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#20th Century Fox Italia
whileiamdying · 4 months
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Raffaella Carrà, pseudonimo di Raffaella Maria Roberta Pelloni,(Bologna, 18 giugno 1943 – Roma, 5 luglio 2021), è stata una soubrette, cantante, ballerina, attrice, conduttrice televisiva, showgirl, autrice televisiva e conduttrice radiofonica italiana.
Considerata «la regina della televisione italiana», è stata definita «un'icona della cultura pop» in Europa e in America Latina dalla critica italiana e internazionale, e, tra gli anni '70 e '80, è diventata una precorritrice del femminismo, della libertà sessuale delle donne nella televisione e nell'industria musicale italiana e spagnola, oltre che una sostenitrice della comunità LGBT.
Nel corso della sua carriera ha pubblicato 25 album in studio (42 contando gli adattamenti in altre lingue) in 46 Paesi del mondo, vendendo oltre 60 milioni di dischi in tutto il mondo ed esordendo in numerose classifiche internazionali, grazie a canzoni come Tanti auguri, Rumore, Pedro, 5353456, Fiesta, Ballo ballo, Caliente Caliente, E salutala per me e A far l'amore comincia tu, eseguite dalla cantante, oltre che in lingua italiana, in inglese, spagnolo, francese, portoghese, tedesco, greco, russo e filippino.
Raffaella è stata presente nei palinsesti televisivi dalla fine degli anni sessanta fino alla sua morte in Italia, Spagna e America Latina, venendo riconosciuta con dodici Telegattie due TP de Oro. Dopo un esordio da attrice in Italia, l'artista ha firmato un contratto di recitazione con la 20th Century Fox a Hollywood, recitando anche in film francesi e spagnoli, lavorando con Mario Monicelli, Marcello Mastroianni, Frank Sinatra, Edward Mulhare, Trevor Howard, Jean Marais, James Coburn e Bill Cosby.
Dopo la sua morte, Raffaella Carrà è stata insignita del Premio Sorriso Diverso Venezia alla 78ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia per il suo contributo all'industria musicale e dello spettacolo italiana.
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saturdaynightmatinee · 3 months
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CALIFICACIÓN PERSONAL: 7 / 10
Título Original: The First Omen
Año: 2024
Duración: 120 min
País: Estados Unidos
Dirección: Arkasha Stevenson
Guion: Tim Smith, Arkasha Stevenson, Keith Thomas. Personajes: David Seltzer
Música: Mark Korven
Fotografía: Aaron Morton
Reparto: Nell Tiger Free, Ralph Ineson, Sônia Braga, Tawfeek Barhom, Maria Caballero, etc
Productora: Coproducción Estados Unidos-Italia; Phantom Four Films, 20th Century Studios, Kiwii, Cattleya, Abbey Road Studios. Distribuidora: 20th Century Fox
Género: Horror
TRAILER:
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agendaculturaldelima · 6 months
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   #ProyeccionDeVida
🎬 “LA PRIMERA PROFECIA” [The First Omen]
🔎 Género: Terror / Thriller / Precuela
⌛️ Duración: 120 minutos
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✍️ Guión: Tim Smith, Arkasha Stevenson y Keith Thomas
🙈 Personajes: David Seltzer
🎼 Música: Mark Korven
📷 Fotografía: Aaron Morton
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🗯 Argumento: Cuando una joven estadounidense viaja a la ciudad de Roma para iniciar una vida de servicio a la Iglesia, se topa con una oscuridad que pone en cuestión su propia fe y descubre una conspiración aterradora que espera provocar el nacimiento de la encarnación del mal. La cinta es la precuela de 'La Profecía [The Omen]' (1976).
 👥 Reparto: Nell Tiger Free (Margaret Daino), Sônia Braga (Silvia), Bill Nighy (Lawrence), Ralph Ineson (Padre Brennan), Andrea Arcangeli (Paolo), Tawfeek Barhom (Gabriel), Charles Dance (Padre Harris), Ishtar Currie Wilson (Anjelica), Mia McGovern Zaini (Beatrice), María Caballero (Luz) y Alessia Bonnaci (Enfermera)
📢 Dirección: Arkasha Stevenson
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© Productoras: Phantom Four Films, 20th Century Studios, Kiwii, Cattleya & Abbey Road Studios.
💻 Distribuidora: 20th Century Fox
🌎 Países: Estados Unidos-Italia
📅 Año: 2024
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📌 ESTRENO:
📆 Jueves 04 de Abril
📽 Cartelera Nacional: Cineplanet / Cinemark Perú / Cinépolis / Multicines Cinestar
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multiverseofseries · 6 months
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Boris 4: Boris è ancora Boris, fortissimamente Boris
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Quando uscì la notizia di una nuova stagione di Boris potevo percepire il terrore negli occhi dei tanti fans della serie, perché era lo stesso che avevo e che si è visto in tutti questi anni in quelli di autori e attori ogni volta che si parlava di una quarta stagione. Di solito La parola "perfetto" la si trova soltanto nei vocabolari ma nella vita reale raramente si manifesta. Eppure Boris, "la fuoriserie italiana", è proprio quel rarissimo esempio di perfezione assoluta. Arrivata dal nulla, ormai nel  lontano 2007, dalla sua uscita ha cambiato tutto. Mentre i suoi personaggi ripetevano fino allo sfinimento che "una televisione diversa è impossibile", gli autori Mattia Torre, Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico sono riusciti nell’impresa di trasformare la serialità italiana. E contemporaneamente hanno portato a galla tutte le idiosincrasie dell'Italia, le nostre contraddizioni, le meschinità, i grandi slanci. La "locura" che ci contraddistingue, insomma. Con quale coraggio si poteva quindi mettere mano a tre stagioni e un film dall'equilibrio aureo? Ci è voluto tanto tempo, riflessione e anni di scrittura, ma alla fine due anni fa è uscita Boris 4. Gioite quindi perchè il miracolo è riuscito!
