#19/02 etiopia
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curiositasmundi · 9 months ago
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Neanche un anno dopo la sanguinosa guerra di occupazione dell’Etiopia che Mussolini pomposamente definiva «conquista dell’Impero», gli invasori italiani erano ancora in pochi, e non dormivano bene. Militari e camicie nere, insieme alle «truppe indigene» arruolate in colonia, non avevano mai smesso di combattere e percorrevano in lungo e in largo il vasto entroterra alla caccia delle formazioni resistenti etiopiche ancora in armi. Gli altri, civili o in camicia nera, erano per lo più asserragliati nelle città, e ascoltavano con apprensione le notizie di «bande ribelli» pericolosamente vicine. La repressione della resistenza – eufemisticamente definita «grande polizia coloniale» ma in realtà fatta di uccisioni, villaggi bruciati e raccolti distrutti – dopo molti mesi pareva tuttavia aver dato i suoi frutti: molte formazioni erano state disarmate; i loro capi e componenti eliminati o deportati nel  terribile campo di internamento di Danane, in Somalia. 
Il neonato impero fascista pareva insomma sulla via di una lenta normalizzazione, quando gli occupanti ebbero un brusco risveglio. Il 19 febbraio 1937, Yekatit 12 secondo il calendario etiopico, Rodolfo Graziani, viceré d’Etiopia e governatore generale dell’Africa Orientale Italiana, era su un palco nella capitale Addis Abeba, nel pieno svolgimento di una cerimonia pubblica, quando due patrioti di origine eritrea, Mogus Asghedom e Abraham Debotch, lanciarono nella sua direzione alcune bombe a mano che uccisero sette persone e ne ferirono molte altre. Tra queste lo stesso Graziani, che venne portato via d’urgenza. Da parte italiana l’attentato produsse panico, vuoto di potere, confusione nella catena di comando, volontà di vendetta esemplare frammista alla necessità di riaffermare il prima possibile e senza dubbi l’autorità italiana. Conseguenza di tutto questo fu un massacro difficile da descrivere.
Nei momenti subito successivi al fatto, le truppe italiane presenti sul posto presero a sparare indiscriminatamente sulla folla. Fuori città, le truppe nei presidi ricevevano l’ordine di iniziare una marcia concentrica verso Addis Abeba sparando a vista a chiunque incontrassero e dando fuoco alle abitazioni etiopiche. Una camicia nera, in una lettera spedita il 30 aprile, raccontò così quella marcia: 
Stupiti, partimmo anche noi dal nostro fortino, in pieno assetto di guerra, e seguiti da carri armati e motociclette con mitragliatrici: e percorremmo diecine [sic] di chilometri, sparando su qualunque individuo di colore che incontravamo, e massacrando, nelle stesse loro capanne, tutti gli indigeni che si trovavano sul nostro cammino. 
Giunti alla periferia della città, di fronte agli agglomerati di tucul – piccoli edifici di abitazione – al cui interno si erano chiusi gli etiopici, 
siccome non potevamo colpirli tutti a fucilate, i nostri ufficiali fecero mettere in azione i lancia-fiamme: così in dieci minuti facemmo divampare, come roghi, centinaia e centinaia di tuculs, nei quali c’erano donne, vecchi e bambini, che furono abbrustoliti…
Frattanto nella città, la massima autorità politica rimasta, il segretario federale del Partito nazionale fascista Guido Cortese, ordinò la rappresaglia sguinzagliando, letteralmente, la popolazione italiana. Operai, camionisti, civili e camicie nere, avuta carta bianca dal Partito, per tre giorni trasformarono la città in un girone infernale in un’orgia di brutalità che ha pochi paragoni nella storia del colonialismo europeo. 
I diplomatici stranieri ce ne danno una testimonianza vivida nelle allucinate missive che spedivano nelle rispettive capitali. Il rappresentante statunitense Cornelius Engert il primo giorno della strage telegrafava a Washington: 
I nativi sono stati picchiati e mitragliati indiscriminatamente e le loro capanne sono state bruciate. Bombe incendiarie sono state sganciate da aerei operanti nelle periferie della città, e attualmente si sente in tutta la città una buona dose di colpi di fucile e anche di cannone da campo. Le strade sono state ripulite dagli indigeni e tutti gli italiani, compresi gli operai civili, girano pesantemente armati. 
