#Misery non deve morire
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bucciadiarancia · 1 year ago
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Mi sento come in Misery non deve morire ma è lo scrittorucolo a continuare a sabotarsi i freni (L ha distrutto l'auto in un incidente) a colpirsi le gambe a martellate (è caduto di peso da un sentiero di montagna) ogni volta che gli si rimargina la vecchia ferita.
Le siringhe di eparina non hanno fatto in tempo a scadere.
#r
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agrpress-blog · 2 months ago
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Un ricordo di Lauren Bacall nel centenario della sua nascita Cento anni fa nasceva la grande attrice... #laurenbacall https://agrpress.it/un-ricordo-di-lauren-bacall-nel-centenario-della-sua-nascita/?feed_id=6959&_unique_id=66f26daa34e9b
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ifiorimaledettidalmale · 3 months ago
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Misery non deve morire
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dipfearworld · 1 year ago
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MISERY
1990, Rob Reiner riprendendo Stephen King: MISERY NON DEVE MORIRE – MISERY ANNO 1990 GENERE 🤡PSYCO DURATA 1:47′ REGISTA rob reiner TRAMA Paul Sheldon, famoso scrittore, è vittima di un incidente automobilistico sulle montagne del Colorado, ma viene soccorso da una donna, che lo accoglie in casa curandone le ferite e si proclamandosi una sua accanita lettrice. ANDIAMO AI VOTI 👏🏻FAMA:…
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giosport1973 · 1 year ago
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DAVIDE E MARINA
MISERY NON DEVE MORIRE
GYM VERSION.
🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣
TO BE CONTINUED....
#giòsport #climagoliardico
#cisidiverte #allegria
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vocenarrante · 2 years ago
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L'autore di un thriller mette deliberatamente in pericolo il personaggio. Un pericolo reale, immediato, quando, ad esempio, lo fa inseguire da qualcuno che lo vuole uccidere. Oppure un pericolo incombente, quando crea attorno a lui un'atmosfera di minaccia indefinita. E così facendo, produce ansia, tensione o addirittura terrore anche nello spettatore. Quindi i thriller ci piacciono perché ci fanno provare la stessa paura che provano i personaggi nei quali ci identifichiamo, oppure producono in noi una sorta di smania protettiva, indotta dal saperci impotenti di fronte ai pericoli, a noi conosciuti, che i personaggi per i quali parteggiamo stanno per incontrare. Vi voglio proporre come seconda portata un thriller straordinario: "Misery non deve morire" di Robert Reiner, tratto dal romanzo "Misery" di quel grandissimo autore che è Stephen King. La situazione del protagonista è del tutto analoga a quella de "La finestra sul cortile". Qui abbiamo uno scrittore che, in seguito a un incidente stradale, si trova a sua volta immobilizzato in un letto, a casa di una donna che lo ha soccorso. Peccato che questa donna, una bravissima Kathy Bates, sia una pazza furiosa, fanatica lettrice dei libri del suo ospite, che vuole costringerlo con ogni mezzo a modificare il finale della sua ultima opera. Inutile dir che la tensione, il "thrilling", appunto, è alle stelle per tutta la durata del film. — view on Instagram https://ift.tt/bVR6hTK
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carmenvicinanza · 2 years ago
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Kathy Bates
https://www.unadonnalgiorno.it/kathy-bates/
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Kathy Bates è una poliedrica attrice e regista statunitense dalle straordinarie doti recitative. Ha fatto la storia del cinema con indimenticabili interpretazioni di donne spesso forti e padrone del proprio destino.
Ha saputo conquistare Hollywood col suo straordinario talento e il coraggio di andare avanti, nonostante le porte sbattute in faccia perché il suo fisico non rientrava negli standard cinematografici.
Ha dato vita a personaggi memorabili, diventando una delle star protagoniste degli anni ’90.
È diventata celebre nel ruolo della psicopatica Annie Wilkes in Misery non deve morire, che le ha fatto vincere l’Oscar alla miglior attrice e il Golden Globe. Per questa interpretazione, l’American Film Institute l’ha inserita al 17º posto nella classifica dei 50 migliori cattivi del cinema statunitense.
Ha ricevuto altre tre candidature agli Oscar come miglior attrice non protagonista, ha vinto tre Emmy Awards, l’Obie Award e numerose nomination per tutti i maggiori premi internazionali per il suo lavoro nel cinema, televisione e teatro.
