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ELEONORA DUSE - Centenario 1924 - 2024 - donazione R 2007 / 25 abito in velluto con inserti in pizzo ecrù
Centenario Eleonora Duse 1924 – 2024 : dal nostro guardaroba storico – donazione R 2007 / 25 – abito in velluto di seta nero modello a “tunica” maniche decorate con pizzo ecrú Nome(required) Email(required) Messaggio Contattaci Δ
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Donazione Tirelli
La vita nel costume, il costume nella vita
a cura di Umberto Tirelli e Maria Cristina Poma
fotografie di Mario Carrieri
Arnoldo Mondadori Ed. , Milano 1986, 240 pagine, 24,6x32cm, ISBN 9788804300274
euro 40,00
email if you want to buy [email protected]
Presentazione - La Donazione Tirelli e la Galleria del Costume - Abiti storici - Abiti - Cappelli - Scarpe - Costumi: La Ditta Tirelli. - I costumi nella 'bottega'Tirelli - Costumi cinematografici, lirici, teatrali. televisivi
23/10/24
#Donazione Tirelli#Mario Carrieri#abiti storici#costumi teatrali#costumi lirici#costumi cinema#costumi TV#fashion books#fashionbooksmilano
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Colette
https://www.unadonnalgiorno.it/colette/
Colette, iconica scrittrice della prima metà del XX secolo, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia.
Con la sua vita e la sua arte ha sfidato le convenzioni sociali e aperto la strada a una nuova generazione di letterate.
Insignita delle più importanti onorificenze accademiche, è stata la seconda donna nella storia della Repubblica Francese a ricevere funerali di stato (dopo Sarah Bernhardt).
Ha aperto una strada per il rinnovamento del romanzo tradizionale che ha portato alle sperimentazioni del Nouveau Roman.
Oltre che scrittrice prolifica è stata attrice, autrice e critica teatrale, giornalista, critica cinematografica e anche commerciante di cosmetici.
Si è ritrovata più volte al centro di scandali per le sue disinibite relazioni sentimentali.
La sua vita e la sua opera letteraria sono state la testimonianza di una donna libera, anticonformista e emancipata, che ha contribuito a rompere tanti tabù.
Per prima ha rappresentato l’uomo come fonte di piacere per la donna.
Nata col nome di Sidonie-Gabrielle Colette, il 28 gennaio 1873 a Saint-Sauveur-en-Puisaye, è cresciuta in Borgogna in grande libertà e a stretto contatto con la natura. Spinta alla musica e alla lettura sin da piccolissima, era stata educata dalla madre, una donna di mentalità moderna, dichiaratamente atea e anticonformista, che in paese dava scandalo prendendo a servizio ragazze madri.
Nel 1889 conobbe Henri Gauthier-Villars, detto Willy, scrittore e giornalista che divenne il suo primo marito e che seguì a Parigi.
L’uomo la introdusse nell’ambiente artistico e mondano e, intuendone il potenziale, la incoraggiava a scrivere pubblicando però i libri sotto il suo nome, come faceva con tanti altri artisti che costituivano la sua officina letteraria. Nacque così la fortunata serie di Claudine, uno dei maggiori best seller francesi di tutti i tempi. I romanzi ebbero tale successo popolare da diventare un marchio commercializzato che produceva abiti, accessori, un tipo di pettinatura, prodotti di bellezza e ogni sorta di mercanzia. Dai libri venne tratto anche uno spettacolo teatrale interpretato dalla stessa Colette che, col coniuge, rappresentava il simbolo della vita mondana della capitale francese.
Nel 1904 venne pubblicato Dialogues de bêtes, firmato Colette Willy, il primo libro in cui comparve anche il suo nome.
Il matrimonio andò presto a rotoli, lui la tradiva continuamente e lei ebbe una liaison con la marchesa Mathilde de Morny. Nel 1907, al Moulin Rouge, durante la messa in scena della pantomima Rêve d’Égypte, le due amanti diedero scandalo baciandosi con passione sul palco. Nello stesso anno Colette e Willy si separarono legalmente e venne pubblicato l’ultimo romanzo della saga di Claudine dal titolo Il rifugio sentimentale (La retraite sentimentale).
Nel 1908 Colette si fece notare dalla critica pubblicando su La Vie Parisienne dei testi, poi raccolti nel volume Viticci (Les vrilles de la vigne), uno dei quali (Nuit blanche) tratta della sua relazione con Missy, come lei chiamava la marchesa. È stata protagonista di vari spettacoli teatrali e un’ottima conferenziera.
Ammessa alla Société des Auteurs, intraprese, vincendo, una serie di azioni legali contro il marito.
Dopo il divorzio, nel 1910, nacquero le collaborazioni con giornali come il Paris-Journal e Le Matin, mentre pubblicava romanzi a puntate, ne La Vie parisienne.
Nel 1912 ha sposato il barone Henry de Jouvenel da cui ha avuto la sua unica figlia.
Durante la prima guerra mondiale la sua attività giornalistica si era intensificata. Successivamente, ha scritto anche articoli di critica cinematografica e una sceneggiatura originale per il film La flamme cachée. È stata caporedattrice della sezione letteraria di Le Matin e critica teatrale.
È stato il romanzo Chéri, pubblicato in feuilleton nel 1920, a consacrarla anche agli occhi della critica. La storia autobiografica di una donna matura innamorata di un ragazzo di ventiquattro anni più giovane venne apprezzata e commentata da autori come Proust, Gide e Cocteau. La Nouvelle Revue Française affermò che Colette era «la scrittrice che ha introdotto nella nostra letteratura la prosa femminile che le mancava».
Nello stesso anno venne insignita della Legion d’onore con il grado di Cavaliera.
Tra scandali, alti e bassi, arrivò anche il divorzio dal secondo marito e, lasciato il giornale che lui dirigeva, scrisse per Le Figaro, vivendo dei proventi da giornalista, dedicandosi al teatro senza mai abbandonare la scrittura.
Nel 1928 venne promossa al grado di Ufficiale della Legion d’onore. Due anni dopo è uscito Sido, sulla storia di sua madre.
Il film che aveva sceneggiato, tratto dal suo romanzo La vagabonda, è stato il primo in sonoro in Francia.
Nel 1932 aveva aperto un centro di bellezza e in breve si era ingrandita e creato un marchio di cosmetici con la sua immagine sulle etichette.
Nonostante le divagazioni commerciali non ha mai smesso di scrivere romanzi, sceneggiature e articoli di critica teatrale per Le Journal e poi per Paris-Soir.
Nel 1936 venne nominata Commendatrice della Legion d’onore e entrò a far parte dell’Académie royale belge de langue et de littérature françaises.
Ha trascorso tutto il periodo della guerra a Parigi, in un appartamento al Palais-Royal, afflitta da un’artrosi all’anca.
