#Battaglia del Pastificio
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Trenta anni fa la battaglia del "Checkpoint pasta" in Somalia
Ricorre oggi il trentesimo anniversario della battaglia nota come “Battaglia del pastificio” o “Checkpoint pasta”, del 2 luglio 1993 quando il Comando italiano presente in Somalia nell’ambito dell’Operazione IBIS II, venne coinvolto negli scontri con dei miliziani. Tre soldati, Andrea Millevoi, Stefano Paolicchi e Pasquale Baccaro morirono e altri 31 soldati rimasero feriti. E’ considerata la…
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Il cuoco Antonino Cannavacciuolo racconta l'amore con Cinzia Primatesta e il successo di Villa Crespi
Antonino Cannavacciuolo è davanti a me pronto a scattare la copertina di questo nuovo numero speciale di Grazia Food di cui è direttore ospite. Ho con me un cesto di frutta e erdura e sono curiosa di scoprire che cosa sceglierà. L o fa velocemente ma non a caso Prendo un limone dice facendolo volare in alto e aprendosi in un sorriso. Cannavacciuolo ha conquistato a Brescia nel 2022, la terza stella Michelin per il ristorante Villa Crespi a Orta San Giulio con un una cerimonia che lo ha visto raggiungere il palco districandosi in una selva di abbracci , quelli della sua famiglia vera, quelli dei collaboratori e quelli non scontati, degli altri chef presenti in sala. "Sono passati mesi e ancora faccio fatica a crederci" Confida il cuoco "Quando passa da Villa Crespi e vedo la targa, la guardo e dico "E' davvero mia?" Le biografie raccontano che Antonino sia entrato a far pratica in cucina a 13 anni e emezzo. In un giorno rompeva centinaia di uova per fare il gelato e disossava decide di prosciutti. Oggi, invece siamo a Orta Sang Giulio a Lacqua by the Lake, uno dei resort della galassia Cannavacciuolo che comprende , aoltre a Villa Crespi, al bistrot anche Laqua Vineyard, in Toscana, Laquad by the Sea a Sorrento e sapere nell'entroterra , sorrentino Lacqua CountrySide. La supeficice dl lago scintilla , cè una calma molto lananta dall'adrenalina di Cucina da Incubo o di MasterChef, i due programmi TV che vedono il cuoco come portagonista. Cinzia Primatesta, moglie di Antonino Cannavacciuolo dal 1999, è una presenza discreta poco più in là che discuter con alcuni collaboratori su come sistemare al meglio giardino e piscina per gli ospiti.
Antonino Cannavacciuolo ma ora che questa terza stella c'è che cosa cambia davvero?
Ora sento più forte la responsabilità di rincorrere la perfezione . Quando ti danno la terza stalla sali su un palcoscenico mondiale,. La gente si aspetta una grande esperienza" E allora torniamo alle origini del suo percorso. Com'erano le cucine della sua infanzia? Piene di gente vive e, laboriose. In me è confluita la cucina casalinga di mia madre. IO miei nonni erano contadini, avevano le terre e il bestiame e io sono cresciuto con quei sapori. Eravamo una famiglia molto numerosa. Da parte di mio padre sette parenti da parte di mia madre 11. Immagini che cosa significasse, mettere a tavola una trentina di nipotini scalmanatati. Gli adulti portavano sempre il loro cavallo di battaglia. C'era attesa per la parmigiana di Zia Elena e il grattò di zia Anna. Era una sfida continua. Il palato di uno è un dono, ma questa dev'essere stata una scuola non da poco. "Mio padre percorreva chilometri per fare acquisti da quello specifico macellaio, pastificio o caseificio. Ho avuto la fortuna di crescere in Campania, in una zona di eccellenze. So il valore di un prodotto che nasce dalla stagionalità, dal giusto rapporto tra sole, terra e acqua. Tutto questo l'ho capito ancora meglio quando sono arrivato al nord"
Che cosa è successo Antonino Cannavacciuolo?