Nata col nome di Kathleen Doyle Bates, il 28 giugno 1948 a Memphis, in una famiglia della middle class, ha origini inglesi, scozzesi, irlandesi e tedesche.
Dopo essersi laureata in teatro alla Southern Methodist School nel 1969, si è trasferita a New York per provare a lavorare a Broadway mentre svolgeva diversi lavori per mantenersi.
Nel 1971 ha esordito nella commedia Taking Off, il primo film americano del regista ceco Milos Forman. A metà degli anni ’70 è stata diretta da Robert Altman nella piece Jimmy Dean, Jimmy Dean, insieme a Cher e Karen Black. Nel 1978 è stata nel cast di Vigilato speciale con Dustin Hoffman.
Nel 1983 ha ricevuto un Tony Award per un ruolo in Night, Mother di Marsha Norman, l’opera teatrale è rimasta in scena per oltre un anno.
Negli anni Ottanta ha fatto parte del cast nell’adattamento cinematografico di Jimmy Dean, Jimmy Dean e recitato in altri ruoli in piccoli film indipendenti e in produzioni televisive.
Il successo internazionale è arrivato grazie alla sua interpretazione nel thriller Misery non deve morire, del 1990, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King.
Dopo il grande successo del film sono arrivati importanti ruoli come quelli in Pomodori verdi fritti alla fermata del treno, L’ultima Eclissi e I colori della vittoria.
Dalla fine degli anni Novanta è passata anche dietro la macchina da presa e diretto episodi televisivi di celebri serial come NYPD, Oz e Six Feet Under, di cui ha interpretato anche diversi episodi.
Nel settembre 2016 le è stata dedicata una stella sulla Hollywood Walk of Fame.
La sua filmografia completa conta oltre 70 pellicole.
Nonostante abbia lottato contro insicurezza, depressione e autolesionismo in gioventù e, più avanti negli anni, contro due tumori, resta una donna molto determinata, in continua evoluzione e ricerca, che custodisce gelosamente la sua vita privata.
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nickmikeoneshot · 4 years ago
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Me talking about Nikanor Chevotarevich 
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themetamorosnsquadtwins · 6 years ago
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Chapters: 1/3 Fandom: Festival di Sanremo RPF, Eurovision Song Contest RPF Rating: Mature Warnings: Graphic Depictions Of Violence Relationships: Ermal Meta/Fabrizio Moro, Ermal Meta & Fabrizio Moro Characters: Ermal Meta, Fabrizio Moro, Andrea Ra, Roberto Maccaroni, Other(s) Additional Tags: MetaMoro, ermal meta - Freeform, Fabrizio moro - Freeform, metamoro au, misery non deve morire au, Major Character Injury, Mental Instability, Mental Health Issues, Violence, Tematiche delicate, Implied/Referenced Child Abuse, Child Abuse, Implied/Referenced Self-Harm, Drugs, AU, Alternate Universe, Domestic Violence, Implied/Referenced Domestic Violence, Past Domestic Violence, Mental Breakdown, cose brutte insomma, ci saranno un sacco di scene forti, Torture, Psychological Torture, Abduction, Kidnapping Summary:
Fabrizio Mobrici, scrittore sull'onda del successo, sta per pubblicare l'ultimo volume della sua saga, amata in tutto il mondo. Un incidente lo porterà ad imbattersi in Ermal, suo grande fan, che accogliendolo in casa sua gli salva la vita. Ma tra quelle quattro mura impregnate di follia, niente è come sembra. La neve cade, imbiancando un paesaggio da favola, intrappolando però Fabrizio dentro a un incubo da cui sarà difficile svegliarsi.
Vi avevo detto che qualcosa di  nuovo stava bollendo in pentola... e quindi eccoci qui. Spero che questa storia vi piaccia! Potete trovarla anche su wattpad qui: https://www.wattpad.com/myworks/171161134-mio-fratello-non-deve-morire 
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universalmovies · 2 years ago
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Morto James Caan, addio all'attore de Il Padrino e Misery non deve morire
Morto #JamesCaan, addio all'attore de #IlPadrino e #Miserynondevemorire
L’attore James Caan è morto ieri all’età di 82 anni. A dare la notizia è stata la famiglia su Twitter. “È con profondo dolore che vi informiamo della morte di Jimmy nella serata del 6 luglio. La famiglia apprezza le manifestazioni di affetto e sentite condoglianze e chiede che continuate a rispettare la sua privacy in questo momento…
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darkhawk1126 · 3 years ago
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Ahh my typical good morning sign to my co-workers. 😛 thank you @carnalreincarnated
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James Caan, “Misery” (Rob Reiner, 1990).