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Boris 4: Carolina Crescentini insieme a Pietro Sermonti in una scena del primo episodio
C’è da dire che dalla prima mitica stagione tutto è cambiato: il contesto storico, economico e politico dell'Italia è completamente diverso. Gli stessi attori sono diversi e, soprattutto, Mattia Torre ci ha lasciato. Non soltanto lui: anche Roberta Fiorentini, interprete di Itala, Franco Ravera (sua la battuta "una bella sambuca!") e Arnaldo Ninchi, il Dottor Cane. Tanti tasselli importanti di un mondo entrato nella nostra vita quotidiana: è incredibile come le battute di Boris siano radicate in modo capillare nell'uso corrente. Da "Dai! Dai! Dai!" a "F4 basito", "cagna maledetta", "molto italiano", "a cazzo de cane" e così via. Perfino le parole "pacchetto azionario" adesso hanno tutto un altro sapore. Eppure Boris racconta un microcosmo, quello del set di "una fiction demmerda", come la definisce il suo stesso regista, René Ferretti, un Francesco Pannofino immenso. Quel microcosmo, con le sue regole interne e le dinamiche ben definite è diventato di ampio respiro, raggiungendo un pubblico vasto, che non è soltanto quello degli addetti ai lavori.
Come si può raccontare però quei personaggi 15 anni dopo? In una realtà in cui lo stesso mondo dello spettacolo è profondamente mutato, in cui le "fiction demmerda" vanno in streaming e c'è una concorrenza spietata, proveniente da tutto il mondo, cosa farebbero Ferretti e la sua scalcagnata troupe? La verità ha superato la finzione: trasmessa da Fox, ex canale di Sky, Boris è finita prima su Netflix nel 2020 dove, complice la pandemia, è stata riscoperta e amata da un nuovo vastissimo pubblico. Poi, una volta presa la decisione di continuare, è stata Disney a produrre, perché nel frattempo ha comprato 20th Century Fox. E qui c'è stato il grande scatto d'intelligenza: se tutti abbiamo pensato, non negatelo, che Boris e Disney nella stessa frase non potessero coesistere, a meno di non vedere Duccio sniffare arcobaleni e Biascica abbracciare orsetti profumati, Disney Italia è stata invece più furba. Ha capito che Boris per essere Boris non poteva scendere a compromessi. Non si poteva rinunciare alla ferocia, alle parolacce, alla cattiveria. E infatti in questi nuovi episodi, otto in totale (così da arrivare alla cifra tonda di 50 complessivi), c'è tutta la scorrettezza che ricordavo.
"Con la merda se semo comprati Spoleto"
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Boris 4: Caterina Guzzanti e Francesco Pannofino in una scena del primo episodio
Molto gattopardianamente, gli autori hanno fatto la mossa più semplice e vincente: cambiare tutto per, in sostanza, non cambiare nulla. È vero, ora non c'è più la Rete, la tv generalista è in crisi, lo streaming con il suo algoritmo regna sovrano, ma la capacità di adattamento dei nostri è immutata. Stanis e Corinna (Pietro Sermonti e Carolina Crescentini) si sono sposati, ma si odiano come e, forse, più di prima. Con la loro casa di produzione, la SNIP (So Not Italian Production, e qui scatta già l'applauso), stanno mettendo in piedi una serie, la Vita di Gesù, dalle ambizioni internazionali. In attesa di ricevere l'approvazione di un colosso dello streaming per essere acquistata, Ferretti e soci si sono portati avanti, accettando perfino di fare un corso su come comportarsi con rispetto nei confronti degli altri colleghi. Politicamente corretto, cambiamento del linguaggio ("ammerdu" è un piccolo capolavoro), il rapporto con i social: il presente è di certo entrato prepotentemente in Boris, ma i nostri protagonisti sono sempre i soliti irrimediabili cialtroni.
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Boris 4: Alessandro Tiberi e Francesco Pannofino in una scena del primo episodio
Molto bello l'omaggio a Mattia Torre, che non vi sveliamo per non rovinarvi la sorpresa, messo in atto grazie alle figure dei tre sceneggiatori, alter ego dei veri creatori della serie. È sempre grazie a loro e alle assurde (ma molto verosimili) sedute di brainstorming che capiamo come, dove e quando stiamo andando su questa Italia. Ancora una volta copiano, ancora una volta scelgono soluzioni facili, ancora una volta pensano solo ai soldi (una delle nuove battute più belle la dicono loro: "con la merda se semo comprati Spoleto, ma c'è un limite a tutto"). Eppure in qualche modo se la cavano sempre, perché in fondo "l'algoritmo si muove come un demente". Forse è così, o forse chi è veramente bravo sa creare qualcosa che piace a prescindere da calcoli e previsioni, fatto sta che Boris 4 è davvero Boris, fortissimamente Boris. Si ride moltissimo, forte, e con gusto. Il ritmo è forsennato: ogni scena, ogni gesto, ogni frase è un tripudio di invenzioni, trovate, gag. La nostalgia per i classici c'è, ma non troppo: si punta infatti su nuovi tormentoni, utilizzando con parsimonia i vecchi, a cui magari si dà un nuovo geniale significato.
