#Storie di genere libero
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queerographies · 9 months ago
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[Song of myself][Fabio Geda]
Song of myself – Storie di genere libero di Fabio Geda Titolo: Song of myself – Storie di genere liberoScritto da: Fabio GedaEdito da: FeltrinelliAnno: 2024Pagine: 144ISBN: 9788807174308 Di che cosa parla “Song of myself – Storie di genere libero” Quella legata all’identità di genere è forse la più importante rivoluzione culturale di questo inizio di millennio: ha il respiro dei secoli e il…
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giallofever2 · 3 months ago
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HAPPY BIRTHDAY/BUON COMPLEANNO
Maestro DARIO ARGENTO
Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, nato a Roma il 7 settembre 1940. Capace di lavorare su generi cinematografici raramente affrontati dal cinema italiano (giallo, thriller, horror), ha creato un suo universo visivo ed espressivo, a tratti in debito con il cinema di Mario Bava. Ha inoltre assimilato e riproposto, sempre in chiave personale, il linguaggio di alcuni registi americani (Roger Corman, George A. Romero, Wes Craven). I suoi film, forti, tesi, ricchi di suggestioni, volutamente antirealisti e soprattutto capaci di suscitare forti emozioni, nascono "per essere rappresentati e non per essere letti. Nascono per immagini e non per concatenazioni di storie" (D. Argento, Profondo thrilling, 1994, p. 351). A partire dal 1973, si è dedicato alla produzione, oltre che di film propri, anche di quelli di altri registi, fra cui Romero, Lamberto Bava, Michele Soavi. Figlio del produttore cinematografico Salvatore e di Elda Luxardo, famosa fotografa di origine brasiliana, abbandonò presto gli studi per trasferirsi a Parigi, dove rimase per un anno vivendo di espedienti. Tornato poi a Roma iniziò a collaborare, poco più che ventenne, a giornali e riviste (in particolare al quotidiano romano "Paese sera" e a "Filmcritica"). Nel 1967 iniziò l'attività di sceneggiatore per film western e commedie, firmando tra l'altro, insieme a Bernardo Bertolucci, C'era una volta il West (1968) di Sergio Leone. Il suo esordio nella regia risale al 1970 con L'uccello dalle piume di cristallo, al quale hanno fatto seguito gialli di grande successo popolare (tra i quali Profondo rosso, 1975) e film di struttura più fantastica come Suspiria (1977) e Inferno (1980). Unica eccezione in questo percorso artistico così caratterizzato, il film di impianto storico, ma dai toni sarcastici, Le cinque giornate (1973).
Generalmente si considera la sua filmografia divisa in due fasi: in quella iniziale A. ha utilizzato sceneggiature dall'impianto apparentemente logico-razionale, con una serie di delitti compiuti da un assassino che viene smascherato al termine del film. A partire da Profondo rosso, uno dei film horror italiani degli ultimi trent'anni che ha maggiormente colpito l'immaginario dello spettatore, nelle sue storie sono risultati prevalenti gli elementi fantastici, e il dato visivo è diventato l'aspetto centrale del film, con un impasto di emozioni barocche e una colonna sonora che ha spaziato dalla musica classica al rock più ossessivo (per le scelte musicali A. si è affidato in particolare ai Goblin). In realtà, molti elementi rivelano una decisa continuità del suo lavoro: la claustrofobia di ambienti e situazioni (con una Torino ricreata come città incubo), le nevrosi dei suoi personaggi, un uso libero e delirante della macchina da presa che esalta la forza delle immagini senza troppo interessarsi della verosimiglianza di storie e dialoghi. Nei gialli dei primi anni, per es., ricorre un elemento decisamente antirealistico: le vittime, infatti, sono spesso pedinate dalla macchina da presa, che sembra così rappresentare il punto di vista dell'assassino, ma il colpo decisivo viene inferto da un diverso angolo visuale tanto da creare un effetto sorpresa per lo spettatore, violando volutamente le regole auree del giallo cinematografico. Più volte colpito dalla censura (Profondo rosso è uscito in Francia tagliato di quasi mezz'ora rispetto alla versione originale), A. ha saputo comunque conquistarsi un pubblico fedele e affezionato: le sue opere sono state distribuite in tutto il mondo ed è sicuramente uno dei registi italiani più noti all'estero. I suoi primi film (L'uccello dalle piume di cristallo; Il gatto a nove code, 1971; Quattro mosche di velluto grigio, 1971) hanno creato un genere e hanno avuto numerosissimi imitatori in Italia e all'estero, come testimonia la lunga serie di titoli in cui viene riproposta la zoologia fantastica che lo ha reso famoso. Anch'essi concepiti per un cast internazionale, ma meno facili da imitare, i suoi horror fantastici lo hanno avvicinato ai migliori autori dell'horror contemporaneo, quali Romero (con il quale ha instaurato un rapporto di collaborazione, essendo stato coproduttore del suo film Dawn of the dead, 1979, Zombi, e avendolo affiancato nel 1990 nella regia di Due occhi diabolici), e John Carpenter. Nel 1993 con Trauma, A. ha inaugurato il rapporto cinematografico con la figlia Asia che si è approfondito in seguito, in particolare per due film che l'hanno vista protagonista: La sindrome di Stendhal (1996) e Il fantasma dell'Opera (1998). Asia Argento, che ha lavorato con registi come Nanni Moretti, Abel Ferrara e Peter Del Monte, nel 2000 ha esordito nella regia con il film Scarlet diva.
Nel 2001 A. è quindi apparentemente ritornato a una struttura narrativa più tradizionale (il giallo classico) con Nonhosonno, anche se le emozioni visive hanno continuato a essere l'elemento più moderno e interessante. Il suo cinema, non sempre adeguatamente apprezzato dalla critica in Italia (che al più lo valuta come un discreto mestierante), è invece oggetto di culto soprattutto in Francia (dove nel 1999 gli è stata dedicata una retrospettiva completa presso la prestigiosa Cinémathèque française) e negli Stati Uniti, dove esiste una vasta e approfondita pubblicistica.
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sefaiunbelrespiro · 9 months ago
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Trovo sempre bello immergermi in storie e canzoni che magari non sono propriamente mie ma comunque mi fanno sentire lo stesso parte di qualcosa. Prima dell’inizio della pandemia non sapevo niente di rap e così ho voluto dedicare quell’immenso tempo libero per cominciare a conoscere qualcosa - seppur in minima parte, ovviamente. Ho guardato documentari, ho letto storie, ho ascoltato l’origine di questo genere e ogni giorno sempre di più ha cominciato a fare parte della mia vita, forse accentuato dal fatto che vivo a Milano. Ho assistito a diversi concerti ma questo di stasera ha sancito sia un ritorno storico, i Club Dogo, sia la mia (seppure sempre minima) “appartenenza” a questo genere. Il rap ho imparato ad apprezzarlo, capirlo e giudicarlo lentamente, moooolto lentamente e alla fine ho capito che è il modo più diretto per vomitare tutto quello che hai in pancia, perché molto spesso abbiamo bisogno solo di questo.
“Mi avevan detto questo ghiaccio non lo scioglierai
Le tue strade saran sempre più fredde
è un compromesso come il cash che non basta mai
Le tue tasche saran sempre più strette.
Ma io mi sento come il sole che tra poco esploderà
E intanto brucia ancora
Mi avevan detto che sarebbe passata con l'età
Invece brucia ancora”
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rafasupremacy · 11 months ago
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ARCANGELO RAFFAELE..spiegato in italiano!!! :D
Non penso che questo post interesserà a qualcuno,ma volevo farlo.
L'arcangelo Raphael,spiegato a parole mie,è l'arcangelo della cura,in verità su i suoi poteri o compiti ci può essere ancora qualcosa da dire,ma per me non è tanto importante.Infatti il suo nome significa guarigione di Dio,e lui come avete capito e proprio uno dei sette arcangeli.