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orsotti · 8 years ago
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James Caan, “Misery” (Rob Reiner, 1990)
Fonte:haidaspicciare .....leggermente modificata
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William Goldman: uno sceneggiatore da Oscar, uno scrittore da (ri)leggere
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Tutti probabilmente hanno visto Il maratoneta, capolavoro di John Schlesinger del 1976, con uno scontro ‘ad alta recitazione’ fra due mostri sacri: Laurence Olivier e Dustin Hoffman. Ma forse non tutti hanno letto il romanzo omonimo da cui è stato tratto il film, opera dell’ebreo newyorkese William Goldman. Difficile, come sempre, paragonare due forme artistiche così diverse come cinema e letteratura, ma in questo caso la medesima paternità è garanzia del massimo risultato. Nel libro c’è praticamente tutto: azione, stralci di storia contemporanea, caccia a criminali nazisti fuggiti in America del Sud per scampare ai processi, un feroce attacco al maccartismo, trame gialle e di spionaggio, pericolosi legami amorosi… Al protagonista, lo strambo Babe che ricorda un po’ il giovane Holden, mentre è intento a coltivare le sue due grandi passioni (la storia americana e la maratona: davvero esaltante la descrizione dell’impresa dell’etiope Abebe Bikila che a piedi scalzi trionfò alle Olimpiadi di Roma del 1960) capita di innamorarsi, di scoprire oscuri segreti familiari, di essere torturato da un dentista che non usa anestesia (è un ricordo autobiografico!) e di rischiare la pelle, in un susseguirsi a perdifiato di imprevedibili colpi di scena. La vicenda è raccontata con stile e linguaggio multiformi, che variano a seconda dei personaggi. La narrazione è vorticosa, avvincente, ironica e (vivaddio) politicamente scorretta. Ma cos’è l’umorismo? Goldman ne dà una definizione che sicuramente sarebbe piaciuta a Pirandello: “L’umorismo è l’inattesa giustapposizione dell’incongruenza”. Interessantissima l’introduzione, dell’autore stesso, sulla genesi del romanzo, della sceneggiatura e delle riprese, che potete leggere nell’edizione Marcos Y Marcos.
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Qualche parola su questo scrittore, uno dei più importanti sceneggiatori di Hollywood: nato a Highland Park (Chicago) nel 1931, pare che i genitori non riuscissero a tenerlo lontano dalle sale cinematografiche. Ha collezionato due Oscar: alla miglior sceneggiatura originale per Butch Cassidy con la strepitosa coppia, allora ancora inedita, Paul Newman-Robert Redford, “western insolito, accattivante e profondamente malinconico”, sulle note della colonna sonora di Burt Bacarach, e alla miglior sceneggiatura non originale per Tutti gli uomini del Presidente, con Dustin Hoffman e Robert Redford, storia di Carl Bernstein e Bob Woodword, i due giornalisti del «Washington Post» che svelarono lo scandalo Watergate, causando le dimissioni dell’allora Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon.
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La sua prima sceneggiatura, era il 1963, fu per Soldato sotto la pioggia (anche in questo caso interpretato da una coppia di autentici fuoriclasse: Steve McQueen e Jackie Gleason) “fu anche il primo dei numerosi adattamenti realizzati per il cinema dai suoi romanzi”.
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Dopo una collaborazione con Michel Piccoli, 50.000 sterline per tradire (Masquerade, 1965), il successo è decretato dal bellissimo Detective’s Story (Harper, 1966) con Paul Newman e Lauren Bacall, tratto da Bersaglio mobile di Ross Macdonald.
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Non si maltrattano così le signore  (1968), con Lee Remick, George Segal e Rod Steiger, da un suo romanzo, racconta la storia di un serial killer che, ossessionato dalla figura materna, uccide donne di mezza età; il titolo si riferisce ad una frase pronunciata dalla madre del detective incaricato delle indagini; La pietra che scotta (1972) con Redford; Magic (1978), un horror-psicologico con Anthony Hopkins, ancora da un suo libro.
