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Silvia Alibrandi - Un viaggio tra cambiamento e introspezione nelle notti di Roma nel nuovo singolo “Candele”
Distribuito da Virgin Music Group per Joseba Publishing
Da venerdì 8 novembre è disponibile “Candele”, il nuovo singolo di Silvia Alibrandi per
Joseba Publishing e distribuito da Virgin Music Group. "Candele" esplora la lotta interna tra paure e desideri di cambiamento. Il testo riflette su come accettare i propri pregi e difetti, mentre i ricordi innocenti dell'infanzia si scontrano con le complessità dell'età adulta. La notte diventa un palcoscenico di malinconia e romanticismo, sognando Roma sullo sfondo, mentre le candele simboleggiano fragilità e trasformazione. È un invito a vivere intensamente, abbracciando la bellezza e la fugacità dei momenti che ci definiscono.
“In questa canzone volevo restituire una sensazione malinconica. Immagini precise che sembrano istantanee di una vecchia macchina fotografica. È qualcosa di passato, ma è come se bruciasse ancora dentro. È una notte di cui senti il peso il giorno dopo, è l’insieme di tutte quelle conversazioni che ti ripeti nella testa, in cui pensi soltanto alle cose che non hai detto. Desideri cambiare o ti piaci così come sei? Non c’è una risposta esatta, netta… in realtà dipende dai momenti, ed è come se vivessi in un bilico continuo tra questi due stati.” Silvia Alibrandi
Ascolta il brano
Il brano è stato scritto da Silvia con Paolo Pasqua (L'ennesimo), che ne ha curato anche la produzione, regalando un pop rock moderno che sfugge ai soliti schemi del genere. Con la supervisione artistica di Gianni Testa e il mix di Emanuele Donnini presso lo Joseba Studio, “Candele” suona autentico e vivido, come un racconto condiviso sotto le stelle di Roma.
Storia dell’artista
Silvia Alibrandi è un’attrice e cantante romana con una carriera che unisce versatilità e passione per la musica e il teatro. Fin da bambina, grazie al supporto della famiglia e del padre, chitarrista classico e docente al conservatorio, Silvia intraprende lo studio del canto, che coltiva con dedizione. Il suo debutto risale al 2011 con il concerto “Note nel cuore” presso l’Aula Magna del Palazzo della Cancelleria Vaticana. Dal 2015 si esibisce in duo chitarra e voce insieme al padre. Dopo il liceo, si diploma all’Accademia Professionale per Attori del Teatro Golden e prosegue la sua formazione presso il LIM - Laboratorio Italiano del Musical e la MDM Academy, studiando canto, danza e recitazione. In teatro si distingue in ruoli intensi e vari: interpreta Viola in “Tempeste” (2017), Audrey ne “La Piccola Bottega degli orrori” (2017-2018), Boyet in “Pene d’amor perdute” (2018), Margot Frank in “Anna Frank il Musical” (2019) e Anna in “Closer” (2023). Nel 2024 esordisce come cantautrice con l’inedito “2000METRI”, seguito da “I passi degli altri”, prodotto da Joseba Publishing. Silvia ha calcato palcoscenici come il Teatro Arciliuto e l’Auditorium Ennio Morricone presso l’Università di Tor Vergata, esibendosi anche in concerti per l’associazione Giacomo Carissimi a Palazzo Firenze. Dal 2024 è speaker per Radio RID nel programma “Donne di oggi” e per Radio Vaticana in “Soundsnack Musicale – Speciale Musical”. Attualmente, è vocal coach presso l’Art Village, il Teatro Golden e il Teatro Brancaccio.
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Instagram: https://www.instagram.com/silvia.alibrandi
CONTATTI
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Abbà Pater è un cd musicale pubblicato da Sony Classical e prodotto da Radio Vaticana nel 1999 per commemorare il Giubileo del 2000. il cd unisce composizioni sinfoniche originali, accompagnate dalla voce di Giovanni Paolo II, con omelie e preghiere tratte dalla Bibbia e dalla liturgia cattolica. È composto da 11 brani nei quali Papa Giovanni Paolo II recita e canta in Italiano, Inglese, Latino, Francese e Spagnolo.
Abbà Pater is a music CD released by Sony Classical and produced by Vatican Radio in 1999 to commemorate the Jubilee of 2000. The CD combines original symphonic compositions accompanied by the voice of John Paul II, with homilies and prayers taken from the Bible and Catholic liturgy. It consists of 11 tracks in which Pope John Paul II recites and sings in Italian, English, Latin, French and Spanish.