Ci sono un pò di storie sul nostro Raphael,ma vorrei raccontare la più importante!cioè la storia di Tobia.
"Raphael scese sulla terra e prese sembianze e nome umani per accompagnare e proteggere Tobia,mandato dal vecchio padre cieco in un' altra città a riscuotere un credito.Giunti presso il fiume Tigri,Tobia pesco un pesce per la cena e,mentre lo puliva,Azaria (il nome umano di Raphael) gli chiese di metterne da parte fiele,cuore e fegato.Tobia se ne stupi e domando per quale motivo dovesse fare una cosa del genere. Raphael allora lo istruì che il fiele avrebbe curato dalla cecità,mentre cuore e fegato sarebbero serviti per scacciare il demonio dall'anima di Sara,la donna che avrebbe preso in moglie.La ragazza si era sposato sette volte e mai aveva potuto vivere come una moglie perchè un diavolo uccideva il marito la prima notte. Dopo aver celebrato il matrimonio,Tobia uso allora il cuore e il fegato del pesce,come aveva detto Raphael,e in questo modo sopravvisse e libero sua moglie dal diavolo (caso mai il diavolo si chiamava Asmodeus/Asmodeo) .Tornato a casa,infine,uso il fiele sugli occhi di suo padre,che cosi di suo padre,che cosi poté riacquistare la vista..Raphael si presenta come l'angelo al quale rivolgersi nella sofferenza,in lui si congiungono ragione e sentimento,e spesso per motivo è identificato con il cuore,che batte secondo leggi fisiche ma è anche il luogo dove tradizionalmente risiedono le emozioni. Raphael è infatti il dottore che ascolta e cura il corpo e l'anima,infondendo forza e sorreggendo nell'uomo la volontà necessaria per sopportare la cura"
ALLORA,questo testo è una roba leggermente seria,ma io sono più una shitposter,quindi se qualcuno lo legge ed e interessato,posso condividere e storie su altri arcangeli e dei miei hedcanons su di loro!!!...questa come ho detto non è l'unica storia su Raphael,quindi caso mai poi faccio un altro post su di lui..
Baci,la vostra Anastasia!
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gregor-samsung · 2 years ago
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“ Un rapporto della Banca Mondiale – niente di piú lontano da guerriglie di qualunque genere – prevede che entro il 2050 la produzione annuale di rifiuti solidi municipali aumenterà da 2,01 a 3,40 miliardi di tonnellate (Kaza et al. 2018, p. 3). Secondo gli analisti di questa istituzione – e secondo il buon senso – piú un Paese diventa ricco, piú la sua produzione di rifiuti crescerà. Come ci ha ricordato David Pellow (2002, p. 1), i poveri possono vivere tra i rifiuti, ma non ne sono i principali produttori. Qualcun altro glieli scarica addosso. Il rapporto ci ricorda anche che la definizione di cosa sia rifiuto è piuttosto vaga, perché sistemi economici diversi producono tipi di rifiuti diversi: nei Paesi a reddito medio-basso (circa il 50 per cento) viene prodotta una quantità di materiale organico superiore a quella prodotta dalle società agiate (circa il 30 per cento; Kaza et al. 2018, p. 17). Le disparità di distribuzione dei rifiuti interessano da sempre la Banca Mondiale; sembra che una sua circolare interna del 1991 proponesse di ricollocare le industrie inquinanti nel Sud del mondo per trarre vantaggio dai bassi costi dei lavoratori e delle loro vite. Applicando alla lettera la logica del Wasteocene, quella circolare dichiarava forte e chiaro che il benessere di pochi doveva essere fondato sullo scarto di «altri». Secondo la storica Iris Borowy, l’autore della circolare cercò di difendersi sostenendo che in realtà aveva fatto del sarcasmo contro la fede cieca degli economisti nel libero mercato (Borowy 2019). Purtroppo per la Banca Mondiale, quella difesa non poteva reggere e la circolare del 1991 divenne la prova definitiva dell’atteggiamento imperialista del Nord globale in termini di rifiuti tossici. Il documento, insieme al famigerato Rapporto Cerrell (1984) che consigliava al governo della California di collocare gli impianti di smaltimento nelle comunità povere di cittadini non bianchi, era la dimostrazione brutale del punto principale sostenuto in questo libro: il Wasteocene non è soltanto questione di rifiuti, ma di wasting relationships che mirano a produrre «altri» che si possono scartare. “
Marco Armiero, L’era degli scarti. Cronache dal Wasteocene, la discarica globale, traduzione di Maria Lorenza Chiesara, Einaudi (collana Passaggi), 2021. [Libro elettronico] [Edizione originale: Wasteocene. Stories from the global dump, Cambridge University Press, 2021]
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broken--wings · 1 year ago
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Sono una ragazza di 22 anni che non ha mai avuto paura di uscire o camminare per strada la notte da sola, fino a qualche tempo fa ma ora come ora sinceramente un po' di ansia mi sale, non perché ci sia stato un evento in particolare che mi ha coinvolta bensì perché con tutto ciò che sta succedendo, con tutto quello che si legge sui social, gente che difende persone che compiono questi "atti disumani" mi rendo conto che forse un po' di paura bisogna averla, perché non puoi mai sapere chi ti aspetta lì fuori e cazzo non è una cosa normale, non è normale ne per un ragazzo/uomo ne per una ragazza/donna sentirsi costantemente oppressi e NON liberi di vivere serenamente la propria vita.
C'è gente che sente avere il potere di giudicare ma senza sapere effettivamente come stanno le cose, gente che non accetta chi e "diverso", chi ha scelto un'altro tipo di vita differente dalla loro, gente che non comprende che ognuno è libero di vestirsi, truccarsi, mettere lo smalto o stare con chi vuole; la stessa gente che magari quando sente in tv storie di femminicidi se ne esce con la solita frase "ma l'ha voluto lei", cioè per dio quella persona non c'è più un minimo di rispetto, io non sonno femminista e non sto difendendo nessuno perché so che ci sono al mondo donne/ragazze stronze e meschine così come uomini/ragazzi stonzi e meschini ma NESSUNO ha il diritto di portare via la vita di un'altra persona.
Sono sempre stata del parere che se una persona non ti piace puoi sempre girarti dall'altra parte e continuare a vivere la tua vita, lasciandole vivere la sua, chi sei tu per interferire ? Chi sei tu per imporre ad una altra persona come vivere? Chi ti dice che come vivi tu è giusto e quindi tutti debbano essere come te?
Io sono una ragazza che si è sempre vestita di nero ed ha sempre ascoltato musica rock o metal e per questo giudicata come "satanista" ma personalmente io non credo, non credo in nulla, semplicemente ho sempre optato per questo tipo di musica perché non mi piace quella moderna, ma la gente si è fermata all'apparenza ed è questo quello che succede oggi, l'apparenza conta più di ciò che si è veramente, mi dispiace che ci siano tante e dico tante persone che si ammalano per la vita altrui, che vivono per giudicare la vita altrui con i social a loro favore e non si godono la loro.
Una ragazza può vestirsi come vuole, non hai diritto di insultarla o molestarla o toccarla senza il suo consenso.
Un ragazzo può vestirsi come vuole, truccarsi o mettersi lo smalto, tu non hai diritto di offenderlo, picchiarlo o crederti migliore.
Un* ragazz* un po' sovrappeso o un po' sottopeso non va trattato come come un animale, perché l'animale sei tu che l* giudichi.
Un persona qualsiasi, qualsiasi genere, qualsiasi etnia, qualsiasi sesso dovrebbe sentirsi sicura ad uscire di casa la mattina con la convinzione di rientrare la sera.
E mi fermo qui.