Mi mancava la cucina casalinga. Ho dovuto abituarmi a cucine leggere e meno importanti. Vedevo ci miei amici che mangiavano polli di allevamento e mi sembrava un sacrilegio. Ha dichiarato di essere cresciuto senza padre a sua volta cuoco e insegnante nella scuola alberghiera di Vico Equense. In realtà c'era eccome. nonostante una vita senza orari. E' stata una figura chiave per me. Anche quando ha tentato di dissuadermi dal fare il suo stesso mestiere. Lui ha saputo toccare i tasti giusti del mio carattere. In che modo? Mi ha sempre tenuto con i piedi per terra, da lui ho avuto pochissimi complimenti, ma frasi come "Fatti vanta "e non ti vantare mai". Ha sacrificato vita e tempo per farci stare bene . Per questo per me è importantissimo stare ogni minuto libero con i miei figli. Elisa ha 16 anni Andrea 10 e se volessero seguire le sue orme? "Ben venga spero di no, ma ben venga. Non li frenerebbe come ha fatto suo padre con lei? No spero di essere diverso in questo. Credo che i ragazzi debbano fare il loro percorso e i loro errori. Senza di questi non si cresce. La vita troppo facile, o resa semplice, porta alle strade sbagliate. Tu puoi a dare e dare tutto a un figlio, ma il valore deve capirlo da solo. E solo allora si fiderà davvero di te, e di ciò che gli hai trasmesso. Certo che con i figli bisogna essere fortunati. Io e Cinzia li seguiamo molto e lei, in particolare, è una madre eccezionale" Ecco la vostra è una storia d'amore iniziata quando eravate giovanissimi Non come un colpo di fulmine però. Quando sono venuto qui sul lago nei primi Anni 90, c'era un'atmosfera cupa. Ha presente quanto potessi sentirmi preso io che venivo dalla penisola sorrentina? Però ho incontrato subito persone speciali. Uno chef mi aveva proposto di passare un paio di mesi nell'albergo di famiglia di mia moglie, ci sono rimasto due anni. Il primo anno i e Cinzia eravamo amici. il secondo l'amicizia di è rafforzata, facevamo molte cose insieme, come cene, gite e tempo libero….ma niente di più. Poi un giorno mi propongono di andare a Capri a fare un 'esperienza al Quisisana . Lei c'è rimasta malissimo. Quindi me la sono ritrovata là. E l'amore è partito da li. Quindi ha fatto Cinzia a se a Capri non fosse venuta? Vallo a capire (ride) il punto è che lei aveva i suoi alberghi. Io volevo fare lo stellato. Eravamo avviati bene singolarmente, ma insieme credo che stiamo facendo qualcosa di bello. Oggi le mie società si chiamano Capri non per l'isola , ma perchè il nome è l'unione di Cannavacciuolo e di Primatesta. Il piatto con cui l'hai conquistata Linguine alle cicale di mare. Sono arrivato nel suo appartamento con questo costaceo vivo, o mi amava o mi lasciava. Qual è la forza della vostra coppia? Il rispetto . Tutti parlano sempre e solo di passione, ma alla base ci devono essere un'ammirazione e fiducia che vanno oltre i contrasti tre due persone che si confrontano su ogni idea. Che difetto le rimprovera Cinzia? Di essere terribilmente permaloso e con una memoria prodigiosa, se mi fanno un torto. E lei che cosa dice di sua moglie? Non previene i problemi. O forse non ha la mia ansia di risolverli subito Però insieme a 23 anni e 24 nel 1999 avete intrapreso l'avventura di Villa Crespi. Quanta incoscienza c'è voluta? Tanta e a volte guardandomi indietro mi chiedo se lo rifarei . Entrare in un'attività come Villa Crespi non è come iniziare con un piccolo ristorante. Era una squadra di 18 persone, c'eravamo buttati in qualcosa di più grande di noi. Ci sono voluti volontà e sacrificio. Qual è stato il momento più pericoloso? L'incoscienza non ti fa vedere i pericoli, ma solo il successo. Non ho mai penato di perdere la partita avevo 25 anni, potevo permettermi di passare la vita in cucina. Avevo l'obbiettivo di farcela e di dimostrare ai miei suoceri e ai miei genitori. Dimostrare è una parola impegnativa Mio suocero Oreste era un personaggio mitico dell'hotellerie sul lago. Mi padre guardava suo figlio crescere nel suo stesso lavoro . I nostri genitori si sono commessi per quelle stelle che loro non sono riusciti a raggiungere . Fanno da sempre il tifo per noi. In qualche modo a loro lo dovevamo. Articolo tratto da Grazia Food Le ricette di Antonino Cannavacciuolo Read the full article
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Quattro Medaglie d'Oro alla memoria per la "battaglia del Pastificio" Mogadiscio 2 luglio 1993
Quattro Medaglie d’Oro alla memoria per la “battaglia del Pastificio” Mogadiscio 2 luglio 1993
Come abbiamo visto nel nostro precedente post, il 2 luglio 1993 si consumò per le strade di Mogadiscio il primo conflitto a fuoco che vide coinvolte le Forze Armate Italiane dalla fine del secondo conflitto mondiale. Abbiamo dedicato un apposito post all’argomento che potete trovare al seguente indirizzo:
2 luglio 1993 – la battaglia del pastificio
Il presente post invece è dedicato alle quattro…
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#Andrea Milleo#Battaglia del Pastificio#Checkpoint Pasta#Folgore#Gianfranco Paglia#Mogadiscio#Pasquale Baccaro#Somalia#Stefano Paolicchi
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Italian Army Paras with 15th Coy “Diavoli Neri”,5th “El Alamein” Battalion,186th “Folgore” Regiment in Mogadishu,Somalia,after the Check-Point “Pasta” Battle happened July 2nd 1993.
Para’ della XVa Compagnia “Diavoli Neri” del 186° Reggimento “Folgore” a Mogadiscio,Somalia,sette giorni dopo la Battaglia del “Pastificio” avvenuta il 2 luglio 1993.
Visibile primo a destra l’allora Comandante di Compagnia,Capitano Paolo Ricco’.