Nel 1941 il suo terzo marito, Maurice Goudeket, che era ebreo, venne spedito in un campo di concentramento, riuscì a farlo liberare l’anno successivo, sfruttando le sue amicizie.
Il suo romanzo più celebre, Gigi, pubblicato nel 1944, le valse un grande riconoscimento e divenne una famosa opera teatrale e un celebre film.
Diventata un’istituzione vivente, ha passato gli ultimi anni della sua vita semi paralizzata, sul divano-letto sul quale lavorava e riceveva i tanti ospiti che andavano a renderle omaggio.
Diventata Presidente dell’Académie Goncourt, il suo ultimo libro è stata la raccolta En pays connu.
Nel 1950, fra spostamenti vari in cerca di cure e il lavoro di adattamento teatrale del suo romanzo La Seconda venne eletta Presidente onoraria del Consiglio letterario del Principato di Monaco e ricevette in visita la regina Elisabetta del Belgio.
Nel 1951, tornata a Montecarlo sempre in cerca di cure, aveva notato all’Hôtel de Paris una giovane attrice, Audrey Hepburn, che scelse per interpretare la commedia Gigi, andata in scena a Broadway.
Nel 1953, in occasione dei suoi 80 anni, ha ricevuto tributi e onorificenze come la medaglia della Città di Parigi, venne nominata membro onorario del National Institute of Art and Letters di New York e ricevette il grado di Grand’Ufficiale della Legion d’Onore.
È morta il 3 agosto 1954 nella sua stanza al Palais-Royal. Nonostante la Chiesa le avesse rifiutato i funerali religiosi, ha ricevuto un funerale di stato. È sepolta nel cimitero di Père-Lachaise.
Nella sua lunga carriera ha prodotto circa ottanta volumi fra romanzi, racconti, memorie, opere per il teatro, raccolte di articoli giornalistici e di recensioni teatrali, oltre ad una sterminata corrispondenza personale che venne raccolta e pubblicata in epistolari.
Donna ribelle e anticonformista, ha segnato un’epoca, ispirato film, libri, spettacoli occupando un posto di rilievo nel pantheon delle celebrità di tutti i tempi. Il suo nome è consegnato al mito.
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Gianni Molaro presenta Noble Vanité, la collezione Spring/Summer 2025
Gianni Molaro, stilista di haute couture sposa, presenterà sabato 13 luglio 2024 alle ore 21,00 nella suggestiva Piazza del Campidoglio a Roma la sua ultima collezione Spring/Summer 2025 intitolata Noble Vanitè.
Per la prima volta il talentuoso designer, da sempre punto di riferimento indiscusso nel settore bridal, mostrerà al pubblico gli abiti da sera e lo farà nella Capitale dove da anni è di casa grazie al suo centrale atelier di Via del Babuino. Sono delle proposte ideate per una donna sofisticata, mentalmente matura che incede con naturalezza tra le stanze dei palazzi nobiliari, ma anche alle prime teatrali e alle serate di gala.
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Verona, nuova esposizione nella Casa di Giulietta: ritrovato e acquistato il dipinto Romeo e Giulietta di Cosroe Dusi
Verona, nuova esposizione nella Casa di Giulietta: ritrovato e acquistato il dipinto Romeo e Giulietta di Cosroe Dusi. Da Mercoledì 6 Marzo, nella Casa di Giulietta, è visibile al pubblico il dipinto di grandi dimensioni del pittore veneziano Cosroe Dusi, Romeo e Giulietta del 1838, in cui viene raffigurato l'incontro notturno dei due amanti nella dimora della giovane Capuleti. A lungo ritenuto disperso e solo recentemente rintracciato, il dipinto è stato acquistato da Musei Civici di Verona nell'ambito di un progetto di riallestimento della Casa di Giulietta, dove sarà esposto in via permanente - dopo quasi due secoli dall'unica apparizione pubblica -, andando ad arricchire il percorso di visita del complesso museale. Il progetto è a cura della direttrice dei Musei Civici Francesca Rossi e della curatrice della Casa di Giulietta Fausta Piccoli. "Si tratta di un'importante acquisizione, con cui i Musei Civici vanno a consolidare un potente fattore di attrattiva della città di Verona, il mito di Giulietta e Romeo reso immortale da Shakespeare. Il dipinto ottocentesco di Dusi si inserisce coerentemente e dialoga con l'allestimento "in stile" della Casa di Giulietta, curato da Antonio Avena tra il 1938 e il 1940 – spiega l'assessora alla Cultura Marta Ugolini –. Nell'intento di arricchire l'esperienza di visita, si è studiata una collocazione dell'opera nel salone più ampio della Casa, salone dove le rilevanti dimensioni della tela possono risultare pienamente apprezzabili anche per una visione a distanza, con uno stile che richiama le messe in scena teatrali. Ricordiamo che le opere d'arte originali e richiamanti la vicenda dei due giovani e sfortunati amanti esposte nella Casa di Giulietta non sono ad oggi particolarmente numerose. L'esposizione permanente del dipinto di Dusi, in dialogo con un'altra opera ottocentesca, Giulietta di Pietro Roi del 1882, rappresenta il primo passo di un percorso che introdurrà miglioramenti significativi alla Casa di Giulietta. Un vero e proprio luogo iconico di Verona, che come Amministrazione vogliamo rendere di nuovo all'altezza della sua notorietà e del 'pellegrinaggio laico' che ogni anno si reca ai luoghi shakespeariani, dal cortile con il celebre balcone, alla Casa di Giulietta, alla sua tomba". "Il grande dipinto a olio su tela di Dusi si presenta ottimamente conservato all'interno di una pregiata cornice dorata originale di manifattura milanese - continua la direttrice Francesca Rossi –L'opera fu realizzata per l'Esposizione di Belle Arti di Venezia del 1838. L'eleganza della pittura proviene da una sapiente combinazione di artifici compositivi e tecnici che dimostrano un'interpretazione melodrammatica molto personale del magistero di Francesco Hayez in voga all'epoca. L'articolazione scenografica dello spazio architettonico, lo sfoggio dei colori, gli effetti luministici e degli abiti che indossano i due personaggi, l'espressione intensa del loro saluto amoroso struggente, la finezza del disegno, sono tutti elementi che esaltano il fascino e la qualità stilistica del dipinto. Il soggetto riflette anche il preciso momento in cui la vicenda dei due giovani innamorati vide la sua prima, grande fioritura e alimentò in tutta Europa la conoscenza e la fama dei luoghi veronesi di Romeo e Giulietta, a partire dalla Tomba e dalla Casa di Giulietta. A date così precoci, sono davvero molto rare le opere pittoriche dedicate al soggetto. Questa acquisizione aggiunge quindi un tassello cruciale per la conoscenza della prima stagione della diffusione nell'arte figurativa del tema shakespeariano. Per questo siamo particolarmente orgogliosi che sia entrata