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tempi-dispari · 5 days ago
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AI Groove: King Diamond, il Gran Sacerdote del Metal
Quando si parla di King Diamond, si evoca una figura mitica del metal, una combinazione unica di teatralità, oscurità, e una maestria vocale che lo ha reso un’icona inconfondibile. Nato Kim Bendix Petersen a Copenaghen nel 1956, King Diamond non è solo un cantante straordinario, ma anche un architetto del terrore musicale, capace di costruire interi mondi narrativi che fondono horror, esoterismo e musica heavy metal.
I primi anni: Mercyful Fate e l’alba di un’epoca
King Diamond iniziò la sua carriera nei primi anni ’80 come leader dei Mercyful Fate, una delle band più influenti della scena heavy metal. Con album come Melissa (1983) e Don’t Break the Oath (1984), i Mercyful Fate tracciarono le coordinate di un sound oscuro e teatrale, radicato nel satanismo letterario e nella mitologia esoterica. L’inconfondibile falsetto di King Diamond, una voce capace di passare da toni angelici a grida demoniache, divenne il tratto distintivo della band.
“King Diamond è stato una delle mie principali ispirazioni,” ha dichiarato Lars Ulrich dei Metallica. “Crescendo in Danimarca, vedere qualcuno come lui affermarsi a livello internazionale era incredibile. E poi c’era quella voce: nessuno cantava come lui.”
La nascita del solista: Un horror teatrale
Dopo la separazione dai Mercyful Fate nel 1985, King Diamond intraprese una carriera solista che gli permise di ampliare ulteriormente il suo universo creativo. Album come Abigail (1987), Them (1988) e Conspiracy (1989) non sono semplicemente raccolte di canzoni, ma opere concettuali che raccontano storie dell’orrore degne di un film di Dario Argento o di un racconto di H.P. Lovecraft.
La teatralità dei suoi live show, con croci rovesciate, scenografie gotiche e costumi elaborati, ha contribuito a creare l’immagine di King Diamond come una figura a metà tra un occultista e un cantastorie demoniaco.
“King Diamond ha portato il teatro nel metal,” ha affermato Rob Halford dei Judas Priest. “Non si tratta solo della musica: è l’esperienza completa. Ogni suo concerto è un viaggio in un altro mondo.”
Il personaggio e l’occulto
Una delle chiavi del successo di King Diamond è stata la sua capacità di costruire un personaggio coerente. Il suo trucco distintivo – una maschera facciale che combina croci rovesciate e figure geometriche – è diventato iconico tanto quanto il suo falsetto. Ma dietro l’estetica c’è un’autentica passione per l’esoterismo.
In diverse interviste, King Diamond ha dichiarato di essere un credente nel satanismo laveyano, un sistema filosofico che si distanzia dall’adorazione letterale di Satana e si concentra invece sull’individualismo e sull’esaltazione del libero arbitrio.
“Non si tratta di sacrificare capre o cose del genere,” ha spiegato in un’intervista con Metal Hammer. “È una filosofia di vita che mette l’uomo al centro del suo universo.”
Questa prospettiva ha informato non solo i testi delle sue canzoni, ma anche il modo in cui ha costruito il suo personaggio pubblico, rendendolo un’icona per chi cerca nel metal una forma di ribellione intellettuale e spirituale.
L’eredità e le influenze
King Diamond ha influenzato generazioni di musicisti, dai black metaller norvegesi alle nuove leve del progressive e del power metal. Dani Filth dei Cradle of Filth, ad esempio, ha spesso citato King Diamond come una delle sue principali influenze:
“La sua capacità di raccontare storie attraverso la musica e il modo in cui ha reso ogni performance un rituale hanno avuto un impatto enorme su di me.”
Anche Tobias Forge dei Ghost ha riconosciuto il debito verso King Diamond:
“Le nostre maschere, i temi occulti e l’idea di un personaggio centrale nello show? Molte di queste cose vengono da King Diamond e dai Mercyful Fate.”
Conclusioni: Il Re del Metal Oscuro
King Diamond è più di un cantante. È una forza creativa, un innovatore, e una figura centrale nell’evoluzione dell’heavy metal. La sua abilità nel fondere musica, narrativa e immaginario esoterico ha creato un mondo in cui i fan non sono semplici ascoltatori, ma partecipanti di un’esperienza multisensoriale.
Come lui stesso ha detto:
“Il mio obiettivo non è solo spaventare la gente. Voglio trasportarla in un altro mondo, dove la realtà e il mito si confondono.”
E ci è riuscito, costruendo un impero di oscurità che continua a ispirare e incantare milioni di fan in tutto il mondo.
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lamilanomagazine · 6 months ago
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Verona, "Tutti a Teatro": improvvisazione teatrale e spettacolo al Camploy
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Verona, "Tutti a Teatro": improvvisazione teatrale e spettacolo al Camploy Il Teatro Camploy ospita una serata speciale all'insegna dell'improvvisazione teatrale, dello spettacolo e della socialità, organizzata da ViveVisioni Impresa Sociale nell'ambito del progetto Ri-Ciak cinema di Comunità, con il sostegno della Circoscrizione 1^ del Comune di Verona. L'evento è in programma martedì 11 giugno, a partire dalle 18. La serata inizierà alle 18 con "Sì! e...?", uno spettacolo di improvvisazione teatrale unico nel suo genere, privo di scenografie e costumi. Saranno infatti i suggerimenti del pubblico a guidare gli attori di Improschegge, offrendo momenti di riflessione, ma soprattutto di sorrisi. Dalle 20, nella suggestiva Corte del Ciak, in via XX Settembre 98, "Apericiak", piccola pausa con aperitivo, per un momento di incontro e socializzazione. La serata proseguirà alle 21, sempre al Teatro Camploy, con "Render vouz, storia di un appuntamento". Lo spettacolo esplorerà gli incontri che cambiano la vita, come un nuovo lavoro, una vacanza o un progetto. Sarà un viaggio attraverso le storie personali che danno forma alla nostra esistenza. La partecipazione agli eventi è gratuita, con offerta libera a sostegno del progetto Ri-Ciak. "Siamo lieti di contribuire - dichiara il Consigliere e Presidente della commissione V sociale, salute, terzo settore, famiglia e tempo libero della Circoscrizione 1^ centro storico - a questa maratona di improvvisazione teatrale molto coinvolgente e allo stesso tempo divertente. Ringrazio l'Associazione Vivevisioni Impresa Sociale RiCiak che è sempre molto attiva sul territorio e in particolar modo sul quartiere Veronetta e che si adopera quotidianamente a favorire la partecipazione e la socializzazione tra i cittadini attraverso iniziative sociali/culturali intergenerazionali e interculturali". ViveVisioni Impresa Sociale progetto Ri-Ciak cinema di Comunità che conta ormai quasi 700 soci, è sempre più attivo nel quartiere di Veronetta e in città propone sempre nuove iniziative culturali e di svago. Per questa occasione propone il Teatro Caploy, istituzione culturale simbolo del quartiere e della città. Tutte le iniziative di Ri-Ciak favoriscono la socializzazione e lo scambio fra generazioni e culture diverse e fanno del quartiere di Veronetta un "laboratorio" di esperienze e convivialità. Oltre ad impegnarsi - come sta facendo da tempo - nella raccolta fondi e altre risorse per realizzare la rigenerazione e la ristrutturazione della storica sala cinematografica abbandonata da più di 13 anni nel quartiere di Veronetta, nella galleria che unisce via XX Settembre e via Cantarane. Per informazioni: www.riciak.org... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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notiziariofinanziario · 7 months ago