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11815Khz 0444 23 SEP 2024 - RADIO VATICANA (VATICAN CITY STATE) in UKRAINIAN from SANTA MARIA DI GALERIA. SINPO = 45434. ?Eastern European Language?, female announcer reading. 100' (30m) of Kev-Flex wire feeding "Magic Wand" antenna hanging in backyard tree w/MFJ-1020C active antenna (used as a preamplifier/preselector), JRC NRD-535D, 100kW, beamAz 58°, bearing 49°. Received at Plymouth, United States, 7877KM from transmitter at Santa Maria di Galeria. Local time: 2344.
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Rosario Tronnolone intervista Simon Domenico Migliorini per il XXII Festival Internazionale Teatro Romano Volterra, per la rubrica "Indovina chi viene a pranzo" trasmessa da Radio Vaticana il 22/07/2024
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El libro "Amistad" del cardenal de Mendonça vence el Premio Cardenal Giordano
Comunicado de http://www.vaticannews.va — El volumen del Prefecto del Dicasterio para la Cultura y la Educación ocupó el primer lugar en la 12ª edición del reconocimiento. El segundo lugar lo ocupó “También mataron a los niños” (Ares), un libro de Don Paweł Rytel-Andrianik, jefe de la sección polaca de Radio Vaticano – Vatican News, y Manuela Tulli, corresponsal vaticana de ANSA. La ceremonia de…
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María Galindo
Abbiamo bisogno di utopie. Perché l’utopia ci ubriaca e ci tira in avanti. Perché l’utopia ci fa ostinate. Perché l’utopia disturba e fa che nessuno venga a patti per nulla con noi.
Abbiamo da chiedere un dizionario intero di mille tomi, di tutti gli idiomi. Possiamo rimescolare tutti e ognuno di questi significati.
Il mondo dell’arte mi dice: ti diamo uno spazio. E io gli dico: non sto facendo arte, sto facendo politica.
María Galindo, psicologa anarchica e femminista, ha fatto della ribellione contro ogni potere autoritario del corpo e della mente, dello stato e del patriarcato, della famiglia e del capitale, la sua ragione di vita.
Nata il 15 settembre 1964 a La Paz, in Bolivia, il suo destino sembrava essere quello del convento. Dopo il diploma, infatti, era andata a studiare per diventare suora nell’università vaticana. Quest’esperienza ha ribaltato totalmente le sue prospettive e, tornata in patria, nel 1992, ha iniziato il suo impegno femminista e contribuito a fondare il Movimiento Mujeres Creando, un collettivo sociale che combatte contro sessismo e omofobia perseguito e denunciato dai vari governi, con cui si è resa protagonista di tante battaglie civili e politiche.
Nel 2006 si è candidata all’Assemblea costituente per il Movimiento Bolivia Libre (MBL) come atto simbolico di critica al processo stesso. In questo contesto ha redatto e pubblicato La Constitución Política Feminista del Estado.
Nel 2007, insieme alla scrittrice argentina Sonia Sánchez, ha scritto Ninguna mujer nace para puta, presentato nella Plaza Once di Buenos Aires, ribattezzata Plaza de los Prostituyentes per denunciare la tratta e lo sfruttamento sessuale, in un’azione pubblica che è servita come lancio del libro.
Nello stesso anno ha iniziato a co-dirigere l’emittente radiofonica Radio Deseo e a presentare il programma La loca mañana.
Nel 2013 ha pubblicato No se puede descolonizar sin despatriarcalizar, in cui critica il patriarcato come base di ogni dominazione, compreso il razzismo.
Ha organizzato la Passerella Femminista, che ha messo a confronto, in maniera provocatoria, i corpi femminili bianchi ed eterosessuali idealizzati dai mass media, con quelli reali delle donne indigene che si esponevano su passerelle improvvisate esibendo vestiario e consuetudini della loro quotidianità.
Ha presentato il libro No hay libertad política sin libertad sexual, prodotto di una ricerca condotta tra il 2015 e il 2016 in seno all’Assemblea legislativa plurinazionale sull’omofobia e nel 2021 ha pubblicato Feminismo Bastardo.
Nel 2023 ha partecipato al Tavolo sui Diritti Umani nell’Incontro Femminista Internazionale per un Mondo Migliore promosso dal Ministero dell’Uguaglianza del governo spagnolo.