Inutile dire che il cast è fenomenale: effettivamente non è passato un giorno dall'ultima volta che tutti questi splendidi attori hanno lavorato insieme, perché in 15 anni ogni interprete ha ritrovato gli altri in molti film e serie. E si vede. La chimica è più che palpabile: ognuno conosce l'altro, i suoi tempi, la fisicità e insieme funzionano come un'orchestra, in cui il singolo elemento suona con virtuosismo il proprio strumento. Accanto alle colonne di Boris ci sono anche facce nuove e come al solito è il gruppo a essere vincente. Come già fatto in passato, autori e cast ci hanno regalato una dose di gioia da vedere e rivedere. E sarebbe bello che non finisca qui: anche solamente per una simmetria dantesca, perchè, dopo "l'Inferno della quarta stagione", proprio quella che avevano giurato di non fare mai, bisognerebbe, per completezza, passare anche per un Purgatorio e un Paradiso.
Conclusioni
In conclusione i nuovi episodi di Boris 4 non deludono, anzi, sorprendono per qualità di scrittura, ritmo e inventiva. Il cast è fenomenale, affiatato esattamente come le scorse stagioni. Chi ha amato la serie sarà commosso nel ritrovare la stessa ferocia, la cattiveria, la comicità irresistibile. Disney è stata molto intelligente a capire che per funzionare davvero Boris non poteva snaturarsi: e per fortuna è ancora la stessa, anche se tutto intorno è cambiato.
👍🏻
- La scrittura brillante.
- Le battute, che sono già tormentoni.
- Il cast super affiatato.
- La capacità di adattarsi a un mondo completamente diverso.
👎🏻
- è un piccolo capolavoro, un miracolo seriale cosa potrebbe mai esserci che non vada. Assolutamente Nulla.
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universalmovies · 6 years
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Rilasciato il trailer finale italiano di The Predator
Rilasciato il trailer finale italiano di The Predator
La divisione nazionale della 20th Century Fox ha rilasciato poco fa la versione italiana del trailer finale di The Predator.
Come noto, il nuovo episodio della nota saga sci-fi esordirà nelle nostre sale a partire dall’11 ottobre, pertanto in quest’ultimo mese sara fondamentale per iniziare a capire quale potrà essere il suo impatto sul Box Office.
Nel cast diretto da Shane Black spiccano…
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thiswasstarkslydia · 5 years
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⇢ starkslydia’s favorite ships (3/7)
21. CHONI — cheryl blossom and toni topaz, riverdale (the cw, 2017) played by madelaine petsch and vanessa morgan
22. JONEVA — jonas noah vasquez and eva kviig mohn, skam (nrk, 2015) played by marlon langeland and lisa teige
23. HALLIE — harry bingham and allie pressman, the society (netflix, 2018) played by alex fitzalan and kathryn newton
24. CHERIK — charles “professor x” xavier and erik “magneto” lehnsherr, x men franchise (20th century fox) played by james mcavoy and michael fassbender
25. HALEB — hanna marin and caleb rivers, pretty little liars (freeform, 2010) played by ashley benson and tyler blackburn
26. ECLARIS — marcos “eclipse” díaz and lorna “polaris” dane, the gifted (fox, 2017) played by sean teale and emma dumont
27. CLAIMIE — jamie fraser and claire beauchamp, outlander (starz, 2014) played by sam heughan and caitriona balfe
28. INCANTAVA — edoardo incanti and eleonora sava, skam italia (timvision, 2018) played by giancarlo commare and benedetta gargari
29. FOURTRIS — tobias “four” eaton and beatrice “tris” prior, divergent franchise (summit) played by theo james and shailene woodley
30. JOPPER — jim hopper and joyce byers, stranger things (netflix, 2016) played by david harbour and winona ryder
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levysoft · 4 years
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La presenza del Dolby Vision su iPhone è una vera e propria rivoluzione, forse l’unica “vera” rivoluzione di questa generazione di smartphone Apple. Ma perchè è così importante e, soprattutto, cos’è il Dolby Vision?
Dolby Vision, cos’è e come funziona
Senza scendere nei tecnicismi, il Dolby Vision è un sistema capace di migliorare i contenuti visivi, offrendo una serie di dati in più rispetto all’HDR (ormai standardizzato ad HDR10). Questo formato specifico si estende a tutta la produzione cinematografica e video partendo dalla creazione dei contenuti fino alla visualizzazione per l’utente finale. Non si parla di definizione, non si tratta di vedere più pixel o maggior dettaglio. Si parla, in modo specifico di colori, gamma dinamica e contrasti. É un po’ come l’HDR10 ma sviluppato seguendo un’idea profondamente differente.
Se infatti il sistema HDR10 applica una elaborazione e/o correzione – a seconda di come vogliamo definirla – all’intero video, il Dolby Vision si occupa di ogni singola immagine. Questo consente alle immagini di risultare perfettamente ottimizzate anche quando le condizioni di luce e colori cambiano radicalmente e rapidamente per tutto il video. A differenza di HDR10, il Dolby Vision può lavorare sui metadati di ogni singola immagine e quindi applicare la migliore gestione dei colori possibile.