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Il resto è storia: da Papillon (1973), con il gigantesco duo Hoffman-McQueen, dal romanzo autobiografico di Henri Charrière, a Il temerario (1975), con Redford, a Quell’ultimo ponte (1977) di Richard Attenborough con un cast stellare, a Misery non deve morire (1990) da Stephen King, a L’ultimo appello (1996) con Gene Hackman, da John Grisham.
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“Lavorò molto e sempre con risultati altissimi, spesso arrivando solo per rimettere a posto le cose o senza ricevere la firma sul film”; una delle sue caratteristiche fu anche la grande versatilità, che gli permise di spaziare da un genere all’altro.
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Ma ecco gli altri libri (ahimè non molti) dell’autore. Io sono Raymond (1957): “Illinois, fine anni ’50. Raymond Euripides Trevitt ha otto anni, è carino, ha un temperamento irrequieto e vuole trovare la sua identità, il suo posto nel mondo. Il passaggio dall’età dell’innocenza all’adolescenza lo cambierà profondamente, ponendolo di fronte a domande universali la cui sola risposta può arrivare dall’esperienza diretta. Come accadde all’Holden Caulfìeld di Salinger, Ray capirà attraverso le vittorie e i fallimenti, le amicizie e gli amori, i tradimenti e gli abbandoni, che l’unico modo per conoscere se stessi è accettare le esperienze che la vita ci pone innanzi. Un toccante e luminoso racconto su che cosa significhi affrontare un rito di passaggio, inevitabile e necessario”.
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Il silenzio dei gondolieri, pubblicato con lo pseudonimo di S. Morgenstein, “è una vera perla nascosta riscoperta grazie al traduttore, Dimitri Galli Rohl. Si narra che Goldman abbia avuto una folgorazione durante la sua prima visita a Venezia, e sia corso in albergo a scrivere questa storia che si era visto nella testa già completamente formata”. La recensione: “Un tempo, a Venezia, tutti i gondolieri cantavano, ed erano i più meravigliosi cantanti del mondo. Ma sono in pochi, ormai, a ricordare quei tempi gloriosi. Nessuno si spiegava perché all’improvviso tutti i gondolieri avessero smesso di cantare. Un bel giorno Goldman sbarcò a Venezia, ebbe un’illuminazione e andò sino in fondo al mistero. Scoprì così la nobile e triste storia di Luigi, il gondoliere con il sorriso da tontolone. La sua impareggiabile maestria, le sue disavventure e il suo riscatto finale. Ecco dunque tutte le verità mai raccontate su Giovanni il Bastardo, Laura Lorenzini, Enrico Caruso, il Piccoletto, Porcello VII, Sorrento il Grande, la regina di Corsica e naturalmente su Luigi, l’unico e il solo. Lui, che ha conquistato Venezia con un atto di coraggio maestoso, resterà per sempre anche nei nostri cuori, con il suo sorriso, il suo sogno e il suo canto”.
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La principessa sposa, da cui nel 1987 è stato tratto il film fantasy La storia fantastica, diretto da Rob Reiner, con la colonna sonora di Mark Knopfler, interpreti Peter Falk, Robin Wright e Billy Crystal; l’ormai introvabile Calore (1985), un thriller-noir ambientato a Las Vegas e Fratelli (1986), il seguito de Il maratoneta, libro veramente imperdibile che consigliamo per queste agognate, meritatissime vacanze!
