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IMPOSSIBLE HUMANS - The Renaissanche Instant Shooting
PHOTOGRAPHERS: Andrea Bigiarini & Ale Di Gangi CAMERAS: POLAROID SX-70
The Photographic set is housed in the magnificent fifteenth-century building which was once home to Bianca Cappello, restructured by architect Bernardo Buontalenti and decorated with grotesque motifs by Bernardino Poccetti around 1580, the shop in today run by Giovanni Turchi, alongside his daughters Olivia and Elisa, who carries on the antiques business established by his father Giorgio and mother Niccolina Gallori in 1942. The shop specializes in ancient arms and suits of armour, in addition to a selection of furniture, paintings and sculptures, mostly of Italian provenance, spanning from the Haute Epoque to the early 1800s.
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MANIFESTO NEMALOGUE
MANIFESTO NEMALOGUE
Benvenuti in NEMALOGUE
Il XXI secolo ha portato grandi cambiamenti tecnologici e in un solo attimo la fotografia è stata rivoluzionata dall’avvento del digitale. In preda a ad una corsa frenetica al nuovo siamo tutti stati sollecitati ad abbandonare pellicole, sviluppi, arte istantanea e quant’altro ci è costato anni di studio, sforzi e perfezionamento per gettarci a capofitto in milioni di pixel, schermi touch e miniaturizzazioni.
In questa corsa abbiamo imparato molto:
Che le nuove libertà di azione e di espressione hanno avuto una forza e un impatto che nessuna tecnologia prima ci aveva donato e all’improvviso abbiamo capito che non è necessario far parte di élite per esprimere le proprie capacità singolari e visionarie.
Ad oltrepassare limitazioni tecniche e tecnologiche, di conoscenza e disponibilità finanziaria è divenuto possible quasi per chiunque e nel giro di una notte abbiamo trovato la via per riuscire finalmente a far esprimere quel piccolo demone visionario e fuori da ogni regola sopito in ciascuno di noi.
Durante questa corsa però qualcuno ha iniziato a rendersi conto che lasciar morire i vecchi mezzi espressivi non si presenta come la scelta vincente:
la morte di Polaroid e il fallimento di Kodak (per nominare solo le due più evidenti realtà schiacciate dal passaggio tecnologico) sono baratri nella storia culturale della libera espressione umana.
È quasi come se da un giorno all’altro fosse cessata la produzione di materiali per dipingere, pennelli, colori, tele e quant’altro.
Sarebbe sensato rassegnarsi e rinunciare o non varrebbe forse la pena di mettersi a tessere tele in salotto, costruirsi da soli i pennelli o frantumare pigmenti in riva al fiume, per non lasciar morire l’arte della pittura?
L’avvento del digitale ha fatto nascere ultimamente nuovi problemi che creano un nuovo divario elitistico.
La crisi economica e l’imperterrito innalzamento dei costi ci stanno riportando indietro: - La corsa tecnologica sempre più vertiginosa ha creato una sindrome da obsolescenza causata dal bisogno indotto di un continuo rinnovo dell’acquisto con l’effetto di un innalzamento dei prezzi. - Quelli che erano dei semplici telefoni adesso hanno un prezzo che è esattamente il doppio di una macchina fotografica semi-professionale.
È insomma sempre più difficile stare al passo e perseguire la propria visione senza fare parte di un Neo-Consumismo Digitale basato appunto su una voluta obsolescenza dell’harwdare e su frenetici aggiornamenti di sistema.
Tutto questo sta portando alcuni di noi a riconsiderare le tecnologie dichiarate ormai obsolete, ridando potenza e fascino a percorsi meno affannosi e precipitosi. Riconsiderare e praticare lo scatto su pellicola e la fotografia istantanea non significa essere nostalgici del passato.
Significa al contrario perseverare in modi, metodi, colori ed estetica che non sono altrimenti dati in digitale.
Tutto questo, oggi, può e deve coesistere: ciò che è stato - e rimane vivo pur con difficoltà oggettive - con ciò che è presente, tenendo lo sguardo puntato al futuro per creare nuove ibridazioni.
Abbiamo capito che tutto questo è fonte di nuove opportunità e vogliamo abbracciarlo senza preconcetti senza esitazioni.
Nulla deve essere escluso poiché tutto è utile alla nostra espressione.
Ogni mezzo ha le sue peculiarità e i suoi limiti, ed è solo utilizzando tutto ciò che abbiamo a disposizione che possiamo cercare nuove vie di espressione per creare punti di fusione, momenti di snodo, ponti di collegamento.
Per questo:
- Vogliamo dialogo, scambio, collaborazione, contaminazione tra Digitale e Analagico; - Vogliamo il meglio dei due mondi, in un flusso creativo privo di restrizioni, categorizzazioni e pregiudizi; - vogliamo promuovere un cerchio virtuoso nell’interesse esclusivo della creazione, dell’espressione individuale e dell’unicità che ogni essere umano porta in sé e con sé.
Viaggiare dall’analogico al digitale e ritorno è la nostra nuova (pro)vocazione.