Parlando in termini più semplici potremmo dire che l’HDR10 può essere equiparato all’applicare un solo filtro su tutta una serie di immagini, mentre il Dolby Vision può essere paragonato alla modifica singola di ogni immagine. Se trasliamo per un secondo il mondo video su quello fotografico possiamo avere immediatamente un’idea su ciò che fa il Dolby Vision:
HDR10: scatto cinquanta foto in una giornata e applico lo stesso filtro Lightroom, VSCO, Instagram, o una singola regolazione a tutte le immagini contemporaneamente
Dolby Vision: scatto cinquanta foto in una giornata e applico un filtro o una regolazione ad ogni singola immagine in modo individuale
In termini tecnici, Dolby Vision espande la gamma cromatica con l’adozione di un nuovo spazio colore, denominato REC.2020 e codifica le immagini a 12-bit così da poter elaborare tutti i dati possibili. Certo, l’iPhone si “ferma” a 10-bit ma si tratta di un traguardo che poche videocamere possono raggiungere allo stesso prezzo dello smartphone di Cupertino.
Riepilogando, il Dolby Vision utilizza metadati dinamici che consentono a monitor e TV compatibili di adattare contrasto e gamma cromatica estesa, fotogramma per fotogramma, al contrario di HDR10 che usa dei metadati statici.
E l’HDR10+?
La tecnologia alternativa al Dolby Vision si chiama HDR10+ ed è ormai presente in tantissimi prodotti. Si è diffusa rapidamente perchè è gratuita, non richiede licenza e quindi costa meno alle aziende, ma non solo: essendo “open” renderebbe democratico l’accesso a questa grande innovazione tecnologica. Peccato però che la sua diffusione in termini di contenuti non tenga il passo e che sempre meno film e serie tv supportino HDR10+, compresi quelli di 20th Century (Fox) che aveva puntato sin dall’inizio su questa tecnologia. Di contro, Dolby Vision viene scelto sempre di più dai produttori e dai servizi di streaming, in primis Netflix e Disney+. Anche Apple TV+ supporta il Dolby Vision, nonostante i problemi che ci sono stati sul box Apple TV 4K.
La rivoluzione non sta però nel pannello del display di iPhone poiché di iPhone con supporto a questa tecnologia ne abbiamo già visti. La vera rivoluzione sta nella fotocamera dei nuovi iPhone 12, capace ora di registrare a 10-bit con supporto Dolby Vision. iPhone 12, nello specifico, supporto il Dolby Vision fino a 4K 30fps mentre iPhone 12 Pro fino a 4K 60fps. E poi c’è il nuovo SoC A14 Bionic che, in accoppiata al software, permette la facile e immediata gestione di tutti questi dati. Ed è proprio questa caratteristica a rendere davvero democratico questo standard. Tutti gli utenti avranno ora a disposizione una fotocamera capace di registrare video con questa enorme quantità di informazioni e poter anche apportare modifiche consistenti ai colori direttamente dallo smartphone.
È l’addio ai colorist? Ovviamente no, la color correction è un’attività fondamentale che non vacillerà a causa delle possibilità offerte dagli smartphone Apple, che potranno quindi ottimizzare ed elaborare i video HDR con una gamma così estesa. Dai progetti più basic fino ad arrivare a quelli realmente professionali, la figura dell’esperto di color correction e di color grading resta indispensabile, anzi sarà interessante vedere come l’iPhone 12 potrà comportarsi nelle mani di veri professionisti.
Quest’innovazione quindi va a toccare le vite degli utenti, degli appassionati, dei fotografi, dei videomaker e di chi fa cinema. Dal video ricordo di un viaggio o di una giornata in famiglia, alla produzione cinematografica vera e propria, avere uno smartphone capace di offrire questi risultati è davvero qualcosa di strabiliante. E la capillare diffusione di questi nuovi iPhone potrà solo incentivare tutto il mercato a puntare ancora di più verso i contenuti Dolby Vision. E ne beneficeremo tutti: dalla serie TV ai video su YouTube, all’editing e alla produzione video. Speriamo solo che pian piano sempre più piattaforme e produttori si convertano al Dolby Vision.
Ancora una volta, quindi, sono le cose più “piccole”, quelle a passare quasi in sordina al grande pubblico, a dar vita alle rivoluzioni più grandi. Ed Apple lo sa bene.
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Le Mans '66 Streaming ITA è un film di genere azione, drammatico del 2019, diretto da James Mangold, con Christian Bale e Matt Damon. Uscita al cinema il 14 novembre 2019. Durata 152 minuti. Distribuito da 20th Century Fox Italia.
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TRAMA Le Mans '66, film diretto da James Mangold, racconta la storica battaglia tra le case automobilistiche Ford e Ferrari per vincere la famosa gara endurance di auto sportive, nota come 24 Ore di Le Mans. Nel 1963 la Ford Motor Company contatta Enzo Ferrari (Remo Girone) per un possibile acquisto, ma l'italiano interrompe presto i rapporti, quando capisce che nell'accordo è incluso anche la Scuderia Ferrari.
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Regista: Taika Waititi Genere: Commedia, Drammatico Anno: 2019 Paese: Germania, USA Durata: 108 min Data di uscita: 16 gennaio 2020 Distribuzione: Walt Disney Italia / 20th Century Fox
Trama : Jojo Rabbit, film diretto da Taika Waititi, è la storia di un dolce e timido bambino tedesco di dieci anni, Jojo Betzler (Roman Griffin Davis), soprannominato "Rabbit", appartenente alla Gioventù hitleriana durante i violenti anni della Seconda guerra mondiale.