Salendo in piedi sul tavolo, ha tenuto un applaudito discorso contro il mondo che non le piace, quello contro cui si batte da una vita intera. Classifica e chiama “difesa dei Diritti Umani” quell’insieme di lotte pericolose e sovversive che non possono essere cancellate e costituiscono un pericolo per l’ordine sociale dominante. Che la società capitalista ed ecocida, segnata tanto in profondità dalla cultura patriarcale (che lei chiama “machocrazia”) e coloniale, è solita premiarle e provare ad addomesticarle con l’etichetta di Diritti Umani proprio per depoliticizzarle, ammorbidirle ed espellerle dal campo a cui appartengono realmente, il campo dell’invenzione di nuove forme e radici della politica.
Non abbiamo affatto bisogno di aggiungere diritti sempre nuovi e sempre enunciati il cui esercizio ci viene nei fatti vietato in modo sistematico, ha detto. Così come non abbiamo alcun interesse a prendere il potere, cioè a sostituire il vecchio con un potere nuovo che prometta di essere migliore. Di fronte a quel potere, alla sua natura, quale che ne siano gli interpreti, non possiamo che ribellarci costruendo inedite pratiche politiche in basso. Pratiche antipatriarcali, anticapitalistiche e anticoloniali, altro che mondo migliore. Il mondo delle mujeres parla un’altra lingua, ha una cultura politica antitetica a quella che ci viene spacciata per la sola possibile e si colloca in un universo che non ha nulla a che vedere con quello che sta cadendo a pezzi e gronda stantìe retoriche sui diritti tra un marketing elettorale e l’altro.
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Si è svolta giovedì 19 ottobre 2023 presso la Biblioteca Comunale di Sacrofano “Al Tempo Ritrovato” la presentazione del libro Noi siamo italiane. Donne venute da lontano (Edizioni Radici Future), di Roberta Gisotti, docente universitaria e giornalista, già caporedattrice di Radio Vaticana. Le relatrici Flavia Mariani (Consulente di marketing e comunicazione, specializzata in Corporate Reputation Strategy), da sempre impegnata del Terzo settore, e Liliana Ocmin Alvarez (Responsabile Nazionale Coordinamento Donne Immigrate e Studenti Stranieri Cisl), hanno raccontando la loro esperienza professionale, dando vita a un ricco confronto con riflessioni sul tema della immigrazione femminile. L’incontro è stato moderato da Marco Ferri (esperto in Comunicazione). Monica Maggi (libraia e Presidente dell’Associazione Libra 2.0) ha letto alcuni passi del saggio che racconta la storia di dieci donne provenienti da Paesi stranieri, appartenenti alla prima o seconda generazione di immigrati o approdate in Italia per motivi di studio, lavoro o altro. Protagoniste di un futuro aperto, sono riuscite a integrarsi nel tessuto sociale italiano, delineando nuovi modelli di cooperazione. Un libro dedicato alle donne che in numerosi ambiti hanno saputo essere ponte fra culture diverse, incarnando i valori migliori di quella di origine e di quella di approdo, diventando loro stesse volano dei mutamenti della società. Il libro, che delinea spaccati umani e sociali di grande interesse, vuol essere un omaggio alle moltissime donne con nomi e cognomi stranieri, con tratti somatici esotici e carnagioni diverse e che pure sono italiane, anche quando stanno ancora aspettando un passaporto che lo certifichi, un documento che forse arriverà dopo gli studi, il lavoro, una famiglia e tanti progetti nel Paese in cui hanno scelto o è capitato loro di vivere. Sono loro parte integrante del capitale umano del nostro Paese, una risorsa preziosa nel nostro quotidiano, un esempio di futuro per tutti. Mioara Stoica e Relu Jordan, membri della comunità dei cittadini romeni che vivono e lavorano a Sacrofano, si sono occupati della traduzione in lingua romena della locandina dell’evento mentre Cristina Cotarta, intervenuta nel dibattito, ha letto la sua personale e toccante esperienza di integrazione, di seguito proposta. «Buona sera a tutti, mi chiamo Eugenia Cristina Cotarta sono migrata in Italia all’età di 19 anni; oggi da oltre 16 anni lavoro presso un’agenzia immobiliare, sono iscritta all’albo dei periti del Tribunale di Tivoli come interprete e traduttrice della lingua rumena, e vivo a Sacrofano (RM); il paese che mi ha adottato ventinove anni fa. Mi è stato chiesto di portare la mia testimonianza alla presentazione del libro Noi che siamo italiane, per parlare della mia esperienza d’integrazione in Italia e ho accettato, considerandolo un onore oltre che un grande piacere. Dovrei parlare per ore ma voglio sintetizzare in poche parole la mia esperienza italiana di questi ventinove anni vissuti in questo meraviglioso Paese. Sono nata nel periodo del comunismo, in Transilvania; quando avevo 14 anni è scoppiata la rivoluzione