nel percorso di visita della Casa-Museo. In Italia si avrà poi un picco di interesse tra gli artisti del secondo Ottocento e primo Novecento, in parallelo alla fortuna all'estero, in particolare nella pittura inglese e tedesca. L'opera viene ora esposta nella cosiddetta "Sala da Ballo" in dialogo con i costumi di scena di Danilo Donati per il celebre film di Zeffirelli del 1968 e con l'opera a pastelli colorati di Pietro Roi, Giulietta, donata ai Musei Civici dal generoso gesto di Giuseppe Manni, animato dal desiderio di vedere nella Casa-Museo dei capisaldi rappresentativi del mito dei due amanti nell'arte". GIULIETTA E ROMEO DI COSROE DUSI Il dipinto, di grandi dimensioni – olio su tela, cm 218 x 164 – e in perfetto stato conservativo, raffigura Romeo che abbraccia Giulietta rivolgendole un tenero sguardo nello spazio intimo di un balcone o di un loggiato. Spiccano l'espressività dolente dei due innamorati e la preziosità del loro abbigliamento, che passa dal rosso acceso per la veste di Romeo al bianco per quello di Giulietta, simbolicamente polarizzati tra purezza e passione. L'opera ben si colloca nella maturità artistica di Cosroe Dusi, che proprio in quegli anni andava allargando i suoi orizzonti artistici alla pittura di storia di stampo romantico, aggiornando il suo stile in direzione dell'esperienza di Francesco Hayez. Dopo un soggiorno a Monaco, dove aveva ottenuto un certo successo come autore di ritratti, Dusi tornò in patria dove, nel 1838, si tenne una mostra presso le sale dell'Accademia di Venezia per celebrare la visita dell'imperatore d'Austria Ferdinando I. Qui Dusi espose ben sette opere, tra cui Romeo e Giulietta, che aveva eseguito su commissione del conte Francesco Gualdo di Vicenza, come confermano i documenti, conservati alla Biblioteca Bertoliana di Vicenza, che attestano il pagamento dell'opera e la provenienza da Milano della splendida cornice in foglia d'oro che ancora impreziosisce il dipinto. Non sono al momento note le sorti successive della tela, probabilmente entrata a far parte della collezione del conte vicentino, esponente di una delle più nobili famiglie della città, e quindi passato con ogni probabilità sul mercato antiquario, in seguito alla vendita della collezione dopo la metà dell'Ottocento. La storia di Giulietta e Romeo nasce dalla penna di Luigi da Porto, nobiluomo vicentino, e viene pubblicata come novella nel 1531. L'ambientazione veronese si ispira probabilmente alla Divina Commedia di Dante dove i Montecchi e i Cappelletti, famiglie medievali, erano in lotta tra loro. I Montecchi furono davvero un'antica e nobile famiglia veronese coinvolta nelle lotte di fazione del Duecento, mentre i Cappelletti erano una famiglia guelfa di Cremona, creduta veronese all'epoca di da Porto.La storia di Romeo e Giulietta inizia subito a circolare a Verona e qualche anno dopo sarà apprezzata anche in Francia, per giungere poi in Inghilterra dove, nel 1596, viene messa in scena da William Shakespeare con il titolo di The most Excellent and Lamentable Tragedy of Romeo and Juliet. Ai versi immortali di William Shakespeare si deve la fama universale di quest'opera, però fu il celebre dipinto di FrancescoHayez con l'Ultimo bacio di Romeo e Giulietta, a inaugurare, nel 1823, la fortuna popolare del soggetto restando, insieme alla tela di Dusi, la più importante testimonianza figurativa di grande formato dei due amanti nella pittura italiana di quest'epoca. L'opera di Dusi conobbe subito una straordinaria fortuna iconografica. Già nel 1841, infatti, comparve in un'incisione tratta da un perduto disegno di Lilburne Hicks, illustratore inglese che forse vide il dipinto di Dusi a Venezia. L'incisione fu in seguito utilizzata sia a corredo di libri e riviste –, sia in fogli sciolti, per poi circolare in forma di cartolina all'inizio del Novecento. Il quadro, riscoperto dal professor Sergio Marinelli e studiato anche da Elena Lissoni e Fernando Mazzocca, rientra oggi a Verona dopo il prestito per la mostra, tenutasi all'Accademia Carrara di Bergamo tra le iniziative della città Capitale della Cultura 2023, Tutta in voi la luce mia. Pittura di storia e melodramma a cura di Fernando Mazzocca e Mariacristina Rodeschini.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Renato Balestra, Celeblueation: l’arte della couture in mostra a Firenze
“Celeblueation”, appare quasi un enigma fonetico, una parola a suo modo elegante che sprigiona grazia intrigante: ma, se la contempli con l’orecchio ben agganciato al gusto, ne sciogli facilmente l’incastro per scoprire l’indizio prezioso che racchiude lì al centro, nel cuore. Proprio come uno scrigno che svela il suo tesoro.
Proprio come fosse uno splendente ricamo di suoni applicato a impreziosire il tessuto straordinario che si dipana nell’evento di cui è a titolo: “Celeblueation” è la mostra antologica di Renato Balestra, un viaggio intenso nella sua vita di couturier allo stesso tempo profondamente italiano e brillantemente internazionale. Lì, nel cuore del titolo, c’è infatti il richiamo al celeberrimo “Blu Balestra”: la sfumatura speciale divenuta firma inconfondibile della maison, nonché fil-rouge d’amore spontaneo dello stilista per questa tinta e le sue suggestioni, che in tante forme han costellato le esperienze e le creazioni.
E che, per l’occasione, diviene luce splendente con cui la mostra dipinge i luoghi in cui è ospitata: ora è il turno di Firenze, dove l’iconico Blu Balestra illuminerà la facciata della Fondazione Zeffirelli dal prossimo 8 gennaio, fino al 2 febbraio 2020. La mostra “Celeblueation” è, infatti, un evento itinerante: ha già distribuito la sua bellezza nelle tappe di Domodossola (Museo Civico di Palazzo San Francesco), Monza (Villa Reale), Napoli (Certosa e Museo di San Martino) e Forte dei Marmi (Fortino lorenese), ed ora, in occasione di “Pitti Immagine Uomo 97”, “Celeblueation” è accolta nella suggestiva sede della Fondazione Zeffirelli, più precisamente è immersa nella meraviglia della Sala della Musica, ovvero l’oratorio del complesso monumentale di San Firenze risalente alla seconda metà del Seicento, l’unica architettura completamente barocca di Firenze.
Un allestimento site specific prova di vera complicità tra moda e arte, un’alchimia che sublima l’esposizione che si compone di circa 300 pezzi tra bozzetti, disegni e abiti: ma che qui si amplia con un’inedita selezione di elementi che raccontano gli esordi di Renato Balestra, quando la sua grande passione per la pittura era ancora parte integrante dell’espressione creativa da cui nasceva la sua moda.