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dailynicknews · 5 years
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capricornwings · 6 years
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newsintheshell · 6 years
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Gogeta si mostra nel nuovo teaser trailer di “Dragon Ball Super: Broly”
Il nuovo film della saga debutterà il 14 dicembre in Giappone.
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Diffuso un nuovo teaser trailer di “Dragon Ball Super: Broly” che questa volta mostra in azione nientemeno che Gogeta, la fusione fra Goku e Vegeta, alle prese con il Super Saiyan Leggendario.In sottofondo al video troviamo il brano “Blizzard”, realizzato da Daichi Miura per quello che sarà il 20° film del franchise di Dragon Ball basato sul popolare manga di Akira Toriyama edito in Italia da Star Comics. 
La pellicola debutterà nei cinema giapponesi il 14 dicembre di quest’anno, a seguito delll’anteprima mondiale tenutasi il 14 novembre presso il Nippon Budokan.
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Lo staff di produzione punta ad una distribuzione anche in altre parti del mondo, già confermata per USA e Canada per il 16 gennaio 2019. Al momento Lucky Red non si è ancora pronunciata su una possibile uscita italiana del film.
Il progetto è diretto da Tatsuya Nagamine (One Piece Film: Z) presso Toei Animation, Toriyama si sta occupando della sceneggiatura e del design dei personaggi. A supervisionarne le animazioni c’è Naohiro Shintani, mentre come art director troviamo Kazuo Ogura. Alla colorizzazione c’è Rumiko Nagai, mentre degli effeti speciali si sta occupando Naotake Oota. Kai Makino dirige il comparto di computer grafica, mentre la colonna sonora è composta da Norihito Sumitomo. Toei distribuirà il film assieme a 20th Century Fox.
Al tempo, Toryama fu coinvolto solo marginalmente nella creazione del personaggio di Broly e, di comune accordo con lo staff, ha deciso di far entrare il Super Saiyan Leggendario a pieno diritto nell’universo della recente serie “Dragon Ball Super”, distribuita in Italia da Yamato Video in home video e trasmessa in tv da Mediaset. L’autore ha assicurato che il film rivelerà nuovi aspetti del personaggio e che la pellicola non mostrerà solo dei combattimenti epici, ma esplorerà anche le origini e il legame di Goku, Vegeta e Broly. Approfondirà la storia dei Saiyan e il collegamento con l’esercito di Freezer.
SilenziO)))
[FONTE]
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universalmovies · 6 years
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Un nuovo trailer italiano per 7 Sconosciuti a El Royale
Un nuovo trailer italiano per 7 Sconosciuti a El Royale
La divisione nazionale della 20th Century Fox ha rilasciato nel primo pomeriggio odierno il nuovo trailer italiano di 7 Sconosciuti a El Royale, il film diretto da Drew Goddard.
Il film approderà nelle nostre sale a partire dal 18 ottobre.
Noto negli Usa con il titolo ufficiale Bad Times al the El Royale, il nuovo film di Drew Goddard può contare su un cast all stars composto da Chris…
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supersergiofabi · 3 years
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. Fremantle si è assicurata in esclusiva l’opzione sui diritti internazionali per la realizzazione di un documentario su Raffaella Carrà che ripercorrerà la straordinaria vita della cantante, attrice e presentatrice italiana diventata una vera e propria icona della cultura pop in tutto il mondo.   La carriera di Raffaella ha attraversato sette decenni di straordinari successi, durante i quali ha sfidato la morale conservatrice e si è sempre presentata come una donna libera, consapevole e indipendente. Seguendo le orme di artiste come Gina Lollobrigida, Sophia Loren e Virna Lisi, nel 1965 Raffaella firma un contratto cinematografico con la 20th Century Fox ed appare nel film Il colonnello Von Ryan al fianco di Frank Sinatra, Edward Mulhare e Trevor Howard. Ma è con Canzonissima, il celebre varietà televisivo degli anni ’70 condotto insieme a Corrado, che Raffaella Carrà diventa una vera e propria star della televisione italiana. In quegli anni la sua popolarità cresce in Spagna, in Europa e in America Latina grazie anche all’enorme successo dell’album Forte Forte Forte, pubblicato in 36 paesi nel mondo.  Raffaella ha sempre sfidato lo status quo, diventando un simbolo di innovazione e di rottura, dall'ombelico scoperto nella sigla di Canzonissima nella stagione 69/70 fino allo “scabroso” ballo del Tuca Tuca nel 1971 sempre sul palco di Canzonissima. Scelte artistiche considerate straordinariamente provocatorie nel contesto culturale e politico dell'epoca, che generarono polemiche e dibattito, ma che consacrarono di fatto la Carrà come protagonista indiscussa del percorso di determinazione dei diritti delle donne, in Italia e in Spagna. Raffaella non ha mai smesso di incoraggiare tutti a sentirsi liberi di esprimere le proprie scelte .. https://www.instagram.com/sergiofabi2016/p/CXvt4r7ML0J/?utm_medium=tumblr
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wingsliberty1995 · 3 years
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MODERN FAMILY
Modern Family è una serie televisiva statunitense creata da Christopher Lloyd e Steven Levitan e prodotta dalla 20th Century Fox Television dal 2009 al 2020 per un totale di undici stagioni. La sitcom, realizzata con la tecnica del falso documentario, racconta le vicende di una famiglia allargata composta da tre nuclei legati tra loro che non corrisponde ai canoni tradizionali. Ciò offre un realistico scorcio sulla figura, in costante cambiamento, della famiglia occidentale contemporanea, composta da personaggi che presentano caratteristiche caratteriali, sessuali, etniche e culturali diverse. Sin dall'esordio la serie ha ottenuto un ampio consenso di critica e di pubblico, acquisendo popolarità a livello internazionale e generando anche alcuni remake esteri. Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti figurano ventidue premi Emmy, di cui cinque per la miglior serie commedia, e un Golden Globe per la miglior serie commedia o musicale.