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Amazon ha inaugurato presso i suoi uffici corporate di Milano la mostra fotografica contro l'omofobia
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Sono oltre cento i dipendenti Amazon Italia che hanno deciso di mettersi in gioco nella mostra fotografica che si tiene negli uffici di Milano. L’obiettivo è ribadire piena adesione ai valori di inclusione e di valorizzazione delle diversità attraverso le testimonianze dirette delle persone dell’azienda, che hanno prestato i loro volti e le loro storie a un racconto per immagini. Utilizzando la potenza espressiva del bianco e nero, Francesco Bagnato, fotoamatore e professionista nel marketing di Prime Video, attraverso la sua macchina fotografica, ha catturato gli sguardi di colleghe e colleghi per accompagnare il pubblico in un viaggio fotografico dedicato alla bellezza e alla complessità della diversità umana.  “Attraverso questi ritratti vogliamo non solo valorizzare l’unicità dei nostri e delle nostre dipendenti, ma anche veicolare un importante messaggio: in Amazon la diversità è ricchezza e bellezza - commenta Mariangela Marseglia, country manager di Amazon Italia e Spagna -. I volti e le preziose storie che molti hanno scelto di condividere intendono essere un segno tangibile del nostro impegno, accompagnato dalle policy e dalle azioni concrete che ogni giorno mettiamo in atto in azienda. La decisione di inaugurare oggi questa mostra non è un caso. Con questo progetto, vogliamo sostenere le istanze della comunità Lgbtqia+ nel nostro Paese e celebrare la giornata internazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia del 17 maggio, contro ogni forma di pregiudizio, discriminazione e violenza”. Unire nella diversità, ispirare un’autentica cultura dell’accoglienza dell’altro, eliminando stereotipi e preconcetti. Sono questi i pilastri alla base di 'Diverse Reflections: the 100+ Mirrors of Inclusivity', perfettamente coerenti e in totale continuità con l’impegno quotidiano di Glamazon, l’Affinity Group aperto a tutte e tutti i dipendenti Amazon e pensato come uno spazio di confronto, creazione di sapere e sviluppo di nuove iniziative a sostegno di politiche di inclusione e non discriminazione delle persone gay, lesbiche, bisessuali, transgender, queer e intersessuali all’interno dell’azienda. “Quando Francesco ci ha illustrato la sua idea non abbiamo esitato un secondo - spiega Keivan Fahim, membro del comitato Glamazon e Program Manager di Amazon Made in Italy -. Coinvolgere, condividere le proprie passioni, lavorare per un obiettivo comune volto ad accrescere consapevolezza e sensibilità su temi così importanti e troppo spesso sottovalutati, far sentire tutte e tutti parte di un gruppo capace di accogliere e ascoltare: il progetto fotografico racchiude tutto questo, rappresentando al meglio il nostro modo di agire come Glamazon. Un ringraziamento speciale quindi a Francesco e a coloro che hanno aderito”. Attraverso iniziative come questa, Amazon esprime ancora una volta il suo obiettivo di essere non solo l’azienda più orientata al cliente del mondo, ma anche il miglior posto di lavoro per i propri e le proprie dipendenti e impegnandosi quotidianamente affinché chi vi lavora possa sempre sentirsi libero e libera di esprimersi, con i propri talenti. Solo lo scorso ottobre Amazon ha infatti annunciato l’introduzione in Italia di un transgender toolkit, un insieme di linee guida a supporto di tutte e tutti i dipendenti che stanno intraprendendo un percorso di transizione di genere. L’obiettivo è offrire strumenti concreti per sostenere e agevolare tale processo: dal permesso retribuito dall’azienda per i giorni di assenza dal lavoro legati al processo di transizione, alle indicazioni da fornire a colleghe, colleghi e manager, al cambio di nome, ai benefit offerti, tutto contribuisce ad alimentare un ambiente di lavoro inclusivo. 'Diverse Reflections: the 100+ Mirrors of Inclusivity' sarà esposta fino alla fine del mese di giugno all’interno degli uffici corporate di Milano, a disposizione di tutti i dipendenti e dei loro ospiti. Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 7 months ago
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Solstizio d’estate di Lucia Barbera
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Sicilia: il Paese delle Meraviglie Solstizio d’estate di Lucia Barbera edito da Antea Edizioni è una storia originale e delicata che si compone di tre racconti cronologicamente conseguenti. In una magica Sicilia, ricca di fascino e suggestioni, la protagonista Lucia, si trova ad affrontare dinamiche familiari colme di mistero, a ripercorrere strade battute da personaggi veri e non stereotipate, a raccontare storie e leggende di una terra e un Mare, il Mediterraneo, ricchi di fascino. Ad accompagnare Lucia nel percorso alla scoperta di sé, ci sono tre compagni d’avventura che, proprio come lei, sono alla ricerca di qualcosa. La protagonista necessita di risposte, ha bisogno di sciogliere i suoi dubbi, le urge un porto sicuro e allora si lascia abbracciare dalla sua Sicilia alla quale fa ritorno per ritrovare se stessa.   Solstizio d’estate è il romanzo d’esordio dell’autrice, che ringraziamo per la bella intervista che ci ha permesso di avere qualche informazione in più sul suo splendido romanzo.  Solstizio d’estate di Lucia Barbera Salve Lucia, Solstizio d’estate è il suo primo romanzo e poiché lei è nuova ai lettori di Cinquecolonne la domanda di rito è d’obbligo: cosa le ha fatto scattare la scintilla che l’ha spinta a scrivere un romanzo? Inizialmente è stata l’urgenza di raccontare, se pur in forma romanzata, una storia familiare perché come dice la protagonista : “A volte bisogna accettarlo, farsene una ragione, certe storie vogliono essere raccontate e trovano sempre il modo”. Al primo sono poi seguiti altri due racconti: un viaggio inteso come metafora della vita, inseguire un orizzonte che rimane, comunque, irraggiungibile e un’avventura, tra romance e thriller, tra presente e passato in un’isola, Pantelleria, piena di magia. Partiamo dal titolo per incuriosire i nostri lettori: perché Solstizio d’estate? I tre racconti, i tre viaggi, si concludono sempre nello stesso giorno, il ventuno di Giugno, il giorno del Solstizio d’estate, quando il sole raggiunge il culmine della sua potenza e incomincia a declinare verso l’inverno. Ma il Solstizio d'estate, è anche una festività, pagana e cristiana, celebrata fin dalla notte dei tempi.  Un inizio o una fine?  Il suo romanzo è ambientato in Sicilia, ma lei è nata e si è formata al nord Italia. Come mai ha scelto quest’ambientazione per la sua storia? Io penso che la Sicilia abbia sempre fatto parte della mia vita, in forma latente, sotterranea, aspettando il momento giusto per manifestarsi, per chiedere di essere riconosciuta. La famiglia di mio padre proviene da lì e, come dicevo prima, c’è una storia familiare ispiratrice abbastanza misteriosa. Il suo libro non possiamo collocarlo in un genere ben preciso perché mescola elementi diversi. Ci incuriosisce però l’elemento del thriller. Senza spoilerare, ci può dire qualcosa in proposito? Nel primo e nel terzo racconto un mistero da scoprire è il pretesto narrativo che porta i  protagonisti a intraprendere il viaggio. Che sia fare luce sulla sorte un antenato risalente ai primi anni del novecento o riabilitare la memoria di un giovane brigante vissuto al tempo dell’unità d’Italia. La loro sete di verità verrà soddisfatta? Chissà... Un’altra domanda di rito per noi di Cinquecolonne sono le abitudini di scrittura degli autori. Siamo molto curiosi di sapere quando si appresta a scrivere come lo fa. Non so, le piace stare da sola, ha bisogno di musica, lo fa con disciplina ogni giorno anche se non ha l’ispirazione, scrive ovunque… In questi tre racconti oltre all'isola di Sicilia c'è un altro importante protagonista: Il Mediterraneo. Una grande strada liquida percorsa e ripercorsa in tutti i sensi nei secoli, nei millenni. Un orizzonte irraggiungibile, infinito come l'immaginazione e il sogno. Ecco dal mare e dai sogni ho avuto in dono personaggi e suggestioni. Lucia Barbera è architetto libero professionista. Nata il 29 giugno del 1962 a Imperia nel ponente ligure è vissuta, ha studiato e si è formata culturalmente a Torino. Frequenta una scuola per attori da svariati anni ed è appassionata d’arte contemporanea e letteratura. Questo è il suo primo romanzo. Read the full article