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diceriadelluntore · 4 years ago
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Storia Di Musica #155 - Spinal Tap - This Is Spinal Tap, 1984
Avvertenza: la foto della copertina del disco è proprio questa. Tutta nera, senza nessun riferimento. Se vi sembra uno scherzo, in tutta verità lo è, perchè la storia di oggi è una delle più bizzarre e divertenti della storia del rock. Lo è perchè gli Spinal Tap (con una improbabile umlaut sulla n, graficamente scritto  Spın̈al Tap, e non si può pensare che sia un sarcastico omaggio ai Motörhead) sono una band fittizia, protagonista del finto documentario (un cosiddetto mockumentary) sul loro tour d’addio alle scene. Tutto nasce nel 1979 quando Rob Reiner ( futuro regista di capolavori come Stand By Me, Harry Ti Presento Sally, La Storia Fantastica, Misery Non Deve Morire) mette su per uno spettacolo della ABC, TV Show, il finto videoclip dell’ultimo successo, Rock And Roll Nightmare, di una band heavy metal inglese, perfetta parodia dei grandi gruppi del genere, in quegli anni all’apice estetico e di successo. Gli Spinal Tap sono composti da: David St. Hubbins, chitarrista e co leader, Nigel Tufnel chitarra e secondo leader e il bassista  Derek Smalls. In quella esibizione li accompagnava Loudon Wainwright III alle tastiere. St. Hubbins in realtà è Michael John McKean, protagonista ultimamente della serie Better Call Saul, Tufnel è Christopher Haden-Guest, attore, regista e produttore britannico, marito di Jamie-Lee Curtis e Smalls è Harry Shearer, cabarettista e comico statunitense, conosciuto perché uno dei doppiatori principali dei Simpson. L’idea per un po’ rimane lì, ma anche per il successo di film come The Song Remains The Same sui Led Zeppelin, The Last Waltz sulla The Band e persino un primo esperimento comico dei The Rutles con All You Need Is Cash (una spietata parodia su un gruppo inglese del rock, chiaramente ispirato ai Beatles) Reiner raccoglie fondi e inizia a mettere su l’idea. Nel 1984 esce nei cinema This Is Spinal Tap, di cui l’album di oggi ne è una sorta di colonna sonora (in tutta questa storia le definizioni sono per natura approssimative). Reiner, che nel film è Martin "Marty" Di Bergi, è un regista che sta documentando l’ultimo tour americano degli Spinal Tap, una delle band “più rumorose” d’Inghilterra:  macchina a mano, regista spesso in campo per porre domande ai protagonisti e stacchi veloci da un'intervista a un'esibizione live del gruppo. La Band è in cerca di se stessa, dopo un discreto successo iniziale ma una carriera stranissima, costellata da episodi “surreali” capitati ai loro batteristi, con uno morto nel suo vomito, riferimento a John Bohnam degli Zeppelin, qualcuno esploso accidentalmente durante le prove (sic), a chi muore durante un incidente con il giardinaggio, come Jeff Porcaro dei Toto. I concerti vanno malissimo, con pochissimo pubblico, molte date cancellate, gli unici concerti che vengono fatti avvengono i posti improbabili, tra cui una base aeronautica o in un teatro per marionette. C’è dentro tutta una serie di “clichè” sui gruppi rock: l’armonia tra i due leader rotta dall’arrivo di una donna sensuale, il rapporto con le groupie, l’estetica del rock duro (con improbabili vestiti che i musicisti indossano), il rapporto irreale con l’industria discografica, la censura sui testi e le copertine degli album, i virtuosismi di certi chitarristi: una delle scene più esilaranti del film vede Nigel Tufnel suonare più chitarre contemporaneamente con mani e piedi, e al posto di un archetto aiutarsi addirittura con un violino. In pratica il finto documentario spiega la genesi e il “significato” delle più famose canzoni degli Spinal Tap, con risultati tutt’altro che epici, come dimostra Stonehenge  la cui scenografia avrebbe dovuto riproporre i monoliti di Stonehende per fare colpo sul pubblico, ma siccome si confusero piedi con pollici, piuttosto che colossali erano minuscole .Guidati dai loro strumenti particolari, che hanno livello massimo non a 10, come tutti, ma al numero 11 (altra gag famosa), alcune canzoni, che voglio sottolinearlo, sono tutte suonate e cantate dai tre comici, hanno anche un discreto successo: Gimme Some Money verrà inserita nella colonna sonora di numerosi film, Tonight I’m Gonna Rock You Tonight, forse la loro canzone più famosa, era pure tra i brani per il famoso videogioco Guitar Hero, Big Bottom, piena di doppisensi, fu addirittura coverizzata dai Soundgarden durante il Louder Than Love Tour. Il film si conclude con un inaspettato successo sul mercato musicale giapponese di un loro vecchio successo, Sex Farm. Il film è una sorta di cult nel mondo anglosassone, e si dice che la moda dei black album (tra i più famosi quello di Prince e quello dei Metallica negli anni a venire) sia un sottinteso omaggio a quello degli Spinal Tap, addirittura scelto dalla Biblioteca del Congresso per la conservazione per il valore estetico, culturale e artistico. Gli Spinal Tap ritorneranno con un disco nel 1992, Break Like The Wind, a cui partecipano Cher, Jeff Beck, Joe Satriani, Slash, Steve Lukather, Dwezzil Zappa, proprio a segnare lo spirito di culto tra i musicisti per questo progetto. tanto che durante il Live Earth del 2007 a Wembley, gli Spinal Tap furono accompagati sul palco da numerose star della musica per una versione da sogno di Big Bottom. Una canzone che dice: My baby fits me like a flesh tuxedo\I'd like to sink her with my pink torpedo. Nel film, camei di personaggi famosi, come Billy Crystal o Dana Carvey o Anjelica Houston, alcuni che lo diventeranno almeno per noi come Fran Drescher (quella della sitcom La Tata) o Paul Schaffer, il leader della resident band al David Letterman Show, in uno dei ruoli più divertenti del film, quello di Fufkin, proprietario della Polymer Music, che di musica non sa niente.