E che si unisce ad un’altra profonda passione, quella dedicata al teatro: in mostra saranno anche i disegni che Renato Balestra ha realizzato per le celebri opere teatrali come “La Cenerentola” di Gioacchino Rossini, “Il Cavaliere della Rosa” di Richard Strauss, “La Turandot” di Giacomo Puccini, arricchita ora dalla sezione con le creazioni dei costumi disegnati per “Il lago dei cigni” messo in scena dal Teatro dell'Opera di Belgrado, una produzione per la quale, per la prima volta, Renato Balestra ha posto la sua talentuosa firma creativa anche sulle scene.
Moda e teatro, Balestra e Zeffirelli, un’alchimia che è stata anche un’onorevole amicizia tra loro: «Annuncio con grande entusiasmo – dice Renato Balestra - che la mia Celeblueation sarà esposta durante la 97a edizione di “Pitti Uomo” nella prestigiosa Fondazione Zeffirelli, a Firenze. Franco Zeffirelli è stato un grandissimo artista e anche un grande uomo. Ho avuto l'onore di essergli amico e la gioia di aver collaborato ai costumi di scena di Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello. Ricordo quanta passione metteva nel suo lavoro e i suoi risultati così eclatanti. Grazie a “Pitti Uomo” quindi, e alla Fondazione del più grande Maestro del teatro, della cultura, vera gloria italiana; e un grazie particolare a Pippo Zeffirelli che ha creduto e collaborato a questa prestigiosa iniziativa».
“Celeblueation” è dunque la celebrazione di una vita dedicata all’arte della moda: un percorso nell’unicità raffinata dello stile Renato Balestra che nel tempo ha plasmato l’essenza raffinata del gusto Made in Italy riconosciuto e amato nel mondo, ha abbigliato anche grandi realtà italiane come Alitalia e il Senato della Repubblica, ha vestito di straordinarie opere sartoriali donne altrettanto straordinarie, regine, principesse, first lady, attrici e celebrità, tutte preziose amanti e testimoni dell’esclusiva arte della bellezza e alta sartorialità italiana creata da Renata Balestra.
Un omaggio al suo poliedrico talento creativo e all’eclettica personalità artistica che sin dagli esordi lo hanno reso un generoso creatore di bellezza vera, quella allacciata alle emozioni: e di quel lusso che, con la modestia delicata e colta che lo contraddistingue, secondo Renato Balestra nulla ha a che fare con il mero sfarzo, bensì è questione di buon gusto e glamour, di saper indossare il bell’apparire e le buone maniere come in una sinfonia che aspira alla perfezione. Di dar vita al sogno attraverso la moda e vestirne la realtà ogni giorno. Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
#Renato Balestra#celebluation#mostradimoda#modaearte#storiadellamoda#modaecultura#Made in Italy#fashion writing#webelieveinstyle
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Palio dei Terzieri 2023 a Città della Pieve
Sarà una cinquantesima edizione del Palio dei Terzieri nel segno del Perugino, quella che Città della Pieve si appresta a vivere, in onore al suo cittadino più illustre. Infatti le opere di Perugino saranno il suggestivo tema del Corteo Storico di quest’anno, dove ogni Terziere allestirà carri rievocativi, i nobili e le monne sfileranno nei loro sontuosi abiti, gli sbandieratori e i tamburini accompagneranno i loro passi. Così popolani, contadini, buoi, cavalli, falchi e falconieri, gli armati con le loro spade e balestre, i cannoni in azione faranno sognare per una rievocazione storica tra le più ricche e curate d’Italia tra le ambientazioni delle taverne, cuore della manifestazione, con i loro menù e i loro costumi tradizionali, per degustare sapori di un tempo, come le Lumache al pizzico”del Casalino, lo Stinco dell’arciere del Borgo Dentro, gli Gnocchi del Priore del Castello e molti altri. Dall’8 agosto, ogni sera il pubblico verrà intrattenuto con spettacoli, rappresentazioni teatrali, botteghe artigiane, fiere, musici e giocolerie in pieno stile rinascimentale. Nella giornata conclusiva del 20 agosto il grande Corteo Storico sfilerà nelle vie della città, introdotto da una voce che descrive costumi, figure e gruppi. Anche questa edizione ci sarà l’assegnazione del prestigioso premio Masgalano per il costume più bello e del premio Valerio Bittarello in palio per il terziere che realizzerà il miglior carro allegorico. Raggiunto il campo dei giochi, i terzieri schiereranno i musici per suonare l’inno del Palio, subito dopo prenderà avvio la sfida tra i terzieri con la Caccia del Toro in cui tre arcieri per ogni squadra cercheranno di colpire la sagoma roteante. Nel 1250 i terzieri del Palio sono nominati per la prima volta nell’atto di sottomissione a Perugia quando dopo un brevissimo intervallo di autonomia e libertà grazie alla protezione dell’imperatore Federico II di Svevia, Citta della Pieve fu soggiogata dalla città del Grifo. L’impianto urbanistico della città risale all’epoca comunale ed è giunto immutato fino ai nostri giorni, caratterizzato da una sagoma che ricorda per certi versi quella di un’aquila che avanza minacciosa verso Roma. Gli stessi Terzieri hanno la loro origine legata alla suddivisione della città medioevale in tre zona, le parti dell’aquila si identificano con i terzieri, che si riferiscono a tre classi sociali, alla testa corrisponde il terziere Castello o Classe dei Cavalieri(Aristrocrazia), alla pancia il Terziere Borgo Dentro(Borghesia), all’ala-coda il Terziere Casalino o classe dei Pedoni(Contadini). Oggi i cavalieri del Palio dei Terzieri ogni anno rievocano la Caccia del Toro, sfidandosi nell’arte del tiro con l’ arco, colpendo delle sagome rappresentanti la razza dei tori chianini che sono fissate su pedane mobili. Il terziere Castello, che è stato il vincitore dell’edizione 2022, consegnerà il Palio storico nelle mani del Podestà, che ne diverrà custode fino alla proclamazione del vincitore della Caccia del Toro. Read the full article
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STRUMENTO VOCE / IMMAGINAZIONE è il titolo e focus del Laboratorio che condurrò il 18/19/20 novembre a Cesena nella Sala Valdoca e Giardino delle Palme. Sono felice e grata a Teatro Valdoca per l'invito al programma di CANTIERE :: Ciò che ci rende umani :: tutte le info qui. N*
TEATRO VALDOCA :: CANTIERE :: CIO’ CHE CI RENDE UMANI 2022 :: 18/19/20 novembre a Cesena nella Sala Teatro Valdoca e Giardino delle Palme in Via Aldini 26 :: NicoNote aka Nicoletta Magalotti conduce il laboratorio ''Strumento Voce / Immaginazione''
Orario: venerdì 18 e sabato 19 novembre ore 16.00/19.00; domenica 20 novembre ore 10.00/13.00
Rivolto a chiunque sia interessato e interessata alla vocalità.