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guida-ai · 10 months ago
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‎ChatBox・Сhatbot IA in inglese su App Store
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Sono ChatBox, il tuo fedele chatbox IA basato sui modelli innovativi ChatGPT API e GPT-4.Cosa posso fare? Diversi compiti! Sono un chatbot intelligente sviluppato su ChatGPT API e GPT-4 e queste sono solo alcune delle mie competenze di intelligenza artificiale:LAVORARE CON IL TESTO:Dalla stesura di discorsi e saggi alla composizione di e-mail e curriculum di tutto, ti copro le spalle. La mia esperienza di chatbot basato sull'IA va oltre la semplice correzione grammaticale e ortografica: posso anche aiutarti a perfezionare il tono e lo stile della tua scrittura per garantire un risultato in sintonia con il tuo pubblico di riferimento. Grazie alle mie funzionalità di chat IA basate sui più recenti modelli ChatGPT API e GPT-4 in italiano, la tua scrittura è destinata a stupire anche i madrelingua! Inoltre posso aiutarti a promuovere le tue mosse sui social media! Che si tratti di creare didascalie per Instagram o sviluppare scenari per i video di TikTok, essendo creato su ChatGPT API e GPT-4, sono qui per aiutarti.ESTRARRE IL TESTO DALLE IMMAGINI:Se hai una foto o uno screenshot, condividilo con me e in un attimo analizzerò l'immagine per riconoscere qualsiasi testo. SQUADRA DI ASSISTENTI IA:Non sono un semplice bot monofunzione alimentatore dalle tecnologie ChatGPT API e GPT-4 in italiano. Posso contare su un intero team di assistenti IA. Che tu stai dando libero sfogo alla tua creatività con Pensatore creativo o esplorando la saggezza delle stelle con Astrologo, per ogni situazione dispongo di un assistente IA.GENERE IMMAGINI DAL TESTO:Non solo immagini sono un mago con le parole, ma essendo costruito sull'avanguardia di ChatGPT API e GPT-4, posso anche convertire il testo in straordinarie. SINTETIZZARE:In qualità di chatbot IA basato su ChatGPT API e GPT-4 che supporta l'italiano, riesco a generare velocemente riassunti di testi lunghi, pagine web e PDF.IDENTIFICARE GLI OGGETTI NELLE IMMAGINI:Se sei in viaggio e vuoi saperne di più su un monumento, ti basterà scattare una foto e ti fornirò informazioni sulla sua storia e sul suo significato. Se stai cercando di identificare una pianta, grazie alle mie capacità basate su ChatGPT API e GPT-4 posso aiutarti anche in questo.OCCUPARMI DI MATEMATICA:In quanto chatbot IA intelligente sviluppato sulle tecnologie ChatGPT API e GPT-4 all'avanguardia, riesco a semplificare concetti matematici complessi e offrire spiegazioni passo per passo per permetterti di affrontare qualsiasi compito di matematica. BOT BASATO SULL'IA CON ISTRUZIONI PERSONALIZZATE:Dammi istruzioni per adattare completamente le mie risposte alle tue esigenze. Forse fai l'influencer sui social media o sei un insegnante nelle scuole? Sentiti libero di condividere tutte le informazioni che ritieni necessarie! Inoltre, grazie alle mie capacità basate su ChatGPT API e GPT-4 riesco a generare risposte in vari formati, dal testo con collegamento alle righe di codice.COMPOSITORE:Ti basta scegliere il genere e la durata desiderati e, grazie alle mie competenze basate su ChatGPT API e GPT-4, creerò un brano musicale per te. NARRATORE:Essendo sviluppato sulle tecnologie ChatGPT API e GPT-4 che supporta l'italiano, riesco a creare storie illustrate sia per bambini che per adulti.Scarica subito l'app ChatBox sviluppata sui modelli ChatGPT API e GPT-4 in italiano e apri il mondo dell'intelligenza artificiale con un personale chatbot tascabile basato sull'IA!ABBONAMENTO PREMIUM • Puoi abbonarti per avere accesso illimitato ad alcune funzionalità dell'app. • Gli abbonamenti vengono fatturati automaticamente in base alla tariffa del piano di abbonamento selezionato.Tutti i dati personali sono protetti in conformità con le Condizioni d'uso e l'Informativa sulla privacy: http://florate.io/projects/chatbox/ios/privacy/ http://florate.io/projects/chatbox/ios/terms/ Source link Read the full article
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giancarlonicoli · 1 year ago
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20 set 2023 20:07
“IN ITALIA UNO COME DAVID LETTERMAN NON C'È PERCHÉ IL GIOCO TELEVISIVO È TRUCCATO” – DANIELE LUTTAZZI AZZANNA ALDO GRASSO CHE SI È CHIESTO: “PERCHÉ IN ITALIA NON C'È MAI STATO UNO COME DAVID LETTERMAN?” – IL COMICO: “LA RISPOSTA IMBARAZZANTE È CHE UN PROGRAMMA COSÌ C'ERA ECCOME, SI CHIAMAVA ‘SATYRICON’, EBBE UN SUCCESSO ENORME, MA FU CHIUSO DOPO APPENA 12 PUNTATE IN SEGUITO ALL'EDITTO BULGARO DI BERLUSCONI. E DIMOSTRA CHE LA NOSTRA TV, MOSCA COCCHIERA DELLE CAMARILLE POLITICHE, NON SI PUÒ PERMETTERE UN LETTERMAN…” -
Estratto dell'articolo di Daniele Luttazzi per “il Fatto Quotidiano”
Tanto vale cominciare col noto critico tv di un famigerato giornalone, nonché prof alla Cattolica, che un tempo definisce “insulti” le battute satiriche di Decameron (giudicate da soli: t.ly/7nzUG). Sky sta trasmettendo la docu-serie The Story of Late Night, che ripercorre i momenti salienti del talk show notturno statunitense, genere televisivo che quel critico tv riassume così: “Un comico rilegge in maniera satirica le notizie più importanti della giornata, nei suoi monologhi trasmettere una presa di posizione politica. Poi ci sono ospiti illustri, si ascolta buona musica, si ride”.
Ma per l'ennesima volta il noto critico tv scrive: “Quante volte ci siamo posti la domanda: perché in Italia non c'è mai stato uno come David Letterman?”. E per l'ennesima volta evita di rispondere, perché la risposta imbarazzante è che un programma così c'era eccome, Si chiamava Satyricon, ebbe un successo enorme, ma fu chiuso dopo appena 12 puntate in seguito all'editto bulgaro di Berlusconi.
L'autore e conduttore di quel programma dimostrò sulla sua pelle che in Italia “uno come David Letterman” non c'è perché la tv italiana, da sempre mosca cocchiera delle camarille politiche e dei loro veti incrociati, non se lo può permettere. Tanto che, quando si entra in argomento, i giorni, che sono una delle tante espressioni di quelle camarille, scelgono di non parlarne: anni fa un blog si divertiva a elencare i casi di “bulgarite”, la peculiare forma di amnesia che colpiva i giornalisti di Repubblica quando, nel citare l'editto bulgaro, evitavano selettivamente di nominare il fumetto dei tre, sostituendolo con altri (“Biagi, Santoro e Fazio”, “Biagi, Santoro e Guzzanti”, “Biagi, Santoro e Travaglio”) finché il morbo divenne talmente grave da interferire con la capacità di completare la terna con un nome qualsiasi, e arrivarono a scrivere dell'editto bulgaro “contro Biagi e Santoro”.