Nasce NEMALOGUE - l’analogico in un mondo digitale.
New Era Museum cresce e si fa promotore di tutto questo.
FONDATORI
Andrea Bigiarini, Ale Di Gangi, Gianluca Ricoveri, Dilshad Corleone, Cat Morris, Gina Costa, Brett Chenoweth, Catherine Restivo, Jennifer Bracewell, Aldo Pacheco, Alex Visage, Sacha Dohmen, Tracy J.Thomas, Mery Walker, Michelle Robinson, Mark Daniels, David Scott Leibowitz.
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FEATURED ALOGUE
"Gianluca Ricoveri & Andrea Bigiarini"
PHOTOGRAPHER: Ale Di Gangi
CAMERA: Polaroid 100
FILM: Fuji FP-100C
#gianluca ricoveri#andrea bigiarini#ale di gangi#polaroid#polaroid 100#fujifilm#fp-100c#film photography
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THE NEM ALOGUE MANIFESTO
The twenty-first century has brought great changes in technology, and in a flash, photography has been revolutionized by the advent of mobile and digital.
Frenzied in a race towards the new, we have all been urged to quit films, processing, instant analogue art, tossing out years of studies, efforts, and specializations in analogue and throwing ourselves headlong into millions of pixels, touch screens, and miniaturization.
This race hasn’t been as bad as it may sound, of course, and we certainly have learned a lot: the new freedom of action and expression of mobile digitization has been powerful and impactful unlike anything before.
Suddenly we realized that we do not need to be part of some rich élite to express one’s own unique abilities and vision.
For the first time in human history, going beyond technical limitations, technological knowledge and financial availability, the tools for artistic digital expression are accessible to almost everyone. Overnight we have found ways to let out the open - minded, little rule-breaking, visionary demon dormant in each of us - or at least, to give it a try.
Some amongst us realize that letting old means of photographic expression wither away is a shame: the death of Polaroid and the fall of Kodak - due to this technological transitioning - marks an abyss in the history of cultural human evolution.
Imagine if the production of materials for painting ceases overnight: brushes, colours, canvases and all the rest - gone.
Wouldn’t this be a terrible loss. Wouldn’t it be worth it to weave our canvas”s in our living rooms, tear hairs from wild boars in the woods, grind pigments by the river, in order to keep the art of painting alive for ever?
Our bodies, physical contact with media and hands on manipulation are an important tool in the creation of expression. Even with a stylus this component gets lost in the digital realm.
The increasingly dizzying technological race, the continuous upgrades, and the unabated rise in costs are now creating the appearance of a new sort of elitist gap, and it is becoming increasingly difficult to keep the pace and pursue a vision.
**All this leads some of us to reconsider photographic media too quickly declared obsolete, and to re-empower the potential, strength and charm of less frantic and hurried paths to our art making. **
Rethinking and practicing film shooting and instant photography by no means implies nostalgia. On the contrary, we mean to persevere in ways, methods, hues and aesthetics that are not otherwise present in the realm of the digital.
All this can and should coexist and weave together in the present: what was (and still is) struggling to remain alive along with what is thriving now, firmly gazing at the future.
If there is a lesson we have learned, it is that everything is a source of opportunity, a possibility be embraced, free of preconceptions and without hesitation. Nothing should be left behind, because everything is useful to our expression.
Every means has its own peculiarities and its limitations. Only by using everything at our disposal can we find new ways of expression, creating melting points, intersections, junctions and bridges.
WHAT WE WANT:
• We want dialogue, exchange, cooperation, contamination; • we want the best of all worlds, a creative flow free of restrictions and prejudices; • we want to establish a virtuous circle in the exclusive interest of creation, individual expression, and the uniqueness that every human being carries with and within.
Traveling from analog to digital and back again weaving them together into something new is our new (pro)vocation.
NEMALOGUE - the analog in a digital world is here. New Era Museum
Andrea Bigiarini, Ale Di Gangi, Gianluca Ricoveri, Dilshad Corleone, Cat Morris, Gina Costa, Brett Chenoweth, Catherine Restivo, Jennifer Bracewell, Aldo Pacheco, Alex Visage, Sacha Dohmen, Tracy J.Thomas, Mery Walker, Michelle Robinson, Mark Daniels, David Scott Leibowitz,
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NEM ALOGUE FOUNDER
PHOTOGRAPHER: Sacha Dohmen
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NEM ALOGUE FOUNDER
PHOTOGRAPHER: Brett Chenoweth
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PHOTOGRAPHER: Andrea Bigiarini
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PHOTOGRAPHER: Aldo Pacheco
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NEM ALOGUE FOUNDER
PHOTOGRAPHER: Jennifer Bracewell
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PHOTOGRAPHER: Meri Walker
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PHOTOGRAPHER: Mark Daniels
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PHOTOGRAPHER: Dilshad Corleone
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PHOTOGRAPHER: Gianluca Ricoveri
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PHOTOGRAPHER: Ale Di Gangi
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NEM ALOGUE FOUNDER
PHOTOGRAPHER: Gina Costa
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