del 1989, ero solo una bambina, ma nella mia mente conservo ancora oggi immagini da film di guerra. La mancanza di prospettive, di una vita normale, di speranze ha spinto disperatamente me, come tanti altri rumeni, all’unica scelta: lasciare il proprio Paese. Quando sono arrivata in Italia avevo 19 anni, ora ne ho quasi 50 per cui tirando le somme ho vissuto la maggior parte della mia vita qui. La mia esperienza è quella di una giovane ragazza che ha deciso di lasciare il proprio paese i suoi affetti per poter aiutare la sua famiglia e magari crearsene una propria anche se lontano dal proprio paese. Ho scelto l’Italia, com’era di moda negli anni ’90 in Romania, è stato un viaggio della speranza come lo chiamo io, durato quasi 15 giorni perché sono arrivata da clandestina. Non mi dilungherò nello spiegare
i motivi che mi hanno spinta a partire da casa mia, la Romania, poiché credo che sia più importante in questo incontro parlare dell’altro lato della medaglia: il percorso dell’integrazione. Percorso che non è stato esente da mille difficoltà. Immaginate una ragazzina di 19 anni, che lascia la sua casa, la sua famiglia, tutti i suoi affetti per trasferirsi in un altro paese in cui non ha nulla, assolutamente nulla. Arrivata in Italia ho iniziato ad affrontare una serie di difficoltà come la paura, la solitudine, il dover imparare una lingua diversa dalla mia, una cultura diversa e il sentire di dover far conto solo sulle proprie forze. Ricordo che le emozioni che provavo all’inizio della mia vita italiana erano non soltanto solitudine, ma anche paura, incertezza e sofferenza. Ho lavorato tantissimo, un impiego dopo l’altro, badante, baby sitter e come donna delle pulizie. Ma ho affrontato tutto con coraggio, forza, sacrificio e tanta voglia di fare. Credo che questo mio modo di fare sia ciò che mi abbia premiata poiché, cosa non scontata, ho trovato persone che hanno creduto in me ed hanno visto in me potenzialità che io non sapevo neanche forse di avere. Ad oggi lavoro in un’agenzia immobiliare e come CTU di lingua rumena presso il tribunale di Tivoli, mi sono diplomata qui in Italia, cosa che non avevo potuto fare nel mio paese, ho la mia casa, un marito e la famiglia che ho sempre desiderato. Ho due figlie, nate in questo paese, cui ho sempre cercato di trasmettere l’amore e il rispetto per le origini rumene senza mai frenare, anzi, il loro sentirsi pienamente italiane. Loro oggi sicuramente conoscono la bellezza della multiculturalità e la apprezzano, e questo mi riempie il cuore di felicità. Se mi guardo indietro la prima cosa che mi viene da fare è di darmi una grandissima pacca sulla spalla e dirmi «Brava Cristina», ma sarei ipocrita se non considerassi anche l’importanza che hanno avuto nel mio percorso integrativo tutte le persone che ho trovato sul mio cammino, ed è proprio per questo che se posso oggi cerco di dare una mano ad ogni mio connazionale e ad ogni persona che incontro in questo viaggio che si chiama vita. Ecco io oggi vorrei porre sotto una lente di ingrandimento proprio questo aspetto: L’integrazione è un meraviglioso scambio che ha bisogno necessariamente di un do ut des, “do a te perché tu dia a me”, per sentirsi parte di una nazione che ti accoglie bisogna sentirsi pronto a dare e automaticamente l'onda di solidarietà non potrà che travolgervi, particolarmente in una nazione come l'Italia che ritengo abbia un livello empatico tra i più elevati al mondo. Il percorso di integrazione, a mio parere, è “unico” rispetto ad altri percorsi e dipende totalmente dallo spirito, dalle motivazioni e dai desideri di ogni singolo individuo. Integrarmi quindi è significato fondere me stessa con il paese che mi ha adottato, cercando di creare una fusione delle due culture sia all’interno della mia famiglia sia all’esterno, facendole viaggiare insieme. È importante che la Nazione che riceve lo straniero in cerca di una nuova vita sia pronto ad insegnare, ad accogliere una cultura diversa, ad apprezzare, che sia pronto a tendere una mano d’aiuto, a fare un piccolo gesto perché vi sia quella goccia d’amore che cambia il mondo. In conclusione vorrei dire che la realizzazione dei propri sogni e progetti non è facile quando non si ha una rete di supporto familiare, ma non è nemmeno impossibile. Quindi vorrei incoraggiare tutte le donne, specialmente le mamme, a non arrendersi e lottare per quei sogni, progetti e aspettative con cui sono arrivate in questo paese. Sono grata all’Italia, alla mia famiglia e a tutte le persone di grande disponibilità e sensibilità che ho incontrato e che mi hanno offerto l’opportunità di trovare la mia realizzazione. Grazie a coloro che in qualche modo mi hanno aiutato e continuano ad aiutarmi nel realizzare il mio “Italian Dream”».