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Benemerenza civica a Polifroni, già Medaglia d'Argento in Somalia nel 1993
Benemerenza civica a Polifroni, già Medaglia d’Argento in Somalia nel 1993
Il paracadutista Renzo Polifroni, classe 1973, partecipò nel 1993 alla missione IBIS in Somalia e fu insignito della medaglia d’argento al Valor Militare per aver salvato molti commilitoni nella battaglia di Mogadiscio del 2 luglio 1993, nota come “Battaglia del pastificio” o “Check point Pasta”. Ieri, 4 novembre, a Gorla Maggiore davanti al rinnovato monumento dei Marinai il sindaco Pietro…
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#Battaglia del Pastificio#Canguro 11#Check Point Pasta#Gorla Maggiore#Medaglia d&039;Argento Valor Militare#Missione IBIS#mogadiscio#Nembo#Pietro Zappamiglio#Renzo Polifroni#somalia
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OGGI 2 LUGLIO, ITALIANO RICORDA…
1993
OPERAZIONI MILITARI ITALIANE ALL’ESTERO
MOGADISCIO (SOMALIA)
LA BATTAGLIA DEL PASTIFICIO
IL PRIMO COMBATTIMENTO SOSTENUTO DAI SOLDATI ITALIANI DALLA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
La BATTAGLIA del PASTIFICIO, talvolta chiamata anche BATTAGLIA del CHECKPOINT PASTA, fu uno scontro a fuoco a MOGADISCIO tra le truppe italiane e i ribelli somali.
Il 2 luglio 1993, durante l'operazione Canguro 11 decisa dal Comando ITALFOR, forze italiane divise in due colonne meccanizzate effettuarono un rastrellamento alla ricerca di armi nel DISTRETTO DI HALIWAA, quartiere a nord di MOGADISCIO, verso vari obiettivi vicini all'ex pastificio della Barilla abbandonato, vicino al quale era stato costituito un posto di blocco denominato appunto Pasta.
Le due colonne, rispettivamente Alfa e Bravo, provenivano la prima dalla zona del PORTO VECCHIO di MOGADISCIO e la seconda dalla città di BALAD, altro importante presidio italiano durante la missione, situato a circa venti chilometri da MOGADISCIO.
L`obiettivo del rastrellamento era il quadrilatero di 400 metri per 700, compreso fra il "Pasta" e "checkpoint Ferro".
Terminata l'operazione di rastrellamento, le due colonne ripresero la via del ritorno.
In seguito a gravi disordini scoppiati nella zona, con larga partecipazione da parte della popolazione locale a cui erano mischiati cecchini, la situazione precipitò al punto da rendere necessario richiedere rinforzi da parte della colonna Bravo, che si trovava in prossimità del pastificio lungo la VIA IMPERIALE.
Alcuni mezzi blindati italiani VCC-1 Camillino, fermatisi di fronte a barricate erette dai somali, vennero immobilizzati con razzi anticarro mentre le strade circostanti venivano bloccate con altre barricate da parte dei miliziani somali; in uno di questi veicoli corazzati morì il Paracadutista Pasquale Baccaro, che era stato colpito alla gamba da un razzo, mentre rimasero feriti gravemente il Sergente Maggiore Giampiero Monti all'addome e il Paracadutista Massimiliano Zaniolo alla mano.
Venne deciso quindi l'intervento di soccorso della colonna Alfa, quasi arrivata alla base, dotata di otto carri M60 Patton, autoblindo FIAT 6614 e sette blindo pesanti Centauro con cannoni da 105 mm, che però gli equipaggi non avevano l'autorizzazione ad usare per il rischio di colpire i civili, e l'ulteriore appoggio di elicotteri Mangusta A129 e Bell AB-205; gli equipaggi dei blindati, non potendo usare i cannoni, cercarono di proteggere gli altri veicoli ed i compagni feriti con le mitragliatrici, mentre si tentava di rimettere in moto uno dei veicoli immobilizzati e gli uomini appiedati rastrellarono le vicinanze; durante questa azione venne colpito a morte il Sergente incursore Stefano Paolicchi.
Solo in due occasioni venne utilizzato l'armamento pesante: un numero non precisato di M60 della Compagnia del 32º Reggimento Carri aprì il fuoco contro dei container che servivano da scudo ai miliziani, provocando grandi perdite, e un elicottero da attacco Mangusta colpì con un missile TOW un Iveco VM 90 italiano catturato dai somali, distruggendo il mezzo e uccidendo tutti i ribelli a bordo del veicolo. Questo, fra le altre cose, può essere considerato come il battesimo del fuoco del Mangusta.
Tra gli uomini della colonna di soccorso il Sottotenente Andrea Millevoi, Comandante di un Plotone di blindo Centauro del Reggimento "Lancieri di Montebello (8°)", venne colpito da un proiettile nemico mentre si sporgeva dal suo mezzo per controllare l'area degli scontri: nella zona era nel frattempo affluito un numero cospicuo di civili, utilizzati come scudi umani dai miliziani somali. L'arrivo dei nuovi mezzi corazzati permise ai soldati sotto il fuoco di sganciarsi, con miliziani che sparavano dai tetti delle abitazioni e vie di fuga rese inaccessibili da diverse barricate.
Il conto di questa giornata di combattimenti, al termine dell'operazione, fu di 3 Caduti:
Andrea Millevoi, Sottotenente del Reggimento “Lancieri di Montebello (8°)”, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria;
Stefano Paolicchi, Sergente Maggiore del 9º Reggimento d'assalto Paracadutisti "Col Moschin", Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria;
Pasquale Baccaro, Caporale di leva al 186º Reggimento Paracadutisti "Folgore", Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.