Parliamo di una serie tv che mi piace molto questa volta parliamo di Modern Family e una serie tv molto bella che adoro, non mi ricordo bene doe l'ho vista la prima volta credo italia uno, mi ricordo che li trasmettevano le prime stagioni anche se le ultime le ho viste in streaming o alcune volte le ho visto su Netflix, comunque la serie e davvero bella parla di un intero gruppo che sono una famiglia. La prima famiglia e Jay con Gloria che non e la madre dei figli di Jay ma lei ha un figlio Manny, Jay mi piace molto e il classico patriarca sembra una persona antica e un po burbera ma in realtà e davvero una brava persona, si vede come ama i suoi figli e come li tratta, adoro il rapporto che a con Gloria insieme sono bellissimi, anche il rapporto che a con Manny e con Jo il figlio che avrà con Gloria e davvero un ottimo padre si vede che ama i suoi figli più di se stesso, adoro Gloria e un personaggio fantastico e una donna straniera che a cresciuto suo figlio da sola, una donna bellissima e decisamente più giovane di Jay infatti alcuni pensano che e impossibile che lui lo ama, ma loro due insieme sono davvero innamorati, adoro il suo carattere mi piace anche la sua crescita, il cambiamento del suo personaggio, poi c'è Manny il figlio di Gloria all' inizio della serie e solo un bambino quindi non lo capisci molto ma piano piano cresce e inizi un po a capirlo anche se non e  tra i miei personaggi preferiti, poi c'è Jo un bambino normale.La seconda famiglia invece sono Clar, Phill, Alex , Luke e infine Haley la famiglia Dunphy come la chiamano tutti, Clar e la figlia di Jay una donna che sembra severa ma che in realtà cerca solo di essere un ottima madre, adoro il suo cambiamento della serie e passata da donna solo casa e famiglia a donna in carriera, si e impegnate adoro il rapporto che a con i suoi figli e con suo marito, Phill e il padre che tutti quanti vorrebbero avere e meraviglioso, non solo e divertente ma sa essere anche dolce e severo, adoro il suo modo di fare e il rapporto che a con i suoi figli, poi c'è Haylei che e la prima figlia di Phill e Clar adoro il suo personaggio, anche se non mi piace la sua fine apparte che tra le relazioni devo dire che preferisco lei non insieme a Dilan, lui non mi piace per niente, preferisco Andy per me  e il migliore, comunque non mi piace come e finita con il suo personaggio speravo che continuava la sua carriera sembrava che stava raggiungendo qualcosa di positivo, ma invece e finita la classica madre di due bambini, non sto dicendo che fare la madre e sbagliato ma preferivo che il suo personaggio si evolveva, magari carriera e famiglia e invece solo famiglia con Dilan che non mi piace per niente, poi c'è Alex adoro anche lei e adoro il suo personaggio la sua crescita com'è diventata da donna diciamo un po chiusa ma poi aperta, diciamo più tranquilla infatti adoro il suo personaggio e com'è diventata, una donna in carriera che sa quello che vuole infine Luke anche lui non mi fa impazzire molto infine l'ultima famiglia che mi piace molto e che adoro tra tutte le famiglie, parliamo di Mich, Cam e infine Lily, Mich e il fratello di Clar e il figlio di Jay adoro il suo personaggio tutto quello che fa anche la sua crescità e il suo rapporto, poi c'è Cam il marito di Mich anche lui e fantastico, insieme sono bellissimi il loro rapporto e bellissimo infine Lily all'inizio anche lei e solo una neonata ma il suo cambiamento e molto carino come il loro rapporto. Modern Family e fantastico tratta di molto tematiche, come la famiglia, la diversità,l'etnia e la comunità LGBTQP, tratta di molti argomenti che sono seri ma con un po ironia, in tutto sono 11 stagioni, 11 stagioni che non ti annoiano mai e che le ami ogni episodio che spunta, tra i miei momenti preferiti mi piace molto il matrimonio tra Cam e Mitch quelle due puntate sono state bellissime, devo dire che mi hanno fatto piangere come una bambina sono le mie due puntate preferite, ma anche la nascita dei gemelli e del arrivo di Lily sono bellissimi, posso dire che e difficile scegliere una puntata che ti piace di meno, le puntate purtroppo non le trasmettono
più su italia uno purtroppo ma si possono trovare in streaming anche l'ultima stagione, anche su Netflix si può trovare, Infine posso dire che vi consiglio di guardarla, se non l'avete mai vista.