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sciatu · 4 years ago
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RENATO GUTTUSO - Contadini e minatori dello zolfo, l’occupazione delle terre incolte.
CANTO DI PROTESTA
Stu munnu cà, è fattu a ruvessa si onestu ma pari c’hai a rugna si nun rubbi è n’occasiuni pessa cu chiù picca avi chiossà dugna
nu puvurazzu va nto paradisu ma cu avi soddi ora su catta u travagghiu si vinni a bon pisu ca miseria mai è pari e patta
curriti, curriti damu focu o munnu curriti curriti ‘nfunnamulu nto chiù funnu
ca tu si bonu sulu pi cattari cu mutuu ti ncatini pi trint’anni a machina sempri t’ ha canciari u bancumat si mancia a to canni
Chista nun è vita o libittà libbiri semu sulu a mpuzzari si dici cosa nun hannu pietà diventi canni pronta da urricari
curriti curriti u munnu s’avi bruciari curriti curriti a vita n’amu ripigghiari
Ci su omini chi soddi i nu statu omini ca fami chi mai finiu omini cu pani l’hannu ittatu e cu mu mancia a vita si vinniu
Comi pozzu campari accussì chi io travagghiu peggiu i nu mulu Comi Cristu nta na cruci fini Senza abbento a moriri sulu
Curriti curriti è tempu i canciari curriti curriti sta vita non si po' fari
Curriti curriti damu focu o munnu stottu Curriti curriti damuci buci a cu è già mottu
Questo mondo è fatto alla rovescia, se sei onesto sembra che hai la rogna, se non rubi hai perso un’occasione, chi ha di meno, deve dare di più Chi è povero se ne andrà in paradiso, ma chi ha i soldi se lo compra adesso, il lavoro lo vendono caro, la miseria non la vinci mai Correte, correte, diamo fuoco al mondo, correte, correte, affondiamolo nel profondo Sei buono solo per comprare, con il mutuo ti incateni per trent’anni, devi sempre cambiare la macchina, il bancomat si mangia la tua carne. Questa non è vita o libertà, siamo liberi solo di faticare, se ti ribelli non hanno pietà, diventi carne da seppellire Correte, correte, il mondo si deve bruciare, correte, correte, dobbiamo riprenderci la nostra vita Ci sono uomini che hanno i soldi di uno stato, e uomini la cui fame che mai è finita, uomini che buttano il pane e chi per mangiare si è venduto la vita come faccio a campare cosi, che lavoro peggio di un mulo, sono finito come Cristo in croce, senza speranza a morire solo Correte correte, è tempo di cambiare, correte, correte questa vita non si può fare, Correte, correte, diamo fuoco a questo mondo sbagliato, correte, correte, diamo voce a chi è già morto.
This world is turned upside down, if you are honest it seems that you have mange, if you do not steal you have lost an opportunity, who has less, must give more Those who are poor will go to heaven, but those who have money will buy it now, they will sell their work dearly, you will never overcome misery Run, run, let's set the world on fire, run, run, let's sink it deep You are only good to buy, with the mortgage you get chained for thirty years, you must always change the machine, the bank will eat your meat. This is not life or freedom, we are free only to work, if you rebel they have no mercy, you become flesh to be buried Run, run, the world has to burn, run, run, we have to take back our lives There are men who have the money of a state, and men whose hunger has never ended, men who throw their bread and those who have sold their lives to eat how can I live like this, that I work worse than a mule, I ended up like Christ on the cross, without hope to die alone Run run, it's time to change, run, run this life can't be done, Run, run, let's set this wrong world on fire, run, run, give voice to those who have already died.