Vi furono, inoltre, 22 feriti da parte italiana ed un numero imprecisato di miliziani e civili somali morti o feriti.
Tra i feriti italiani vi fu anche l'allora Sottotenente Gianfranco Paglia, Paracadutista, che durante l'azione fu colpito da tre pallottole (di cui una al polmone che causò un'emorragia interna e una al midollo spinale che lo costringerà alla sedia a rotelle per tutta la vita) mentre cercava di portare in salvo l'equipaggio di uno dei blindati immobilizzati.
Gianfranco Paglia, cui è stata conferita la Medaglia d'Oro al Valor Militare per l'azione compiuta, pur avendo perso l'uso delle gambe è rimasto in servizio.
Al Sergente Maggiore Paracadutista Giampiero Monti, gravemente ferito all'addome, è stata conferita la Medaglia d'Argento al Valore Militare.
Altre Medaglie d'Argento e di Bronzo al Valor Militare furono assegnate a numerosi Soldati italiani impegnati nell'azione.
#OnoriAiCaduti 🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹
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I Percorsi Internazionali di Borghi d'Europa presentati a Montebelluna - Gli interventi di San Marino, Friuli Venezia Giulia,Veneto, Marche e Puglia
I Percorsi Internazionali di Borghi d'Europa,nel quadro del progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico Jonica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica), vengono presentati nel corso di dieci incontri di informazione .
Nel secondo appuntamento che si è tenuto presso il ristorante IppoBicigrill a Montebelluna, i temi affrontati sono stati quelli delle Ferrovie non dimenticate e della Strada Europea dei Formaggi.
Renzo Lupatin, presidente di Borghi d'Europa e fondatore della rivista La Vaca Mora, ha raccontato
la storia delle ferrovie non dimenticate : le nere e sbuffanti locomotive della linea Adria-Mestre e
“Vaca mora” era il termine popolare con cui veniva chiamato anche il trenino a vapore che si
arrampicava sbuffando dalla pianura vicentina fin sull'Altopiano di Asiago .
Nel febbraio del 2014 una delegazione di Borghi d'Europa si incontrava a San Marino con l’Ufficio di Stato per il Turismo della Repubblica di San Marino, nel corso del quale èera stata confermata la partecipazione sanmarinese al VII Festival Europeo del Gusto, svoltosi a Grantorto (Padova) dal 28 febbraio al 2 marzo dello stesso anno.
La manifestazione era dedicata al tema delle Ferrovie Dimenticate e San Marino portò la testimonianza della storia del Treno Bianco Azzurro: la ferrovia che collegò San Marino e Rimini dal 1932 al 1944 e che si intende almeno in parte ripristinare. Nell’occasione, San Marino propose in degustazione i propri vini e i propri prodotti alimentari ed enogastronomici, presentati dal Consorzio Terra di San Marino.
Poi è toccato a chef Accio interpretare la giornata, con le eccellenze dei territori invitati.
Dal Percorso Internazionale La Via dei Norcini hanno fatto capolino il Prosciutto D'Osvaldo
di Cormons (leggermente affumicato) e il Prosciutto cotto alla fiamma del Salumificio Spader
(Mosnigo di Moriago della Battaglia-Tv).
“Dopo la fase di cottura-osserva Renzo Lupatin-, il prosciutto viene letteralmente messo a fiamma viva fino al completo imbrunimento della sua parte superiore priva di cotenna che, arrostendosi ad alta temperatura, si insaporisce di quel tipico gusto della cottura alla brace.”
Chef Accio ha proposto i due prosciutti su di una piadina, realizzata con la Farina Far Piadina
dell'antico Molino Filippi di Castelnovo di Isola Vicentina,farina di mais bianca precotta e rimacinata sottilissima, ideale per impasti, senza glutine. Sopra la piadina un sottile strato di stracchino di capra dell'Azienda agricola Col dei Laghetti di Volpago del Montello (TV).
Bioemozioni, Erboristeria e Alimenti biologici di Montebelluna, ha proposto la pasta bio (i fusilli)
del Pastificio Columbro di Fano, che chef Accio ha interpretato con un sugo di verdure di stagione.
Sempre da Bioemozioni la selezione del pane, rigorosamente bio,opera del Panificio Rizzato
e della cooperativa Mani in Pasta di Vicenza.
Uno strepitoso caprino stagionato dell'azienda agricola Col dei Laghetti ha 'chiuso' degnamente il convivio.
L'incontro è stato commentato dai vini di Gorizia e di San Floriano del Collio : Fabian Korsic
ha presentato il Friulano e il Collio,Gianluca Pelizzon (azienda agricola Villa Vasi di San Mauro,
Gorizia), ha proposto la Malvasia e la Ribolla Gialla. Il commento enoico è stato fatto da
Alessio Dalla Barba, giornalista di Milano e sommelier professionale AIS, che ha sottolineato
l'eccellenza dei vini proposti.