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Entrevista al P. Emilio Martínez: la Exhortación del papa Francisco "Es la confianza"
La profundidad y cercanía de la nueva exhortación apostólica del Papa Francisco “Es la confianza”, con motivo del 150 aniversario del nacimiento de Santa Teresa del Niño Jesús y de la Santa Faz, es comentada por el P. Emilio Martínez, ocd, en el programa Estudio 9 de Radio Vaticana – Vatican News.
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Le poche notizie sull'Ungheria furono date da Radio Vaticana in spagnolo il 24 agosto 1944
Le scarne notizie trasmesse da Radio Vaticana sulla situazione italiana fino alla liberazione di Roma furono affiancate da un assoluto riserbo sugli altri fronti.Il silenzio più assordante forse è quello tenuto sui rivolgimenti politici in Ungheria e sulla sorte degli ebrei ungheresi a partire dal marzo 1944. L’instaurazione di un governo controllato dai tedeschi significò l’applicazione della…
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#1944#1945#agosto#Amleto Giovanni Cicognani#ammiraglio#Angelo Rotta#apostolico#cardinale#cattolica#chiesa#Domenico Tardini#ebrei#gennaio#giugno#Jewish Agency#Miklós Horthy#nazisti#nunzio#Papa#Pio XII#radio#Raffaella Perin#Sandro Török#Turchia#Ungheria#USA#Vaticana
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Le poche notizie sull'Ungheria furono date da Radio Vaticana in spagnolo il 24 agosto 1944
Le scarne notizie trasmesse da Radio Vaticana sulla situazione italiana fino alla liberazione di Roma furono affiancate da un assoluto riserbo sugli altri fronti.Il silenzio più assordante forse è quello tenuto sui rivolgimenti politici in Ungheria e sulla sorte degli ebrei ungheresi a partire dal marzo 1944. L’instaurazione di un governo controllato dai tedeschi significò l’applicazione della…
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#1944#1945#agosto#Amleto Giovanni Cicognani#ammiraglio#Angelo Rotta#apostolico#cardinale#cattolica#chiesa#Domenico Tardini#ebrei#gennaio#giugno#Jewish Agency#Miklós Horthy#nazisti#nunzio#Papa#Pio XII#radio#Raffaella Perin#Sandro Török#Turchia#Ungheria#USA#Vaticana
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Commento al Vangelo domenica 25.06.2023
Vangelo di domenica 25.06.2023 a cura di Mattias Lo Pilato. Un ringraziamento a Orazio Coclite di Radio Vaticana e commentatore della RAI, per la sigla iniziale.