E il giorno seguente aggiunse: 
Dal momento dell’incidente, bande disordinate di lavoratori e camicie nere armati di asce, mazze o fucili hanno vagato per le strade e, con rivoltante ferocia, hanno ucciso tutti i nativi in vista, anche le donne. 
Il diplomatico francese Albert Bodard lo definì un pogrom, riferendo che 
I cadaveri sono così numerosi che non si possono eseguire degne sepolture; i corpi vengono ammucchiati e cremati sul posto dopo essere stati cosparsi di benzina. Interi quartieri di tucul abissini furono dati alle fiamme con lanciafiamme e bombe a mano. In vari casi gli occupanti indigeni, impossibilitati a fuggire, venivano bruciati vivi nelle loro abitazioni. Ogni notte, la città è circondata dalle fiamme. […] regna una grande confusione in cui camicie nere, truppe, e operai militarizzati sembrano lasciati liberi di agire a loro piacimento. 
ancora: 
Anche i camionisti inseguivano gli abissini con le loro vetture, o le lanciavano ferocemente contro i nativi per schiacciarli. Quando le vittime esitavano a morire, i manganelli aprivano i loro crani e riportavano alla ragione i recalcitranti. 
Simile il racconto dei testimoni britannici:
Per due giorni e mezzo gli etiopi, ovunque si trovassero e qualsiasi cosa facessero, furono braccati, picchiati, fucilati, trafitti con le baionette o bastonati a morte. Le loro case sono state bruciate e in alcuni casi loro stessi sono stati respinti tra le fiamme per morire bruciati. Con questo massacro furono combinati bottino e saccheggio. I seguenti incidenti che sono riferiti da testimoni affidabili illustrano bene la condotta degli italiani. Una banda di otto camicie nere è stata vista picchiare con bastoni, apparentemente a morte, un etiope le cui mani erano state prima legate dietro la schiena. […] Un colonnello italiano ha fermato la sua macchina in una strada principale per buttare giù un gruppo di tre etiopi, un uomo e due donne. Dopo aver picchiato l’uomo si è scagliato contro la donna, ma notando l’auto di una Legazione straniera lì vicino ha desistito. […] Forse uno dei motivi principali dietro l’azione degli italiani era quello della paura, poiché in nessun momento dalla loro occupazione si sono sentiti sicuri.
Dopo tre giorni, quando giunse infine l’ordine di cessare le violenze, il bilancio delle vittime fu spaventoso: circa tremila morti, ma i calcoli più recenti effettuati da Ian Campbell hanno stimato un numero sei volte superiore, forse vicino alle ventimila persone.
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kisahpedia · 2 years ago
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Kalender Liturgi 02 Mei 2023
Selasa Paskah IV
PW S. Atanasius, Uskup dan Pujangga Gereja
Warna Liturgi: Putih
Bacaan I: Kis 11: 19-26
Mazmur Tanggapan: Mzm 87:1-3.4-5.6-7
Bait Pengantar Injil: Yoh 10:27
Bacaan Injil: Yoh 10:22-30
Bacaan I
Kis 11: 19-26
Mereka berbicara kepada orang-orang Yunani
dan memberitakan Injil bahwa Yesus adalah Tuhan.
Bacaan dari Kisah Para Rasul:
Banyak saudara telah tersebar
karena penganiayaan yang timbul sesudah Stefanus dihukum mati.
Mereka tersebar sampai ke Fenisia, Siprus dan Antiokhia;
namun mereka memberitakan Injil kepada orang-orang Yahudi saja.
Akan tetapi di antara mereka
ada beberapa orang Siprus dan orang Kirene yang tiba di Antiokhia,
dan berbicara juga kepada orang-orang Yunani;
mereka ini memberitakan Injil, bahwa Yesus adalah Tuhan.
Tangan Tuhan menyertai mereka,
dan sejumlah besar orang menjadi percaya
dan berbalik kepada Tuhan.
Maka sampailah kabar tentang mereka itu
kepada jemaat di Yerusalem.
Lalu jemaat di Yerusalem itu mengutus Barnabas ke Antiokhia.
Setelah Barnabas datang dan melihat kasih karunia Allah,
bersukacitalah ia.
Ia menasihati mereka,
supaya mereka semua tetap setia kepada Tuhan.
Karena Barnabas adalah orang baik,
penuh dengan Roh Kudus dan iman,
sejumlah orang dibawa kepada Tuhan.