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rosebudblog · 4 years
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BEN-HUR A LA CARTA
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1907
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FRED NIBLO
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RAMÓN NOVARRO
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1925
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WILLIAM WYLER
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LA MÁS CURIOSA FOTO DE BEN-HUR
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2003
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2016
Es muy posible que en esta próxima Semana Santa, exenta de pasos, tronos y ”santos” (en argot semanasantero lucentino) en las calles, se vean en la televisión algunas películas propias de estas fechas desde Quo Vadis a Rey de Reyes, desde La historia más grande jamás contada hasta la magnífica El Evangelio según san Mateo; pero posiblemente la audiencia más grande se la llevará Ben-Hur, la más clásica de las películas de la semana grande de la cristiandad y eso que no es Jesucristo el personaje principal de la historia que en ella se cuenta.
Seguramente la mayoría de la audiencia vea la versión de 1959 dirigida por William Wyler e interpretada por Charlton Heston (los más jóvenes igual se decantan por la de 2016). Pero ¿en realidad, esas son las únicas versiones que se han llevado a la pantalla de la novela de Lewis Wallace? Evidentemente no y a repasar las que se han hecho y las circunstancias que las han rodeado vamos a dedicar este capítulo.
En 1880 un antiguo general de la guerra de Secesión norteamericana, Lewis Wallace (1827-1905) escribió una novela ambientada en la época de Cristo y con una clara orientación de proselitismo cristiano. Nunca pudo imaginar el general que la obra que había escrito sería mundialmente conocida y no solo por su versión novelada en papel sino en un medio que todavía no se conocía cuando el autor la creó: el cine y nada menos que en 8 versiones diferentes desde la inicial de 1907.
La novela la recomendó el Papa León XIII, se difundió por todos los países occidentales y en España la distribuyó la editorial Calleja con el título Ben-Hur: Novela de la época de Jesucristo, como traducción al original BEN-HUR: A TALE OF THE CRIST.
La trama argumental de la novela es bien conocida: Judá Ben-Hur, un coetáneo de Jesucristo, es amigo del romano Messala, pero un desafortunado incidente hace aflorar la enemistad. Se suceden los acontecimientos dramáticos con la madre y la hermana de Ben Hur por medio, hasta llegar a la carrera de cuadrigas en la que los antiguos amigos se enfrentan. Al final Ben Hur conocerá de primera mano la muerte de Jesucristo.
En 1880 no existía el cine, pero sí el teatro y en los escenarios y con gran éxito se comenzó a representar la novela con profusión de medios y con dos características: la primera fue la representación en escena de la carrera de cuadrigas con caballos auténticos que se sujetaban con cables al escenario para que no llegasen a saltar hasta el público. La segunda característica fue la interpretación de Jesucristo: en esos años no se quería darle imagen humana por lo que se adoptó la solución de que Jesucristo era “interpretado” por un rayo de luz (tendrían que pasar varios años para que ya en el cine se le diese rostro humano al nazareno). La obra teatral siguió representándose con éxito durante varias décadas hasta que se solapó con el cine. Veamos a continuación la cadencia de versiones de BEN-HUR:
En 1907, cuando todavía se exhibía en teatros y sin pedir permiso alguno un pionero del cine, el canadiense (de la muy querida para mí, Toronto) Sidney Olcott realiza el primer BEN-HUR de solo unos 15 minutos. La película llegó a contar con alguno de los actores que la representaban en los teatros, pero pronto la editorial y los herederos del autor denunciaron a la productora del filme ganando el juicio; de hecho, fue el precedente en el que se basaron posteriormente todas las películas que eran adaptaciones para solicitar permiso si no disponían de los derechos.
En 1925 se presenta la segunda versión, en este caso una superproducción dirigida por uno de los grandes directores de la etapa muda: Fred Niblo, autor entre otras de La marca del Zorro, Los tres mosqueteros o las adaptaciones de famosas novelas de Blasco Ibáñez como La tierra de todos y Sangre y arena.
En 1920 la Metro-Goldwyn-Mayer (MGM) compra los derechos de la novela por 600.000 dólares y se embarca en un proyecto faraónico que durará varios años hasta su finalización. La película tendrá idéntico nombre al de la obra original: BEN-HUR: A TALE OF THE CHRIST.  Los problemas de producción determinaron que se tardara varios años en realizarla: cambio de directores y actores, cambios de escenarios, etc. En definitiva, un proyecto costosísimo que si bien fue elogiado por la crítica y tuvo buena recepción por parte del público apenas pudo amortizar los enormes gastos de producción, pero sí logró lo que la MGM pretendía al menos: hacer una obra que prestigiara a la productora cara a sus películas siguientes. Al final el director elegido fue Fred Niblo y el actor principal Ramón Novarro, una estrella de aquellos años que tuvo un desgraciado final muy similar al del italiano Pasolini.
La película se rodó entre Italia y Estados Unidos y se realizaron varias secuencias en un primitivo Technicolor dirigidas por un joven William Wyler que me imagino que no sabía el protagonismo que iba a tener unos 30 años después.
Ben-Hur de Niblo es una superproducción espectacular que se sigue viendo con interés y que marea cuando se conocen sus cifras internas: la película costó unos 4 millones de dólares de la época; se utilizaron 42 cámaras para la magnífica carrera de cuadrigas con un total de 56.000 metros de película que al final quedaron reducidos a 210; se emplearon a 4.000 extras (entre ellos a Carole Lombard y Clark Gable que se enamoraron y acabaron en la vicaría); se construyeron varios miles de muñecos articulados para simular el público… Ben-Hur de Fred Niblo se estrenó en 1925 y sigue mereciendo la pena su visión.