Questo laboratorio di studio sulla voce condotto da NicoNote, cantante, autrice, performer, vuole suggerire uno studio sulla Voce che si fa strumento insieme all’immaginazione. La Voce come focus di studio, teorico e pratico, sulla sua forza espressiva e soprattutto sull’ascolto necessario a disegnare un gesto vocale, per conoscere il proprio strumento vocale e potenziale immaginale.
La voce come sguardo. Dolce, inesorabile, crudo, che abbraccia il circostante e lo trasforma. NicoNote info e iscrizioni: Il laboratorio è pensato per un numero massimo di 15 persone. Non sono richiesti pre-requisiti per iscriversi ma è richiesta una breve lettera di presentazione da inviare al momento dell’iscrizione. La quota di partecipazione è di 60 €. Ai e alle partecipanti, è richiesto di indossare abiti comodi che permettano il movimento. Iscrizioni e contatti: Teatro Valdoca, tel. 334 6945465 | e-mail: [email protected] www.teatrovaldoca.org
La ricerca vocale di NicoNote alias Nicoletta Magalotti sintetizza molti anni di lavoro sulla VOCE nella pratica musicale e teatrale, nell’ incontro con molti maestri tra i quali per esempio Gabriella Bartolomei, Yoshi Oida, Roy Hart Theatre, Akademia Ruchu, Tiziana Ghiglioni, nello sviluppo di un percorso artistico e didattico personalissimo. Un approccio alla Voce che abbraccia la tecnica vocale a 360° mutuando pratiche e studi sulla vocalità provenienti da diversi mondi musicali, teatrali, performativi fino a pratiche di meditazione sonora. https://linktr.ee/NicoNote
Cantiere | Ciò che ci rende umani 2022 è realizzato da Teatro Valdoca in collaborazione con Comune di Cesena
Immagine: Cyprian Leowitz 'Eclipses luminarium' (1550 circa)
#niconote#nicoletta magalotti#workshop#voce#Immaginazione#gesto vocale#extreme vocal techniques#teatro valdoca#mariangela gualtieri#per tutti#cesena
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Agrigento dai tetti di una delle case storiche che oggi il @fondoambiente ha fatto aprire al pubblico. Al di là delle bellezze architettoniche e degli arredi antichi e opulenti ho apprezzato le attività collaterali. Concertini, piccoli spettacoli teatrali e mostre di corredi nuziali e abiti d’epoca...una passeggiata davvero intrigante, un salto in un passato di ricchezza sconosciuta. Un misto di invidia e orgoglio, di stupore e voglia di scoprire sempre di più. Una curiosità stuzzicata e sempre insoddisfatta, che ti spinge a controllare sul sito del Fai se e quando sono previsti altri eventi come questo. #tesoridelfai #dimorestoriche #dimorestoricheitaliane #residenzedepoca #storiasiciliana #domenichedelfai #turismosicilia #urbanexplorers (presso Agrigento) https://www.instagram.com/p/B3kmq2_IOuC/?igshid=1u4or2b8jp2kf
#tesoridelfai#dimorestoriche#dimorestoricheitaliane#residenzedepoca#storiasiciliana#domenichedelfai#turismosicilia#urbanexplorers
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Gli abiti creati dai grandi stilisti costano cifre inaccessibili per la maggior parte della popolazione. Questi abiti poi sono adatti a pochissime occasioni come cerimonie, prime teatrali, appuntamenti importanti.
Se una persona con un reddito medio basso difficilmente può permettersi di avere un guardaroba di abiti di grandi stilisti, può però noleggiare abiti di grande valore, specialmente se poi li userà solo per una serata. Sulla falsariga di Uber per le auto, di Airbnb per le case, c'è quindi chi ha pensato di venire incontro agli utenti con questi desideri.
Sono così nati dei servizi specializzati nel noleggio non solo di abiti ma anche di gioielli, scarpe e accessori. L'utente sceglie i capi dal catalogo online, oppure si reca nello showroom apposito per provare l'outfit che ha scelto per la serata. Pagherà il noleggio e avrà anche una assicurazione su eventuali danni che gli abiti dovessero subire.
Con qualche decina di euro non è più un sogno presentarsi a un avvenimento con un abito da sera da sogno e con accessori di gran pregio. Per il momento questi servizi non hanno ancora attivato delle applicazioni per dispositivi mobili, ma in molti sono accessibili via computer e si possono ricevere gli abiti in 4 ore se abitiamo nelle zone servite.
In questo post vedremo quelli che sono i migliori servizi di noleggio di abiti di alta moda.
1) DREXCODE
Drexcode
è uno dei servizi migliori e può essere utilizzato in italiano, francese e inglese sempre con valuta in euro. L'utente si iscrive con email e password oppure tramite il login di Facebook, quindi sceglie l'abito che preferisce nelle ultime collezioni. Si seleziona la nostra taglia e si sceglie la data di consegna.
Drexcode dà anche dei consigli su come indossare l'abito in modo impeccabile. Al termine del noleggio, si contatta il corriere per il ritiro. Il noleggio dura 4 o 8 giorni (a seconda della richiesta al momento della prenotazione). Se la restituzione è prevista nel weekend o di giorno festivo, l’abito potrà essere reso il primo giorno feriale disponibile.
Gli abiti saranno consegnati con un cartellino Drexcode che dovrà essere staccato per essere utilizzato. Dopo l'uso l'abito dovrà essere rimesso nella scatola in cui si è ricevuto, piegato a fisarmonica in 3 o 4 parti.
Si può provare l'abito a casa oppure chiedere un appuntamento presso Drexcode che ha sede a Milano. Non ci sono problemi se si macchia l'abito, perché i piccoli inconvenienti sono coperti da una assicurazione. Non occorrerà portare l'abito in lavanderia e sartoria perché questi interventi saranno a carico di Drexcode.
Le istruzioni dettagliate sulla resa dell'abito sono inserite nella confezione che si riceverà a casa. Una prenotazione anticipata permette di avere l'abito dei nostri sogni a disposizione per il giorno dell'evento. Drexcode accetta prenotazioni anche sei mesi prima del giorno in cui si dovrà indossare. Gli abiti sono disponibili in diverse lunghezze. Ciascun abito ha una sua scheda con le condizioni di noleggio e con il prezzo comprensivo di IVA.
Gli abiti sono divisi in categorie come abiti da sposa, abiti da 50€, top e camicie, gonne pantaloni. Si potranno noleggiare anche borse, gioielli e accessori per la sposa.
La prova a domicilio di un abito ha un costo fisso di 20€ più le spese di spedizione e si potrà provare una seconda taglia senza spese aggiuntive. Durante la prova non si possono rimuovere i sigilli di sicurezza ed è senza impegno.
2) FRONT-ROW-TRIBE
Front-Row-Tribe
è un altro sito che noleggia abiti di grandi stilisti, disponibile in italiano e inglese. Ci si registra con un indirizzo email indicando anche i nostri dati personali. Si utilizzano i filtri per scegliere l'abito dal colore, dallo stile quindi si seleziona una data di consegna. Il noleggio dell'abito durerà per 4 giorni.
