorena Spampinato attraverso la trama dei suoi undici racconti irriverenti, comici e amari insieme: “La vita è breve, eccetera” (Einaudi).
“Succede di notte” (Feltrinelli), il romanzo-manifesto dei millennial, di Valeria Montebello, sarà accompagnata da Dario De Luca; “Amore e Psycho. Educazione sentimentale per deficienti” (HarperCollins), è il libro scritto da Federica Cacciola “per tutti coloro che si sentono sempre mancanti di qualcosa e non smettono di cercarlo”. Ad accompagnare l’autrice ci sarà Claudia Campese. In programma c’è anche un nuovo Giallo Mondadori: “Sto mentendo” di Maria Elisa Aloisi. L’ autrice sarà affiancata da Claudia Cocuzza.
Come in tutte le passate edizioni del festival, ci sarà spazio per il sociale e il digitale: dall’appuntamento sulla contro cultura del web a cura di Digifest Catania, con Marco Raitano, a “La comunicazione cristiana nei social” (Apalòs Editrice) con l’autore Salvatore Di Salvo e con Salvo La Rosa. La presentazione di “Angela Bottari. Storia di una donna libera” (Castelvecchi) di Francesco Lepore e Pietro Folena sarà affiancata da Stefania Mazzone.
E ancora, spazio ai narratori siciliani come Manuela De Quarto e il suo romanzo “Sulle note della fine del mondo” (Land Editore), e Prospero Dente con “La fiera della luna piena (Sampognaro & Pupi)”. Quest’anno la poesia entra a pieno titolo nel programma del Catania Book Festival. Venerdì sarà la volta dei reading poetici “Dark way of Sicily”, organizzato dal Glomerulo di Sale e “TERRAGNA Poetry”, ideato da Rosa Maria Di Natale, con la partecipazione di nove poetesse siciliane e le percussioni di Andrea Sciacca, nell’ambito della mini rassegna Sonar.
Il calendario degli appuntamenti di venerdì sarà concluso alle 20,30 dal Concerto “in...canti di mare” del Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Catania, curato dai maestri Filippo Piccolo e Stefano Sanfilippo.
L’ offerta della prima giornata del Catania Book Festival prevede molti altri incontri di valore, tra cui laboratori per grandi e piccoli, sostenuti da un team di volontari e dallo staff organizzativo, e può essere consultata per intero accedendo al sito www.cataniabookfestival.it
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LOSTE
“ELEVATO TASSO”
(Tube Music Italy / Auditoria Records)
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ASCOLTA IL BRANO IN STREAMING
PRESENTAZIONE SINGOLO E VIDEO
Personaggio attivo nel mondo della musica indipendente, del punk e del rock italiano sin dai primi anni ‘00,Loste (all’anagrafe Stefano Morandini) ha intrapreso dal 2022 il suo percorso solista che lo porterà a pubblicare a inizio 2025 il suo primo album, anticipato da alcuni singoli tra cui “Elevato Tasso”. Il primo brano pubblicato è un punk rock sporcato da synth e suoni di percussioni che richiamano la Savana, habitat naturale del celebre “Tasso del Miele”, animale a cui è ispirata la canzone. Parlando di "Elevato Tasso",Loste spiega: “Al primo ascolto è un pezzo scanzonato che parla del Tasso“del Male”, delle sue intemperanze, del suo essere aggressivo, sboccato e feroce. Ed è subito chiaro accomunare queste caratteristiche alle mie. In realtà il brano ha un significato più nascosto, anche un po’triste, e critica fortemente una società che ci vuole sempre perfetti, al proprio posto e che non tollera le personalità più irriverenti, tanto da emarginarle. Ci si può sfondare di alcol, ci si può drogare, si può litigare con tutti, creare caos, essere ribelli, essere “contro” ma bisogna nasconderlo perché dirlo apertamente “non sta bene”. L’aspetto del Tasso del Male, dunque, non è una maschera; le maschere, volutamente trash, sono quelle ad esempio delle comparse del video, che rappresentano il mondo in cui il Tasso vive e deve sgomitare ogni giorno autodeterminarsi, portandosi spesso all’eccesso”
Ad accompagnare l’uscita del singolo, ci sarà anche il videoclip, girato all’Oldies Club di Varese con la Regia e la Produzione di Luca Morselli e con l’aiuto di CristianFreccia.L’ambientazione è principalmente quella diun locale “normale” in cui questo Tasso si rapporta con le altre creature (gorilla, animali vari, alieni, lupi mannari, etc...)