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Modena: Piazza Matteotti si anima col festival "Sete di Vita"
Modena: Piazza Matteotti si anima col festival "Sete di Vita". Dà voce alla “Sete di vita” attraverso dialoghi filosofici, le testimonianze dei volontari e il contributo degli studenti dell’Ipsia Corni di Modena, la festa dell’organizzazione di volontariato modenese "Ho avuto sete", aperta a tutti, in programma in piazza Matteotti, sabato 6 maggio, dalle 10 e fino alla tarda serata che propone anche pranzo e cena insieme e il concerto “Lucio vs. Lucio” con le canzoni di Dalla e Battisti. Il festival “Sete di vita”, giunto alla seconda edizione dopo quella dello scorso anno dedicata a “Sete di pace”, è organizzato da "Ho avuto sete", associazione di volontariato che realizza progetti umanitari, in particolare impianti di acqua potabile, in Africa. In oltre dieci anni di attività ha realizzato più di cinquanta interventi in una decina di paesi ed è impegnata anche in azioni culturali e di sensibilizzazione in Italia sui temi della pace e della giustizia. Il festival si svolge con il patrocinio del Comune di Modena, con il contributo di Fondazione Banco San Geminiano e San Prospero e in collaborazione con l’Ipsia Corni, Tavola Amica, Armonico ensemble e Laboratorio teologico Realino. Il primo appuntamento della giornata, alle 10, è la tavola rotonda “Sete di vita: parole della Bibbia e parole della filosofia”, con la partecipazione di don Ermenegildo Manicardi, biblista e vicario generale della Diocesi di Carpi, e Fabiola Falappa, docente di Ermeneutica filosofica all’Università di Macerata, in dialogo con rappresentanti del volontariato Arianna Agnoletto, presidente della Consulta attività socio assistenziali di Carpi; Franca Ghidoni di Ero straniero; Fabio Guaitoli di Caritas; Andrea Maccari della cooperativa Il Mantello; Sergio Richetti del Laboratorio Teologico Realino. La mattinata si conclude con il pranzo insieme. Nel pomeriggio, alle 16, gli studenti dell’Istituto professionale Corni di Modena presentano le attività laboratoriali realizzate nel corso del progetto “Sete di vita” che li ha coinvolti a partire da marzo, con la guida dei volontari di Ho avuto sete. Obiettivo del progetto era avvicinare gli studenti ai principi della filosofia attraverso un approccio creativo e riflettendo sul loro vissuto, sulla realtà scolastica e professionale nella quale sono inseriti e sul territorio in cui vivono, con particolare attenzione all’ambiente. Alle 18, dopo l’esibizione del coro Armonico ensemble, l’incontro “Sete e pratica di vita nella società” vede sul palco il filosofo Roberto Mancini e il giornalista di Radio Vaticana Filomeno Lopes insieme a Patrizia Farolini (Cefa), Giovanna Giovetti (Soroptimist), Lucia Palmieri (Cuamm) e Davide Santoriello (Mediterranea). Dalle 19.45 è prevista la cena e, a seguire, una breve presentazione dei progetti di Ho avuto sete e, dalle 21.45, il concerto “Lucio vs Lucio”: la genialità di Dalla e Battisti a confronto in uno spettacolo tra canzoni e racconto, ideato da Andrea Solieri. Un percorso che combina narrazione e musica in grado di risvegliare emozioni in chi li ha amati e suggestioni in chi desidera capire quanto i due artisti abbiano donato, e cambiato, la musica italiana. Lo spettacolo, come tutto il Festival, è gratuito. Pranzo (del costo di 15 euro) e cena (20 euro) sono su prenotazione (059 8771458; [email protected]).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Le ultime ore di Papa Benedetto raccontate da mons. Georg Gänswein
Intervista di Silvia Kritzenberger a mons. Georg Gänswein, assistente personale del compianto Papa Benedetto XVI, realizzata per Radio Vaticano News. Provato, commosso, ma al tempo stesso in pace. L’arcivescovo Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia e segretario particolare prima del cardinale Joseph Ratzinger e poi di Papa Benedetto XVI, è negli studi di Radio Vaticana. Racconta gli…
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Radio Vaticana 0456 17 Aug 2024
11815Khz 0452 17 AUG 2024 - RADIO VATICANA (VATICAN CITY STATE) in UKRAINIAN from SANTA MARIA DI GALERIA. SINPO = 45333. ?Eastern European Language?, female announcer reading with music (QRM? ) in bg. Backyard gutter antenna w/MFJ-1020C active antenna (used as a preamplifier/preselector), JRC NRD-535D. 100kW, beamAz 58°, bearing 49°. Received at Plymouth, MN, United States, 7877KM from transmitter at Santa Maria di Galeria. Local time: 2352.
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Radio Vaticana - The official broadcasting service of the Holy See in Vatican City
Radio Vaticana – The official broadcasting service of the Holy See in Vatican City
Designed and constructed by Guglielmo Marconi at the request of Pope Pio XI, Vatican Radio began transmitting on 12 February 1931 with the pontificial message “Omni creaturae” of Pope Pius XI. Also in attendance was Guglielmo Marconi and Cardinal Eugenio Pacelli, who would become Pope Pius XII. Its first director was physicist Giuseppe Gianfranceschi, who was also the president of the Accademia…
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