Si utilizza l'etichetta prestampata per prenotare il reso. Anche Front-Row-Tribesi occuperà di lavanderia e sartoria e dei piccoli danni in funzione dell'assicurazione obbligatoria dal costo di 5€.
Accanto ad ogni abito è visibile il costo in euro del noleggio. È possibile prenotare un abito fino a sei mesi prima dell'evento e il reso è gratuito; basterà seguire le istruzioni allegate alla scatola di consegna. La spedizione è disponibile in modo gratuito in tutta Italia.
Durante la registrazione verrà chiesto di compilare un modulo con le nostre misure. La sarta del servizio creerà degli orli temporanei sugli abiti lunghi per un fit perfetto. Al momento di un ordine si può scegliere una seconda taglia di riserva senza costi aggiuntivi. Quando si riceve l'abito/gli abiti, se nessuna delle taglie va bene, se ne può scegliere un altro che sarà consegnato in tempo per l'evento. Se nessuna delle taglie va bene, se non ci sono altri abiti disponibili nelle date richieste o se il cliente non trova un altro abito che gli piace, potrà scegliere tra il rimborso o un credito da utilizzare sul suo prossimo ordine.
3) LOVEDRESS
LoveDress
vende abiti di gran classe ma permette anche di noleggiarli. Sono disponibili anche abiti da sposa.
Si sceglie l'abito che si riceverà a casa in 24/48 ore all'indirizzo indicato. Si seleziona la taglia e si sceglie la data di consegna, almeno due giorni prima dell'evento. Si può prenotare una seconda taglia, se la prima non andasse bene. La prova dell'abito in anteprima costa 15€. Si indossa l'abito al nostro evento senza soverchie preoccupazioni, perché piccole macchie o danni minori come scuciture, perdita paillettes etc. sono coperti dall'assicurazione.
Il reso è gratuito. Si piega con cura l'abito e si ripone nel copriabiti originale quindi si applica l'etichetta di reso prestampata sul pacco. Al termine del noleggio passerà il corriere di LoveDress per il ritiro all'indirizzo indicato.
ALTRI SERVIZI PER IL NOLEGGIO DI ABBIGLIAMENTO
I tre servizi indicati sono tra i più conosciuti ma non sono gli unici che offrono abbigliamento firmato a noleggio.
Rent The Runway è il capostipite del settore con sottoscrizioni in prova da 80$ per 60 giorni. Si possono noleggiare e acquistare abiti. La difficoltà è che è posizionato a New York.
Rent Fashion Bag è un portale italiano specializzato nel noleggio di borse
Borse di Lusso in Affitto è un altro servizio italiano per noleggiare borse
Dress You Can noleggia abiti e abbigliamento nella stessa falsariga dei primi tre servizi recensiti. Oltre agli abiti si possono affittare scarpe, accessori e abiti da sposa.
VillageLuxe è un sito internazionale per noleggiare abiti, borse, scarpe e accessori.
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COSTUMI DI SCENA / TEATRO – Maria Callas, tributo al Teatro Cagnoni I° gala della lirica "Grande Maria" Serata in onore di Maria Callas nel 30esimo anniversario della scomparsa (anno 2007); la soprano Olga Zhuravel indossa un nostro abito in taffettas nero modello impero con fiore di tessuto (concertodautunno.it)
#alessandra restelli#collezione di abiti#costumi di scena#costumi per rappresentazioni teatrali#costumi per soprano#costumi teatro#Dress#Eventi#kartika#la camelia collezioni#la camelia collezioni vigevano#la camelia vigevano#maria callas#mood#studio5bologna#Style#taffettas#teatro cagnoni vigevano#tributi#tributo maria callas#vestiti eleganti teatro
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Alta Moda, Grande Teatro
a cura di Massimiliano Capella
Mostra Sale delle Arti della Reggia di Venaria 29 marzo - 14 settembre 2014
Allemandi & C., Torino 2014, 184 pagine, 158 illustrazioni, Cartonato con sovraccoperta, 16,5 x 24 cm, ISBN 9788842223085
euro 22,00
email if you want to buy :[email protected]
Gli abiti di scena inventati dai grandi stilisti
Trent'anni di incontri e collaborazioni tra i protagonisti della moda italiana e la scena teatrale internazionale. Costumi e abiti di scena e da concerto, bozzetti e illustrazioni di #Armani, #Balestra, #Biagiotti, #Capucci, #Fendi, #Ferretti, #lante, Mattiolo, #Missoni, #Valentino e #Versace, mondi stilistici opposti ed epoche diverse, i capolavori per la scena creati dai massimi stilisti italiani.
14/01/23
orders to: [email protected]
ordini a: [email protected]
twitter: @fashionbooksmi
instagram: fashionbooksmilano, designbooksmilano tumblr: fashionbooksmilano, designbooksmilano
#Alta Moda Grande Teatro#fashion exhibition catalogue#Reggia Venaria 2014#costumi e abiti da scena#bozzetti illustrazioni#stilisti italiani#abiti di scena#costumi teatrali#abiti da scena#fashion books#fashionbooksmilano
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Gli abiti erano ugualmente teatrali con gonne aderenti da ballo
Anche se il copricapo in stile accogliente da tè piumato non è per i deboli di cuore!
La Barcelona Bridal Week non riguarda solo le spose! Fuentecapala ha presentato un'elegante collezione maschile con gilet, kilt e persino un mantello in stile spagnolo.
Il premio per la sfilata più teatrale è andato alla coppia di stilisti dietro Jordi Dalmau e la loro figlia, che hanno rievocato un incontro drammatico con esseri fantastici tra cui un drago! (Il trucco e i capelli erano pazzi, ma assolutamente fantastici.)
Gli abiti erano ugualmente teatrali, con gonne da ballo aderenti che possono essere strappate via in stile "Abba" per rivelare gonne più corte e abiti sotto, spesso in sete e tulle dai colori vivaci.
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Casa-Museo Mariano Fortuny y Madrazo a Venezia, riapertura di un luogo incantevole
https://www.librarte.eu/post/casa-museo-mariano-fortuny-y-madrazo-a-venezia-riapertura-di-un-luogo-incantevole
cura di Manuela Moschin
L'articolo è stato scritto per il sito La voce di Venezia Clicca qui per il link La Voce di Venezia Mi potete seguire anche nel gruppo Facebook Storie di Libri di Pasquale Cavalera. Clicca qui: Link Storie di Libri e nella pagina Facebook https://www.facebook.com/librarte.blog
L’eccezionale acqua alta che colpì Venezia il 12 novembre 2019 danneggiò in modo significativo anche il piano terra del Palazzo Pesaro degli Orfei, luogo in cui si trova la Casa-Museo Mariano Fortuny y Madrazo. Mercoledì 9 marzo 2022 è stata riaperta con grande soddisfazione.