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Veleno Q Italia
Veleno non dimentica: Somalia 2 luglio 1993 "Battaglia del pastificio" Oggi e un giorno triste ma ancora più triste e vedere che questo stato si dimentica dei suoi figli, dei nostri fratelli caduti in una missione di "pace" che lo stesso ha ordinato !#WWG1WGA pic.twitter.com/0AlMgc9LdU
— Veleno (@Veleno57432367) July 2, 2020
from Twitter https://twitter.com/Veleno57432367
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Cofapi Calabria rinnova i suoi vertici: eletti Stamile e Aiello
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/cofapi-calabria-rinnova-i-suoi-vertici-eletti-stamile-e-aiello/
Cofapi Calabria rinnova i suoi vertici: eletti Stamile e Aiello
Cofapi Calabria rinnova i suoi vertici: eletti Stamile e Aiello
La filiera Unionalimentare di Confapi Calabria ha rinnovato i suoi vertici eleggendo come presidente Roberto Aiello, come vicepresidente Claudia Stamile. La nomina è arrivata durante il consiglio nella sede regionale di Confapi. Responsabile per lo sviluppo dell’internazionalizzazione della filiera è stata nominata Paola Filice; Salvatore Astorino (Astorino Pastificio) eletto nel direttivo. I lavori sono stati introdotti dal presidente regionale di Confapi Francesco Napoli, dal direttore Pasquale Mazzuca e dal segretario generale Rossana Battaglia. “La Calabria è una terra che produce qualità: dalla costa alla campagna, dalla montagna all’altopiano, ogni singolo territorio ha i suoi peculiari colori, profumi, tradizioni culturali – ha detto il neo presidente Aiello – nella nostra regione ci sono 3.300 imprese nel settore agroalimentare. Lavoreremo per valorizzare innovazione e internazionalizzazione.” L’augurio di Francesco Napoli, presidente Confapi Calabria: “sono sicuro che il presidente Aiello e la vice Stamile sapranno ben rappresentare le istanze della categoria degli imprenditori della filiera. Buon lavoro a loro e agli altri membri del direttivo.”
La filiera Unionalimentare di Confapi Calabria ha rinnovato i suoi vertici eleggendo come presidente Roberto Aiello, come vicepresidente Claudia Stamile. La nomina è arrivata durante il consiglio nella sede regionale di Confapi. Responsabile per lo sviluppo dell’internazionalizzazione della filiera è stata nominata Paola Filice; Salvatore Astorino (Astorino Pastificio) eletto nel direttivo. I lavori sono stati introdotti dal presidente regionale di Confapi Francesco Napoli, dal direttore Pasquale Mazzuca e dal segretario generale Rossana Battaglia. “La Calabria è una terra che produce qualità: dalla costa alla campagna, dalla montagna all’altopiano, ogni singolo territorio ha i suoi peculiari colori, profumi, tradizioni culturali – ha detto il neo presidente Aiello – nella nostra regione ci sono 3.300 imprese nel settore agroalimentare. Lavoreremo per valorizzare innovazione e internazionalizzazione.” L’augurio di Francesco Napoli, presidente Confapi Calabria: “sono sicuro che il presidente Aiello e la vice Stamile sapranno ben rappresentare le istanze della categoria degli imprenditori della filiera. Buon lavoro a loro e agli altri membri del direttivo.”
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PESARO – Tre riferimenti, “da laico”, come ha tenuto a sottolineare: Gino Girolomoni, don Andrea Gallo e don Luigi Ciotti. Il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Giuseppe Paolini si è raccontato ai dipendenti dell’ente nel primo incontro dopo l’elezione, ripercorrendo con grande spontaneità alcune tappe della sua vita: dall’esperienza a 16 anni come migrante in Svizzera al sodalizio a 19 anni con Girolomoni, allora sindaco di Isola del Piano, con cui avviò l’esperienza del primo pastificio interamente biologico, dall’incontro con don Gallo “il prete partigiano che mi ha fatto capire il senso della solidarietà, che vuol dire sporcarsi le mani per aiutare l’altro”, fino alla battaglia affinché il suo comune, Isola del Piano, si facesse carico di un’abitazione confiscata alla criminalità organizzata.
“Allora ero vice sindaco, il Comune voleva che il bene venisse messo all’asta, ma il rischio che venisse riacquistato dai parenti della persona a cui era stato sottratto era alto, così condussi e vinsi la battaglia. Nel 2010 sono diventato sindaco, nel 2011 ci è stato assegnato il bene e con don Ciotti abbiamo organizzato degli incontri con i giovani, con festa finale che ha visto arrivare a Isola del Piano 1500 persone per ascoltarlo. Oggi la Fattoria della Legalità è meta di scolaresche e visitatori”. Legalità è un termine tornato più volte nel discorso di Paolini: “E’ importante sviluppare un senso di legalità, perché la sicurezza cammina di pari passo con essa. Più un popolo ha dentro la legalità e meno delinquenza c’è”.
Ha poi evidenziato l’orgoglio di essere presidente di “una Provincia con grandi professionalità al suo interno” e funzioni importanti da svolgere a beneficio dei cittadini e del territorio. “La Provincia esiste ancora ed è rappresentata da tutti noi. Siamo un corpo unico che deve andare nella stessa direzione, come una squadra che deve vincere il campionato, con l’auspicio che questi enti tornino ad avere il loro ruolo e che venga deciso dai cittadini chi deve fare il presidente”.