Tercera versión: BEN-HUR de 1959. Ese joven ayudante de dirección en la película de Niblo, Willlian Wyler fue el encargado de dirigir una película que se estrenó en 1959 y que se iba a convertir no solo en un enorme éxito sino en un icono del superespectáculo cinematográfico por excelencia. Ben-Hur de Willian Wyler se puede considerar casi el final del modelo de superespectáculo hollywudiense que podemos situar en sus inicios con las grandes superproducciones de Griffith (Intolerancia  y/o El nacimiento de una nación), que siguió luego con la homónimo de Fred Niblo de 1925, con la colosalista Lo que el viento se llevó, que continuó con los grandes musicales de Berkeley y los peplum de los años 50 y que se fue agotando tras enormes fracasos como el de Cleopatra (1963) y que llevó casi a la quiebra a la 20th Century Fox.
Willian Wyler (1902-1981) era un judío de origen alemán que se trasladó en 1921 a Estados Unidos y allí desarrolló toda su carrera artística. Su carrera está llena de éxitos aun cuando no se le puede adscribir a ningún movimiento o se le considere experto en algún género. Wyler realizó grandes películas abordando diferentes géneros cinematográficos: Jezabel, Cumbres borrascosas, La loba, Los mejores años de nuestra vida, Vacaciones en Roma, La calumnia o El coleccionista.
Como actores principales se escogió a Charlton Heston (hubo varis estrellas como Paul Newman, Rock Hudson y Burt Lancaster que rechazaron el papel) como Ben-Hur y al malogrado Stephen Boyd (fallecido a los 45 años) como Messala; nada menos que 5 guionistas se encargaron de diseñar la historia (entre ellos Gore Vidal); la música se le encargó a un reputado Miklós Rozsa. Fue un éxito total, se recaudaron unos 70 millones de dólares de forma inmediata, sacó a la MGM de una cercana quiebra y logro el récord de estatuillas en los Oscar: 11 en total (solo igualada años después por Titanic en 1997 y El Señor de los Anillos: el retorno del Rey en 2003, películas muy inferiores a la de Wyler).
Con estos datos se logró una película colosal en sus cifras al igual que la de Niblo:
-211 minutos de duración.
-16 millones de dólares de presupuesto.
-tardó cerca de 5 años en su producción.
-los 20 minutos de la carrea de cuadrigas tardaron en rodarse 3 meses.
-para la carrera se crearon varias decenas de miles de trajes, 300 decorados y se emplearon a 800 figurantes.
-el circo romano donde se desarrolla la carrera se construyó a imagen real del circo de Antioquía.
-se contó con 15.000 figurantes para la carrera (los hombres estaban obligados a tener barba).
-cuando finalizó el rodaje se destruyeron todos los decorados para que no pudieran reutilizar, algo que era muy común en Hollywood.
-durante la carrera hubo un accidente con la muerte de uno de los corredores.
-como muchas de las escenas se rodaron en verano con un enorme calor, se dispusieron de numerosos aguadores entre los figurantes para que suministraran agua.
Un problema durante el rodaje fue solucionado por el escritor Gore Vidal (uno de los guionistas de la película): parece que el actor Stephen Boyd (Messala) no acababa de ver la transformación de su personaje al pasar de la íntima amistad al odio extremo con respecto a Ben-Hur. Vidal le dio la solución: se trataba de una relación homosexual y Messala lo que expresaba era llanamente una situación de despecho. Boyd lo entendió perfectamente y fue la mejor interpretación de su carrera. Por supuesto que de esto nada le dijeron al “machote” de Heston…
 El Ben-Hur de Wyler puede considerarse uno de los iconos más representativos del espectáculo en su más concreta acepción cinematográfica, pero eso sí de gran calidad. Como señaló un crítico: "Un título que está más allá del bien y del mal, máximo ejemplo de una forma de entender el cine ya desaparecida".
 Las tres siguientes versiones fueron de animación:
Para ver la cuarta versión de BEN-HUR hay que saltar a 1988, año en el que se realiza una versión en animación dirigida por Al Guest con aceptable corrección y en la que se muestra la imagen de la cara de Jesucristo
La quinta versión es de 1992 y también es de dibujos animados con el título: BEN-HUR, CARRERA A LA GLORIA, dentro de la colección Santos y Héroes, realizada bajos los auspicios de la Iglesia Católica como inductora de la fe.
En 2003 se realiza la más costeada versión en animación, la sexta en todo el conjunto, producida por Charlton Heston y con la voz del propio actor (fue su último trabajo profesional). Esta versión de BEN-HUR era la más infantil de todas y fue dirigida por William R. Kowalchuck Jr. a través de la compañía Agamennon de Heston.
En el séptimo orden de producción está la que no podía faltar: BEN-HUR en televisión, una miniserie de dos capítulos para ese medio en 2010. La dirigió Steve Shill un director profesional de series y que contaba con episodios de Los Soprano entre otros trabajos.
Por fin en 2016 se realiza la octava versión de BEN-HUR, también norteamericana a pesar de estar dirigida por un nombre tan extraño como Timur Bekmambetov. Contó entre otros con actores como Jack Huston, Morgan Freeman o Rodrigo Santoro y recibió críticas de todo tipo, predominando en general las negativas y coincidiendo la mayoría en que una de las mejores virtudes de la película era haber reducido la duración a menos de dos horas. No la he visto y no tengo interés alguno en ver una producción que tiene más de artificiosidad técnica mediada por la informática y que nada tiene que ver con los fastuosos y complicados espectáculos de las dos versiones cinematográficas anteriores de 1925 y 1959.
26/3/2021
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