Fu il figlio d’arte Mariano Fortuny nato nel 1871 a Granada, che a diciotto anni si stabilì a Venezia, risiedendo poi nel Palazzo, dove curava il suo atelier. Il Museo è un luogo a dir poco incantevole, che testimonia l’ingegno e la capacità artistica di una figura eclettica, che diede particolare valore alla cultura. Fu amico di Gabriele D’Annunzio, Eleonora Duse, Ugo Ojetti, la marchesa Casati, Hugo von Hofmannsthal, Giovanni Boldini e il principe Fritz Hohenlohe-Waldenburg. Grande ammiratore di Richard Wagner, si ispirò alla sua musica per creare opere d’arte, interessandosi di scenografia e illuminotecnica, compiendo dunque una fusione tra la musica e la pittura teatrale. Realizzò finanche alcune scene e costumi per la prima del Tristano e Isotta alla Scala di Milano. Nel 1919 fondò alla Giudecca la nota fabbrica di stoffe, aprendo boutique in varie città europee.
Il Palazzo gotico veneziano venne fatto costruire dal nobile Benedetto Pesaro (1433-1503) a partire dalla metà del Quattrocento ed è situato sul campo San Beneto. Quando Mariano Fortuny nel 1898 entrò nel Palazzo per la prima volta, trovò la struttura in stato di degrado. Con il passare degli anni fece in modo di recuperare l’edificio, che divenne un luogo di sperimentazioni artistiche e scenotecniche, diventando la sua dimora, nonché un laboratorio per la stampa su tessuto. Assieme alla moglie Henriette Nigrin installò l’atelier, creando abiti e tessuti in seta stampati. Fortuny fu un personaggio poliedrico che diede origine a dipinti, incisioni, sculture, fotografie, disegni, lampade tecniche e per l’arredo, modelli teatrali, tessuti stampati, abiti e costumi per la scena. La collezione del Palazzo Fortuny è costituita da una grande quantità di oggetti che interessano quindi diversi ambiti, come la pittura, la fotografia, il tessile.
Per quanto riguarda la pittura è doveroso dare particolare risalto al Giardino d’inverno un salotto impreziosito da decorazioni parietali, animato da figure femminili, immagini allegoriche con satiri e animali esotici. Il tutto inserito in un ambiente architettonico affascinante, situato in una loggia corinzia di grande effetto, ornato da motivi floreali, vegetali, ghirlande e da grottesche. L’immagine del presente articolo raffigura solo una parte di questo spettacolo scenografico per la cui esecuzione Mariano inventò una speciale intelaiatura di carta incollata su teli di canapa, dipinti e fissati alle pareti. Nella medesima stanza è conservato il modello del Teatro delle Feste, progettato da Mariano con la collaborazione di Gabriele D’Annunzio e dell’architetto francese Lucien Hesse. Inoltre, la collezione comprende circa 150 dipinti di Mariano Fortuny, alcuni legati alla ritrattistica raffigurante la sua famiglia, oltre a nudi femminili, nature morte e la pittura rivolta al ciclo wagneriano, del quale spicca il dipinto avente come tema Parsifal, intitolato Le Fanciulle - fiore del 1896. Peculiare rilevanza, invece, per quanto riguarda i tessuti, è la Collezione tessile, soprattutto il Delphos, per la cui realizzazione Mariano si ispirò osservando il chitone ionico, la veste della scultura greca dell’Auriga Delfi rinvenuta nel 1896.
Mariano Fortuny morì il 2 maggio 1949 e dopo la sua morte l’edificio fu donato dalla moglie Henriette al Comune di Venezia, che lo possedette nel 1965. Nel 1975 il Museo venne aperto al pubblico.
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Dal 16 al 19 novembre in scena Ferdinando di Annibale Ruccello, diretto e interpretato da Arturo Cirillo
Dal 16 al 19 novembre in scena Ferdinando di Annibale Ruccello, diretto e interpretato da Arturo Cirillo. Milano. Dopo le fortunate prove dello stesso autore Le cinque rose di Jennifer e L’ereditiera (Premio Ubu), Arturo Cirillo firma un altro classico e allo stesso tempo contemporaneo capolavoro. La vita della baronessa Donna Clotilde è sconvolta dall’arrivo di un sedicenne dalla bellezza efebica. Sarà lui a riaccendere passioni sopite e smascherare vecchi delitti.. Segnaliamo che le Edizioni di Storia e Letteratura, in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II, stanno pubblicando l'edizione critica delle opere teatrali del drammaturgo napoletano Annibale Ruccello. Sono stati pubblicati i primi due titoli, Notturno di donna con ospiti e Le cinque rose di Jennifer, e nel 2024 sarà pubblicato Ferdinando. Tutti i dettagli e possibilità di acquisto sul sito www.storiaeletteratura.it NOTE DI REGIA Logica ed inconsueta, allo stesso tempo, mi appare la mia decisione di portare in scena "Ferdinando" di Annibale Ruccello. Logica perché riconosco in Ruccello un mio autore, un autore sul quale sono tornato più volte, e con spettacoli per me importanti. Ma la scelta mi appare anche inconsueta, poiché per me "Ferdinando" è sempre stato legato allo spettacolo che curò l'autore stesso (nonché primo interprete del ruolo di Don Catellino), che ha girato per molti anni tutta l'Italia avvalendosi della grande interpretazione di Isa Danieli. Inoltre per me il testo è sempre apparso molto diverso da tutti gli altri di Ruccello, un testo più realistico, storico, un dramma con una struttura classica. Il desiderio per un inafferrabile adolescente, nato da un inconsolabile bisogno d'amore, matura nella mente di tre personaggi disperati (Donna Clotilde, Donna Gesualda e Don Catello), prigionieri della propria solitudine, esacerbati dall'abitudine. Allora tutto l'aspetto storico mi è apparso una finzione, un teatro della crudeltà mascherato da dramma borghese, in cui anche la lingua, il fantomatico napoletano in cui si sostanzia Donna Clotilde, è esso stesso lingua di scena, lingua di rappresentazione, non meno del tanto "schifato" italiano. Una scena composta da un unico grande drappo che scende dall'alto e contiene il luogo dell'azione, un luogo claustrofobico in cui convivono tutti i personaggi, che vediamo spogliarsi, rivestirsi, incontrarsi (come in un film di Luis Bunuel). Personaggi rinchiusi in abiti scuri, monacali e preteschi, per devozione o lutto, ma forse solo per difesa. Illuminati da luci rivelatrici, come in un miracolo pagano, dove l'intimità delle note di un pianoforte convivono con quelle sontuose e barocche di un organo. Poi c'è Ferdinando, ragazzino normale di un tempo presente, portatore solo del proprio corpo giovane sul quale gli altri tre personaggi, di questo quartetto, disegnano le proprie visioni e i propri desideri. Trascendendo dalla persona in sé, come spesso avviene nell'innamoramento, si