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Piccola storia di Jaci - 08 agosto 1943, i Tedeschi si ritirano da Acireale.
Ricostruzione storica della giornata dell’ 8 agosto 1943 realizzata magistralmente dal Dott. Lorenzo Bovi, studioso ed esperto delle vicende della II guerra mondiale in Sicilia. Questa ricostruzione e’ stata possibile grazie al ritrovamento di numerose foto tedesche recuperate al BundesArchiv di Koblenza, molte di queste pubblicate nei volumi della collezione WWII Sicilia.
Il titolo ha una punta di sarcastico “gli inglesi entrano ad Acireale. Entrano, … appunto”. Gli eserciti sono schierati, tutto è pronto per la battaglia per le strade della città, ma prevale la voglia di finire presto la campagna di Sicilia da ambo le parti, i morti sono stati numerosi per entrambi gli schieramenti….non e’ stata la tanto decantata “passeggiata” per gli angloamericani.
Giorno 8 agosto 1943: gli inglesi entrano ad Acireale. Entrano, … appunto.
Acireale si trova in Sicilia, sull’unica strada che collega Catania a Messina. Da una parte c’è il mare, con l’impenetrabile e selvaggio costone della Timpa, dall’altra si sale verso la grande Etna. E’ una discreta cittadina di circa 20.000 abitanti, famosa per le sue Terme, per la collezione numismatica del Barone Pennisi di Floristella, per il Pastificio Leonardi e per la produzione di limoni. Da alcuni anni ospita un Comando Tedesco e diverse truppe italiane di passaggio. Per andare da Catania a Messina ci si deve passare per forza.
La situazione per l’Italia è tragica, gli Inglesi sono sbarcati in Sicilia e dopo aver lasciato migliaia di morti sul terreno sono finalmente riusciti ad arrivare a Catania. Anche i Tedeschi hanno già avuto le loro durissime perdite, prima per contrastare lo sbarco e poi al Ponte di Primosole (dei 1.400 uomini del 3° Reggimento Paracadutisti almeno 1.100 sono stati uccisi, catturati o feriti – erano arrivati in Sicilia dalla Francia due giorni dopo lo sbarco alleato). Ora si stanno ritirando verso Messina, dove riusciranno a mettere in salvo oltre lo Stretto migliaia di uomini e centinaia di mezzi (la guerra poteva già finire lì). Intanto il Duce è stato arrestato e già si prevedono “salti di barricata”. I tedeschi in ritirata decidono di creare un nuovo sbarramento proprio ad Acireale e ci piazzano in agguato i paracadutisti del 4° Reggimento (Fallschirm-Jäger-Regiment 4), al comando del tenente colonnello Erich Walther, da cui prenderà il nome il Kampfgruppe Walther (comprendente il FJR 4, il Fallschirm-MG Bataillon 1, il Fallschirm-Pionier Bataillon 1, il Fallschirm-Panzerjager Abteilung 1, e parte del Fallschirm-Artillerie Regiment 1.
Il 4° FallschirmJäger Regiment comprendeva il Comando, un Plotone Comunicazioni, un Plotone Ciclisti, un Plotone Pionieri, il 1° Fallschirmjäger Battalion (Maggiore Egger), il 2° Fallschirmjäger Battalion (Maggiore Vosshage) ed il 3° Fallschirmjäger Battalion (Capitano Grassmel). Molti di questi erano appena arrivati in Sicilia, ancora freschi freschi con i bei vestitini stirati, altri arrivavano invece dalla terribile battaglia di Primosole.
Va detto che questi paracadutisti non c’entrano nulla con i tedeschi presenti ad Acireale fino ai giorni dello sbarco, i quali avevano con la città un rapporto di profondo rispetto ed amicizia. Qui si tratta di “combattenti puri”, destinati alla morte, per i quali ogni casa ed ogni pietra sono semplicemente mezzi da usare nel raggiungimento del loro obbiettivo, dettato da un ordine superiore. Per loro Acireale era una semplice tappa come tante altre, e non un pezzo di vita come lo era stato per i loro predecessori. In quest’ottica va vista la famosa opera di segnalazione degli edifici d’abbattere che vide il coraggioso intervento di alcuni acesi dotati di vernice, corsi a “cancellare” i segnali che i tedeschi avevano posto sulle case da demolire (per ritardare l’avanzata alleata).
Ma torniamo a quel giorno. Nelle campagne di Guardia, frazione di Acireale, vengono nascoste in mezzo alla vegetazione le batterie di artiglieria con pezzi da 88 del 1° Reggimento Artiglieria Paracadutisti (Maggiore Schram) pronte a sparare “su tutto quello che si muove” grazie ai collegamenti radio con le vedette. Su di un tavolo in mezzo al bosco, i comandanti tedeschi studiano la cartina della Sicilia (si riconoscono in alto Acireale con a destra Catania).
Invece nelle vie della città ci si prepara al combattimento corpo a corpo. I tedeschi si posizionano al termine delle due arterie principali di Acireale, da cui si domina la via verso Catania. E aspettano. In fondo a Corso Umberto, davanti alla Villa Comunale (parco pubblico con giardino botanico) sistemano un cannone controcarro PAK 40, giusto in mezzo allo sbarramento dotato di bunker che gli italiani avevano precedentemente realizzato, controllando la via fino alla piazza Duomo.