Lalu pergilah Barnabas ke Tarsus untuk mencari Saulus;
dan setelah bertemu dengan dia, ia membawanya ke Antiokhia.
Mereka tinggal bersama-sama dengan jemaat itu satu tahun lamanya,
sambil mengajar banyak orang.
Di Antiokhialah
murid-murid itu untuk pertama kalinya disebut Kristen.
Demikianlah sabda Tuhan.
Mazmur Tanggapan
Mzm 87:1-3.4-5.6-7
R:Mzm 117:1a
Pujilah Tuhan, hai segala bangsa!
*Di gunung-gunung yang kudus ada kota yang dibangunkan-Nya;
Tuhan lebih mencintai pintu-pintu gerbang Sion
dari pada segala tempat kediaman Yakub.
Hal-hal yang mulia dikatakan tentang engkau, ya kota Allah.
*Aku menyebut Rahab dan Babel
di antara orang-orang yang mengenal Aku,
bahkan Filistea, Tirus dan Etiopia Kukatakan,
"Ini dilahirkan di sana."
Tetapi tentang Sion dikatakan:
"Tiap-tiap orang dilahirkan di dalamnya,"
dan Dia, Yang Mahatinggi, menegakkannya.
*Pada waktu mencatat bangsa-bangsa Tuhan menghitung:
"Ini dilahirkan di sana."
Dan orang menyanyi-nyanyi sambil menari beramai-ramai,
"Semua mendapatkan rumah di dalammu."
Bait Pengantar Injil
Yoh 10:27
Domba-domba-Ku mendengarkan suara-Ku, sabda Tuhan.
Aku mengenal mereka dan mereka mengikut Aku.
Bacaan Injil
Yoh 10:22-30
Aku dan Bapa adalah satu.
Inilah Injil Suci menurut Yohanes:
Pada hari raya Pentahbisan Bait Allah di Yerusalem,
ketika itu musim dingin,
Yesus berjalan-jalan di Bait Allah, di serambi Salomo.
Maka orang-orang Yahudi mengelilingi Dia dan berkata kepada-Nya,
"Berapa lama lagi
Engkau membiarkan kami hidup dalam kebimbangan?
Jikalau Engkau Mesias, katakanlah terus terang kepada kami."
Yesus menjawab mereka,
"Aku telah mengatakannya kepada kamu,
tetapi kamu tidak percaya;
pekerjaan-pekerjaan yang Kulakukan dalam nama Bapa-Ku,
itulah yang memberikan kesaksian tentang Aku,
tetapi kamu tidak percaya,
karena kamu tidak termasuk domba-domba-Ku.
Domba-domba-Ku mendengarkan suara-Ku
dan Aku mengenal mereka dan mereka mengikut Aku.
Aku memberikan hidup yang kekal kepada mereka
dan mereka pasti tidak akan binasa sampai selama-lamanya
dan seorang pun tidak akan merebut mereka dari tangan-Ku.
Bapa-Ku, yang memberikan mereka kepada-Ku,
lebih besar dari pada siapa pun,
dan seorang pun tidak dapat merebut mereka dari tangan Bapa.
Aku dan Bapa adalah satu.
Demikianlah sabda Tuhan.
ATAU BACAAN LAIN:
Mat 10:22-25a
Inilah Injil Suci menurut Matius:
Tatkala mengutus murid-murid-Nya
Yesus berkata kepada mereka,
"Kamu akan dibenci semua orang oleh karena nama-Ku.
Tetapi barangsiapa bertahan sampai pada kesudahannya,
ia akan selamat.
Apabila kamu dianiaya di suatu kota,
larilah ke kota yang lain.
Aku berkata kepadamu:
Sungguh, sebelum kamu selesai mengunjungi kota-kota Israel,
Anak Manusia sudah datang.
Seorang murid tidaklah melebihi gurunya,
dan seorang hamba tidaklah melebihi tuannya.
Cukuplah bagi seorang murid
jika ia menjadi sama seperti gurunya,
dan bagi seorang hamba
jika ia menjadi sama seperti tuannya."
Demikianlah sabda Tuhan.
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Milano, la tradizionale festa dell’Avvento “Aspettando Natale” insieme ai Missionari Cappuccini.