ingannano e si lasciano ingannare. Dopo gli resta solo la constatazione del proprio fallimento e della propria folle e disperata solitudine, in un luogo spettrale abitato dai morti e dai ricordi. Mi pare che con Ferdinando, ancora una volta e ancora di più, Ruccello faccia fuori i generi, sessuali e spettacolari, per mettere in scena l’ambiguo e il sortilegio -. Arturo Cirillo SCHEDA SPETTACOLO di Annibale Ruccello con Arturo Cirillo, Sabrina Scuccimarra, Anna Rita Vitolo, Riccardo Ciccarelli scene Dario Gessati costumi Gianluca Falaschi musiche Francesco De Melis regia Arturo Cirillo regista collaboratore Roberto Capasso produzione MARCHE TEATRO, Teatro Metastasio di Prato, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellin Agosto 1870: il Regno delle Due Sicilie è caduto e la baronessa borbonica Donna Clotilde nella sua villa vesuviana si è “ammalata” di disprezzo per il re sabaudo e per l’Italia piccolo-borghese nata dalla recente unificazione. A fare da infermiera all’ipocondriaca nobildonna è Gesualda, cugina povera e inacidita dal nubilato, ma segreta amante di Don Catellino, prete di famiglia corrotto e vizioso. I giorni passano tutti uguali, tra pasticche, decotti, rancori e bugie. A sconvolgere lo stagnante equilibrio domestico è l’arrivo di un sedicenne dalla bellezza efebica che, rimasto orfano, viene mandato a vivere da Donna Clotilde, di cui risulta essere un lontano nipote. Sarà lui a gettare lo scompiglio nella casa, riaccendendo passioni sopite e smascherando vecchi delitti. Ma chi è davvero Ferdinando? DATE SPETTACOLO 16, 17, 18, 19 novembre Orari 16 e 17 ore 19.30 18 ore 20.30 19 ore 16.30 PREZZI Poltronissima Intero € 38,00 Ridotto under 30 / over 65 € 27,00 Ridotto under 18 € 19,00 Poltrona/balconata Intero € 27,00 Ridotto under 30 / over 65 € 24,50 Ridotto under 18 € 19,00 VENDITE ONLINE www.teatrocarcano.com... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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A.I. Artisanal Intelligence: “Prove Tecniche di Trasmissione”, memorie di una mostra
“L’abito è anche un costume di scena ed è uno dei più potenti mezzi di comunicazione”: una frase che risuona salda, un’affermazione che prende per mano l’attenzione e la conduce al di là dell’apparenza meramente modaiola, all’interno di un percorso di ricerca intellettuale e materica eccellente, racchiuso in una mostra curata da un’istituzione altrettanto eccellente: ovvero “A.I. Artisanal Intelligence”.
L’occasione specifica è l’appena trascorsa edizione di AltaRoma, le giornate dedicate all’alta moda italiana allacciate anche alla promozione della nuova creatività stilistica in fermento: splendore sartoriale e ricerca intellettuale, dove ben s’incastona la mostra intitolata “Prove Tecniche di Trasmissione”, accaduta negli spazi del Guido Reni District dal 6 al 9 luglio scorsi.
Seppur terminata, la mostra lascia tracce pregiate di una riflessione rivelatrice: grazie alla cura di Clara Tosi Pamphili e Alessio de’ Navasques, essa accosta l’arte del costume alla creazione di moda, individua nella sartorialità artigianale il cuore che pulsa in comune per entrambe, e nella fase di prova un momento di sperimentazione fondamentale a sé stante, condensato nell’imperfetta imperfezione. Moda e costume si appaiano, ça va sans dire, già dall’organizzazione: a comporre tale percorso espositivo sono state chiamate, infatti, l’Accademia di Costume e Moda, che da mezzo secolo affianca nella formazione le due discipline, assieme alle storiche sartorie teatrali della capitale, la Sartoria Farani di Luigi Piccolo, the One, e Pompei per le scarpe; tutte romane, come spiccatamente romana è l’attitudine a far collaborare e contaminare il costume e la moda.
Il fil rouge che si srotola nel percorso è suggerito già nel titolo: “Prove Tecniche di Trasmissione” proviene dagli archivi televisivi italiani, da quei primi anni ’70 in cui la tv subiva la metamorfosi dal bianco al nero verso il colore, ed un programma sperimentale mandava in onda immagini studiate per provare gli effetti cromatici della nuova tv. Oggi, dunque, quei tentativi son simbolo di una nuova possibilità di creazione, dove i confini di separazione tra la prova e la trasmissione sfumano e, nel linguaggio sartoriale, trovano una nuova dimensione di concretezza: qui il tempo della lavorazione che conduce al bello della realizzazione finale e finita si scompone, si cristallizza nelle fasi intermedie, spalanca nuove visioni.
Il viaggio d’esperienza ha inizio nell’arte: l’opera di Isabella Ducrot - le carte dipinte della serie “Abiti” e un grande fondale teatrale del 2016 per l’opera “Hanjo” di Marcello Pann- incarna i valori essenziali della ricerca e rielaborazione degli archivi, della manipolazione del manufatto tessile per dargli una nuova vita pittorica, del non-finito che in quanto prova è già perfetta e poetica, e per questo fornisce alla contemplazione gli strumenti per affrontare i passi successivi. Dall’arte tout-court all’arte costumistica, la mostra prosegue con l’incontro con gli abiti frutto del talento misto alla couture del pluripremiato Gianluca Falaschi, per poi immergersi nell’atmosfera più giovane, esordiente, ma altrettanto ricca di valore, di dieci designer.
Dieci storie di riflessione, lavorazione e sperimentazione sull’artigianalità virtuosa, la sartorialità meticolosa, il design creativo innovativo e a tratti estroso, la sfida col tempo per raggiungere la concretezza che qui si sospende per lasciare spazio alle fasi di preparazione dispiegate sui tavoli da lavoro. Dieci nomi che son quelli della tedesca Marie Louise Vogt con i suoi virtuosismi all’uncinetto; dell’indiana d’origine, londinese di nascita e nomade di spirito Bav Tailor che plasma capi di lusso sostenibile; del Pakistano Wali Mohammed Barrech che racchiude storie di viaggio nelle sue borse geometriche; dell’asiatica Alysée Yin Chen che scolpisce forme organiche nel tessuto; dell’italiana Fase Factory che mescola lo sportswear luxury alla filosofia di design nipponica. Altrettanto italiani sono la mescolanza di artigianalità e innovazione del collettivo Apnoea, la fusione di rigore costruttivo e armonia volumetrica di Giuseppe Buccinnà, la naturalezza quasi cruda ed essenziale di Asciari, il design che vive dentro lo sorrere del tempo delle borse Trakatn e le opere d’arte scultorea delle borse firmate Roberto Scarantino.
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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