Poi si piazzano in agguato con uno o due carri armati StuG 40 della “Herman Goering” alla Villa Barone S. Lucia (già occupata precedentemente dai tedeschi) in fondo a Corso Savoia, dove la strada devia a destra per S. Maria Ammalati (i tedeschi avevano lì un ospedale da campo) e poi verso Messina. Dico uno o due StuG perchè nelle foto si vedono due diverse mimetizzazioni, ma potrebbe anche essere lo stesso carro ripreso in due momenti differenti (le foto sono state fatte da due fotografi di guerra anche se nello stesso giorno). Vicino ad uno StuG vediamo il Maggiore Egger comandante il 1° Fallschirmjäger Battalion, intento a distribuire ordini d’attacco.
Un paracadutista si prepara alla battaglia costruendosi un piccolo riparo: ha spaccato il muretto di recinzione della villa creando una feritoia dalla quale può inquadrare con la sua Mg tutta la via; dietro di lui si intravede un carro armato pesantemente mimetizzato con teli mimetici e reti. Altri paracadutisti si nascondono dietro i muri delle case ed aspettano.
Ecco! Si sente un esplosione! I Pionieri tedeschi hanno appena fatto saltare il ponte sulla ferrovia, proprio davanti alla Stazione di Acireale (un testimone ricorda di aver visto uno di questi tedeschi correre via ferito dallo scoppio). Vengono anche incendiati i depositi di carburante al Castello Scammacca (Comando Tedesco), per non lasciare nulla al nemico.
Gli inglesi stanno arrivando. I carri armati del 44° Royal Tank Regiment entrano in Piazza Duomo, e qui comincia la festa! Bastano pochi colpi tedeschi per far capire che “da lì non si passa”. Anche i carri armati inglesi sparano alcuni colpi, ma non servono nemmeno a spaventare. La barriera che i paracadutisti tedeschi hanno alzato è tale che il messaggio è chiaro: “dateci il tempo di far ritirare le nostre truppe, oppure ci dovrete venire a prendere uno per uno”. E di morti ce ne sono già stati tanti, se ne contano già più di 4.000 per parte.
Nemmeno gli inglesi hanno più voglia di morire, entrano ad Acireale l’8 agosto e qui si fermano. Aspettano che i tedeschi se ne vadano da soli, una volta terminate le operazioni di imbarco nello Stretto di Messina, oppure che le navi al largo riescano a farli sloggiare coi loro grossi calibri.
I carri armati alleati arriveranno a Giarre (pochi km) solo due giorni dopo, e ce ne metteranno altri 4 per raggiungere Taormina il 14 agosto. E’ una resa non detta, di chi ti sta lasciando andare, nella speranza che la prossima volta “tocchi a qualcun altro”.
@ Lorenzo Bovi – Diritti riservati
Lamba Doria – Siracusa
Piccola storia di Jaci – 08 agosto 1943, i Tedeschi si ritirano da Acireale. was originally published on Fancity Acireale
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La Folgore a Milazzo, il 20 agosto Gianfranco Paglia al Rugby Village Music Fest
E’ tutto pronto per il Rugby Village Music Fest, la manifestazione sportiva che si terrà il prossimo 20 agosto a Milazzo, in Piazza Angonia Tono. Una festa del rugby organizzata da Amatori Milazzo, si aprirà con il lancio da un elicottero di un paracadutista della Folgore di Pisa che sarà ricevuto dal Tenente Colonnello Gianfranco Paglia (rimasto paralizzato durante l'imboscata in Somalia ricordata tristemente con il nome: "Battaglia del Pastificio), medaglia d’oro al valor militare dell’Esercito italiano. Oggi il Ten. Col. Paglia e' consigliere del Ministro della Difesa.
Presenti gli stand istituzionali dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite, della Regione Sicilia Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo e del Comune di Milazzo. Alla Manifestazione accompagnati dal Vice Presidente della Federazione Italiana Rugby Salvatore Perugini e dal Presidente del Comitato Regionale Orazio Arancio parteciperanno alcuni giocatori della nazionale italiana di rugby che simuleranno le azioni di gioco con i bambini. Un videmessaggio del Presidente del Coni Malagò ed è prevista la partecipazione del Sottosegretario di Stato alla Difesa On. Gioacchino Alfano. Cosi il Presidente della Amatori Rugby Milazzo, Sergio Chile', sentito al telefono: "ringrazio tutti coloro che già hanno dato la disponibilità a partecipare all'evento. L'emozione e' palpabile in tutta la cittadina fin d'ora. Quest'anno, continua il Presidente, tra i consueti patrocinii vi e' per la prima volta quello del Ministero della Difesa. Il patrocinio della Difesa, aggiunge Chile', ci riempie di orgoglio poiché la vicinanza del dicastero rappresenta per noi un riferimento importante. Nel rugby come nel mondo militare il rispetto, lo spirito di squadra e la disciplina sono elementi imprescindibili per il successo della competizione". Conclude Chile', vi aspettiamo numerosi e quest'anno organizzeremo anche la diretta dell'evento sulla pagina FB di PRP Channel questa e' un'altra sorpresa, ci vedranno in tutto il mondo". PRP Channel è il primo ed unico giornale italiano multilingue. Tutti gli articoli possono essere letti in tutte le lingue straniere più diffuse. PRP Channel e' già seguito in tutto il mondo, dopo solo 5 mesi di vita, 445000 visualizzazioni. PRP Channel è onorato di promuovere l'evento del 20 agosto 2017 a Milazzo. di Massimiliano D'Elia Click to Post
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(via 14 luglio 1948 - L'attentato a Togliatti - Osservatorio Repressione)
Manifestazioni in tutta Italia per protestare contro l’attentato al segretario del Pci Palmiro Togliatti.