Se proprio costretti a nominare quel comico, i media complici optano per la denigrazione (“insulta, è volgare, plagia, evade le tasse”), poiché diffamare la vittima del sopruso di un potente assolve il potente dal sopruso; ed è, fra i mestieri infami, dei più redditizi. “Uno come David Letterman” è talmente scomodo in Italia (il problema, infatti, è solo italiano: talk show alla Letterman vanno in onda in tutto il mondo libero) che qua i conduttori scelti per le “pallide imitazioni” di quel talk show non sono mai stand up satirici, come negli Usa, ma intrattenitori, giornalisti e deejay, che non sono la stessa cosa.
Ne è un esempio la versione al bromuro di Satyricon, e cioè Che tempo che fa, che ne prese il posto dopo la cancellazione coatta: anodino al punto che la Rai di ogni colore ha potuto trasmetterlo tranquillamente per 20 anni di seguito.
“Uno come David Letterman” è talmente scomodo in Italia che, se viene contattato per un programma, come prima cosa l'emittente gli chiede di firmare un contratto che li autorizza a tagliare i contenuti satirici che non approvano; ma la satira o è libera, o non è. E quando il comico propone la soluzione che garantisce a entrambe le parti l'esercizio delle rispettive libertà costituzionali (fare l'editore, fare satira), e cioè metter un riquadro nero con la scritta “materiale satirico giudicato non idoneo alla messa in onda” al posto delle parti censurate, col cazzo che accettano.
“Uno come David Letterman” in Italia non c'è perché il gioco è truccato. E questo, a quanto pare, sta bene a tutti, prof della Cattolica compresi.
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solisjetflights · 1 year ago
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Svelati I Costi Del Noleggio Di Jet Privati: Sfatare I Miti
Nel campo dei viaggi di lusso, il noleggio di jet privati è stato a lungo considerato l’epitome dell’opulenza e dell’esclusività. L’idea di librarsi nei cieli in un aereo privato, libero dai vincoli del trasporto aereo commerciale, evoca immagini di convenienza, comfort e prestigio. Tuttavia, la percezione che il noleggio di jet privati sia un privilegio esclusivo degli ultra-ricchi sta iniziando a cambiare. Negli ultimi anni, l’industria dell’aviazione privata ha subito trasformazioni che hanno reso il noleggio di jet privati più accessibile e potenzialmente più conveniente che mai. Questo articolo si propone di demistificare il costo del noleggio di un jet privato e di verificare se sia più conveniente di quanto comunemente percepito.
Il costo elevato Percepito
Per molti anni, l’idea di volare in un jet privato è stata sinonimo di stravaganza e costi esorbitanti. Le celebrità, i magnati degli affari e l’élite erano spesso gli unici a potersi permettere il lusso di noleggiare un jet privato. Questa percezione era alimentata da storie di prezzi da capogiro per singoli voli, che a volte raggiungevano decine di migliaia o addirittura centinaia di migliaia di dollari.
È vero che il noleggio di jet privati può avere prezzi elevati, soprattutto per gli aerei più grandi, le distanze più lunghe e i servizi premium. Tuttavia, ciò che spesso passa inosservato è che i viaggi in jet privato sono disponibili in una varietà di opzioni, ciascuna con una propria fascia di prezzo. Il costo del noleggio di un jet privato dipende da diversi fattori, tra cui il tipo e le dimensioni dell’aereo, la distanza percorsa, la durata del volo, i servizi scelti e l’itinerario specifico. Comprendendo questi fattori ed esplorando le diverse opzioni, i potenziali viaggiatori potrebbero scoprire che il noleggio di un jet privato è più alla portata di quanto pensassero inizialmente.
Fattori che influenzano il Costo
Tipo e dimensioni dell’aereo:
I jet privati sono disponibili in diverse dimensioni, da quelli leggeri adatti a brevi viaggi a quelli con grandi cabine che possono ospitare più passeggeri e coprire distanze maggiori. Più grande è l’aereo, più alto è il costo.
Distanza e durata:
La distanza da percorrere e la durata del volo incidono notevolmente sul costo. I voli più lunghi comportano in genere costi più elevati a causa del consumo di carburante, delle spese per l’equipaggio e delle considerazioni sulla manutenzione.
Servizi e comfort:
Il noleggio di jet privati offre un’ampia gamma di servizi, tra cui catering gourmet, intrattenimento personalizzato in volo, cabine spaziose e arredi di lusso. Il livello di personalizzazione e di lusso può influenzare il costo.
Disponibilità e tempi di prenotazione:
Prenotare un jet privato con largo anticipo può offrire più opzioni e prezzi potenzialmente più bassi. Al contrario, le prenotazioni dell’ultimo minuto possono comportare costi maggiori a causa della disponibilità limitata.
Andata e ritorno:
Alcuni operatori offrono tariffe scontate per le prenotazioni di andata e ritorno, rendendole più convenienti per i viaggiatori con itinerari flessibili.
Voli a vuoto:
I voli a vuoto si verificano quando un jet privato si riposiziona senza passeggeri. Questi voli possono essere significativamente più economici e rappresentano un’opzione conveniente per chi ha programmi di viaggio flessibili.
Il Panorama in Evoluzione del Noleggio di Jet Privati
L’industria dell’aviazione privata è stata testimone di cambiamenti significativi nell’ultimo decennio, guidati dai progressi della tecnologia, dai cambiamenti nelle preferenze dei consumatori e dall’aumento della concorrenza tra gli operatori di charter. Questi cambiamenti hanno contribuito a rendere il noleggio di jet privati più accessibile e potenzialmente più conveniente.
Tecnologia e piattaforme online:
L’ascesa delle piattaforme di noleggio online ha rivoluzionato il modo di prenotare i jet privati. Queste piattaforme permettono ai viaggiatori di confrontare i prezzi, le opzioni di aeromobili e i servizi offerti da diversi operatori, consentendo loro di trovare le offerte migliori.
Proprietà frazionata e carte jet:
La proprietà frazionata e i programmi di carte jet sono emersi come alternative alla proprietà completa dell’aeromobile. Con la proprietà frazionata, i privati acquistano una quota di un aeromobile, riducendo il costo complessivo del volo privato. I programmi di carte jet offrono ore prepagate di viaggio su jet privati, garantendo risparmi e flessibilità.
Programmi di affiliazione:
I modelli basati sull’iscrizione offrono ai privati la possibilità di accedere a una flotta di jet privati pagando una quota annuale. Questo approccio garantisce la prevedibilità dei costi e riduce l’impegno finanziario iniziale.
Voli condivisi:
I voli condivisi o “empty leg”, come accennato in precedenza, consentono ai viaggiatori di usufruire di prezzi ridotti quando prenotano voli che coincidono con il riposizionamento di un aereo.
Confronto dei costi con i viaggi commerciali di prima classe
Per valutare la convenienza del noleggio di un jet privato, è essenziale confrontare il costo con le opzioni di viaggio commerciali di prima classe. I biglietti di prima classe e business class delle compagnie aeree commerciali offrono lusso e comfort, ma spesso comportano limitazioni in termini di programmazione, privacy e flessibilità.
Anche se il noleggio di un jet privato può essere più costoso dei voli commerciali standard, può offrire vantaggi ineguagliabili che giustificano la differenza di prezzo per alcuni viaggiatori. Questi vantaggi includono:
Risparmio di tempo:
I jet privati offrono procedure di check-in più rapide, nessuna lunga coda ai controlli di sicurezza e la possibilità di accedere ad aeroporti più piccoli. Ciò si traduce in un risparmio di tempo che può essere prezioso per i dirigenti e i privati più impegnati.
Flessibilità e convenienza:
Il noleggio di jet privati consente ai viaggiatori di stabilire i propri programmi, scegliere gli orari di partenza e persino modificare i piani di volo durante il viaggio. Questo livello di flessibilità può essere una svolta per chi ha itinerari impegnativi.