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faccioliste · 4 years ago
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Film visti nel 2020
In grassetto quelli belli In corsivo quelli medi: belli, godibili, ma non indimenticabili Sbarrato proprio che no
30 anni in un secondo – Gary Winick (2004)
47 Metri - Uncaged –  Johannes Roberts (2019)
A Beautiful Mind – Ron Howard (2001)
A Quiet Place - Un posto tranquillo – John Krasinski (2018)
Alita - Angelo della battaglia – Robert Rodriguez (2019)
Amici, amanti e... – Ivan Reitman (2011)
Carrie Pilby – Susan Johnson (2016)
Chiamami col tuo nome – Luca Guadagnino (2017)
Christmas Wonderland – Sean Olson (2018)
Colazione da Tiffany – Blake Edwards (1961)
Dirty Dancing - Balli proibiti – Emile Ardolino (1987)
Donnie Darko – Richard Kelly (2001)
Dov'è il mio corpo? –  Jérémy Clapin (2019)
Falling Inn Love - Ristrutturazione con amore – Roger Kumble (2019)
Harry Potter e la pietra filosofale – Chris Columbus (2001)
Harry Potter e la camera dei segreti – Chris Columbus (2002)
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban – Alfonso Cuarón  (2004)
Harry Potter e il calice di fuoco –  Mike Newell (2005)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice – David Yates (2007)
Harry Potter e il principe mezzosangue – David Yates  (2009)
Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 1 – David Yates (2010)
Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 2 – David Yates (2011)
Hotel Transylvania 2 – Genndy Tartakovsky (2015)
Hotel Transylvania 3 - Una vacanza mostruosa – Genndy Tartakovsky (2018)
I due Papi – Fernando Meirelles (2019)
Il buco – Galder Gaztelu-Urrutia (2019)
Il castello errante di Howl – Hayao Miyazaki (2004)
Il discorso del re – Tom Hooper (2010)
Il fotografo di Mauthausen – Mar Targarona (2018)
Il gladiatore – Ridley Scott (2000)
Il mio vicino Totoro – Hayao Miyazaki (1988)
Il piccolo yeti –  Jill Culton, Todd Wilderman  (2019)
Il Signore degli Anelli - La compagnia dell'Anello – Peter Jackson (2001)
Il Signore degli Anelli - Le due torri – Peter Jackson (2002)
Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re – Peter Jackson (2003)
Il talento di Mr. Ripley – Anthony Minghella (1999)
Il terrore del silenzio – Mike Flanagan (2016)
Insospettabili sospetti – Zach Braff (2017)
Io vi dichiaro marito e... marito – Dennis Dugan (2007)
Julie & Julia – Nora Ephron (2009)
Lacci – Daniele Luchetti (2020)
Love Actually - L'amore davvero –  Richard Curtis (2003)
L'altra sporca ultima meta – Peter Segal (2005)
L'incredibile storia dell'Isola delle Rose – Sydney Sibilia (2020)
La maledizione della prima luna – Gore Verbinski (2003)
La ragazza nella nebbia – Donato Carrisi (2017)
La teoria del tutto – James Marsh (2014)
Le 5 leggende – Peter Ramsey (2012)
Le ali della libertà – Frank Darabont (1994)
Le dodici fatiche di Asterix – René Goscinny, Henri Gruel (1976)
Misery non deve morire – Rob Reiner (1990)
Nei panni di una principessa – Mike Rohl (2018)
Ponyo sulla scogliera – Hayao Miyazaki (2008)
Porco Rosso – Hayao Miyazaki (1992)
P.S. Ti amo ancora – Michael Fimognari (2020)
Questione di tempo – Richard Curtis (2013)
Ragazze interrotte – James Mangold (1999)
Ready Player One – Steven Spielberg (2018)
Revolutionary Road – Sam Mendes (2008)
Ritorno al futuro – Robert Zemeckis (1985)
Ritorno al futuro - Parte II – Robert Zemeckis (1989)
Ritorno al futuro - Parte III – Robert Zemeckis (1990)
Scappa - Get Out – Jordan Peele  (2017)
Senza lasciare traccia – Debra Granik (2018)
Sex and the City 2 –  Michael Patrick King (2010)
Succede – Francesca Mazzoleni (2018)
The Circle – James Ponsoldt (2017)
The Terminal – Steven Spielberg (2004)
To Rome with Love – Woody Allen (2012)
Tolo Tolo – Checco Zalone (2020)  
True Story – Rupert Goold (2015)
Twilight – Catherine Hardwicke (2008)
Un giorno di ordinaria follia – Joel Schumacher (1993)
War of the Buttons – John Roberts (1994) 
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