Produzione/Edizioni: Auditoria Records
Etichetta:Tube Music Italy /Auditoria Records
Distribuzione:Believe Music
Ufficio Stampa e Promozione: Lunatik-
CREDITI SINGOLO
Il brano scritto daLoste (Stefano Morandini)è stato arrangiato da Loste e Antonio “Aki” Chindamo. Registrato, Mixato e Masterizzato da Antonio “Aki “ Chindamo presso Auditoria Records di Fino Mornasco (CO) tra gennaio e aprile 2024.
Hanno suonato: Loste (voce, chitarra), Francesca Morandi (basso), Marco Mengoni (batteria), Aki (tastiere, synth, programmazioni)
Foto promozionali di Camilla Zetta, Stefano Simone e Luca Morselli
CREDITI VIDEO: Regia e Produzione: Luca Morselli Gaffer: Cristian Freccia
Ringraziamo:
Oldies Club Varese ed in particolare Patrizio e Thomas Pedotti;-Le creature trash:Emanuele Cadoni, Gaia Bernasconi, Alessandro Aberi, Raphael Tomasina, SimoneTomasini, Lorenzo Bellini, Leonardo Mancini, Andrea Coppola, Beppe Malamente;-Alberto Bernasconi (vocal coach);-Simone Spiteri e Christian Affri, 4Season Collapse e Rugby Varese;-Paolo Ambrosetti e i Gorillas Football Americano;-Matteo Giudice;-Flai Graphics Design;-Misa, Sergio Cadoni, il Circolo di Sant’Ambrogio e la Merceria Gallorini per la felpa del Tasso del Male;-Dario Guglielmetti, Francesca Rango e Tube MusicItaly;-Antonio “Aki” Chindamo (Auditoria Records)-Francesca Morandi, Marco Mengoni, Lorenzo Semeraro, Jacopo Corradini
BIOGRAFIA
Classe 1985, Loste è un cantante, chitarrista, autore e personaggio legato alpanorama della musica indipendente italiana.Esordisce sui palchi di Varese eprovincia con la sua storica band punk/rock, i Collettivo01, formazione durata fino al2014 con la quale ha pubblicato due album e ha avuto modo di far parte della storicascena punk/rock lombarda di fine anni ‘90/’00 condividendo tanti palchi con band diriferimento come Pornoriviste, Punkreas, Skruigners, Rappesaglia, Gerson, etcediventando un piccolo punto di riferimento per il genere a Varese...A cavallo tra il primo e il secondo album dei Collettivo01, nel 2011,Lostevienechiamato proprio dalle Pornoriviste per sostituirelo storico chitarrista/cantanteDaniMarcecapartecipando attivamentealla stesurae alla registrazione dei brani dell’album“Le Funebri Pompe” (2013), senza però prendere parte al tour successive acausa didissidi con la produzione;terminate nel 2014la promozione del secondo disco“Cronovendetta” dei Collettivo01,complici dei problemi fisici al braccio sinistro, Losteè costretto a stoppare l’attività musicale per molto tempo, fino a fine 2019,quandocontro ogni pronostico torna ad imbracciare la chitarra salendo a sorpresa sul palco della Festa del Rugby di Varese. A fine2021, dopo quasi un decennio dalle ultime composizioni, nascono le nuove canzoni di Loste, il cui risultato è una produzione punk/rock di nuova concezione con testi irriverenti e provocatori, inserti di elettronica e dance, ma che ovviamente strizzano sempre l’occhio al background anni ‘90/’00.Nel 2022 Loste ritorna sui palchi della provincia per alcune apparizioni, tra cui la prestigiosa partecipazione a Woodinstock ’22 (Ternate–VA) dove si è esibito insieme a Omar Pedrini in un emozionante concerto composto da brani della scena grunge di Seattle, dei Timoria e propri. Il 17 marzo 2023 Loste ha pubblicato per l’etichetta Piuma Dischi “JackPunk”, cover della celebre colonna sonora del film cult anni ’90 “Jack Frusciante è Uscito dal Gruppo”, tratto dall’omonimo romanzo. Nell’estate 2023 Loste ha partecipato all’evento benefit “Anna on The Beach” a Verbania insieme a Bad Frog, Rubber Room e The Monkey Weather, il cui ricavato è stato donato alla Fondazione Hollman di Cannero per i bambini ipovedenti e ha partecipato come ospite di diverse serate di Trashmilano, seguitissimo collettivo di dj, mettendo in piedi degli show a metà tra concerto e dj-set. Il 7 giugno esce “Elevato Tasso” il primo singolo di Loste che anticipa l’album di inediti, la cui pubblicazione è prevista per la fine del 2024
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