Privacy e produttività:
I jet privati offrono un ambiente favorevole alla privacy, alla produttività e al relax. I viaggiatori possono condurre riunioni di lavoro riservate, godere di un tempo di lavoro ininterrotto o semplicemente rilassarsi senza la presenza di altri passeggeri.
Esperienza personalizzata:
La possibilità di personalizzare l’esperienza di volo, dalle preferenze di catering alle opzioni di intrattenimento, aggiunge un tocco personale che spesso manca nei viaggi aerei commerciali.
Conclusione: Ripensare l’Accessibilità
Anche se il noleggio di jet privati potrebbe non essere alla portata di tutti, è importante riconoscere che il panorama dell’aviazione privata si sta evolvendo. La percezione del viaggio in jet privato come una stravaganza riservata solo agli ultra ricchi viene messa in discussione da nuovi modelli, tecnologie e opzioni che offrono diversi livelli di accessibilità.
Per le persone che danno priorità al tempo, alla flessibilità, alla privacy e a un’esperienza personalizzata, il costo aggiuntivo di un jet privato a noleggio può essere giustificato dai vantaggi ineguagliabili che offre. Inoltre, l’emergere della proprietà frazionata, dei programmi di affiliazione e dei voli condivisi ha introdotto possibilità di risparmio e maggiore accessibilità.
In definitiva, la decisione di optare per un jet privato a noleggio dovrebbe basarsi su una valutazione approfondita delle proprie esigenze di viaggio, delle proprie preferenze e del proprio budget. Con la continua evoluzione dell’industria dell’aviazione privata, è sempre più evidente che il sogno di volare in un jet privato può essere più realizzabile che mai. Demistificando i costi ed esplorando la gamma di opzioni disponibili, gli individui possono fare scelte informate che si allineano con i loro desideri di lusso, convenienza ed esperienze di viaggio senza soluzione di continuità.
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gcorvetti · 2 years ago
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Radio.
Quando arrivai qua in Estonia circa 15 anni fa dopo aver trovato lavoro iniziai a cercare musicisti, e questo l'ho già scritto, però mi accorsi che le radio in sto paese fanno cagare, adesso non scendo in particolari ma in linea di massima è così, per dirne una capita spesso che lo speaker si mette a parlare per mezz'ora, senza neanche un sottofondo musicale, di cosa non saprei ma si vede che gli ascoltatori sono abituati a sproloqui di ogni genere, ho conosciuto una tipa che faceva la speaker nella radio religiosa, non ho idea e non ho indagato. Allora visto che ho la passione della musica da sempre aprii una mia web radio che mandava solo blues h24 7 giorni su 7, senza interruzioni, riuscii anche a farla mettere nel ristorante dove lavoravo e sentire anche qualche cliente fare i complimenti per la musica, con parecchia sorpresa dei colleghi; però il pc che mandava lo streaming si ruppe dopo un anno, era già in pensione da diversi anni, e la radio finì li.
Sto pensando di riaprire una web radio, però non soltanto blues oppure si ... sono un pò confuso in sto momento, so solo che non è per niente difficile e ho le capacità tecniche per farlo, in passato ho lavorato in radio, anzi andavo in questa radio perché conoscevo alcuni dj, all'inizio, poi tutti, e da li sono passato a fare il collaboratore, ho anche fatto alcune volte la regia perché c'era bisogno all'improvviso, poi ho coordinato i gruppi dei PR nelle serate in discoteca, aiutato i Djs negli acquisti dei vinili, si parlo di molti anni fa, mi hanno anche fatto il provino come speaker, ma all'epoca ero troppo timido, non prendevo una lira per quello che facevo, ma era divertente come passatempo, poi finì tutto quando partii per il servizio militare e la radio chiuse, anzi i djs si spostarono in massa in una radio che poi divenne il pilastro della musica a CT, Radio Luna, si li andavo a trovare ma non era la stessa cosa e non mi potevano inserire visto che il proprietario era rigido su alcune regole. Dove c'è musica mi trovo sempre bene, certo da quel periodo dove la radio era tanto analogica e per me un luogo fisico ad ora ne passa, per esempio la mia web radio (Kirbu blues radio) era fondamentalmente quello che ora si chiama playlist, aprivi il link ed ascoltavi senza interruzioni, un pò come si fa ora con spotymerd o nei vari servizi di streaming online. Quindi che senso ha fare una radio che è semplicemente una brutta copia di una cosa che per molti è all'ordine del giorno? Parlare, cioè fare lo speaker, sarebbe un plus, ma da solo non posso mica starmi tutto il giorno online anzi in gergo radiofonico si dice ONAIR, si potrei scegliere un orario e lanciarmi in discussioni generiche o raccontare storie di musica, ecc ecc.
Ho guardato alcuni video sul tubo, da come fare a vari consigli, ma non ho trovato nulla di nuovo, molti parlano di costi e guadagni, che a vederla così sono più i primi che i secondi, ma un hobby così non è fatto per questioni di lucro. Poi ho anche un problema tecnico perché si ho un pc, quello dello studio, diciamo libero, ma se un giorno la mano torna operativa e volessi registrare dovrei staccare la radio o trovare una soluzione alternativa, si è un piccolo dettaglio che però ha una grossa importanza, se ci pensavo prima magari potevo chiedere i soldi al fondo di disoccupazione, ho l'ultima rata il mese prossimo poi mi mandano a fanQ, sono già passati 6 mesi, wow.
Resto così a mezz'aria tra il si e il no, la nicchia o il generico, playlist o speaker, nel frattempo vado a fare le cose di casa che sanno da fa a tutti i costi se voglio stare tranquillo, si non ho palle oggi di sentirla dirmi le solite frasi con tono da capo.
Una cosa è sicura e lo sarà per sempre, amo la Musica.
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tempi-dispari · 1 year ago
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IMO: le differenze nel mondo underground
Ricordo quando iniziai ad ascoltare band underground. Milioni di anni fa direi. All’epoca non c’era il concetto o, meglio, non lo sentivo addosso, che quei gruppi fossero dei professionisti della musica. Da quindicenne l’idea era che fossero come la mia band. Gruppi di amici che si trovavano a suonare assieme nella speranza di riuscire a produrre qualcosa di abbastanza buono da essere inciso. All’epoca circolavano poi le mitiche storie dei fenomeni scoperti per caso mentre si esibivano in un pub. Quindi cosa poteva esserci di meglio che non fare duemila date e sperare nel fato? Non esisteva un progetto.
Il moniker della band era espresso solo per gusto personale. Si ignoravano le regole basilari della grafica. Anche per il look era tutto lasciato al caso. La differenza era data solo dal genere. Se suonavi hardrock avevi una divisa, se suonavi thrash un’altra e così via. Del resto i gruppi di riferimento non stavano a perdere tempo su questo sciocchezze, si pensava. Poi arrivavano le interviste in cui qualcuno dichiarava di salire sul palco con lo stesso paio di pantaloni con cui era andato a dormire e quindi tutto era sistemato.
Se lo fa tizio che è tizio, perché non lo dovrei fare anche io? E questo valeva per buona parte delle persone che suonavano. A meno che non ci fosse una caratteristica specifica per la band, si legga DeathSS, nessuno faceva caso alla parte estetica. L’importante era la musica. E questo si rifletteva anche nelle band underground. A sfogliare le pagine dei mitici giornali di settore di allora ci si imbatte in tenute più che improbabili. Tante esasperate rispetto alle originali.
Che poi, le originali da cui si prendeva spunto, non si rifacevano a nessuno. Il perché anche noi non ci siamo tenuti qualcosa di personale è una domanda senza risposta. Col tempo ho capito che, invece, la maggior parte dei gruppi underground non erano come la mia band da garage. E no. Erano molto più preparati, magari facevano prove non una volta alla settimana ma più volte. Che tanti ragazzi anche se come me, avrebbero voluto vivere di musica.