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Milano, la tradizionale festa dell’Avvento “Aspettando Natale” insieme ai Missionari Cappuccini. Anche quest’anno quest’anno si potrà assistere all’ “Aspettando Natale”, la tradizionale festa dell’Avvento per le famiglie e i bambini organizzata dai Missionari Cappuccini di Milano nel convento di Piazzale Cimitero Maggiore 5. I Frati, nei giorni di Sabato 19 e domenica 20 novembre, offrono un intenso programma di attività fra intrattenimento e solidarietà. Verrà celebrata sabato alle 15,30 con la Santa Messa dai frati missionari e in omaggio ai gruppi dei volontari e missionari laici attivi in Lombardia. A seguire, per chi partecipa alla Santa Messa, sarà presente anche un rinfresco per l’inaugurazione della Mostra di Diorami sulla vita di Gesù: un imperdibile percorso artistico che si snoda attraverso 21 scene bibliche realizzate in molteplici materiali (legno, resina e cartongesso) e dimensioni, dipinte a mano, per raccontare i momenti salienti dell’infanzia del Cristo, a partire dall'Annunciazione della Sua nascita fatta dall'Angelo a Maria, Sua Madre, poi la Sua venuta al mondo a Betlemme, fino al ritorno della sacra famiglia a Nazareth. L’esposizione rimarrà visitabile fino all’8 Gennaio 2023 ogni sabato dalle 15 alle 17.30, tutte le domeniche, il 7 e 8 dicembre e il 6 Gennaio, festa dell’Epifania, dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18 (resterà chiusa il 25 e 26 dicembre 2022 e l’1 gennaio 2023). Per le scuole e per chi è impossibilitato a recarsi nel week end, sarà visitabile anche durante la settimana previo appuntamento (tel. 02 3088042, orari ufficio). Domenica 20 novembre, dalle 10 alle 18, nel cortile, saranno protagonisti del Mercatino di Natale con stand di presepi dal mondo, oggettistica etnica e mobili in arte povera. Sarà presente, come ogni anno, la vendita di prodotti gastronomici provenienti dalle aziende umbre penalizzate dal terremoto del 2016 nonché da altre a km zero. Si potranno assaggiare anche miele, salumi, lenticchie e formaggi di Norcia; i panificatori di 'Pane in Piazza Milano' guidati dal Patron della manifestazione Cesare Marinoni, sforneranno in diretta pane, pizza, biscotti di Natale e altre golosità dolci e salate. Dalle ore 11, cassoeula (anche da asporto) e nel pomeriggio sarà servita una merenda a base di caldarroste con vin brulé, tè, cioccolata e altre bevande. Dalle 14, Laboratorio Presepi. I bambini verranno affiancati a volontari e collaboratori del Centro Missionario, per apprendere le tecniche per costruire il presepio che alla fine ognuno potrà portarsi a casa. I proventi delle due giornate saranno devoluti ai progetti di Missioni Estere in Asia, Africa e Brasile. L'Ordine religioso dei Frati Cappuccini è attivo da oltre 450 anni secondo la Regola di San Francesco: “...vivere in obbedienza, in castità e senza nulla di proprio e seguire la dottrina e l’esempio del Signore nostro Gesù Cristo”. I Frati sono prevalentemente al servizio dei più poveri e bisognosi, in quanto è in loro che si incarna la figura di Cristo, e hanno la capacità di rendere la donazione di sé completa e gratuita in un mezzo privilegiato per la diffusione della pace e dell’amore tra gli uomini. Accoglienza e laboriosa generosità sono lo stile di vita dei conventi. Il Centro Missionario di Piazzale Cimitero Maggiore 5 a Milano si occupa del sostegno alle missioni e coordina l’attività di animazione missionaria della Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Lombardia, con attualmente oltre un centinaio di missionari presenti in varie nazioni dei diversi continenti: Brasile, Costa d’Avorio, Camerun, Thailandia, Etiopia, Emirati Arabi, India. I Frati italiani missionari sono circa 20 e gli altri sono originari dei Paesi di missione. Dove passano i Frati Cappuccini Missionari nascono conventi, centri di formazione alla vita religiosa, parrocchie, scuole, strutture sociali, ospedali, lebbrosari, centri di accoglienza, cooperative di lavoro, etc., dove sono accolti famiglie, adulti e bambini di ogni credo religioso. E la vita ritrova la speranza. Piazzale Cimitero Maggiore 5. Ingresso Libero. Per arrivare: tram 14 o Metro Rossa fermata Uruguay e poi pullman 40. www. missioni.org      ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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discursci · 4 years ago
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