Migliaia di persone invadono piazza Esedra e piazza Colonna a Roma. Scontri si accendono in diverse zone della città, nel corso dei quali le forze di polizia uccidono l’operaio edile Filippo Ghionna e un secondo manifestante, mentre 30 risultano i feriti e 160 gli arrestati.
A Napoli, nel corso di un comizio a piazza Dante la polizia carica senza preavviso i partecipanti, ferendone 20 e uccidendo lo studente Giovanni Quinto e l’operaio Angelo Fischietti.
A Taranto, nel corso dello sciopero dei cantieri navali e delle officine le forze di polizia caricano i manifestanti dinanzi alla sede della Camera del lavoro, uccidendo l’operaio Angelo Gavartara e ferendo altri 4 manifestanti. Rimane gravemente ferito l’agente di Ps Giovanni D’Oria, che morirà qualche giorno più tardi in ospedale.
A Livorno si ingaggia una vera battaglia di strada; i dimostranti svaligiano negozi di armi e disarmano pattuglie di agenti di Ps. Nel corso degli scontri che ne seguono, viene ucciso un operaio ed altri 18 dimostranti sono feriti. Viene ucciso anche l’ agente di Ps Giorgio Lanzi, e altri 4 rimangono feriti.
A Genova migliaia di manifestanti affluiscono in piazza De Ferrari, tutte le fabbriche sono ferme e un comizio alle 17 vede la partecipazione di 100.000 lavoratori. Sorgono barricate, difese da mitragliatrici, radio e giornali passano sotto il controllo della Camera del lavoro.
La rivolta si estende a Sestri ponente, Bolzaneto, Chiavari, Nervi. Alle 13 del 15 luglio il prefetto dichiara lo stato d’assedio e viene scatenata una repressione durissima, mentre i dirigenti di Pci, Psi e Cdl invitano i dimostranti a desistere. La polizia fa uso massiccio di armi da fuoco che uccidono, nel primo giorno della rivolta, Biagio Stefano e Mariano d’Amori e, il giorno seguente, Angiolina Alice Roba, mentre 43 sono i manifestanti feriti.
A Bologna la Celere apre il fuoco uccidendo un operaio e ferendone gravemente altri 11.
A Porto Marghera (Venezia), i manifestanti comunisti provvedono a disarmare agenti di Ps e carabinieri, ma in uno scontro a fuoco la polizia uccide l’operaio Cesare Pietro e ne ferisce un secondo.
A Gravina di Puglia (Bari), i manifestanti invadono il pastificio Divella e nel successivo intervento le forze di polizia uccidono a colpi di moschetto il bracciante comunista Michele d’Elia. I
l 16 luglio Il ministro degli Interni Mario Scelba comunica il bilancio ufficiale degli incidenti seguiti all’attentato contro Palmiro Togliatti: 7 morti e 120 feriti tra le forze di polizia; 7 morti e 86 feriti tra i cittadini.
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2 luglio 1993 - la battaglia del pastificio
2 luglio 1993 – la battaglia del pastificio
Il 2 luglio del 1993, per la prima volta dalla seconda guerra mondiale, le forze armate italiane, inquadrate nel contingente ONU in Somalia si ritrovarono impegnate in battaglia. Siamo a Mogadiscio, e il fatto d’armi oggetto del presente post è passato alla storia come battaglia del “Check point Pasta”. C’erano stati gli eroici aviatori di Kindu massacrati nel 1961 in Congo, ma quello di…
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Domani si celebra l'anniversario della battaglia del Pastificio.
Domani si celebra l’anniversario della battaglia del Pastificio.
Sono passati 23 anni dalla battaglia che è passata alla storia come la Battaglia del Pastificio! Avevo appena 19 anni e mi ero qualificato Incursore da uno.
Quella missione, IBIS, è rimasta nella mia memoria per tante cose, non solo perché fu la prima, ma perché fu la prima dove mi trovai faccia a faccia con il nemico, in un ambiente strano, dove un giorno sembrava quasi di essere in vacanza, ed…
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Gianfranco Paglia: "Eroe? Ho fatto solo il mio dovere"
Gianfranco Paglia: “Eroe? Ho fatto solo il mio dovere”
1993, la Somalia è nel caos da 2 anni. La guerra civile ha sconvolto il paese. Gruppi armati ribelli hanno rovesciato il regime del presidente Siad Barre e il vuoto di potere è sfociato in una lotta tra le varie fazioni, in particolare tra quella di Ali Mahdi e quella capeggiata da Aidid. Le Nazioni Unite intervengono militarmente per ristabilire la pace. Ha inizio quindi la missione…
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