Non si limitavano ad aspettare il colpo di fortuna ma andavano a cercarlo. Ancora in là ho con l’età e con l’esperienza, ho iniziato a conoscere chi era arrivato in fondo a quel percorso. Persone che vivevano grazie alla musica. Magari non facendo solo i musicisti con un gruppo ma lavorando sempre nell’ambito per arrotondare. Sono venuto poi in contatto con l’incredibile mondo dei turnisti. Ma come, ci sono anche nell’underground? Ma non si chiamavano collaborazioni?
Ricordo che il primo che vidi mi lasciò perplesso. Si trattava di un chitarrista che avevo visto sonare a Milano con una band e che rividi a Roma con un gruppo diverso. Allora, magicamente, capii che suonare era e poteva essere un lavoro vero. Che tra la mia band e quella su quel palco c’era un’enorme differenza. Al di là della preparazione strumentale, c’era innanzitutto una differenza di approccio. Io, con chi suonava con me, ero solo un amatore, un musicista da fine settimana che provava a scrivere delle cose.
Quei ragazzi invece erano musicisti veri, una band reale che quando si incontrava per scrivere un pezzo lo faceva con cognizione di causa, con ben in testa cosa voleva ottenere. Da quel momento in poi ho osservato con occhio diverso i gruppi che seguivo dal vivo. Sono riuscito ad iniziare a distinguere chi era davvero come me, e chi no, chi meritava di più perché quella era la sua vita e chi invece lo faceva solo quando aveva tempo. Non che sia nulla dimale. E non credo che oggi le cose siano molto cambiate.
Certo, oggi chiunque può scrivere un disco nel tempo libero. Un cd concorrenziale, perfettamente prodotto, suonato con grafica perfetta, foto interne da paura. Un lavoro che andrà su tutte le piattaforme digitali perché oggi basta un clik per farlo. Eppure quella differenza esiste ancora. Allora noi non ci impegnavamo a fare magliette, adesivi, loghi, lavori grafici per le locandine. Eravamo incapaci e senza soldi.
Quando andavamo a suonare era sufficiente avvisare i soliti 4 che avrebbero a loro volta avvisato i soliti altri. Noi non lo facevamo, ma le band serie, si. Altro che. Investivano tempo, lavoro e soldi anche in queste attività collaterali. Del resto loro era i pro, quelli che avevano in testa una idea ben precisa, che non speravano nel colpo di fortuna ma andavano a cercarlo. Nel 2023 è la stessa cosa. La differenza la fa sempre l’approccio, la cura in ciò che si fa, l’attenzione ai dettagli.
Si vuole riconoscere una band domenicale da chi invece sta cercando di costruirsi una strada propria verso il professionismo? Basta fare caso a quanto detto sopra. Basta vedere se, oltre a tutte le piattaforme digitali, hanno curato anche il sito, i social, ed eventuali video o canali youtube. Il fatto di avere un ufficio stampa, un curatore di immagine, un social media manager, è un extra. Iniziamo a capire quanto vogliono farsi notare.
Recensioni e interviste estemporanee servono a poco se non sono inserite in un progetto più ad ampio respiro. Vediamo se queso progetto esiste e come viene messo in pratica. Sarà anche brutto da dirsi, ma la differenza nel nostro mondo la facciamo noi stessi. Siamo i soli capaci di farci notare o no. Nessuno ci verrà mai a scoprire se siamo chiusi in casa o suoniamo una volta all’anno salvo poi recriminare che meriteremmo di più.
Ora come allora, pur con internet, youtube, spotify e via citando, la differenza tra chi suona nel fine settimana e chi no, c’è. Non che sia un male, ma credo vada premiato innanzitutto l’impegno. Il resto, essendo fatto senza pretese, può arrivare anche dopo. Senza offesa per nessuno.
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lamilanomagazine · 6 months ago
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Mantova torna capitale delle biciclette: online il programma BAM! 2024
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Mantova torna capitale delle biciclette: online il programma BAM! 2024 Storie, workshop di ogni genere, concerti, proiezioni e pedalate nel territorio: è online il programma di BAM! 2024, il raduno europeo dei viaggiatori in bicicletta, realizzato in collaborazione con il Comune capoluogo, che si ritroveranno a Mantova dal 7 al 9 giugno. Il raduno è stato presentato oggi, lunedì 20 maggio nella Sala Consiliare del Comune di Mantova dall’assessore alla Viabilità e Mobilità Sostenibile Iacopo Rebecchi e Andrea Benesso di 3 Parentesi. “Il programma inizia quando i partecipanti partono in bicicletta da casa”, dicono gli organizzatori: è infatti questa la peculiarità di BAM!, quella di mettere in sella e “on the road” migliaia di viaggiatori, che partono pedalando dall’Italia e da ogni parte d’Europa per ritrovarsi, una volta l’anno. Da venerdì 6, alle 18, fino a domenica 8 giugno, nel pomeriggio, si svolgerà un intenso programma di eventi di ogni genere e per tutti i gusti. Venerdì si inizia con storie e viaggi meravigliosi, come quello di Giulia Baroncini, da Rovigo a Chicago, sulle orme di Luigi Masetti, il primo ciclo-viaggiatore italiano, o quelli, a volte bici+sci, di Sisa Vottero. Non mancherà l’esperienza di Daniel Oss, ieri grande campione del ciclismo, oggi anche “bikepacker”. E infine, si parlerà anche di dolori in sella, con l’esperto Omar Gatti, prima di dare spazio alla musica con I Vazzanikki, Guido Foddis e con il dj-set di Leslie. Sabato saranno molti i momenti per imparare, con laboratori per bambini, sessioni di yoga, corsi di manutenzione delle biciclette, meccanica in viaggio, fotografia, nutrizione e molto altro, tra cui i preziosi workshop in cui si parlerà di disegno e creatività con Fabio Consoli, illustratore di molte copertine di riviste americane, oltre che dell’orso simbolo del BAM!!, di narrazione con Stefan Amato o di mappe artistiche con Francesco Bonvecchio. Un momento speciale sarà quello con il funambolo e filosofo Andrea Loreni, che oltre a raccontare la sua vita in equilibrio sul cavo, terrà anche un corso di equilibrismo. Gli incontri sul palco saranno moltissimi: la traversata delle Ande dei “Soulbikerz”, il “Bike and Climb” di Elena Bifano, i viaggi oltre la malattia di Luca Rizzo, e poi Giancarlo Brocci, che racconterà il suo “viaggio Eroico”, Sofiane Sehili e Nathalie Baillon e le loro esperienze “ultra”, il Nepal in bicicletta del team Esplora o l’Europa in bici con Eva Croce, per parlare di consapevolezza LGBTG+. E ancora Federico Damiani, che spiegherà il set-up per attraversare le Montagne Rocciose, Elisa Bessega ed Enrico Mosetti che racconteranno i vulcani del Sud America, con gli sci sulla bici, i viaggi glaciali di Omar di Felice e la Patagonia attraverso le parole e immagini nel documentario Tratti, presentato da Francesco Frank Lotta, Willy Mulonia e Paolo Martelli. E, infine, le ragioni per viaggiare spiegate e narrate da Dino Lanzaretti. Non mancheranno numerose pedalate alla scoperta di Mantova e del territorio, come la Women’s ride o le esperienze per famiglie. Domenica è il giorno del ritorno a casa, ovviamente pedalando, ma saranno ancora numerosi gli eventi, come l’incontro con Roberto Peia e le sue avventure africane e vari workshop e concerti. Tutti gli incontri del BAM! sono gratuiti e a ingresso libero: alcuni workshop sono a numero chiuso. I posti tenda sono in vendita nel sito www.bameurope.it, dove è possibile consultare il programma completo.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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